Di Denise Ubbriaco
Intervista al fotografo Nicolò Barreca
Nicolò Barreca e la passione per la fotografia
La fotografia rappresenta uno straordinario strumento di espressione e di comunicazione. E’ la descrizione di un attimo che non si ripeterà più nel tempo, è un mezzo attraverso cui il fotografo ci consente di cogliere ciò che la sua sensibilità ha voluto immortalare per sempre.
“Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace: a questo punto l’immagine diventa una grande gioia fisica ed intellettuale.” (Henry Cartier Bresson)
Guardando una fotografia, è possibile rivivere le emozioni di un preciso istante e sentire sulla propria pelle le irripetibili sensazioni racchiuse in quello scatto. A volte, è proprio attraverso la fotografia che un occhio distratto è in grado di soffermarsi su immagini quasi impercettibili, cogliendo così l’essenza, l’anima del soggetto ritratto, che sia un paesaggio, un fenomeno, un dettaglio, un volto, uno sguardo ecc.
Per conoscere il punto di vista di un esperto, ho avuto il piacere di intervistare il fotografo siracusano Nicolò Barreca, particolarmente legato alla sua terra ed alle meraviglie che custodisce. Di recente, ha realizzato un interessante servizio fotografico in occasione della rappresentazione della “Norma”, andata in scena al Teatro Greco di Siracusa.
Raccontami chi è Nicolò Barreca.
“Nicolò Barreca è un giovane creativo che fin da piccolo ha prediletto le arti e la filosofia a 360°, tanto da laurearsi in scienze dei beni culturali con tesi sulle pitture rupestri nella penisola Iberica. In particolare, questo interesse si sviluppa grazie al padre, amante dei musei e dell’archeologia greca e romana, che ha trasmesso una certa sensibilità nella ricerca della bellezza e nello sforzo umano volto ad ottenerla.”
Quando è nata la tua passione per la fotografia?
“La mia passione per la fotografia è nata da ragazzo, non appena ho avuto la consapevolezza del potere che possiede. La fotografia racconta, suscita emozioni. L’uomo ha sempre avuto il bisogno di raccontarsi e lasciare il segno del suo passaggio. La fotografia è uno strumento di cui non si può fare a meno. Ci sono soggetti che proprio grazie alle immagini hanno influenzato il corso della storia.”
Nel 1995 hai ricevuto un regalo speciale dal tuo papà. Dico bene?
“Si! Quando ho compiuto 10 anni, mio padre mi regalò una piccola macchina fotografica. La portavo sempre con me. A volte, non andavo a ritirare i rullini sviluppati. Fotografavo i miei compagni di classe e la natura che mi circondava. Non c’era nulla di artistico, ma c’era già la coscienza che quello strumento mi avrebbe concesso di immagazzinare tutti i ricordi che volevo portare con me in futuro.”
Ricordi quando hai scattato la tua prima foto?
“Beh, è difficile da ricordare. Da piccoli, tutti abbiamo fatto delle fotografie grazie a mamme e zii disposti ad esaudire la curiosità di un bambino di guardare dentro un mirino. Sicuramente, è un bel momento di conquista, la conquista del ‘tempo’, di poter ‘rubare’ attimi di vita.”
Cosa ti affascina della fotografia?
“Ci sarebbe da scrivere un libro! La fotografia mi affascina perché riesce a cogliere attimi che molto spesso sono impercettibili all’occhio umano, riesce a tramandare ricordi, persone ed emozioni anche se i soggetti raffigurati non esistono più. Tutti noi, ogni giorno, ci troviamo davanti a fotografie e veniamo messi inconsciamente alla prova, quasi fossimo ‘spogliati’ delle nostre certezze. Cosa ci colpisce di una foto? Perché ci rimane tanto impressa dentro? Perché la nostra psiche viene talvolta messa ‘sotto pressione’ da una foto? In base a cosa giudichiamo una fotografia? Quando una foto è bella o di cattivo gusto? Quali sono i processi mentali ed umani davanti ad una fotografia piuttosto che un’altra? Questo è ciò che mi affascia di questo mondo. Lo considero anche uno studio ed una ricerca di tipo sociale. Spesso, faccio vedere le mie fotografie a molti tipi di persone per capire cosa e perché si ottiene una determinata reazione.”
Quali sono i soggetti che ami fotografare?
“Prediligo il nudo femminile ed i reportage di viaggio, ma grazie alla diffusione delle fotocamere sul telefonino ed alla semplicità nella condivisione, mi trovo molto spesso a fotografare di tutto cercando di trasmettere il mio modo di vedere le cose.”
Quanto è importante cogliere i dettagli in una fotografia?
“Per me i dettagli sono fondamentali. Non lascio nulla al caso ed in questo la fotografia analogica mi ha aiutato molto. Se occorre, riesco ad aspettare il momento giusto anche per giorni. Cerco di non essere mai banale e di ‘costruire’ quanto più posso. Se poi mettiamo anche un numero di scatti limitato la concentrazione deve essere di buon livello.”
Quali sono le peculiarità che ti contraddistinguono come fotografo?
“Le peculiarità che mi distinguono sono: l’avvicinarmi il più possibile ai soggetti, il cercare l’essenza stessa dell’oggetto, lo sperimentare tagli-geometrie e prospettive, il fatto di astrarre corpi e forme femminili, il creare artigianalmente filtri, l’alterare chimicamente le pellicole che poi utilizzo per scattare ottenendo così effetti unici ed irripetibili. Chi mi conosce riesce a distinguere il mio stile fra tanti.”
Tra i tuoi ultimi lavori, è doveroso citare il servizio fotografico realizzato in occasione della rappresentazione della “Norma”, andata in scena al Teatro Greco di Siracusa. Cosa ti ha colpito dello spettacolo? Quali emozioni volevi comunicare con i tuoi scatti?
“Il Teatro Greco di Siracusa è uno scenario unico come pochi. Trovarsi a fotografare l’opera diretta dall’amico e Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli è stato un vero piacere. Lo spettacolo è stato molto emozionante e ancora più bello è stato il poterlo osservare da vari punti di vista. Le risate delle prove, la tensione celata da sorrisi nel backstage, i rituali personali di ogni attore prima di andare in scena, i colori riflessi sulla pietra bianca. Tutte emozioni che solo pochi hanno la fortuna di cogliere e fotografare. In questa occasione, mi sono trovato a lavorare a 4 mani insieme alla mia compagna e fotografa Giulia Micalizio. Il progetto è strutturato in due sezioni: una dedicata al backstage ed una dedicata allo spettacolo. Entrambi cerchiamo di sviscerare l’anima degli addetti ai lavori e degli attori, rivelando le emozioni e dissolvendo le quinte che dividono uomo e personaggio.”
Quando è nato il sodalizio professionale con la tua dolce metà?
“Le nostre visioni artistiche hanno viaggiato su binari separati fino al 2013, quando grazie ad serie di coincidenze ci siamo incontrati ed abbiamo deciso di unire i nostri sforzi e la nostra creatività, così nel lavoro come nella vita. Ha avuto inizio così una ricerca ‘soggettivamente comune’ che ci spinge a migliorarci sempre più ed a ricercare ispirazioni ed idee talvolta simili e talvolta divergenti, ma ad ogni modo spunto di crescita intellettiva ed artistica. Con lei porto avanti la cultura storica fotografica nella nostra città natale, Siracusa: città ricca di storia, colori,vibrazioni, empatia, tutte cose che si rispecchiano all’interno delle nostre immagini.”
Qual è la foto che non hai mai scattato e vorresti scattare?
“Tra le foto che vorrei scattare in futuro ci sono sicuramente quelle della nascita dei miei figli e, perché no, quelle del mio stesso matrimonio. La fotografia è anche fortuna e bisogna trovarsi nel posto giusto al momento giusto, quindi non so proprio cosa aspettarmi.”
Progetti futuri?
“Il mio progetto che tutt’ora è in evoluzione si chiama ‘#discoverBorgata’ esso tende a valorizzare ed a far riscoprire ai Siracusani, come me, il quartiere storico della Borgata Santa Lucia. Il quartiere ha una storia antica, gli scavi di emergenza hanno fatto riaffiorare resti di case, strade e reperti di epoca greca e romana. La massima espansione del quartiere si ha in epoca moderna e la denominazione acquisita deriva appunto dalle case, allora abitate dalla borghesia emergente. Tutt’oggi si presenta ricco di un’architettura barocca e liberty. A tutto questo, ho deciso di dedicare un progetto fotografico, interamente su pellicola bianco e nero, relativo al mio quotidiano in questo rione e poter condividere universalmente il fascino delle piccole cose che mi circondano. Per rimanere aggiornati basta visitare il mio sito.”
24/07/2015