Si tratta del secondo giorno della Milano Fashion Week, ma in realtà è il primo giorno delle sfilate in calendario che vede protagonisti indiscussi: Alberto Zambelli, Alberta Ferretti, Annakiki, Arthur Arbesser, Byblos, Jil Sander, Moncler Genius, N°21 e Ricostru.
Alberto Zambelli: eterea e contemporanea è la donna presentata oggi da Alberto Zambelli che prende spunto dal neoclassicismo delle opere di Antonio Canova e dal futurismo del Tecnosilver per questa collezione. Le anatomie sono perfette, i gesti misurati come se fossimo davanti a delle statue neoclassiche, le forme e i volumi così slegati dalla presenza di colore si sviluppano liberi e il bianco ne esalta ogni movimento. Lunghe tuniche bianche dalle linee a uovo o simili a kimono, abbinate con scarpe Samurai bianche. Tutto sembra preannunciare un qualcosa e ogni elemento si carica d’attesa, come se ci trovassimo davanti all’istante prima di un bacio, in cui tutto si colma di una nuova energia. Tutti gli abiti mostrano una sartorialità pulita che non serve allo stilista per creare elaborate strutture o architetture rigide, bensì riesce a conferire agli abiti movimento e leggerezza, anche grazie al sapiente uso dei colori. Tutto si origina da una natura pura e incontaminata che viene lavorata fino a diventare perfetta, quasi marmorea. Ogni abito acquisisce una purezza nuova e il bianco, celebrato in tutte le sue sfumature, cambia e muta, non risultando mai banale come nelle opere di Antonio Canova. Tra i colori: il bianco lunare, il gesso, investiti da riflessi color argento, mentre tra i tessuti: il cotone, la seta, il latex, lo chiffon, il plissé la viscosa liquida.
Byblos: una sfilata che è sinonimo di libertà d’espressione della propria identità attraverso un filtro a neon colors. Burning Man, ossia il festival di otto giorni che si svolge ogni anno dal 1986 a Black Rock City è il concept della sfilata. Tutto ciò si traduce in tute tecniche dallo spirito urban, mini abiti in paillettes e tanti elementi che rimandano al futuro, come la tuta spaziale color argento e i grandi occhiali specchiati a mascherina. “Senza confini. Nessuna limitazione!“questa è la dichiarazione in cui due, apparentemente anime diverse, si fondono nella poesia di giorni così audaci. I riferimenti hippie e spaziali tipici di Burning Man si mescolano creando nuovi contrasti, come le tute spaziali con dettagli riflettenti che si trasformano in parchi urbani o i tecnicismi sportivi che ottengono un tocco psichedelico. Ritagli laser per creare un trompe l’oeil effetto, le stringhe delle scarpe i cui berretti sono verniciati di colori vivaci, le paillettes oblunghe e tutta la tavolozza colori, che evoca gli orizzonti sconfinati e onirici del deserto all’alba o al tramonto, conferisco irriverenza all’intera collezione. Infine le silhouettes, prima sottili, si trasformano poi in forme oversize dove i cordoncini creano tondi volumi che si adattano ai diversi momenti della giornata.
Arthur Arbesser: abiti come invenzioni, proporzioni intatte che emergono però dalla scomposizione delle forme classiche degli abiti e dalla loro ricostruzione, va in passerella la donna di Arthur Arbesser. Il designer per questa collezione prende spunto, da un lato, dal calcolo e la geometria perfetta delle sperimentazioni grafiche della tradizione viennese di inizio secolo, dall’altro, dai lavori di Fausto Melotti, scultore italiano che attraverso piccole operazioni artistiche indaga l’umanità e i suoi grandi temi. Per Arbesser il lavoro dell’artista diventa emblema di un viaggio a ritroso, per trovare nei principi di ordine naturale, geometria e armonia un sollievo dalle difficoltà emotive dell’esistenza quotidiana. Linee snelle e volumi più ariosi, la nettezza quasi austera delle linee delle giacche, nella loro costruzione sartoriale e la morbidezza delle vestaglie e dei grembiuli, in tessuti fluidi come il velluto trasparente o impreziosite da ricami a paillettes, contribuiscono a creare un’atmosfera surrealista. Le donne immaginate in questi abiti sono insieme austere e ironiche, capaci di concepire la moda come un gioco intellettuale attraverso cui celarsi, scoprirsi, farsi notare. Infine i volti della scultrice Vally Wieselthier, le cui teste in ceramica fungono da ispirazione per parlare di una femminilità insieme matura e maliziosa, decisa a vestirsi di contrasti. Tra i tessuti: quelli spalmati in oro e platino, materiali naturali come la juta stampata e sfrangiata, il crêpe nei toni del rosa e dell’azzurro e del jersey di lino stampato. Le grafiche poi conferiscono un aspetto dinamico alla collezione e ritraggono l’approccio ludico dei teatrini di Melotti, attraverso la ripetizione di cavallini stilizzati negli abiti in jacquard di maglia, con la regola geometrica delle righe, una delle linee distintive del brand. Tra gli accessori: gli orecchini disegnati da Nathalie Jean in maglia d’oro, le sculture di ceramica fatte a mano e create dalla designer e ceramista austriaca Onka Allmayer-Beck e le calzature create in collaborazione con l’azienda toscana di Fabio Rusconi.
Alberta Ferretti: torna a farci sognare con toni pastello, rouches e trasparenze proprie di questa collezione. Look freschi e super estivi come i pantaloni larghi in cotone, gli shorts e le gonne ampie e leggere. Una donna innocente ed ingenua, ma che ama buttarsi a capofitto in una vita all’aria aperta, fatta di avventure estreme. Un’estetica molto femminile e allo stesso tempo contemporanea che racconta di una donna che si destreggia tra i ritmi sostenuti della società quotidiana. “In questa collezione ho voluto raccogliere una nuova attitudine femminile che spinge le donne a dichiarare una personalità decisa ma con il linguaggio dell’ingenuità, della delicatezza, della pacatezza e del sogno. Ho potuto costruire così un viaggio che descrive avventure fisiche con un viaggio interiore. Quello che porta alla riflessione e alla gioia di vivere e che spinge le donne sempre più verso una comprensione di sé e del mondo” dice Alberta Ferretti. Volumi fluttuanti e forme che lasciano libero il corpo, lavorazioni in plissé soleil negli abiti lunghi e nelle tuniche corte, abiti sottoveste in satin ricamati, il ricamo a crochet su abiti in chiffon, il pizzo San Gallo negli abiti e nelle tute corte in popeline, i pantaloni utilitary, le giacche e i giubbotti multi-tasche staccabili. A chiudere la sfilata, gli abiti da sera monocolore nero che riprendono i capi dedicati al daywear nel pizzo sangallo e nelle lavorazioni crochet. Tra gli accessori: grandi zaini in rafia a crochet si abbinano a sandali bassi di nastri intrecciati.
N°21: una donna elegante e rock è quella portata in passerella da Alessandro Dell’Acqua. Il nero, principalmente abbinato a tessuti lucidi, colori cupi come il rosso sangue e il verde, ma anche rosa confetto, arancio sgargiante, fragola, cipria e azzurro. Sfilano sexy abiti sottoveste, gonne dalle diverse lunghezze e tante trasparenze. Look super raffinati e decisi, qualche stampa e una serie di forme casual/streetwear in tessuti nobili. Abiti a trapezio, gonna a fasce con orlo sul retro, giacche lunghe dal taglio largo e minidress aderenti. Infine piume di struzzo, balze, gilet di cotone, T-shirt oversize, borse e tacchi in plexiglass.
Jil Sander: Luke e Lucie Meier, si sono lasciate ispirare dalla natura e dal suo ordine per questa stagione. Infatti, farfalle e gigantesche piante frondose spuntavano dal pavimento piastrellato della vecchia fabbrica di panettoni che serviva da location per lo spettacolo. Una collezione orientata tutta sulla sperimentazione oltre che sulla sartorialità e le linee pulite proprie da sempre di questo brand. Tute che prendono spunto dalle uniformi militari e dallo sport, blazer a tre bottoni, ampie camicie da lavoro o grembiuli artistici in stile Dickies e tailleur eleganti. Giacche con zip, giacche a vento lunghe e pantaloni, abbinati con maglie a quadri e a costine. Forme minimaliste in tutte le uscite della collezione, come anche negli accessori come le borse in pelle dalle diverse grandezze. Infine, i tessuti, naturali come il mood dell’intera collezione, quali la seta tinta di blu, o il cotone bianco, che appariva leggero e fresco, ma anche tessuti all’occhio più rigidi declinati dei colori della terra, dal marrone al nude, dal grigio al verde.
Annakiki: “Fashion Glitch” è il titolo della nuova collezione della stilista Anna Yang, dal design in equilibrio tra tradizione e ribellione. Questa è la quarta volta che la stilista sfila a Milano e in questa stagione decide di perseguire un’estetica progressive, dove la collisione tra elementi contraddittori, produce un corto circuito creativo “fashion glitch”, ciò porta ad una decostruzione e ad un ri-assemblaggio, in termini non convenzionali ed innovativi. La collezione, tutta giocata sui contrasti spregiudicati ma anche calibrati, si esprime nei volumi iperbolici e oversize. Ecco, allora, in passerella, tessuti lucidi e liquidi come il PVC, che rimandano all’idea di un lusso quasi artificiale enfatizzato da sontuosi embellishiment tridimensionali, in cristalli o in borchie applicati a mano su denim o su tessuti in vernice. La femminilità si colora di ironia, senso libero del gioco e irriverenza. Il colore è sfaccettato e audace, applicato con pennellate dense ed energiche e rilancia la voce di slogan espressivi e gentilmente provocatori. Annakiki esprime nelle sue collezioni una forte personalità, una bellezza anticonvenzionale, un’eleganza ribelle, sicura e moderna.
Ricostru: virtual love, ossia l’amore virtuale, è questo il punto d’inizio della collezione. Per Rico, la designer di Ricostru, l’amore è virtualmente caratterizzato da quattro stati mentali e per raccontarli la stilista adopera il linguaggio della moda e li traduce nella sua collezione Primavera/Estate 2019. L’amante misteriosa di cui si parla, veste di rosa, un colore che sa di primavera. Ecco, quindi, sfilare leggeri abiti in pizzo, ma anche abiti in pelle eco-friendly e tessuti d’ispirazione sportiva. Silhouettes aderenti che abbracciano il corpo e, al tempo stesso, ne decostruiscono le forme, abiti cangianti, catene che delimitano la metà del corpo e sneakers futuristiche. La catena, che percorre tutta la collezione di Ricostru, è il simbolo dell’amore, di legame ma anche di libertà, una sorta di fil-rouge che cinge la vita delle modelle, si disegna sugli abiti percorrendoli dal collo all’orlo, accompagna la rappresentazione grafica di un elettroencefalogramma, si avvolge su se stessa e diventa un fiore metallico, un gioiello simile a una spina. L’immaginazione di Ricostru si muove attraverso i temi della sci-fi, un mondo parallelo, si interroga sulle intelligenze artificiali, cerca la risposta alla domanda sul futuro dell’amore quando tutto intorno è virtuale.
Moncler Genius: THE NEXT CHAPTER. INVENTION AND INNOVATION. Moncler Genius, l’innovativa visione creativa e strategica del brand che coinvolge diversi designer ognuno dei quali dedito a differenti interpretazioni di Moncler, proposte poi attraverso singoli progetti a flusso continuo, svela “The Next Chapter”. Moncler Genius Building, presentato durante la Milano Fashion Week, è un progetto unico e una strategia inedita, che superano il tradizionale calendario semestrale dei fashion show e che propone contemporaneamente otto distinte collezioni lanciate successivamente con piani individuali dedicati a cadenza mensile. Per questa stagione, vengono presentate le collezioni in uno spazio industriale che funge da galleria d’arte, attraverso una serie di video installazioni immersive che illustrano lo spirito creativo, l’essenza e l’atmosfera di ciascuna collezione ed ogni designer ha adottato un approccio molto personale per la propria narrazione visuale.
2 –MONCLER 1952 riedita i classici del brand estendendo il proprio raggio d’azione. La collezione uomo rilegge il mondo del pop metropolitano come evidenziano le stampe fortemente caratterizzanti. Per la donna, lo stile urban viene reinterpretato con volumi, forme e texture inedite in un mix tra tecnicità e materiali esclusivi iconici come il nylon laquè e il crepe di chine stampato. Video Director: Marco Adamo Graziosi + Maria Host-Ivessich (Magmhi) Production: Think Cattleya.
4 –MONCLER SIMONE ROCHA esplora la natura della femminilità attraverso il mondo dei giardini e del giardinaggio, disegnando silhouettes romantiche definite da una piena fioritura. Il Moncler Longue Saison viene delicatamente reinterpretato con una moltitudine di fiori applicati e stampe floreali, perle e paillettes. Superfici in PVC, cappelli, foulard, wellingtons e accessori inediti completano la collezione con un tocco originale. Video Director: Tyler Mitchell Production: Sylvia Farago.
5 – MONCLER CRAIG GREEN rappresenta nella sua collezione i concetti di protezione e performance. Il suo punto di vista di “wearable habitat” si ispira a tende e kites. I capi forti e dai colori vivaci a contrasto si materializzano in cappe con cappucci e stringhe dalle forme enfatiche e “abitabili”. Le stampe e le trapuntature si fondono perfettamente con il mondo del kite-surf riletto attraverso capi unici e contemporanei. Video Director: Dan Tobin Smith.
6 –MONCLER NOIR KEI NINOMIYA lavora su modularità e astrazione geometrica. Le sue creazioni nascono dalla somma di piccoli moduli moltiplicati e uniti insieme da piccoli anelli metallici con una tecnica dal sapore industriale resa possibile da uno scrupoloso lavoro manuale. Tutta la collezione è dominata dal colore nero ed è caratterizzata da catene, petali e loghi che diventano texture. Le forme sono decise e femminili. Video Director: Kei Ninomiya in collaborazione con Setsuya Kurotaki.
7 –MONCLER FRAGMENT HIROSHI FUJIWARA rilegge elementi ,apparentemente semplici, che invece nascondono alta tecnicità, leggerezza e performance. La collezione ruota attorno al tema del World Tour attingendo sia al tema del viaggio che al tema della musica. Le giacche, i blazer a quadri, i parka, le field e le travel jacket sono connotate dalle stampe/slogan tipiche del designer. Video Director: Michal Socha Production: Acme Filmworks.