Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA: la prevenzione come cura all’ambiente

Martedì 28 giugno, durante la trasmissione radio “Sempre più in forma green” ho avuto il piacere di intervistare Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA che ci ha parlato di prevenzione e di economia circolare
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Martedì 28 giugno durante la trasmissione radio “Sempre più in forma green”ho avuto il piacere di intervistare, Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA.

Insieme a RID 96.8 FM diamo voce a coloro che trattano di ambiente e sostenibilità; Francesco più di altri conosce e lavora a stretto contatto con tutti coloro che si occupano di economia circolare e riciclo di materiali.

Francesco ha anche collaborato con Road to green 2020 (associazione no-profit della quale io sono Presidente) per “Riciclare è un’arte”, un progetto finanziato nell’ambito dell’avviso pubblico “Comunità Solidali 2020”, sottoscritto tra Regione Lazio e Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali. Si occuperà, in qualità di docente, di avvicinare i giovani a tematiche come l’economia circolare, il riciclo della carta e la raccolta differenziata della carta. Il suo contributo sarà anche fruibile mediante il libretto interattivo “Riciclare è un’arte” che sarà distribuito gratuitamente nel corso degli eventi in programma, nonchè sul sito di Road to green 2020.

La parola chiave durante questa intervista è stata prevenzione, vediamo perché.

Barbara Molinario e Francesco Sicilia

Prima di tutto spieghiamo cos’è UNIRIMA e di cosa si occupa.

UNIRIMA è un’associazione di categoria di imprese che si occupano di raccolta, recupero e avvio al riciclo prevalentemente della carta, ma anche di altri materiali. Sostiene le imprese per tutto ciò che riguarda l’ambito normativo, gli stakeholder e la politica, per portare avanti un settore nuovo, quello dell’economia circolare. Recuperiamo le materie prime secondarie che sostituiscono le materie vergini, prendendole da ciò che non è più utilizzabile. Attraverso la lavorazione di questi materiali produciamo nuova materia prima, riducendo, per quanto possibile, l’impatto ambientale.

Dobbiamo iniziare a chiamare i rifiuti “nuova materia”. Ma è molto importante parlare di prevenzione, prima di ogni altra cosa.

La prevenzione dovrebbe essere un must, non solo nel mio settore ma in tutti i settori. Uno dei modi migliori per evitare i problemi è cercare, per quanto possibile, di prevenirli. La prevenzione resta la chiave di volta in tutti gli ambiti, anche nel mio, dove si cerca di ricavare nuove materie da tutto ciò che non usano più. La prevenzione è al primo posto tra le cose da fare, serve ad evitare di disfarci di cose che potrebbero essere riutilizzate. Gli esempi che mi vengono in mente sono tanti, in questo dovremmo fare di più e meglio. Soprattutto da parte della classe politica.

Quindi prevenire più che agire successivamente per curare i danni ormai fatti.

La prevenzione è una buona pratica da mettere al centro della nostra agenda politica. La scelta che fa un consumatore è fondamentale: acquistare qualcosa che ha un minor impatto ambientale è il primo passo, ma sta poi alle politiche prendere decisioni migliori. Da piccoli mettevamo in atto la pratica del “vuoto a rendere”, attiva fino agli anni 80. Poi, questa, è stata abbandonata per prediligere un acquisto maggiore dei prodotti. Il vuoto a rendere permetteva un riuso continuo di bottiglie e altri oggetti, ancora in ottimo stato, per acquistare nuovamente il prodotto finito, come il latte o altro.

A tutt’oggi la pratica delle conserve, delle verdure sotto vuoto, dell’olio d’oliva è molto in uso soprattutto dalle nonne e nei piccoli centri. Si parla poco anche di impronta ambientale, ce ne vuoi parlare tu?

La siccità o il caldo fortissimo sono effetti oggettivi e tangibili. Questo impatto sta aumentando drasticamente, le nostre risorse sono già esaurite. Dobbiamo programmare con largo anticipo le nostre scelte, non abbiamo molto tempo per cambiare, dobbiamo iniziare ad invertire la rotta.

Francesco Sicilia

Raccontaci storie di impresa positiva legate all’economia circolare.

Quando si parla del mio settore, spesso se ne parla con un’accezione negativa. In realtà l’Italia è prima per il recupero di materia dagli scarti. Grazie a una rete di piccole-medie imprese che hanno fatto di un qualcosa un business, iniziando, magari, nel dopo guerra, quando le risorse non c’erano. Da queste imprese sono, poi, nate le aziende dell’economia circolare. Contiamo 4.400 imprese occupate nel riciclo di materie.

Ci sono nuove frontiere che dobbiamo sfruttare,ad esempio gli smart phone. Questi sono pieni di materiali nobili molto costosi, le così dette “terre rare”. Da questi dobbiamo recuperare tutti i componenti riutilizzabili perché costosi e di alto valore.

Grazie a Francesco Sicilia per aver raccontato anche di storie positive, di possibilità future. Non arrendiamoci al presente, ai problemi che la natura ci sta mostrando, piuttosto aiutiamola, sosteniamola e cerchiamo di curarla.