San Valentino ci ha regalato tanti spunti di riflessione sulla sostenibilità grazie alla presenza di Stefania Giacomini, giornalista, scrittrice ed eco-influencer che ho avuto il piacere di intervistare durante la puntata di Sempre più in forma green su RID 96.8 FM.
Oltre ad essere una giornalista e scrittrice e ad esserti fatta strada nel mondo della moda, della cultura e dello spettacolo durante tutta la tua carriera, sei anche una eco-influencer…
“Sicuramente sono stata influenzata dai giovani che sono la forza propulsiva della nostra società. Questa esperienza dell’eco-influencer e dell’ecologia mi è stata trasferita da mia figlia. Per quanto mi riguarda, se pensiamo al nostro passato, le nostre mamme o le nostre nonne erano già delle eco-influencer con il concetto del riuso o del fatto a mano, dell’uncinetto, del ricamo. Confesso che da piccola mia mamma mi ha insegnato queste tecniche che io poi ho rispolverato di recente. Difatti, passando per le strade di Corso Vittorio a Roma c’è un negozio che si chiama Novità che vende tanti piccoli accessori per fare i bijoux e andando in questo luogo mi è venuta l’ispirazione di realizzarli anche io, utilizzando il crochet”.
Possiamo dire che l’obiettivo è quello di rispolverare delle tecniche antiche per realizzare degli oggetti moderni che si alternano tra arte e ecologia?
“Assolutamente. Se pensiamo a Pistoletto, lui è l’esempio più eclatante di artista ecologico. Infatti, ha realizzato delle installazioni fatte con gli stracci. È stato esposto in tutto il mondo come al MAXXI (Museo Nazionale di Arte e Architettura) a Roma e al MAAT (il Museo dell’Architettura e delle Nuove Tecnologie) a Lisbona. Tra l’altro, quest’ultimo, è stato tratto da un’ex industria termoelettrica dalla quale è stato poi ricavato il museo, come anche il MAXXI che era una ex caserma. Inoltre un’esperienza che ho fatto con una mia cara collega si chiama RE-NATE: abbiamo messo insieme una serie di signore per proporre i loro manufatti sempre nel rispetto del concetto del riuso”.
Chi è l’artista che ha realizzato il bijoux che indossi al collo fatto con materiali di recupero?
“Mia figlia l’architetto, Ludovica Cirillo. Già a sedici anni si cimentava nella realizzazione di questi gioielli fino a creare un suo marchio By Ludo ed essere nominata tra i cento talenti italiani nel concorso che aveva indetto l’ex ministro della gioventù Giorgia Meloni. È stata nominata proprio per l’innovazione ecologica da una giuria preposta, dopodiché il suo percorso ha preso una via diversa perché è diventata architetto. Ha passato undici anni fuori dall’Italia, tra cui cinque anni in Giappone, assunta da Kengo Kuma un famoso architetto che applica proprio il concetto del riuso: va in un luogo, chiede il materiale più usato e in base a questa risposta applica il suo design per costruire delle meraviglie. Ora Ludovica è tornata in Italia come freelance, collabora sempre con Kengo Kuma e ha fatto due mostre in Giappone. La cosa strana è che i giapponesi sono molto attenti all’ambiente, amano i giardini in maniera perfezionistica, ma non sono molto sensibili all’eco-sostenibilità. Dunque queste due mostre che ha realizzato Ludovica hanno fatto sì che molti giovani si avvicinassero a questo concetto”.
Oltre ad essere una giornalista sei anche una scrittrice. Da poco infatti hai esordito con il tuo primo romanzo…
“Dopo tre saggi giornalistici questa volta ho voluto esordire con il mio primo romanzo. Si chiama Shopping Pericoloso ed è un giallo rosa ambientato nel mondo della moda a Lisbona e a Roma. Tre ragazze decidono di fare un’avventura di shopping e di cultura, però vengono poi adocchiate da un Figuro, un membro di una banda dedita al racket delle schiave bianche. Il libro racconta, con gli occhi di queste tre protagoniste, i luoghi di Lisbona, ad oggi una città considerata molto alla moda riscoperta da noi europei, e quelli di Roma che è stata la capitale dell’Alta Moda. Il libro è reperibile nelle librerie e su Amazon. Qui d’altronde può essere venduto sia in versione cartacea che Kindle”.