A London Fashion Week, dopo un’apertura all’insegna dell’eco-sostenitibilità e del futuro incerto della Brexit, le giornate di Domenica e Lunedì hanno avuto tutt’altro tono. Infatti, la maggioranza degli stilisti ha mandato in passerella collezioni dall’ispirazione personale. Business as usual, sembra essere il messaggio che Londra lancia all’Europa e al mondo.
La giornata di Sabato ha visto spiccare le donne presentate da Victoria Beckham e Simone Rocha. Mood anni ’70 per la prima che ha il concetto di bellezza come punto di partenza. Non a caso imminente è il lancio di una linea di make up e skincare. Abiti scivolati caratterizzati da arricciature e pieghe si alternano a a capi sartoriali.
Anche Simone Rocha guarda vicino a sé per trovare il punto di partenza della collezione presentata a London Fashion Week. Si ispira alla sua Irlanda e alla tradizione dei Wren Boys: gruppi di ragazzotti che il giorno di Santo Stefano bussano di porta in porta a chiedere soldi. I look raccontano bene questa storia, fatta di interno ed esterno. Quello dentro le case e quello fuori dalla porta. Gli abiti richiamano tappezzerie, tendaggi e ceramiche. I capispalla e la camiceria oversize invece tendono verso un mood più severo e mascolino.
London Fashion Week si chiude all’insegna dei grandi nomi: J.W.Anderson, Christopher Kane ed Erdem, per citarne alcuni. Su tutti primeggia Burberry di Riccardo Tisci. Una sfilata co-ed, donna e uomo, di ben 110 look, suddivisa in due sezioni: la prima più distinta e matura, la seconda di streetwear. Innumerevoli i look sartoriali per lui e per lei in toni neutri, seguiti da abiti di ispirazione vittoriana. Ispirazione non letterale ma che si evince dal sapiente uso di pizzo, frange e stampe. Non mancano i trench e gli accessori con il logo del brand. Ancora una volta la London don Fashion Week si dimostra ricca di idee, contenuti e talento.