La magia colora Parigi. Città romantica per eccellenza, ha ospitato la meravigliosa arte della moda, assaporandone ogni dettaglio, ogni estro, ogni eccellenza. Nelle ultime giornate hanno sfilato Balenciaga, Tom Browne, Valentino, Givenchy, Stella McCartney, Sacai, Giambattista Valli, Alexander MCQueen, Chanel, Miu Miu e Louis Vuitton.
Un viaggio nel cuore delle collezioni…
BALENCIAGA: La palette cromatica spazia dal giallo lime all’azzurro tiffany, dal rosa forte al passionale ed intenso rosso. Così fanno il loro ingresso cappotti, piumini e giacconi, caratterizzati da una strana piega sulle spalle, come se per anni fossero stati appesi male sulle grucce; in realtà le forme sono ottenute con uno studio avanzato dei volumi e delle proporzioni, cifra stilistica della maison Balenciaga. Si tratta di strutture scolpite, solide quasi come armature, con una membrana di stoffa che circonda le spalle a mo’ di aureola. E poi un omaggio a Parigi, una lettera d’amore alle parigine e alla loro ossessione per lo shopping, evidente anche grazie alla location: uno studio cinematografico coperto di asfalto che diventa una gigantesca strada cittadina, dove le modelle sfilano come fossero disperatamente in ritardo per un appuntamento o una tresca romantica. Le proposte vanno dal baby doll a silhouette cocoon, il tailoring è molto fluido con spalle strutturate. Non ci sono bottoni perché considerati retrò dallo stilista.
THOM BROWNE: Il punto di partenza è il ritratto di Una Troubridge (l’amante dell’autrice de Il pozzo della solitudine) realizzato da Romaine Brooks, pittrice bisex che D’Annunzio battezzò “la Cinerina” perché vestiva sempre di grigio. Una storia lesbo-chic per uno stile che ama le righe, i quadrotti, i fiocchi XL sulle scarpe e i tailleur giocosi. Elementi che spiccano sono sicuramente la camicia lunghissima che fa capolino oltre la gonna al ginocchio, le borse estrose con richiami al mondo animale, e gli abiti lunghi disegnati come fossero completi spezzati.
VALENTINO: La poesia ammalia il pubblico. Merito di Pierpaolo Piccioli, direttore creativo del brand, che ha incantato Parigi con una sfilata piena di magia e delicatezza. Mood dell’intero defilé sono le parole, elementi profondi, passionali, soavi, liberi. Ed ecco sulla scena l’installazione di Robert Montgomery, uno dei poeti di strada scelti dallo stilista per raccontare il pensiero contemporaneo. La poesia è ricamata dentro la fodera di un mantello, sulla spalla dell’abito da sera, sulla manica del cappotto, sul seno nell’abito da sera di tulle trasparente, sulla borsa e dentro la borsa. Versi come “Tu soltanto guardi il mondo con i miei stessi occhi”, a tutto ricamo. E ancora arte con “Gli amanti” dello scultore norvegese Stephan Sinding che campeggiano in tutta la collezione: lei e lui abbracciati sul cappotto nero, sull’abito da cocktail e su quello di lana jacquard, insieme a rose e farfalle.
GIVENCHY: Givenchy sfila ai Jardin des Plantes con una favola dark, inusuale, in cui i colori scuri e i capi basic incontrano le stampe floreali di ispirazione giapponese. In passerella si alternano tailleur e cappotti dal taglio sartoriale, con spalline oversize che ci riportano subito agli anni Ottanta e Novanta. Bellissimi gli abiti in seta plissettata, con orli e polsini increspati. Variopinti e giocosi, regalano un’idea di eleganza essenziale ed impeccabile. Le ispirazioni della stilista Waight Keller sono state alcune famose bellezze degli anni ’90, Jasmine Guinness e Honor Fraser, e le loro influenze nella visione della moda.
STELLA McCARTNEY: Come di consueto, il brand McCartney rispetta i principi dell’ eco sostenibilità. Una moda gentile che riesce a conciliare glamour e riciclo. Sul defilé di Parigi porta tessuti d’archivio e li propone in una nuova veste, reinventandoli. Nascono dunque collane XL che conferiscono personalità all’abito rosa pastello con multispacco, righe e frange dall’allure etnica che approdano sul long dress, lavorazioni vedo non vedo che impreziosiscono il decolté, ed ecopellicce che vanno indossate su completi amaranto, color mattone e giallo senape. Sfilano anche i tailleur, dal taglio morbidissimo e multitasking.
SACAI: La donna equipaggiata conquista le passerelle di Sacai, e lo fa indossando trench con molte tasche, cinturoni, gonne sovrapposte e piumini importanti. Le lunghezze sono scomposte e i volumi vari. Si apprezzano le doppie cerniere e le doppie stoffe sui capispalla, come il piumino nero che sposa il velluto. Belli gli schizzi di vernice sullo smanicato in pendant con la gonna, lì per evocare la femminilità, la follia e l’estro delle donne.
GIAMBATTISTA VALLI: I contrasti sono il fil rouge della collezione, si va dalla leggerezza degli abiti a fiori al rigore dei cappotti e dei capi in pelle, impreziositi da tessuti sparkling e luminosi. Ci sono le stampe a fiori, ma anche le stampe animalier, per una proposta eterea e forte al tempo stesso. Giambattista Valli propone un tocco sbarazzino e vezzoso, questi abiti svolazzanti accompagnati dai sandali con le piume sono sensuali e femminili, così come gli stivaletti stringati. Le giacche boyfriend sono realizzate con stampe impressioniste e si indossano sopra abiti rosa di chiffon. Bellissimi i mini gilet con ricami e frange, così come la culotte e la giacca da meccanico. Un’idea apprezzatissima e un grande cambio di visione!
ALEXANDER MCQUEEN: Essenzialità, ritorno alle origini e tocchi d’autore. Ricercati tagli sartoriali impreziosiscono i completi-pantalone dalla spalla segnata e stretta, dove un drappo di tessuto scorre dalla linea della vita con una cimosa a vista, mentre i cappotti, stretti sul busto, sono composti con gli scarti di bordi di tessuto lasciati sul pavimento della sala da taglio. Sarah Burton rende omaggio alla Guerra delle due Rose, combattuta nel Quattrocento in Inghilterra. In nome di un lusso creativo, i capi sono pensati per parlare di un passato dimenticato, indicandoci la strada da seguire. La femminilità diventa punk e il romanticismo si veste di nuovi elementi che ci raccontano una donna guerriera ma dolce, che ha una sua identità ben definita e non ha ne paura di mostrarla, ne intende smussarla per compiacere gli altri.
CHANEL: Il Grand Palais di Parigi accoglie l’ultima sfilata Chanel firmata da Karl Lagerfeld. Un candido villaggio invernale ricorda il celebre artista, portando in passerella dive come Penelope Cruz, Cara Delevingne, Kaia Gerber e Mariacarla Boscono. Assai ammirati i lunghi cappotti della collezione, la maglieria dai ricami simili a piccoli fiocchi di neve, le stampe con mini sciatori sui capi più leggeri e gli abiti da sera ricchi di piume e cristalli. In omaggio a Karl, al termine della sfilata, è stato osservato un minuto di silenzio. Le modelle piangono. Le muse le consolano. La neve cade sulla sfilata Chanel A/I 2019-20.
MIU MIU: Sono ribelli e sfrontate le ragazze Miu Miu, amano vestirsi in modo articolato ma con elementi semplici, troviamo le calze ricamate e le maniche crochet e oversize, un tripudio di balze, ruches e tessuti arricciati. La seduzione si mescola con elementi infantili e con decorazioni minuscole e ricercate, elementi retrò e vintage si fondono con capi rivoluzionari. Troviamo anche bellissimi accessori, come le mary jane con il doppio laccetto, le pumps in raso con gli strass e poi delle sneakers a forma di stivaletti che ci riportano direttamente agli anni Novanta. Il camouflage si fa prepotente sugli short, sui pull, sui parka e sugli accessori. Elemento altrettanto presente, la mantella, sinonimo di protezione, non solo dal freddo. La donna moderna, infatti, necessita di abbracci, è forte, ma anche umana e dolce.
LOUIS VUITTON: La sfilata si svolge presso il Centre Pompidou, museo d’arte moderna, circondato da tubi colorati e progettato da Renzo Piano alla fine degli anni Settanta. Sfilano tribù stilistiche, un mix di persone, di tipologie, di mondi reali. Dalle signore bon-ton, agli ex punk, ai goth, fino agli artisti di strada. Come sempre gli Eighties sono uno dei riferimenti principali del designer: ruffles, suole platform creepers, texture leopardate, spalle futuristiche, forme minimal dei kimono giapponesi. Lo styling mescola gonne con un pavé di cristalli, spencer corti con spalle importanti, e grandi volant che dietro seguono la spina dorsale per diventare fiocchi. Maschile e femminile si fondono e diventano arte.