Assetate di potere e avide di lussuria, scaltre e vendicative senza scampo, sedotte dai bagliori della mondanità o implacabili detentrici del loro status di Domine assolute.
Signore della casa e Spose legittime a onta d’ogni tradimento, le fascinose Giustiziere del Mito e dell’attualità sembrano riemergere dalle tenebre della leggenda.
Il successo internazionale nel film di Ridley Scott House of Gucci mette in scena vita e presunte nefandezze della consorte e assassina di Maurizio Gucci: Patrizia Reggiani .
Patrizia Reggiani – un ritratto
Come la sensuale Medea della leggenda, anche Patrizia è immediatamente avversata dalla potente famiglia del futuro sposo. E, come Medea, la sua nascita quasi oscura e provinciale la fa immediatamente apparire come pericolosa avventuriera e malvagia incantatrice ai danni del compagno prescelto. A favore di quest’ultimo le due giovani donne dispiegano, infatti, tutti i talenti della loro bellezza e della loro intrigante personalità. Perché? Per agevolarne successo e ascesa sociale.

Tanto Giasone quanto Maurizio Gucci
Devono gran parte del loro potere e della loro stessa affermazione personale alla genialità e alla crudele determinazione delle rispettive compagne. Donne tutto concedono e tutto sacrificano sull’altare (quasi arcaico). Un’intangibile condizione di consorti legittime e di spose sacre.
Crimini d’amore
Medea, secondo quanto narra la mitologia, sarebbe giunta per amore a rapire e fare a pezzi il suo stesso fratello. Questo pur di rallentare le navi di suo padre Eeta, che inseguivano il giovane eroe e la ragazza in fuga.
La sposa aveva già concesso al suo Giasone tutti i ritrovati della sua arte di maga per permettergli di conquistare – lui, un semplice mortale – il preziosissimo Vello d’Oro. Un tesoro custodito proprio dal padre di Medea nella mitica terra di Colchide.
Aiutò, poi, l’adorato compagno a conquistare il potere in Tessaglia. La giovane maga arrivò a convincere le figlie del legittimo sovrano di quella regione, il re Pelia, a fare a pezzi il proprio padre e bollirlo in un calderone magico allo scopo di ringiovanirlo.
L’ennesimo, atroce inganno che pesa sulla sua coscienza. Un inganno che pure è messo in atto ancora una volta per amore assoluto del suo incostante Giasone.

Ma alla fine il suo amato sposo deciderà di ripudiarla per sposare la giovane figlia del re Creonte e guadagnar così altro potere e nuovi territori.
Allora Medea assisterà impotente e attonita al crollo definitivo di tutto ciò che aveva dolorosamente costruito. Una passione che soltanto ora si rivela come tragica illusione.
La sua vendetta sarà spietata, come impone il mito e la sua natura d’incantatrice: prima farà morire la giovane sposa promessa.
Le invierà come dono nuziale un magnifico velo, che appena indossato l’avvolgerà in un fuoco mortale. Ucciderà, poi, anche il padre di lei, inutilmente accorso per soccorrerla.
Infine ucciderà entrambi i figlioletti, pur amati, fuggendo poi in cielo su un cocchion fatato dinanzi all’affranto Giasone.
Patrizia Reggiani come Medea
Così Patrizia Reggiani, che lotta con tutte le sue arti di giovane donna d’umili origini. Dileggiata dalla famiglia d’origine dello sposo e guardata con disprezzo e con sospetto da quel jet set si muove pur sempre con elegante cinismo.
Dopo aver fatto trionfare la stella del marito, diviene lei stessa – più e meglio d’altri – un’autentica icona vivente dell’azienda di famiglia.
Non potrà mai tollerare che Maurizio, l’adorato Maurizio, possa metterla in un angolo per una donna più giovane e più seducente. Per questo la sua vendetta, anche stavolta – e fatalmente – sarà efferata.
Mandante dell’omicidio del marito, Patrizia farà convergere – con abbagliante e spietata coerenza – il mito di Medea. Celebrerà in un bagno di sangue il trionfo del suo esser incontrastata Signora. A contraddistinguerla la determinazione omicida d’una eroina tragica entrata di diritto nella leggenda del mondo dei mortali.