Le sfilate alla Milano Fashion Week sono un’esperienza colorata per tornare alla vita dopo la pandemia. Inizialmente la quantità di tendenze stagionali non aiuta a capire lo stile contemporaneo: come scriveva il filosofo Roland Barthes, la moda è difficile da leggere quando è attuale. In genere sembra che il gusto sia orientato verso la leggerezza di una riscoperta libertà, grazie alle sfumature brillanti e alla silhouette sciolta. Questa riscoperta del colore e della gioia era stato annunciato non a caso dalle straordinarie collezione haute couture appena trascorse.
Lunga vita al Re. A Milano si festeggiano i 40 anni di Emporio Armani
Uno degli eventi più toccanti è la celebrazione del 40esimo anniversario di Emporio Armani, la linea giovanile di casa Giorgio Armani. Per l’occasione Re Giorgio ha elaborato una collezione frizzante e colorata, che però ha mantenuto il rigore e l’equilibrio tipico del suo stile. Incastonati in un ambiente marino e accompagnati dall’ “Infinito” di Leopardi, i modelli ondeggiano sulla passerella grazie alla morbidezza e la trasparenza delle stoffe. Una semplicità elegante, universale e fluida, che rimane attuale anche dopo decenni. È un messaggio chiaro: la donna non ha bisogno di essere una fashion victim e di seguire passivamente le tendenze, perché l’eleganza è sufficiente. Un manifesto per dimostrare che avere uno stile è la garanzia del successo.
Creatura bella biancovestito
Per parafrasare Dante, il bianco ha il dono di rendere celestiale chiunque lo indossi: per questo motivo, il total white è il colore che predomina sulle passerelle di Milano. Candido e luminoso, rappresenta la leggerezza di un ritorno alla normalità. Salvatore Ferragamo propone un abito fluido, con un cut-out sul fianco per un’eleganza moderna. Quello di Ports 1961 è un abito invece più sportivo, con tessuto tecnico e zip a vista, una proposta adatta per la donna dinamica di città. Il modello layered di Vìen si pone come un’ideale via di mezzo: cropped blazer, una blusa dallo scollo a V e una romantica gonna plissé. Un tale concentrato di modelli non convince del tutto, anche per il fatto che il bianco intozza la figura. Non eccelle a livello di praticità, ma trova il suo habitat nella grande città. MSGM porta invece una donna più rilassata e raffinata grazie a una camicia oversize traforato tipo Sangallo, un risultato semplice ma d’effetto.
Rapsodia in blu
Oltre all’arancio e al bianco, il blu è un altro colore che si è imposto sulle passerelle di Milano. Simbolo di cielo e di mare, quest’anno è stato utilizzato per riscoprire un contatto più autentico con la natura e noi stessi come un’energia rassicurante. Se si parla di blu, non si può non citare Giorgio Armani, che si conferma come maestro assoluto del colore, contrapponendo un top blu elettrico senza spalline con pantaloni sartoriali color rosso cardinale. Missoni non tradisce la sua famosa eredità di creatore impareggiabile di stoffe e fantasie, proponendo un trench con chiusura a vestaglia, dalla sfumatura di ceruleo così splendida che offusca tutto il resto. Sunnei lancia invece un soprabito lungo con il collo a camicia, con contrasti di colore dati dal bianco e dal blu: dona un’atmosfera sportiva, ma la lunghezza del modello rischia di disperdere l’effetto. Altro capospalla da Philosophy by Lorenzo Serafini: si caratterizza per un’aura bohémien, grazie alla frange e alla forma a cappa stile anni 70, adatto a una donna romantica e giovanile
Traforatura
Una lavorazione che si è evoluta dalla tendenza crochet, perché rimanda a una certa manualità diffusa durante il lockdown, ma si caratterizza per un aspetto più moderno. Il primo esempio è quello proposto da Ermanno Scervino, che trafora una morbidissima maglia punteggiata da piume. Il risultato è un ensemble etereo, lussuoso e femminile, forse un po’ vanitoso. Cividini esaspera l’aspetto più grafico della lavorazione grazie a una sequenza di minuscoli scacchi, che si rivela al tempo stesso seducente grazie al vedo-non-vedo con un risultato vincente. Elisabetta Franchi lancia un modello in maglia dal sapore femminile e classico: è una donna cavallerizza della grande città che vuole essere moderna, ma risente troppo della tradizione. In altre parole, è un risultato carino, ma non innovativo. Sull’altra estremità, quella dell’avanguardia, si pone Vitelli con un pullover loose dalle maglie così divaricate da far intravedere la pelle sottostante. L’aspetto ricorda molto le reti da pescatore, sensazione confermata dallo styiling corallino della collezione. Essendo moda d’avanguardia, non presuppone vie di mezzo: o si ama o si odia.
I can’t help swinging my 1960s!
La tendenza anni ’60 emersa nella scorsa stagione si conferma con prepotenza: a Milano gli abiti svasati e smanicati annunciano infatti un’era di rinascita e libertà dopo le restrizioni a causa del Covid-19, come la Swinging London prometteva alle nuove generazioni di liberarsi dei vecchi abiti per abbracciare una vera personalità. Versace presenta un abito nero con delle graffette colorate per abbracciare un senso naïve e per non prendersi troppo sul serio. Philippe Plein invece ha scelto le orlature asimmetriche per un effetto vintage: data la caratteristica storica del modello, avrei ricercato una soluzione più moderna. Di tutt’altro stampo è l’abito di Prada, che si differenzia per un’aura di rigore, modernità e sportività grazie a un tessuto tecnico dall’aspetto quasi cangiante. Conclude la rassegna Sh.irt by Aquilano e Rimondi, con un modello dalla fantasia giocosa e optical.
Trasparenze fluttuanti
Un dettaglio estremamente seducente e femminile che quest’anno invita a riscoprire la leggerezza di una nuova realtà. È curioso il fatto che possa essere declinato in mille modi diversi a seconda del designer, diventando romantico o sfrontato a seconda delle collezioni. Sportmax esalta un’idea futuristica e minimalista della donna, lanciando un modello estremamente lineare, quasi spartano, a ricordarci che a luci spente il mondo della moda può essere brutale e cinico. In pieno rispetto della femminilità più esasperata e sfacciata, il vestito di Dolce&Gabbana ha dei giganteschi pois che sembrano schiantarsi sui fiori stampati della minigonna da un secondo all’altro. La donna di Giorgio Armani invece non si scompone e mantiene la propria indipendenza con un velo a righe che lascia intravedere una canotta femminile. Molto raffinato è invece l’abito di Ermanno Scervino, che distende sulla pelle un sottile velo di pizzo color smeraldo.
Ritorno alla vita, alte aspettative
Nella stagione estiva, il sandalo è la calzatura onnipresente sulle passerelle e nelle boutique, ma rimane una proposta blanda. Per così dire, è la spina nel fianco di ogni stagione primavera/estate che, pur nella sua semplicità, corre il serio rischio di annoiare. Per fortuna, le passerelle di Milano Fashion Week hanno introdotto in maniera piuttosto diffusa una scarpa dal plateau vertiginoso. Non è esattamente facile da portare come il sandalo, ma è più adatto al clima di rinascita che stiamo vivendo. Queste calzature infatti sono adatte a slanciare la figura, a suggerire un clima di festa e a catturare l’attenzione. Il modello di Versace ha una carica molto sportiva, grazie al colore bianco e alla suola nera, in tutto e per tutto la versione più esasperata e drammatica di una sneaker. La scarpa di Ports 1961 è invece molto più rock grazie all’utilizzo della pelle nera e delle borchie, anche se l’idea non è del tutto originale – quante volte abbiamo visto uno stivaletto nero del genere? Sportmax propone una combinazione fra il sandalo alla schiava e un plateau altissimo tono su tono, prendendo il fascino dell’uno e dell’altro per un look minimalista e ricercato. Sulla stessa scia si pone Sunei, il cui effetto finale è però molto sgradevole: sarà il tacco stondato o il color paglierino, ma un tacco simile dona al piede lo stesso fascino di uno zoccolo. Decisamente da evitare.