B Magazine

Noemi David ospite a Sempre Più Green

Noemi David ospite a Sempre Più Green

Nella puntata di martedì 16 Aprile a Sempre Più Green su RID 96.8 fm ho avuto il piacere di ospitare Noemi David, conduttrice tv, per parlare di tematiche molto interessanti.

Cara Noemi tu sin da piccola hai voluto fare la conduttrice?

Si, Sono stata molto fortunata devo essere sincera ,sono stata baciata dalla fortuna, ho  capito quasi subito cosa volessi fare nella vita e sono contenta di questo perché nonostante le difficoltà non ho mai mollato

Hai lavorato e ottenuto ciò che volevi, una grande dimostrazione di resilienza e forza

Fortuna e sudore sono un connubio perfetto secondo me

 A 19 anni ti sei trasferita a Roma per diventare il volto di una community dedicata alla Generazione Z

Si, per questo mi sono interessata a questi argomenti come la sostenibilità ambientale e sociale, perché ho avuto modo di conoscere migliaia e migliaia di studenti, e conoscerli è stato utile per questo, perché capisci ,nonostante io sia giovanissima, quali sono i bisogni dei ragazzi di oggi, magari differenti dai miei.

Questo ti ha aiutato nel tuo lavoro e forse riesci a comunicare con loro proprio perché li hai incontrati da vicino, è una forza aggiunta

Si sì ma loro sono una forza aggiunta. Ognuno di loro in modalità diverse mi ha sempre dato qualcosa. Io dico sempre che il mio obiettivo più grande è sedermi la sera soddisfatta e piena di contenuti, di ricchezze diverse che mi danno gli altri e poi svegliarmi l’indomani sempre con la stessa forza

Tu non solo nelle scuole ma anche nelle università di tutta Italia hai portato tantissimi temi come bullismo, cyber bullismo, educazione all’affettività e sessualità insomma tutti argomenti tosti 

Si, da donna del sud non ti dico la difficoltà quando parlo con i miei genitori. Quando gli dico  “Sapete parto in tour per parlare di sessualità e affettività “, sono sempre molto confusi ma alla fine contenti . Sono riuscita anche nella mia famiglia a superare quel taboo 

Certo perché poi le generazioni passate hanno un po’ dei preconcetti , pur essendo più semplice di quello che si pensa

In realtà è servito anche a me imparare, ma anche per superare determinate vergogne che avevo quindi riesco a parlare un po’ senza troppi problemi. 

Forse se tutti noi parlassimo di queste cose in maniera un po’ più aperta preverremo tante malattie, eviteremmo tanti imbarazzi e ci sarebbe meno violenza 

L’importante è non cadere mai nella volgarità, parlare in maniera scientifica 

Tu mi dicevi che sei sempre con una valigia dietro 

Si esattamente, vivo tra Roma e Messina, poi sono sempre a Milano, Torino, in giro per l’Italia ecco . Penso non potrei immaginare vita diversa 

Se è una cosa che ti piace vuol dire che sei riuscita ad unire la passione con il lavoro e non è cosa da poco! 

E sono riuscita anche a trovare l’amore , pur sentendo molti che mi dicevano che mi dedicavo troppo al lavoro e invece.. 

Complimenti! Donna a 360 gradi, sei proprio una donna che fa per noi. Senti se i nostri ascoltatori volessero seguirti dove ti trovano?

In giro ovunque, poi lavoro anche per Mondadori dove mi occupo di una pagina tutta al femminile chiamata “ The Wom”. Su Instagram invece noemidavid_

Tu come gestisci il lavoro con i social?

È complesso visto che mi occupo dei contenuti di altre pagine, è sempre più complicato dedicarmi ai miei , però su Instagram devo dire che sono abbastanza attiva 

Prima l’ho anche invitata a partecipare a Legal Love, chissà magari l’anno prossimo potrà essere uno dei nostri docenti..  Tu ti definisci attivista?

Si ma non estremista, di solito si pensa sempre agli attivisti in quel modo, io sono più contenuta ecco.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE LA PUNTATA

Guendalina Tavassi e Marina Condoleo ospiti a Sempre Più Green

Guendalina Tavassi e Marina Condoleo ospiti a Sempre Più Green

Nella puntata di martedì 9 Aprile a Sempre Più Green su RID 96.8 fm ho avuto il piacere di ospitare Guendalina Tavassi e l’Avv. Marina Condoleo per parlare di alimentazione sana.

Tu da mamma e da persona che ci tiene ad una vita sana come fai  in questa vita frenetica a far mangiare correttamente i tuoi figli?

Guendalina Tavassi: è difficilissimo perché purtroppo ad oggi i bambini anche stando a scuola sono tentati da merende non proprio sane ed è difficilissimo negargli qualcosa quando lo è persino per me, sono la persona più sbagliata per dare consigli “sani” ma comunque cerco di stare attenta il più possibile per rimanere in linea. 

Io per esempio ho fatto il contrario delle altre persone, c’è chi è ha il giorno sgarro, per me c’è la settimana sgarro e quel giorno in cui mangio sano (risate) durante il weekend. Per quanto riguarda lo sport ci ho provato molte volte ma non fa per me, la mia palestra quotidiana è stare dietro i bambini .

Caro Avvocato Marina Condoleo, ideatrice del progetto Legal Love, tu invece come ti comporti riguardo all’alimentazione?

Marina Condoleo: io sono quella che predica bene e razzola male, cucino la verdura ma la mangiano solo i miei figli perché il problema di quando hai dei bambini è che tu mangi ciò che rimane facendo come una sorta di aspirapolvere. Noi da genitori ci proviamo acquistando frutta e verdura, facendo spremute d’arancia fresca, sempre tenendo conto della stagionalità.

Guardando i dati sullo spreco alimentare si è visto che c’è stato un aumento sino a 30 kili di cibo sprecato , quindi forse il metodo di Guendalina di acquistare solo cibi che  si sa per certo che si consumeranno è forse la scelta più giusta

Guendalina Tavassi: assolutamente, perché io poi ho il brutto vizio di ordinare il cibo, quindi mangiare take away. Anche perché poi quando cucino io i miei figli dicono che non sono brava 

Stavo dicendo appunto però che parliamo alle mamme e alle donne in quanto è tutto molto più bello acquistare verdure fresche e di stagione e avere il tempo di prepararle ma la verità è questa perché quando si va a lavorare di tempo non c’è ne.

Guendalina Tavassi: propongo a queste mamme di venire a casa mia per un giorno e cucinare per i miei figli per vedere se almeno loro riescono a farli mangiare (risate)

Marina Condoleo: ma guarda che il cibo degli altri, per loro, è sempre più buono, io ho mio figlio che va spesso a casa di Barbara e mangia l’impossibile!

Parliamo ora del Progetto di Guendalina in Turchia 

Guendalina Tavassi: sì, ho aperto in Turchia la “Flowers clinic” per un turismo medicale, lì hanno delle strutture pazzesche per chi non lo sapesse, sono all’avanguardia, e io ho scelto i chirurghi migliori. Dunque organizzo proprio questi viaggi insieme ai miei followers per la chirurgia.

Invece quali sono i tuoi prossimi appuntamenti Marina 

Marina Condoleo: giovedì c’è alla camera un evento sempre destinato ai ragazzi , per parlare di un problema sempre più grave che riguarda l’assunzione di sostanze che vengono adoperate per il dolore come il fentanyl e ossicodone , e poi c’è un prossimo evento che stiamo organizzando che riguarda questo tema dell’alimentazione .

 

ASCOLTA LA PUNTATA QUI

Stefano Marzullo e Flavia Calò ospiti a Sempre Più Green

Stefano Marzullo e Flavia Calò ospiti a Sempre Più Green

Nella puntata di martedì 2 Aprile a Sempre più green su RID 96.8 fm ho avuto il piacere di ospitare Stefano Marzullo, agronomo, e la Dott.ssa in Scienze Ambientali Flavia Calò, tecnici dell’Orto Botanico di Roma, per parlare di cultura botanica, approfondire la conoscenza su giardini, ambiente e conservazione.

Quali sono le vostre iniziative, su cosa vi state concentrando?

Dott.ssa Calò: sono laureata in scienze naturali, appassionata di verde da sempre, dunque la passione è diventato un lavoro. Mi occupo in particolare di piante succulente, piante grasse. Loro hanno esigenze particolari in quanto provengono da vari continenti quindi in realtà per coltivare bene una pianta, il pollice verde si serve, ma in particolare bisogna sapere chi è e da dove proviene la pianta.

Voi fate parte di un’associazione che si chiama verde 360, nasce a Roma nel gennaio 2017 da una vostra idea e progetta e realizza giardini, parchi, terrazzi, aree verdi e conserva e restaura il verde storico, ornamentale. Prego Dottor Marzullo

Dott Marzullo: sì, verde 360 nasce da una nostra iniziativa, siamo entrambi tecnici dell’orto botanico proprio perché ci piace, ci interessa soprattutto progettare ma anche poi realizzare giardini, aree verdi ecc e anche in particolare restaurare e conservare il verde storico che è una sezione abbastanza particolare di questa attività. L’importante in questo lavoro è riuscire a conciliare due cose: capire cosa vuole la persona che ti affida l’incarico e contemporaneamente riuscire a suggerire, consigliare per poter realizzare una struttura valida. Abbiamo cura di cercare delle soluzioni un po’ più originali di quello che si vede di solito.

Sono molto affascinata dai corsi e dalle visite agli orti botanici, un’altra importante componente del vostro lavoro.

Dott.ssa Calò: esattamente, diciamo che noi nasciamo come associazione soprattutto con i corsi di giardinaggio e negli ultimi anni abbiamo approfondito la progettazione, però il nostro focus iniziale era proprio quello dei corsi di giardinaggio per avvicinare le persone al verde quindi dare indicazioni su come coltivare le piante, approfondire la loro conoscenza e dar loro delle nozioni di botanica. Tutto questo divertendosi e facendo soprattutto pratica. Ci siamo focalizzati sulla teoria accompagnandola alla pratica. Gli ultimi corsi che abbiamo fatto sono sempre stati all’aperto infatti ci sono state delle volte in cui abbiamo fatto dei weekend intensivi presso serre o altre aree verdi.

Destinato anche ai bambini?

 Con i bambini abbiamo svolto alcune attività ma principalmente le persone che ci seguono sono adulte e devo dire donne 

Altra cosa che mi incuriosisce molto sono le potature sui grandi alberi ornamentali 

Dott. Marzullo: sì, argomento importantissimo, non si ha una grande cultura su come vanno portati grandi alberi in particolare quelli ornamentali, secolari. Purtroppo spesso lo vediamo anche da parte delle amministrazioni comunali che trascurano molto questo aspetto che invece è fondamentale per la conservazione delle piante, perché poi se potate male possono diventare pericolose.

Quando si crea un giardino, un terrazzo, nella maggior parte dei casi non si hanno assolute certezze, non esistono regole fisse ma è necessario osservare la natura che può fare da guida e poi bisogna adattarsi alle condizioni in cui è necessario operare. Sono un po’ questi i capisaldi della vostra attività giusto?

Dott.ssa Calò: sì assolutamente, non si parte mai da qualcosa di già costruito ma si ragiona insieme sul posto in cui si va ad inserire qualcosa di verde. Poi andiamo anche a giocare un po’ con i colori sempre tenendo conto del gusto della persona a cui si va a realizzare quest’angolo verde.

Ci sono degli appuntamenti? dove vi possiamo trovare? 

Abbiamo un sito www.verde360.it, una mail verde360.it e Siamo presenti all’orto botanico di Roma. Inoltre stiamo per organizzare un viaggio verde di cui stiamo parlando, quindi bisogna seguire il sito per avere ulteriori informazioni

Se doveste dare un consiglio a qualcuno che si vuole approcciare, nella propria casa, ad allestire un angolo verde, cosa gli direste?

Per prima cosa devi chiamare verde 360 (risate), poi deve capire che tipo di luce serve alle piante e soprattutto ,un errore che di solito fanno in molti, è il non eccedere nelle irrigazioni.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE LA PUNTATA

Quanto sei bravo a fare la spesa? Tutto ciò che devi sapere tra inflazione, prodotti importati ed etichette fuorvianti

Quanto sei bravo a fare la spesa? Tutto ciò che devi sapere tra inflazione, prodotti importati ed etichette fuorvianti

L’inflazione c’è ed è evidente, ma oltre a questa bisogna preoccuparsi dei comportamenti che numerose aziende adottano per trarne profitto ed è nostro interesse fare attenzione a piccole procedure che, alla fine dei conti (soprattutto dei nostri portafogli), hanno delle ripercussioni enormi.

In qualità di Segretario Generale di Consumerismo, ho fatto una ricerca, insieme al Presidente di Consumerismo Luigi Gabriele, fra i fenomeni che dovremmo tenere a mente tutte le volte che entriamo in un supermercato.

Cosa si intende per…

Skimflation: si tratta di abbassare la qualità di un prodotto in modo da contenere i costi della produzione, che con l’inflazione sulle materie prime sarebbero aumentati, vendendolo allo stesso prezzo. Il consumatore  crede, quindi, di acquistare il medesimo prodotto, con gli stessi ingredienti ed allo stesso prezzo; mentre, in realtà, non è affatto così. Avete mai pensato: “Ma prima questi biscotti erano molto più buoni”? Oppure “Questa pasta non tiene la cottura nello stesso modo”? Beh, è proprio di questo che si tratta! Le materie prime non avranno più la stessa qualità ed il risultato… è spesso abbastanza evidente! Molte aziende, temendo di perdere clienti, sono restie ad aumentare i prezzi, quindi “tamponano” abbassando la qualità. Ma pensate davvero che “non se ne accorge nessuno”?

Shrinkfkation: questo sistema, invece, gira tutto intorno al packaging. Le aziende optano per confezioni più grandi ma inserendo all’interno più aria e meno prodotto. Come evidenzia il Presidente di Consumerismo Luigi Gabriele “si tratta di un trucchetto svuotacarrelli del -30%, poiché a parità di spesa le quantità portate a casa sono inferiori”.

Greedflation: significa, letteralmente, “inflazione da avidità” e riguarda tutte quelle aziende che alzano i loro prezzi nonostante l’inflazione non li riguardi in prima persona. Si tratta, dunque, di brand che approfittano dell’inflazione per generare profitto. 

E se scegliessimo prodotti importati? La qualità è la stessa? E il prezzo?

I prodotti di importazione hanno quasi sempre un prezzo più alto, dovuto ai dazi doganali ed al trasporto. Ci sono delle eccezioni, come, ad esempio, le arance. In Italia siamo famosi per le arance siciliane, ma molto spesso nei supermercati troviamo arance spagnole. In realtà, nonostante la Spagna sia più lontana, le arance siciliane hanno un prezzo più alto, essendo più pregiate, soprattutto se biologiche. Ci sono altri casi in cui i prodotti di importazione costano meno, come quello delle patate. Quest’anno, con il calo della produzione, in Italia abbiamo visto moltissime patate provenienti dall’Egitto. Come mai hanno un costo così basso rispetto a quelle italiane? I paesi al di fuori dell’UE hanno meno restrizioni riguardo l’uso di pesticidi. Gli agrofarmaci, dannosi per la salute, sono infatti vietati in Europa. Acquistiamo a meno… ma acquistiamo meglio? La risposta è no! Meglio spendere qualcosa in più per avere la certezza di consumare prodotti sani, sicuri e controllati. Un altro problema relativo all’importazione è quello strettamente legato allo spreco alimentare. Prendiamo ad esempio i grossi quantitativi di avocado provenienti dai paesi dell’America del sud. La maggior parte di questi frutti delicati, viene danneggiata durante il trasporto e finisce con l’essere gettata nella spazzatura. Se non potete fare a meno di questo buonissimo frutto tropicale, vi suggeriamo di optare per le coltivazioni siciliane o sarde.

 

Intervista al deputato Letizia Giorgianni – la proposta di legge per contrastare le truffe online

Intervista al deputato Letizia Giorgianni – la proposta di legge per contrastare le truffe online

Non solo shopping online, ma anche trading o “corsi formativi magici” con tante belle promesse circa il diventare ricchi istantaneamente. Vi sarete sicuramente imbattuti in qualche reel che vi garantiva “un guadagno facile e veloce”, anche di centinaia di migliaia di euro e comodamente a casa propria. Tutto ciò che si deve fare è versare una somma (e non si tratta mai di cifre piccole) per “imparare” a sfruttare il web e generare stipendi a cinque zeri. Ed ecco che, tantissimi italiani, si sono ritrovati con le tasche svuotate e sogni di viaggi in mete tropicali distrutte. 

La proposta di legge

Fratelli d’Italia ha presentato oggi, 6 marzo, alla Camera dei Deputati una nuova proposta di legge che possa contrastare le truffe online e tutelare gli utenti. A promuovere questa iniziativa i deputati di FDL e l’associazione Consumerismo. 

La proposta di legge è firmata dai deputati Giorgianni, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Cannata, Caretta, Cerreto, Ciaburro, Comba, Frijia, Iaia, Lampis, La Porta, La Salandra, Longi, Loperfido, Maiorano, Marchetto Aliprandi, Mascaretti, Michelotti, Milani, Polo, Fabrizio Rossi, Urzì, Zucconi, Zurzolo e sostenuta dall’associazione dei consumatori, Consumerismo No Profit. 

 

Una donna in prima linea: l’intervista al deputato Letizia Giorgianni

Dal 2022 la presenza delle donne in Camera ha subito un calo drastico che non si registrava dai primi anni 2000. Le donne sono poche, ma si fanno sentire! Ed è questo il caso dell’On. Letizia Giorgianni (Fdi), prima firmataria della proposta di legge per contrastare le frodi informatiche.

Oltre alla prima firmataria sono intervenuti i deputati di Fratelli d’Italia Grazia Di Maggio e Fabrizio Rossi, il presidente dell’associazione Consumerismo Luigi Gabriele e Lorenzo Allegrucci, vicepresidente dell’associazione ItaliaOggi.

 

Truffe online: quali sono i beni o i servizi per i quali si rischia di più?

Il fenomeno delle truffe online è una realtà sempre più dilagante. Molto spesso si tratta acquisti fantasma di merce che non arriva. Una grossa fetta è rappresentata dal trading online fraudolento dove, a fronte di allettanti guadagni, si investe per poi vedere questi fantomatici broker scomparire con la cifra investita.

Fino a questo momento non era stato necessario creare una misura ad hoc per contrastare questo fenomeno. Cosa è cambiato? Come si è diffuso questo tipo di truffa?

Dalla pandemia in poi, gli italiani hanno intensificato l’uso delle piattaforme internet per acquistare i propri prodotti. Gli acquisti online si sono estesi anche a quelle fasce di utenti che erano soliti a fare acquisti esclusivamente in negozi fisici. Di pari passo, purtroppo, è anche aumentato il numero delle persone che, mediante tecniche sofisticate, hanno utilizzato a loro volta lo stato di anonimato delle truffe online per sottrarre cifre sempre più alte. Il fenomeno è dilagante, dunque era necessario equiparare il nostro apparato normativo che, pensate, non riconosce neppure la fattispecie di truffe online. Quindi, anche per le truffe online facciamo riferimento alla legge 640, la stessa delle truffe fisiche. È una legge necessaria in quanto il consumatore, nelle piattaforme virtuali, non ha alcuna garanzia. 

Cosa rischia il soggetto truffatore?

Abbiamo posto, con questa PDL, due deterrenti ovvero quello della confisca del materiale informatico utilizzato per effettuare questo tipo di truffe (smartphone e tablet); e la confisca del patrimonio proprio perchè, spesso e volentieri, è impossibile tornare in possesso delle cifre sottratte. In questo modo, possiamo aggredire i beni del soggetto truffatore. 

Lo chef Giuseppe Di Bella ospite a Sempre più green

Lo chef Giuseppe Di Bella ospite a Sempre più green

Nella puntata di martedì 16 Gennaio a Sempre più green su RID 96.8 fm ho avuto il piacere di ospitare lo chef Giuseppe Di Bella, per parlare di cucina anti-spreco e di idee per una cena romantica in vista di San Valentino

La nostra puntata di oggi è dedicata a San Valentino. Cosa ci consigli di fare per preparare una cena romantica che sia un successo? Quali sono le regole d’oro?

Se è possibile evitare o limitare aglio e cipolla, che magari possono dare un po’ di fastidio. Utilizzare il più possibile frutta e verdura che, comunque, danno quel grippe in più; ed abbinare le proteine del pesce e delle buonissime bollicine. Usate vini italiani, a km zero! L’Italia, in fatto di vini, non è mai stata seconda a nessuno. Utilizzare prodotti a km zero è importante per non impattare troppo sull’ambiente.

Sopratutto sul cibo…

Esatto! È importante utilizzare frutta e verdura di stagione, provenienti dal territorio. Consumate sempre ciò che è vicino a voi. Noi abbiamo la fortuna di vivere in un paese che si estende in lunghezza verso l’equatore e questo fa si che ci siano diversi microclimi e svariate biodiversità. Questo ci permette di avere dei prodotti unici al mondo.

Se tu dovessi suggerire un frutto o una verdura da mangiare  in questo momento?

Le puntarelle! In generale, le verdure amare fanno davvero bene al nostro organismo: sono disintossicanti e anti-tumorali.

Qual è il tuo cavallo di battaglia? Il piatto che ami preparare e per il quale ricevi più complimenti

Solitamente ricevo sempre complimenti, perchè io amo questo mestiere e metto molto sentimento ed emozione in ogni piatto. Il piatto che più mi piace preparare, perchè fa parte della mia cultura, è la Norma. Sono siciliano, di Palermo, quindi questo piatto rappresenta le mie radici… anche se, ormai, dopo venticinque anni posso dire di essere un romano adottato. La Norma è un piatto povero della tradizione, molto gustoso con melanzane fritte, sedano, cipolla, pomodoro, tantissimo basilico ed una cascata di ricotta stagionata. 

Ed il piatto che, in assoluto, ti piace di più?

Ce ne sono tanti. Fra quelli che mi piace di più c’è un piatto un po’ gourmet che preparo anche per San Valentino. Adagio delle puntarelle in una coppa di champagne, poi metto dei gamberi rossi profumati con con delle erbette (possibilmente il timo che crea contrasto), una buona maionese al kiwi ed una pioggia di granella di pistacchi per dare croccantezza.

Anche se… durante la pausa mi hai dato che, in verità, il tuo piatto preferito è la Matriciana!

Tutta la vita Matriciana!

Ci racconti dei tuoi corsi di cucina? Come ci si iscrive?

È molto semplice. Iscrivendosi all’associazione Cuochi di Roma si ha diritto a partecipare ai corsi che tengo anche io. Si tratta di un corso al mese e sono quasi a titolo gratuito. È un servizio che noi diamo ai nostri associati perché noi siamo un’associazione senza fine di lucro.

Dove possiamo trovarti sui social?

Potete trovarmi su Facebook ed Instagram, basta cercare il mio nome!

E se volessimo assaggiare qualcosa di tuo ed incontrarti di persona?

Potete venire a Villa Marta, mi trovate lì tutti i giorni, ma è necessario prenotare con largo anticipo. 

Quali sono le tue tattiche per evitare gli sprechi in cucina?

Bisogna semplicemente studiare il prodotto, perchè se noi conosciamo le materie prime ed utilizziamo dei prodotti di stagione riusciamo a limitare questi sprechi. Conoscendo il prodotto di riesce ad utilizzarlo nella totalità, perché il 99% dei nostri prodotti sono totalmente edili. Faccio sempre esempio della zucca, di cui molti utilizzano solo la polpa per realizzare i risotti o i tortelli. Io, invece, utilizzo anche la buccia che è perfetta per preparare un buon brodo; o, se essiccata, può dare sapore ai piatti. Anche i semi, se essiccati e salati diventano un buonissimo snack. 

 

ASCOLTA L’INTERA PUNTATA QUI

Orietta Cicchinelli, giornalista ed autrice di “Ginestrina” ospite a Sempre più green

Orietta Cicchinelli, giornalista ed autrice di “Ginestrina” ospite a Sempre più green

Nella puntata di martedì 16 Gennaio a Sempre più green su RID 96.8 fm ho avuto il piacere di ospitare Orietta Cicchinelli, giornalista ed autrice che ci ha parlato del suo nuovo romanzo “Ginestrina”.

Tu sei una scrittrice, oltre che una giornalista. Possiamo leggere i tuoi articoli su Metro e sei anche una delle fondatrici di questo free press…

“Si, ormai da quasi ventiquattro anni. Siamo il primo free press d’Italia

Il tuo quarto romanzo, che è in realtà una delle tue prime storie, si chiama “Ginestrina”. Chi è Ginestrina?

Ginestrina è nata sui colli di un paesino dell’Abruzzo ed è stata concepita sotto la ginestra, da qui il nome. Ginestrina ha un po’ anche la radice della Ginestra. È una donna forte che si piega al vento ma non si spezza mai. Un po’ come la ginestra cantata dal Leopardi nella famosa opera “La Ginestra”, lei è abituata ad affrontare le avversità; anzi le avversità la stimolano e lei resiste nonostante tutto e nonostante tutti. Questo è un po’ anche la storia della della mia vita ed è la storia delle donne in generale. Se guardiamo la storia delle donne è un po’ la storia di una ginestra. Non ci pieghiamo mai e resistiamo, resistiamo, resistiamo finché qualcuno non ci spezza. Noi siamo delle ginestre, ecco perché ho voluto portare alla luce questa storia, proprio perché Ginestrina è anche un po’ tutte le donne, quindi penso che sia di grande attualità. 

Questo romanzo ha una svolta ecologista…

La storia è ambientata in un paesino abitato da una società prevalentemente contadina. Io stessa sono figlia di contadini. Il romanzo ha come contorno tutta la campagna e tutte le sue tradizioni: dalla famosa mietitura del grano, alla spremitura delle olive, al preparare il pane come si faceva una volta. Il libro racchiude anche le tradizioni che si tramandavano di generazione in generazione. Tradizioni ancora vive in piccoli borghi come Valle Roveto in Abruzzo, fra manifestazioni, sagre o rievocazioni storiche dove vengono riproposte tutte le ricette delle nostre mamme e dei nostri nonni che si sono un po’ perdute o che addirittura in città non si conoscono.

Come mai hai scelto di ambientare questa storia negli anni ’90/2000?

Sono i miei anni, quelli che conosco meglio. Questo romanzo nasce dalla mia esigenza di raccontarmi ed è rimasto nel cassetto per tantissimi anni. Nel 2009 il libro era già quasi completo; poi ho conosciuto un un poeta famosissimo, sceneggiatore ed autore dei famosi film di Benigni, ovvero Vincenzo Cerami. Mandavo lui i miei capitoli e lui me li rimandava con i suoi commenti. Da lì è nata una bella corrispondenza che poi è diventata una corrispondenza amorosa, non più letteraria. Avevo messo questo progetto da parte per dedicarmi a lui. Dopo la sua morte, ho ripreso in mano queste pagine ed è stato anche un elemento un po’ catartico questo scrivere riprendere in mano il libro. Mi sono resa conto che è un libro pieno di argomenti di attualità con al centro le donne di oggi, di ieri e di domani. Ginestrina ha molto delle donne di domani.

Ho il tuo libro fra le mie mani e vedo che non è molto lungo. Solo novanta pagine. Si può leggere in pochissimo tempo…

Esatto, si legge in un’ora e mezza circa. Insomma, non vi ruberà neanche tantissimo tempo, ma vi darà tanti spunti di riflessione.

Possiamo trovarti sui social?

Si, mi trovate su Facebook ed Instagram, basta cercare il mio nome

Ed il libro? Dove possiamo acquistarlo?

Ginestrina è disponibile in tutte le librerie come Feltrinelli o Mondadori edito da BookSprint Edizioni.

Black Friday? Noi preferiamo il Green Friday!

Black Friday? Noi preferiamo il Green Friday!

Scommetto che state tutti aspettando l’arrivo del Black Friday, previsto per domani, 24 Novembre. È una “tradizione” (se vogliamo) tutta americana, che si è diffusa in modo globale, sopratutto negli ultimi anni. La crescita dello shopping online ha reso il Black Friday una vera e propria mania, con un giro di affari che, solo in italia, è stato stimato vicino ai due miliardi di euro. 

Black Friday VS Green Friday

Se da un lato è vero che aspettare il venerdì dello shopping per acquistare un nuovo telefono, un computer, un elettrodomestico  o, in generale, tutti quegli acquisti più “grossi” (e premeditati a lungo) può risultare molto conveniente; dall’altro lato è molto forte la tendenza a perdersi in acquisti inutili e compulsivi, dettati solo dal cartellino in sconto. 

Proprio per contrastare questa tendenza al consumismo sfrenato, nasce il Green Friday. Una campagna di sensibilizzazione che mira a far rfilettere le persone sugli effetti ambientali degli acquisti impulsivi. A braccetto con il Green Friday, anche la campagna Buy Nothing Day, ovvero la giornata del non acquisto promossa dall’associazione jammers.

Insomma, passiamo da un estremo all’altro. Ciò che posso consigliarvi, per questo Black Friday è di non lasciarvi perdere qualche buona occasione, ma neanche di esagerare.

Uno shopping consapevole:

  • Chiedetevi se avete un reale bisogno di acquistare un prodotto
  • Non emulate parenti o amici. Non c’è nessuna gara!
  • Prima di sostituire un apparecchio elettronico o un elettrodomestico, provate a farlo riparare
  • Acquistate capi o articoli elettronici di seconda mano
  • Non cedete allo stress emotivo delle pubblicità
  • Acquistate direttamente in negozio, se possibile. Le spedizioni producono più plastica per i packaging e CO2 nell’atmosfera
  • Selezionate marchi che seguono politiche aziendali volte alla sostenibilità
  • Scegliete prodotti che abbiano caratteristiche ecologiche come materiali riciclati o materie prime naturali
Carlo Coronati, autore de “Il grande anello verde di Roma” ospite a Sempre più green

Carlo Coronati, autore de “Il grande anello verde di Roma” ospite a Sempre più green

Nella puntata di martedì 14 Novembre a Sempre più green su RID 96.8 fm ho avuto il piacere di ospitare Carlo Coronati, un uomo che attraverso il suo lavoro riesce a trasportare le persone attraverso dei luoghi incantati. Un esperto di trekking urbani ed extraurbani nonché autore de “Il grande anello verde di Roma”.

Non solo sei un autore di libri, ma anche un esperto di percorsi urbani ed extraurbani. Iniziamo proprio dalla tua ultima pubblicazione “Il grande anello verde di Roma”. Si tratta di una guida alla scoperta di percorsi originali nel verde. Fra le tappe abbiamo il Parco del pineto, la riserva naturale Monte Mario, Testaccio, Trastevere. Mi piacerebbe sapere qual è, secondo te, l’area verde più suggestiva di Roma.

Roma ha veramente tante aree verdi ed è la città più verde d’Europa. È una domanda difficile. Devo dire che a me piacciono moltissimo le aree molto selvagge e Roma non se ne fa mancare. Ad esempio, c’è una parte di Villa Ada frequentata pochissimo, proprio quella che va verso i Parioli; oppure il parco di Monte Mario. 

È molto affascinante anche il Parco del Pineto. Il loro unico limite è il fatto che siano zone davvero poco conosciute, se fossero un po’ più valorizzate ci andrebbe molta più gente che ha un atteggiamento di paura assolutamente ingiustificata. Sono zone dove Roma non la si vede e si perde quasi totalmente l’orientamento quando si è là. 

Posti che, come dici tu, non sono valorizzati. Non hanno magari della segnaletica, delle panchine o dei punti di ristoro che invece potrebbero essere fonte di attrazione per i camminatori, ma anche i maratoneti.

Si tratta di zone frequentate più che altro da ciclisti avventurosi. Ma anche da signore con i cani, che sono poi quelle che ti aiutano a scoprire i percorsi non sempre semplici da individuare. 

Quella del trekker è un’attività da fare in compagnia o preferisci farla in solitaria?

Preferisco andare in solitaria quando vado alla ricerca di nuovi percorsi, perché quando si è soli si ha la possibilità di tornare indietro, togliersi un dubbio o approfondire determinate cose. Naturalmente anche andare in compagnia è piacevolissimo.

Nel tuo ultimo libro parli di percorsi urbani nella natura. Negli anni come hai visto cambiare il territorio? Credi che stiamo valorizzando gli spazi verdi nel modo giusto?

In questi anni, sicuramente, si è fatto un ottimo lavoro di tutela, anche se la tutela non è sufficiente. C’è bisogno di più valorizzazione che favorisce una frequentazione più assidua. Negli ultimi anni ho, però, visto risorgere la periferia. Le periferie sono molto curate dalle associazioni e dai volontari e soprattutto sono state abbellite da una street art che ormai è veramente straordinaria. Ci sono delle realtà davvero interessanti, come quella di Tor Marancia con un bellissimo condominio che ospita ventitré opere d’arte straordinarie.

Una curiosità: tu hai un chilometraggio non indifferente. Dall’appennino alla Valle D’Aosta. Ci puoi raccontare la tua esperienza più spericolata o comunque quella che porti sempre in mente come una grande avventura?

L’esperienza più spericolata è stata sulle Alpi francesi con gli sci da scialpinismo, dove non siamo riusciti ad arrivare al rifugio e quindi siamo dovuti ritornare al rifugio originale da dove eravamo partiti alle 11 di sera, con qualcuno doveva fare la cosiddetta “truna”, cioè la buca nella neve che forse ci avrebbe salvato. Abbiamo rischiato tornando indietro… ed insomma, ce la siamo vista veramente brutta!

La prossima avventura sarà quella del lancio del libro. Ce ne vuoi parlare?

Il lancio del libro sta avvenendo in questi giorni. Domani sarò ospite in un negozio di montagna che si chiama “Alta quota”. Sarà una serata di chiacchiere, musica e immagini. Ci tengo a sottolineare che le immagini del libro non sono le mie ma di Filippo Pompili,un fotografo che ormai mi segue sempre e che ha fatto un video molto bello che accompagna la presentazione del libro.

Dove è possibile acquistare il tuo libro?

Il libro è disponibile sul sito delle Edizioni Il Lupo ed è anche presente in tutte le librerie romane e su Amazon.

Come fare invece per mettersi in contatto con te?

Basta scrivere alle edizioni Il Lupo, specificando che si tratta di un messaggio diretto a Carlo Coronati 

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA COMPLETA

Mauro Atturo, Ceo della Problem Solving ospite a Sempre + Green

Mauro Atturo, Ceo della Problem Solving ospite a Sempre + Green

Nella puntata di martedì 10 ottobre ho avuto il piacere di intervistare Mauro Atturo, Ceo della Problem Solving, azienda leader nel settore dei contact center per grandi società di telefonia ed energia.

 

Benvenuto Mauro! Ti possiamo considerare ormai un amico di Sempre più green, perché non è la prima volta che sei qui con noi. Sappiamo che ti stai impegnando tantissimo per l’ambiente attraverso diverse iniziative. In particolare ti ho invitato qui per parlarci di Orto 2.0. Ma di cosa si tratta?

Orto 2.0 è un’iniziativa che è stata molto apprezzata in generale, soprattutto dai nostri dipendenti che sono stati felicissimi di aderire. Con il mio team si è creato un fil Rouge, ovvero quello di andare sempre incontro a quello che per noi è un principio ispiratore one-health, ossia sostenibilità, ecosostenibilità e quindi cura e benessere delle persone, degli animali e degli ecosistemi. Orto 2.0 è un nostro esperimento andato, al momento, benissimo. Abbiamo preso un terreno in affitto ed al suo interno vengono prodotti ortaggi e verdure con tecniche completamente naturali. Siamo andati anche oltre il biologico, nel senso che utilizziamo soltanto prodotti naturali. Ogni mese viene recapitata ai nostri dipendenti una sacca, all’interno della quale ci sono tutti questi ortaggi. Loro fanno poi dei video con le loro ricette. Insomma, ci piace condividere fra di noi questo momento così bello.

È un’iniziativa che si incastra perfettamente con quello che poi è nostro cavallo di battaglia, il nostro Welfare aziendale e che comunque fa scopa con il nostro desiderio di andare verso l’ecosostenibilità, verso il benessere dell’ecosistema quindi di animali, persone e natura. Si tratta di un tema purtroppo trascurato che spesso non viene messo in risalto, mentre in realtà è quello che oggi ci da equilibrio… l’equilibrio esistenziale.

Tu sei un pollice verde?

Sì, l’ho scoperto proprio ultimamente. Io e la mia compagna abbiamo delle piante ed abbiamo un giardino dove ci dilettiamo. Mi sono cimentato da poco ed ho scoperto di avere questa predisposizione.

Perché credi che sia importante la partecipazione dei tuoi dipendenti a questi progetti? In particolare stiamo parlando dell’iniziativa Orto 2.0.

Vogliamo far capire alle persone cosa sia veramente importante. L’ecosostenibilità è un fattore importantissimo. Il benessere alimentare, ed il benessere in generale, è talmente importante da andare scoperto ogni giorno ed educato ogni giorno. Riportare questo concetto di One Health all’interno dell’azienda sensibilizza le persone. Si inizia dall’interno della nostra azienda, ma poi sono i dipendenti stessi e le loro famiglie ed amici a tramandare i nostri concetti. È importantissimo coinvolgere le persone interne perché sono loro le persone più legate. Noi abbiamo un rapporto molto speciale con nostri dipendenti, veramente unico.

Quali obiettivi credi si possano raggiungere con questo progetto?

L’obiettivo è quello di trasferire il più possibile questi concetti, come dicevo prima. Vogliamo sensibilizzare ed esternalizzare questi stessi concetti di cui parlavamo e riportarli all’esterno.

Attraverso queste iniziative si fa bene al Pianeta, ma anche a noi stessi. Stare a contatto con la natura ci aiuta a sgravarci dallo stress accumulato. È anche questo il tuo obiettivo? Togliere lo stress dai tuoi dipendenti per aumentare la resa?

Assolutamente. Per noi è importantissima la soddisfazione dei nostri dipendenti, la qualità della loro vita. Questo aiuta sicuramente a livello lavorativo ma anche a livello sociale, perché un dipendente contento porterà la sua felicità anche all’esterno. È tutto un giro. È tutto un incastro naturale che non bisogna trascurare. Il problema dell’essere umano è che nel tempo diventa pigro. Oggi educare è un vero lavoro. Ai tempi dei nostri genitori one-health ed ecosistemi erano discorsi davvero lontani.

Pensi che iniziative come queste possano diventare una best practice da esportare anche in altre aziende?

Il nostro scopo ha una doppia valenza. Anzitutto il benessere aziendale, quindi quello dei nostri dipendenti e delle persone che ci circondano. Ciò che davvero ci spinge è lo sharing, la condivisione. Vogliamo sensibilizzare l’esterno, ovvero, emanare questo virus positivo anche ad altri colleghi imprenditori. Noi abbiamo già ispirato, infatti, alcuni imprenditori che hanno preso spunto da questo progetto per la propria azienda. Mi piacerebbe se tanti altri imprenditori facessero proprio questo atteggiamento positivo. 

Saverio Ceravolo, CEO di OSC Innovation, ospite a Sempre + Green

Saverio Ceravolo, CEO di OSC Innovation, ospite a Sempre + Green

Nella puntata di martedì 10 ottobre su RID 96.8 ho avuto il piacere di ospitare Saverio Ceravolo, CEO e Co-Founder di OSC Innovation.

B – Tu hai collaborato nell’organizzazione di concerti di tantissimi artisti iconici come Paul McCartney, i R.E.M., i Red Hot Chili Peppers e tanti altri. Nonchè, il famosissimo Live Earth- Concerto per un clima in crisi: una maratona di 24 ore di musica, dislocata in otto diverse città. Sappiamo che più grande è un evento, più impattante è per l’ambiente. La musica live, infatti, genera circa 670.000 tonnellate di CO2 l’anno. Secondo te quale potrebbe essere un buon modo per organizzare grandi concerti che non siano troppo impattanti per il pianeta?

S – Noi siamo grandi amanti della tecnologia. Partiamo da quello e tutto ciò che abbiamo fatto è stato mettere dentro questi eventi tanta tecnologia creativa, quella buona quella e sostenibile. Un progetto non solo per innovare, ma anche per dare forti emozioni e proporre ogni volta un grande spettacolo.

Secondo me, la tecnologia può aiutare tanto per contenere l’impatto ambientale. In particolare ci sono ormai degli esperimenti concreti con l’intelligenza artificiale, che ti permette di progettare meglio, di avere una previsione più che verosimile di come andrà a impattare l’evento, e quindi ti permette anche di realizzare un progetto con maggiore attenzione e consapevolezza.

B – Questioni non certo da poco, anche perché si limita l’utilizzo della carta, digitalizzando tutto, a partire dagli inviti, fino alla promozione. E poi, si raggiungono molte più persone 

S – Certo, ormai siamo tutti in rete, e siamo abituati ad essere raggiunti molto velocemente per notizie o eventi. La tecnologia in questo ci aiuta tantissimo.

B – Tu sei un pioniere nell’uso delle nuove tecnologie per eventi dal vivo e intrattenimento. Vi siete occupati di installazioni con robot e coreografie con droni luminosi. Questi ultimi possono effettivamente sostituire i fuochi d’artificio, che sono davvero molto inquinanti? Come funzionano? 

S – Assolutamente sì, potrebbero davvero sostituire i vecchi fiochi di artificio, anche se siamo ancora molto distanti dal poterlo fare davvero. In primis perché ci sono ancora molti problemi burocratici. Pensa che noi abbiamo iniziato 5 anni fa, con un progetto al Giffoni Film Festival per lancio di Men in Black. Uno sciame di 200 droni che volavano in cielo per realizzare una suggestiva coreografia. Per farlo, ho dovuto coinvolgere l’ENAC e l’ENAV, per dichiarare ed ottenere il permesso di occupazione dello spazio aereo e abbiamo avuto due ispettori dell’ENAC presenti sul posto il giorno dell’evento, per stabilire con noi tutta una serie di cose. 

Inoltre, i costi sono ancora molto importanti, però i droni consentono di fare cose spettacolari. Per i nostri spettacoli siamo riusciti a portare questi velivoli leggeri in cielo, guidati non da un pilota, bensì da un pilotaggio remoto grazie ad un computer che guida 500 droni. Uno sciame di droni, ognuno dei quali segue determinate coordinate, come se fosse una coreografia. Abbiamo sviluppato dei software che ci permettono di programmarli come se fosse un grande video 3D. Quindi, tu stabilisci che hai 100 punti in cielo che volano seguendo una determinata traiettoria, con dei sistemi di sicurezza elevatissima. Se uno di questi droni perde le coordinate, torna a casa, o al massimo si accascia al suolo, ma essendo leggerissimi non creano danni.

Anche per quanto riguarda i robot, usiamo media server, tutto ciò che noi usiamo nei grandi eventi e nelle grandi convention, per programmare degli oggetti. Magari siamo abituati a vedere il braccio antropomorfo in fabbrica, nelle linee di montaggio, o altro. Noi li abbiamo portati nel mondo dell’entertainment, ci abbiamo messo sopra dei maxi schermi, li facciamo ballare con i ballerini, mettiamo della grafica che si adatta al movimento, creiamo delle scenografie uniche. 

B – Abbiamo parlato di sostenibilità, ma vorremmo estenderci anche al cruciale tema dell’inclusività. Puoi spiegarci in quale modo la tecnologia può favorire l’inclusività?

S – Questo è un tema al quale noi teniamo tanto. Proprio nei prossimi giorni, il 30 ottobre, inaugureremo una mostra temporanea al Palazzo delle esposizioni, “L’avventura del denaro”, alla presenza del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Questa, in realtà, è solo un’anteprima di un progetto più ampio che stiamo realizzando per Banca d’Italia, un museo della moneta della finanza. Prima abbiamo parlato di robot e di droni che sviluppiamo tanti sistemi innovativi. In questo caso ci siamo concentrati molto su applicativi per l’inclusività rivolti, ad esempio, a persone con disabilità sensoriali, quindi ipovedenti e ipoudenti. Abbiamo realizzato applicativi con degli smart Glass, gli occhiali che si cominciano a vedere per la realtà aumentata, inserendo all’interno i sottotitoli dedicati solo alle persone che hanno disabilità uditiva. Quindi immaginati che possono stare insieme a tutti gli altri in una sala immersiva, godersi lo spettacolo, e solo loro vedere in tempo reale in perfetto sincrono i sottotitoli all’interno degli occhiali.

Ci sono anche dei sistemi che permettono di avere un audio descrizione dedicata a persone con disabilità visiva e in questo modo sono partecipi alla visita insieme a tutti gli altri. Utilizziamo delle cuffie a conduzione ossea che ti aiutano a partecipare. Stessa cosa la lingua dei segni su tablet, quindi hai la possibilità di ottenere massima inclusività, perché l’obiettivo era: rendiamo questo ambiente e questo progetto più inclusivi possibile.

B – Grazie alla realtà virtuale abbiamo la possibilità di fare veri e propri viaggi nel tempo. È il modo più immersivo per esplorare momenti storici passati o meravigliarci davanti la bellezza dell’arte. Come funzionano queste tecnologie?

Parliamo di visori e immersività. La tecnologia sta correndo tantissimo. Ora stanno lanciando il meta quest 3, e vari player si sono lanciati in questo mondo, che è sempre più performante e sempre con maggiore interattività. Noi sviluppiamo all’interno degli scenari dei progetti che rendono la persona al centro della dell’esperienza, diamo la possibilità di utilizzare anche le mani e interagire direttamente la scena 3 D che loro vedono. Per rispondere alla tua domanda, c’è la possibilità ovviamente di ricreare degli scenari storici, far partecipare le persone e dare un punto di vista diverso, trasportarli direttamente nell’antica Roma o in scenari spettacolari, dando un contributo importante grazie alla tecnologia che ti aiuta a capire meglio un messaggio che voglio trasmetterti.

B – Per i nostri ascoltatori che volessero vedere tutte queste tecnologie, l’appuntamento quindi è al Palazzo delle esposizioni

S – Abbiamo delle installazioni immersive, abbiamo tanta tecnologia. Dal 31 di ottobre al 28 di aprile, con accesso aperto a tutti con prenotazione direttamente sui canali del Palazzo delle esposizioni.

 

ASCOLTA L’INTERVISTA QUI

Lorenzo Sciancalepore, organizzatore di eventi e Make-up Artist a “Sempre più in Forma Green”

Lorenzo Sciancalepore, organizzatore di eventi e Make-up Artist a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 25 luglio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Lorenzo Sciancalepore, organizzatore di eventi e Make-up Artist.

Sono davvero felice di averti qui. Questa intervista è nata quasi per caso, perché mi sono trovata ad un evento dove tu hai curato tutto l’allestimento stile siciliano, tra l’altro a casa di Pablo Gil Cagné. Io ti conoscevo come Make-up Artist e invece hai organizzato tutto nei minimi dettagli dai piatti alle tovaglie, addirittura ai bigliettini davanti al cibo. Come ti è nata questa passione? Make-up Artist e organizzatore di eventi, un connubio un po’ particolare…

Diciamo che nasco proprio come organizzatore di eventi, wedding planner e grafico, poi non a caso ho iniziato a seguire anche tutta la formazione come Make-up Artist, perché dove c’è arte ci sono io. Non escludo futuri lavorativi diversi”.

Quando si vuole comunicare attraverso l’arte ogni modo è buono, non ci dobbiamo chiudere in una definizione, ma ci si può esprimere in ogni maniera…

Sull’ambito degli eventi curo sia la parte organizzativa che è quella un po’ più noiosa, ma poi non lo è in realtà, quindi sbrigare tutte le pratiche tra il cliente e i fornitori. Ma la parte più divertente che mi piace e che mi ha portato a fare questo lavoro è proprio la cura del dettaglio. Parliamo ad esempio della grafica del matrimonio, della partecipazione mi piace che debba essere tutto coordinato. Odio quando il cliente inizia a fare la partecipazione presa in offerta”.

Mi dicevi nel fuori onda quanto sia bello guidare le spose anche verso un percorso ecosostenibile…

Io suggerisco non le classiche bomboniere con i sopramobili che prendono polvere e basta, ma per esempio bomboniere enogastronomiche a km zero, sempre contestualizzate al tema, alla location, alle origini degli sposi, quindi magari l’olio extravergine d’oliva o degli infusi, del miele o marmellate. Gli influencer hanno iniziato a lanciare questa moda e quindi in questo modo anche la gente comune si sta convincendo più facilmente”.

Anche negli allestimenti presti attenzione alla sostenibilità? Parlavamo del fatto di evitare totalmente i palloncini…

Odio i palloncini soprattutto durante i matrimoni sia per una questione green sia a livello proprio di immagine. I palloncini sono troppo trash e quando il cliente insiste, anche a costo di essere poco professionale cerco di convincerlo ad evitarli”.

Mi dicevi che guidi gli sposi sia in un percorso enogastronomico ma anche di location, comunque di attenzione all’ambiente…

Negli ultimi anni c’è tanto la tendenza di combinare vari stili, non c’è più come una volta il classico matrimonio country, ma oggi abbiamo il boho chic o il country chic che comunque riprendono anche se vogliamo uno stile glamour ed elegante, ma in un contesto più green come un agriturismo o una cascina. In Toscana vanno tanto le cascine, in Puglia invece le masserie. Queste location richiamano un matrimonio meno formale se vogliamo e quindi più allegro, più giocoso, molto più giovanile e più green”.

Le spose rimangono ancorate all’abito originale. Ancora non c’è la cultura di un vintage o di recuperare l’abito della nonna, della mamma o di prenderlo in un negozietto. Insomma lo vogliono nuovo…

Negli ultimi anni vedo che sono inizialmente propense ad affittarlo, però poi vogliono il proprio abito nuovo, magari con qualche accessorio recuperato”.

Sei un organizzatore di eventi, ma anche di feste private….

Si di feste allestite in casa, location di amici affittate eccetera. Il periodo estivo è quello in cui si fanno pool party, le feste in giardino, in terrazza”.

Quindi tu ti occupi dell’allestimento…

Dalla progettazione agli allestimenti. Si sceglie un tema e cerco di far quadrare tutto; dal cibo all’aspetto più visivo dell’allestimento e delle grafiche”.

Come wedding planner non sempre tu segui tutto l’allestimento e l’organizzazione dall’inizio…

Spesso gli sposi dopo aver organizzato tutto si rendono conto di non avere nessuno che può gestire la giornata del loro matrimonio, e si ricordano che devono assumere un professionista che se ne occupi. Certamente gli garantisco di seguirli anche il periodo prima, conoscendo la location, i vari fornitori presentandomi prima in modo quel giorno di avere tutto sotto controllo, sapere a chi chiedere cosa insomma”.

Quali sono i tuoi contatti?

Mi trovate su tutti i social sia su Instagram che su Facebook quindi proprio come Memories Eventi. C’è anche proprio il sito internet diviso per sezioni che è www.memorieseventi.com. Sono sempre disponibile a qualunque domanda”.

 

ASCOLTA L’INTERVISTA QUI

Marina Parrulli, attrice e speaker radiofonica a “Sempre più in Forma Green”

Marina Parrulli, attrice e speaker radiofonica a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 25 luglio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Marina Parrulli, attrice e speaker radiofonica.

Oggi sei qui perché devi presentare un festival che non solo vede RID 96.8 come sponsor della manifestazione, non solo vedrà te protagonista con un monologo, ma ti daranno anche un premio…

Dal 26 fino al 29 di luglio a Trani ci sarà il Trani Film Festival del Cinema e del Mare che è un connubio bellissimo tra cinema e mare, ma ti coinvolge anche in qualche modo perché è un festival che parla di sostenibilità. Attraverso il cinema raccontano la sostenibilità, in questo caso dell’ambiente nello specifico del mare”.

Marina Parrulli, speaker di questa radio oggi è in veste ufficiale perché riceverà un premio, farà un monologo su un palco in una manifestazione dove la nostra radio è media partner. Raccontaci…

Esatto, dal 26 al 29 luglio a Trani ci sarà il Trani Film Festival del Cinema e del Mare che mette in connubio il mare con il cinema a favore della sostenibilità. Come fare a raccontare la sostenibilità? Attraverso il cinema. Non c’è cosa più bella e poetica. Io sarò presente il 29 luglio nella serata di chiusura dove porterò il mio monologo proprio su tematiche di cinema e mare; ci rido e ci poetizzo un pochettino su. Ci saranno tantissimi ospiti: l’attore Emilio Solfrizzi, ci sarà Marcella Mitaritonna, una regista che è passata anche a RID, ci sarà Paola Sini, la regista della ‘Terra delle Donne’ che è passata qui in radio, insomma tanta gente del mondo dello spettacolo”.

Ci puoi anticipare il titolo e il tema del tuo monologo?

In realtà sono ancora senza titolo, però sono partita da tre film che mi hanno un po’ sconvolto la vita nel bene e nel male che sono: ‘Lo Squalo’, ‘Mediterraneo’ e ‘Titanic’. Quindi da queste tre immagini ho tirato fuori questo monologo. E poi Trani è una città bellissima, per chi non c’è mai stato ha questa cattedrale sul mare davvero meravigliosa. L’evento si svolgerà nella villa comunale nel centro storico, quindi passate a trovarci perché sarà bellissimo”.

E invece il premio per cosa è?

Per questo monologo e per essere un’attrice anche pugliese”.

Ci vuoi dare qualche altra curiosità, qualche altra anticipazione su questo festival?

Ci sono tantissime cose belle anche per i bambini, perché ci saranno dei cortometraggi che racconteranno la sostenibilità attraverso il cinema con gli occhi dei bambini. Infatti c’è un bellissimo corto sull’Ilva realizzato a cartone animato per raccontare ai bambini che cosa è l’Ilva e che cosa è la sostenibilità, facendo passare l’insegnamento di queste tematiche attraverso il gioco, l’animazione, il cinema”.

Sei molto curiosa di partecipare?

Sì, sono molto curiosa anche perché per me tornare in Puglia nella mia terra è sempre bello. Ultimamente mi è capitato spesso di tornare per lavorarci da attrice e mi rende felicissima, e questo è il mio primo festival cinematografico come ospite. Sono molto felice perché mi sento sempre particolarmente a casa”.

Ci sono anche altri appuntamenti che ti vedranno protagonista?

In realtà a novembre su Rai 1 uscirà la serie ‘Brennero’ che è una serie dove ho interpretato una fisioterapista. È una serie Rai, è nuova ambientata nel Trentino Alto Adige e dove si risolverà un caso, quindi è un crime. Poi a gennaio e febbraio dovrebbe uscire su Netflix ‘La Vita che Volevi’. C’è Pina Turco, c’è Alessio Boni, ci sono tantissimi attori e attrici famose del grande e piccolo schermo, e anche lì mi sono divertita perché interpretavo una donna di paese pugliese che fa un favore ad un uomo poco raccomandabile. Sono un po’ losca un po’ no, chi lo sa, vedremo. Poi uscirà anche un corto, insomma uscirà tutto insieme. Con il Covid tutti i progetti che ho fatto sono rimasti in stand by e poi sono andati tutti a ondate. Inoltre uscirà anche ‘L’Abbaglio’, un film che ho girato ormai quasi un anno e mezzo fa”.

Altre iniziative? So che tu sei stata protagonista del Festival di Sanremo con la nostra Radio. Sai che hanno tolto la giuria demoscopica e hanno aperto alle radio?

Le radio nazionali e locali al prossimo Festival di Sanremo 2024 conteranno molto di più e saranno una giuria importantissima. Spero di esserci. Posso dire che è anche giusto, perché alla fine le radio sono quelle che passano i pezzi, che trasmettono gli artisti e che gli danno un’altra rotazione o no, insomma fanno molto il successo di una canzone. Questa giuria demoscopica non si è mai capito fino a che punto fosse affidabile. Sono quelli che usufruiscono di musica comprando i cd, cioè siamo tutti allora, non ha senso”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

 

Giorgio Calcaterra, campione del mondo e maratoneta a “Sempre più in Forma Green”

Giorgio Calcaterra, campione del mondo e maratoneta a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 18 luglio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Giorgio Calcaterra, campione del mondo e maratoneta.

Sei un campione del mondo ultramaratona, ti sei aggiudicato per ben tre volte il titolo di campione mondiale della 100 km di ultramaratona e hai vinto per 12 volte consecutive la 100 km del Passatore. Che cos’è questo Passatore?

La maratona è una distanza di 42 chilometri e 195 metri. Con il tempo quella distanza che sembrava quasi impossibile fare è diventata corta e ci sono state gare sempre più lunghe. Io mi sono specializzato nella 100 km di corsa. Si tratta di una gara in cui si parte e si arriva, non ci sono tappe ed è tutta consecutiva. Il mio tempo migliore è stato 6 ore e 23 minuti quando ho vinto il mondiale nel 2012, che vuol dire correre a 3 minuti e 50 secondi al chilometro. Il Passatore è una competizione di 100 km, la più famosa in Italia che parte da Firenze e arriva a Faenza, si svolge sempre l’ultimo weekend di maggio. È una gara dove i partenti sono circa 3000, attraversa delle regioni, attraversa l’Appennino, quindi c’è anche tanta salita, però è molto affascinante anche perché si parte il pomeriggio alle 15:00 e molti corrono tutta la notte attraverso l’Appennino”.

Deve essere davvero una bellissima esperienza e tu quante volte l’hai fatta?

lo l’ho fatta 15 volte, ma l’ho vinta solo 12”.

Come è nata questa passione per la corsa tanto da spingerti così lontano?

La corsa nel mio caso è stato proprio un istinto. I primi ricordi della corsa che ho sono di quando da bambino mia mamma mi diceva di andare a comprare il latte. Io avevo 9 anni, la latteria era sotto casa, potevo andarci camminando invece ci andavo di corsa, cercavo di andare più forte che potevo perché il mio premio era la sorpresa di mia mamma quando mi vedeva e diceva che ci avevo impiegato pochissimo. Poi a 10 anni mio papà mi volle iscrivere alla non competitiva della maratona di Roma. Notò un ambiente bello, felice e gioioso, vide che mi trovavo bene, quindi di domenica in domenica incominciò a portarmi a tutte le gare che capitavano. Domenica dopo domenica la passione è sempre aumentata”.

È uno sport che consiglieresti? Noi diamo sempre dei consigli green per passare il tempo e penso che la corsa sia uno degli sport più green che esiste…

Assolutamente sì, anche perché poi incominci a spostarti a piedi perché sai che i chilometri non ti spaventano più. A parte le scarpe non usi altri strumenti. Sì assolutamente green, lo consiglio a tutti quelli che hanno voglia di farlo, non deve essere una forzatura, ognuno ha il suo sport, ognuno ha le sue passioni, però provatelo se non l’avete mai fatto”.

Poi non è che si deve andare necessariamente forti, si può anche fare una passeggiata veloce…

Quando sento parlare della corsa spesso viene affiancata a termini come fatica, sudore e non è così, cioè se tu corri tranquillo con un amico a fianco non è la fatica, è un momento che ricaviamo per noi con i nostri amici. Non è nemmeno così solitario come dicono. Per me è più individuale il calcio perché nel calcio non puoi conversare anche se è uno sport di squadra, mentre nella corsa si può chiacchierare anche quando corri”.

Alla fine correre non è così impegnativo poi, è soltanto camminare allenati in realtà…

Quando si è allenati fare la corsa giornaliera non è assolutamente faticoso, anzi è un modo per passare un po’ di tempo con i propri amici che si incontrano al parco e non si fatica più di tanto. Se si cerca il massimo della velocità sì, ma se si corre tranquilli è come fare una bella passeggiata”.

Quale è la maratona alla quale hai partecipato e che ha segnato un ricordo indelebile nella tua memoria e perché?

Ricordo con molto entusiasmo la mia maratona dove ho fatto il record personale di 2 ore, 13 min e 15 secondi nel 2000 a Vigarano in provincia di Ferrara. I chilometri passavano veramente veloci. Fu una gara con molti keniani e alla fine arrivai anche secondo. Poi le varie edizioni della maratona della mia città Roma non sono state da meno”.

C’è un rito scaramantico che fai prima di partire? C’è un oggetto, un qualcosa che fai che pensi ti faccia bene oppure non ci credi?

Corro sempre con il cappellino e non mi immaginerei di fare una maratona senza. Considero quello il mio portafortuna, cioè i miei portafortuna perché ovviamente li cambio, ma non ho altri riti scaramantici”.

Il cappellino che consigliamo di venire a cercare nei tuoi due negozi di Roma, perché poi da passione è diventata anche lavoro, e adesso fornisci delle attrezzature sportive per gli appassionati di running…

Rimanere nel mondo della corsa per me è bellissimo, poter consigliare, poter conoscere gente che corre. Quando vado in negozio non mi sembra neanche di lavorare perché si parla di corsa, di sport e il tempo passa veramente veloce, non lo considero neanche un lavoro”.

Ti chiedono tanti consigli quando vengono ad acquistare?

Io provo a dargli il meglio possibile anche se sappiamo che tutto è molto soggettivo. Ci provo sempre perché mi piace poter consigliare e aiutare gli altri. Io vorrei che corressero tutti e immagino un mondo di corridori”.

Mi sono anche fatta portare il tuo libro sulla tua vita…

Si è la mia biografia, in questo libro mi sono aperto di più, poi ho scritto anche altri libri dove si parla più dell’allenamento, di come allenarsi”.

Sono dei libri per neofiti oppure per chi già pratica questo sport e vuole saperne di più?

Per entrambi”.

Come ti alimenti per avere queste prestazioni così eccezionali?

Io sono diventato ormai da tanti anni vegano, quindi non mangio né gli animali né i derivati degli animali. Mi sento in questo modo molto bene, leggero, ma allo stesso tempo energico. Non dico che deve andare bene per tutti, però su di me fa sicuramente un buon effetto, e sono contento di aver sposato questa dieta anche per un motivo etico”.

Sembra che in tutta la tua vita ci sia un filo conduttore che arriva ad un punto che è il benessere, perché la corsa è uno sport davvero di benessere. Inoltre si trova tanta scelta in questo momento per chi è vegetariano, ma anche per chi è vegano. Ci sono tante scelte per evitare le uova, i formaggi, il latte, insomma tutti questi alimenti…

Assolutamente sì, ci sono prodotti di tutti i tipi più cari e meno cari. Non è assolutamente vero come sento spesso dire che essere vegani è da ricchi. Si può mangiare tranquillamente con lo stesso budget degli onnivori”.

Vogliamo dare tutti i tuoi contatti così se qualcuno vuole seguirti o farti delle domande sa dove trovarti?

Sono sia su Facebook che su Instagram, soprattutto su Instagram riesco ad essere sempre più presente. Lì potete scrivermi perché lo vedo spesso”.

Il prossimo appuntamento? Dove ti troviamo?

Di gare estive ne ho diverse, ma quella più importante che mi dà anche un po’ di pensiero è la 10 maratone in 10 giorni: si tratta di correre tutti i giorni per 10 giorni una maratona e poi la somma dei tempi farà la classifica finale. La farò sul Lago d’Orta che è in Piemonte. Non è in altura, quindi farà caldo, però c’è tanta gente, l’ho fatta già altri anni ed è non solo una gara, ma un modo per stare insieme e lì sono le mie vacanze”.

 

CLICCA QUI PER L’ASCOLTARE L’INTERVISTA

Alan Cappelli Goetz, attore e divulgatore ambientale a “Sempre più in Forma Green”

Alan Cappelli Goetz, attore e divulgatore ambientale a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 27 giugno per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Alan Cappelli Goetz, attore e divulgatore ambientale.

Vorrei soffermarmi sulla distinzione tra attivista e divulgatore perché ultimamente questi attivisti hanno un po’ stufato…

La differenza è che gli attivisti sono persone che in prima persona fanno delle operazioni a volte anche un po’ invasive, famosi sono quelli di ultima generazione che hanno spruzzato la vernice. Lo sono anche quelli di Greenpeace o del WWF. I divulgatori sono quelli che stanno dietro le quinte, che vengono spesso invitati su questi luoghi per raccontare e fare in modo che queste azioni arrivino tutti, perché se poi loro fanno tutto ciò, ma nessuno lo sa e nessuno ne parla, non serve a nulla”.

Ci sono attivisti e attivisti, quelli che secondo me rovinano dei monumenti che hanno migliaia di anni per far parlare di sé non so se è la via giusta…

Io penso che finché non ci sono danni permanenti e queste cose non comportano dei danni ai privati cittadini non mi disturba molto, perché comunque è un modo di far svegliare lo Stato che oggettivamente sta facendo molto poco sulla tematica ambientale, molto poco rispetto a quello che dovrebbe fare. Purtroppo lo Stato non si sta rimboccando le maniche come dovrebbe”.

Non tutti i cittadini conoscono gli accordi di Parigi o anche gli obiettivi 2030 e 2050, quindi questo è il modo giusto per farsi notare. L’importante che se ne parli…

È un modo per punzecchiare lo Stato, per infangare la sua reputazione. Dall’altro lato ultimamente gli stessi di ultima generazione invece con la vernice hanno fatto la stessa cosa su yacht privati, aerei di cittadini abbienti”.

Su questo sei d’accordo?

Per niente. Vorrei ricordare sempre che è un imbrattamento che non è definitivo, non è oggettivamente un danneggiamento permanente. Tuttavia, quando si crea un disagio al privato cittadino qui il gioco cambia, cioè io capisco che uno possa fare la marcia sul clima e possa occupare le strade perché vuol farsi ascoltare dai governi, ma i cittadini bisogna lasciarli in pace, perché altrimenti si tende a polarizzare il tema. I ricchi saranno sempre ricchi e faranno sempre i ricchi. Tra l’altro yacht e barche sono due settori in cui ancora non esistono alternative elettriche, quindi che devono fare queste persone? Alla fine danno lavoro ai piloti, alle hostess, ai capitani, ai mozzi e all’equipaggio. Comunque c’è un indotto economico che oggi non può essere diverso da quello che è. Quindi andare con la vernice contro le proprietà dei privati finisce per diventare solo una lotta di classe. Ciò porta a creare polarità, il bianco il nero, i cattivi e i buoni e invece il discorso non è questo. Serve semplicemente uno Stato che si prende le sue responsabilità e che agisca più velocemente possibile; Stato che è proprio rappresentata da quella gente che ha la possibilità più velocemente di tutti noi cittadini di fare un cambiamento, di creare le leggi. Per esempio l’Europa ha bannato la parte della plastica monouso e non c’è più sugli scaffali dei supermercati. È bastata una firma”.

Il fatto che tu sia un ambientalista ti ha fatto sposare un’alimentazione vegetariana…

Si plant based come dicono gli americani che significa nutrirsi principalmente di vegetali, quindi di alimenti che crescono nella terra come legumi, cereali, frutta e verdura, però ogni tanto succede anche che se sei un’isola e c’è un pescatore che ha tirato su un pesciolino lo mangi. La carne non la mangio proprio invece”.

E gli insetti li hai mai provati?

Non li ho ancora mai assaggiati se non quando sono andato in viaggio in Thailandia, però non ho nessun problema, li mangerei come anche la carne di laboratorio. In Thailandia c’era questo sacchetto che sembrava quello delle Fonzies al formaggio, poi mi sono accorto dopo che erano larve di insetto fritte ed erano pure buone”.

Io credo che tutto questo nostro parlare di alimentazione sia frutto di un retaggio culturale. Ci sono culture dove non mangiano il maiale, culture dove non mangiano la mucca, in Francia mangiano le rane per esempio, insomma è tutto molto culturale…

Dal punto di visto etico è sempre orribile uccidere un essere vivente per mangiarlo, però ci sono situazioni in cui non puoi fare altrimenti”.

Ti va di dirci una ricetta vegana?

Io a casa molto spesso mi trovo a prepararmi delle piadine con vari burger di seitan o di tofu. È molto semplice perché basta andare nel reparto vegano del supermercato”.

Se ti dico Torcha tu cosa mi dici?

Ti dico una bellissima amicizia con Marco Cartasegna che è il suo fondatore. Facciamo un po’ quello che fai a RID 96.8 perchè raccontiamo i temi di attualità legati alla sostenibilità nel mio caso, ma loro hanno una pagina che tratta poi tanti altri temi, fanno giornalismo online. È un luogo bello per fare giornalismo perché avvicina i giovani al mondo, li tira fuori dagli algoritmi maledetti”.

Come attore ora cosa stai facendo?

Sto girando una serie per Rai1 la seconda stagione di Lea con Anna Valle, Primo Reggiani e Giorgio Pasotti. È una serie molto carina ambientata a Ferrara all’interno di un ospedale pediatrico. Faccio un piccolo spoiler, io sono un infermiere e dovrebbe uscire questo autunno o inverno”.

Quali sono i tuoi contatti per seguirti?

Il mio contatto Instagram è Alan Cappelli Goetz, in realtà solo quello perché Tik Tok lo uso un po’ come backup”.

Vogliamo dare qualche consiglio sulla sostenibilità? Qualche buona azione che potremmo seguire…

Bisogna tenere a mente due regole molto semplici: votare alle elezioni e votare con il portafoglio. La prima regola significa ovviamente votare i partiti che hanno a cuore la sostenibilità, che hanno un’agenda seria rispetto al programma da fare. La seconda regola significa che ogni volta che spendiamo dei soldi facciamo delle scelte. Quello che possiamo fare inoltre è passare ad un fornitore di energia elettrica al 100% rinnovabile, ed è una cosa a cui nessuno pensa. La gente pensa prima a cambiare l’auto e prenderla elettrica, a fare la dieta vegana, a comprare vestiti vintage, e tutto questo va bene perché anche questo è spendere i soldi in maniera intelligente, ma cambiare fornitore di energia elettrica è fondamentale perché il grosso del nostro impatto e lì”.

Per esempio quello che consiglio io è di non acquistare mai prodotti confezionati in plastica, ma sempre lo sfuso nel sacchetto di carta…

Come dice Franco Perrino dovremmo passare la maggior parte del nostro tempo al supermercato nel reparto ortofrutta, perché è lì che dovremmo mangiare”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Roberta Micillo, fondatrice dell’associazione “Percorsi di…Vini”, sommelier FIS e accompagnatore di escursionismo CSEN a “Sempre più in Forma Green”

Roberta Micillo, fondatrice dell’associazione “Percorsi di…Vini”, sommelier FIS e accompagnatore di escursionismo CSEN a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 20 giugno per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Roberta Micillo, fondatrice dell’associazione “Percorsi di…Vini”, sommelier FIS e accompagnatore di escursionismo CSEN.

Tu sei un’amante della natura e insieme all’associazione da te fondata “Percorsi di…Vini” organizzate delle camminate abbinate a degustazioni di prodotti, e poi so che hai scritto anche un libro. Ci vuoi parlare di tutte le tue attività?

Sì tutte le mie camminate, escursioni e degustazioni sono state racchiuse nella guida edita da Edizioni il Lupo che si chiama ‘I Percorsi del Gusto nel Lazio, Quindici Itinerari tra Natura e Degustazioni’. Sono quindici passeggiate nelle cinque province laziali di tutte le difficoltà, molte di queste sono per famiglie con bambini in passeggino. Al termine di ogni passeggiata è previsto l’incontro con una realtà vinicola, olearia o con un caseificio produttore di formaggio per conoscere la tipicità dei prodotti della zona”.

Dai tanti consigli utili sia per escursionisti, ma anche per famiglie…

Ogni itinerario può essere vissuto da un punto di vista naturalistico, enogastronomico, degustativo e culturale, perché in ogni percorso ci sono tre sotto itinerari che sono tutti collegati tra loro”.

Sei anche organizzatrice di Walk&Wine nei fine settimana. Ci daresti qualche consiglio su alcuni luoghi dove poter fare delle buone degustazioni di vini?

Senza muoversi troppo da Roma c’è un itinerario che parte proprio dal centro di Roma, dall’Appia Antica e si finisce ad assaggiare vini in una splendida location, la Tenuta di Fiorano. Se vogliamo muoverci un po’ di più andiamo nella vecchia ferrovia Roma-Fiuggi. Oggi è una bellissima strada ciclabile e pedonale. Lì anche i bambini più piccoli possono divertirsi e camminare”.

Se qualcuno fosse interessato a partecipare a queste iniziative che proponi dove può contattarti?

Tutte le cose che organizzo vengono pubblicate sulla pagina Facebook di ‘Percorsi di…Vini” e su Instagram”.

Considerato che sei una sommelier la domanda è d’obbligo. Quale è il tuo vino preferito?

Quelli laziali. Io adoro i vini marini, mi piacciono i vini di Ponza. È lì che è partito tutto l’itinerario enogastronomico e la guida. Sono i vini marini e sapidi, sicuramente una Biancolella d’Ischia e un Fieno di Ponza”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Barbara Abbondanza e Lucia Ciardo, attrici e formatrici teatrali a “Sempre più in Forma Green”

Barbara Abbondanza e Lucia Ciardo, attrici e formatrici teatrali a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 6 giugno per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Barbara Abbondanza e Lucia Ciardo, attrici e formatrici teatrali.

Barbara presentati al nostro pubblico…

Barbara Abbondanza: “Sono un’attrice, nasco in teatro, sono di origine romagnola, e anche se vivo a Roma ormai da anni mi sento parte del popolo romagnolo. Sono molto forti. Hanno avuto una ferita profonda in questo periodo, però loro sono fortissimi, sono in gamba”.

Io vorrei fare un appello a tutti gli italiani di scegliere quelle terre per le loro vacanze, di scegliere i produttori locali perché tanto le grandi catene ce la fanno sempre, ma so che per esempio gli apicoltori hanno avuto un duro colpo, non so se riusciranno a riprendersi, e i produttori di formaggi di salumi, insomma andate in vacanza in quelle zone…

Barbara Abbondanza: “In Romagna ci sono tutte le risorse, c’è il turismo, la frutta in quanto per esempio Cesena è uno dei più grandi mercati ortofrutticoli di Europa, per cui c’è veramente di tutto e si può dare una mano con poco”.

Quale è la parte che ti fa riconoscere un po’ di più, non diciamo quella più importante, ma quella che ti ha dato più visibilità?

Barbara Abbondanza: “Ho fatto per dieci anni parte di un programma televisivo molto famoso che è la “Melevisione”. Ho cresciuto migliaia e migliaia di bambini e ancora oggi mi contattano felici e contenti di aver avuto la possibilità di vedere questa trasmissione. Io sono molto felice perché poi continuo a lavorare con la mia cara collega Lucia Ciardo”.

Vogliamo ricordare il tuo personaggio?

Barbara Abbondanza: “Il mio personaggio era Orchidea, un’orchessa, simpatica, ma un po’ combina guai”.

È un personaggio al quale sei rimasta legata dì la verità…

Barbara Abbondanza: “Ha segnato una grande parte della mia carriera, dieci anni sono tanti. Poi comunque mi ha portato anche un indotto a specializzarmi proprio in un teatro. Io insegno, sono anche educatrice di teatro per bambini nelle scuole”.

Cara Lucia Ciardo presentati anche tu al nostro pubblico…

Lucia Ciardo: “Io sono pugliese e l’incontro magico con Barbara Abbondanza è avvenuto proprio in Puglia durante un’estate in cui era venuta in vacanza. È nata una grande collaborazione, una grande amicizia e oggi siamo qui per parlare di uno dei nostri tanti progetti. Anche io sono attrice, formatrice teatrale, regista e autrice, soprattutto di teatro, e in questo caso con Barbara abbiamo condiviso veramente tanto lavoro sia come formatrici per ragazzi e non solo, ma anche teatralmente. Entrando nel vivo di questo progetto, nella compagnia “Four Garden” siamo in quattro e noi siamo le due rappresentanti oggi. È nato in un giardino. In un giorno di qualche anno fa eravamo insieme e ci lamentavamo come al solito dello stato dell’arte, poi una nostra amica, una organizzatrice del gruppo, ci disse di smetterla di lamentarci sempre e ci diede l’idea di fare poi uno spettacolo in un giardino meraviglioso nei pressi di Roma. Da lì è nata la grande avventura. Abbiamo fatto nascere un teatro che è molto vicino alla natura, proprio nel giardino, per questa ragione l’abbiamo fatto poi sulle terrazze a Roma, in Puglia, in Romagna e in tutta Italia per poi approdare anche nei teatri”.

Il vero spettacolo a impatto zero, perché non c’è palco, non ci sono sprechi, quindi non ci sono materiali che vengono gettati via. È davvero un modo sano di fare le cose, perché c’è l’attore, c’è il testo e c’è un rapporto anche molto intimo con il pubblico. Essendo appunto un ambiente intimo si crea anche un certo feeling…

Barbara Abbondanza: “Sicuramente è un ascolto diverso, perché il pubblico è a stretto contatto con noi. Al massimo sono quaranta o cinquanta persone che sono vicino a noi, quindi c’è anche un ascolto più profondo. Per noi questa è stata una bella esperienza nata prima del Covid. Il Covid giustamente come in tante occasioni ci ha interrotto, però adesso con questa rinascita vogliamo appunto ricominciare e facciamo questa reunion”.

Parliamo di questa reunion che mi sembra un argomento molto interessante…

Lucia Ciardo: “La reunion nasce perché prima di tutto siamo molto amici. Noi facciamo questo omaggio soprattutto ai nostri fans. Prima della pandemia abbiamo lavorato veramente tanto in giro per l’Italia. Abbiamo fatto anche un evento per cui con un crowdfounding abbiamo ottenuto una bella somma per fare lo spettacolo, e questo grazie ai fans, perché hanno sempre apprezzato quello che facciamo”.

Che cosa fate durante questi spettacoli?

Barbara Abbondanza: “Prima di tutto c’è un piccolo rinfresco che offriamo, dopo c’è lo spettacolo e poi si mangia. È una bella esperienza da vivere perché è sempre molto piacevole stare all’aperto d’estate”.

Quale è il tema degli spettacoli?

Barbara Abbondanza: “Noi abbiamo avuto sempre un gioco con i titoli dei film famosi, tipo il nostro cavallo di battaglia con cui apriamo questa reunion si intitola proprio “Il Giardino dei Sessi Continui”, titolo ripreso dal libro “Il Giardino dei Finzi Contini”, in cui si parla di amore in varie declinazioni. Ci tengo a dire che sono tutti monologhi di autori contemporanei e anche monologhi nostri, perché molti di questi li scriviamo anche noi. Sono brillanti, alcuni comici altri poetici, c’è un fil drammaturgico che li lega. C’è un avvicendamento di personaggi su questa piazza che diventa ora una festa, ora un teatro, il tutto realizzato sempre all’interno di un giardino”.

Lucia Ciardo: “Noi facciamo questo teatro sostenibile, con scenografia zero e solo noi che portiamo avanti il discorso. Abbiamo un’altra tematica che è la pazzia, “My Sweet Borderline” dal titolo di un film e “Profondo Noir” che riprende le storie di personaggi criminali”.

Se i nostri ascoltatori volessero partecipare come devono fare?

Barbara Abbondanza: “Basta seguire i nostri canali. Siamo sia su Instagram che su Facebook con la nostra pagina Fourgarden”.

Il prossimo appuntamento sarà sabato 10 giugno, ma è già pieno?

Lucia Ciardo: “Si perché è una serata privata per gli addetti ai lavori”.

Se un nostro ascoltatore volesse fare un evento a casa sua vi può chiamare?

Barbara Abbondanza: “Noi ci rendiamo disponibili soprattutto per eventi privati, per fare queste nostre performance che hanno varie tematiche”.

Mi sembra un’ottima iniziativa che può essere sfruttata anche da un privato che magari ha voglia di fare qualcosa di diverso…

Lucia Ciardo: “Lo abbiamo fatto tante volte e devo dire che è molto bello perché gli ospiti vivono da vicino l’attore, è un’esperienza più forte, non c’è la quarta parete. Noi siamo in mezzo agli ospiti e quindi c’è anche il confronto, la convivialità. È un’esperienza particolare”.

Barbara Abbondanza: “Si parla di teatro di contatto, partecipativo, di house theater. È una forma che in Europa esiste già da tanto”.

 

ASCOLTA L’INTERVISTA QUI

Alessia degli Angioli, insegnante di yoga e recitazione a “Sempre più in Forma Green”

Alessia degli Angioli, insegnante di yoga e recitazione a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 6 giugno per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Alessia degli Angioli, insegnante di yoga e recitazione.

Qui a RID96.8 hai una trasmissione tutta tua che si chiama “Sempre più in Forma Holistic”. Ti va di spiegarci che cosa significa olismo?

Olismo abbraccia tutto ciò che va dal massaggio alla pratica, alla mentalità, alla medicina, perciò abbraccia tutto ciò che è mente, corpo e anima. Si lavora a stretto contatto con tre elementi fondamentali che fanno parte della nostra vita, che ci accompagnano nella nostra vita. Perché si dice olismo? Si dice olismo perché va ad unire queste tre parti per fare in modo che l’essere umano possa vivere nel migliore dei modi. Ci sono medici che vanno solamente a lavorare su una parte del corpo, ci sono psicologi che vanno a lavorare solo su una parte della mente. L’olismo invece va veramente a coltivare tre aspetti fondamentali e li va ad unire in un unico sentire”.

Effettivamente non siamo a conoscenza di tutto quello che ci circonda, non siamo a conoscenza nemmeno di noi stessi. Il percorso che tu fai intraprendere ai tuoi allievi è una conoscenza di sè stessi…

Lo yoga è un viaggio dentro di sé”.

Nella rubrica “I Consigli di Shanti” fornisci tanti interessanti spunti e suggerimenti per rilassarsi a casa con riflessioni per cambiare al meglio la propria vita. Quali sono le attività principali che non devono mai mancare nella nostra routine?

La prima cosa è il fatto di svegliarsi la mattina e fare dei piccoli rituali come i cinque tibetani, oppure possiamo anche fare un buon risveglio molto morbido per svegliare appunto tutti i nostri muscoli, oppure possiamo semplicemente fare un po’ di meditazione, perciò andare a lavorare sul riappropriarci della nostra mente in maniera molto dolce. Bisognerebbe dedicare veramente proprio 5 minuti di meditazione e di ascolto interiore e da lì iniziare la giornata. Io dico sempre che bisogna cercare di fare l’attività e la pratica yoga a digiuno per il semplice fatto che il nostro stomaco e la nostra mente devono veramente stare in parte neutra, e questo aiuta tantissimo. Inoltre do sempre dei consigli come quello che durante la settimana è bene fare un digiuno, durante la settimana è bene praticare o fare lo sport che più si ritiene più opportuno per noi, perché poi ognuno ha il suo sentire, non c’è solamente lo yoga, ma ci sono tante discipline meravigliose. Tutto questo sempre per il benessere psicofisico, perché l’uno va a braccetto con l’altro”.

Quanto è sostenibile lo yoga?

Con lo yoga veramente basta un tappetino, basta andare all’aria aperta e non c’è spreco. Si può praticare sull’erba, al mare o in montagna, l’effetto è sempre lo stesso. Io l’ho sempre fatto, ho fatto anche dei ritiri e vi posso garantire che la bellezza era veramente l’essenzialità. Lavorare nella sostenibilità con la natura ti dà l’opportunità di dire che in realtà non serve nient’altro”.

È proprio un concetto di vita, perché se ci ragioniamo su è il segreto della felicità…

Basta la natura, il tuo corpo, la tua mente e la tua anima

Come hai fatto a combinare lo yoga con la recitazione?

L’ho combinata grazie ai bambini. Sono stati loro gli artefici della mia ideazione. Io nasco come attrice di teatro, ho lavorato anche nel cinema, ma dopo ho iniziato pedagogia del gioco e del teatro unendolo poi allo yoga”.

Vorrei che mi parlassi di un evento eccezionale mondiale alla quale prenderai parte Di cosa si tratta?

È un evento internazionale, tutto il mondo il 21 giugno si fermerà un istante per praticare yoga, per dare onore alla pratica yoga e a tutto ciò che lo yoga dona ad ogni essere umano. Secondo me è molto importante sottolineare l’importanza del viaggio che ci permette di fare ad ognuno di noi. Ci possono essere tantissimi maestri con tantissimi stili diversi e non per questo possono viaggiare in un sentire comune. Ogni stile porta quella firma di quell’insegnante, il suo vissuto e noi il 21 festeggiamo proprio questo, lo yoga e la sua importanza. Con grandi maestranze dello yoga andremo il 21 giugno a praticare tutti insieme. Il tema è la pace e ritengo che questo momento sia davvero sentito per ciascuno di noi”.

Dovrebbe essere forse il tema principale in ogni cosa che si fa perché tendiamo a dimenticare, ad abituarci anche alle cose brutte. Non si parla più di guerra, ma la guerra c’è ancora…

Purtroppo. Inoltre, ci tengo a ricordare che se qualcuno vuole praticare all’aria aperta, io sono in due luoghi molto importanti, al Parco di Tor di Quinto tutti i mercoledì alle 19:00 ed è anche alle 8:00 di mattina, mentre invece il martedì e il venerdì sono al Parco delle Valli. Basta telefonarmi. Mi potete contattare sulla pagina Instagram “yogashantiroma” oppure su Facebook Alessia degli Angioli, oppure sulla mia chat. Il mio numero 339/4936890. Potete contattarmi perché veramente è un’esperienza unica non solamente per voi, ma per tutte le persone che verranno insieme a voi”.

 

ASCOLTA L’INTERVISTA QUI

Emanuela Scanu, Psicologa alimentare e fondatrice di Es Immagine Blog a “Sempre più in Forma Green”

Emanuela Scanu, Psicologa alimentare e fondatrice di Es Immagine Blog a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 30 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Emanuela Scanu, Psicologa alimentare e fondatrice di Es Immagine Blog.

Ti occupi di immagine da oltre venti anni, hai un blog di immagine e ti sei da pochissimo specializzata anche come consulente di immagine. Sei esperta specializzata in disturbi alimentari come coach e come psicologa. Affronti questi problemi con le tue pazienti e questa parte legata all’abbigliamento e alla consulenza ti è venuta praticamente naturale…

È stato un percorso che si è costruito nel tempo perché come psicologa mi sono quasi sempre occupata di disturbi dell’alimentazione. Mi occupo con precisione delle persone che devono perdere peso, persone che hanno difficoltà a seguire una dieta, quindi chiaramente tutte persone che hanno un rapporto con il proprio corpo abbastanza drammatico. Prima di affrontare il problema alla radice dal punto di vista psicologico, a volte cerco di dargli anche dei consigli pratici su come valorizzarsi. Negli anni da psicologa sono diventata anche coach alimentare, perché molte volte prima della dieta bisogna insegnare a mangiare bene. Questo è stato il secondo step fino a che piano piano i miei pazienti iniziavano a chiedermi sempre più consigli anche su come presentarsi in pubblico, come accompagnare i figli a scuola, come andare a una cena, e quindi è stata una conseguenza quella poi di diventare consulente di immagine”.

Ti va di raccontarmi un aneddoto su quale tuo paziente?

L’abbigliamento a volte influisce sulla percezione di sé e quando si hanno tanti chili in più purtroppo non ci si può vestire con qualsiasi cosa si abbia nell’armadio, ma bisogna un po’ adattarsi. Molte volte le persone vengono a studio completamente vestite di nero o molto trasandate, invece la prima cosa che dico loro è di venire la prossima volta con indosso vestiti colorati. È una cosa su cui rimangono sempre molto disturbati lì per lì, ma poi si rendono conto di quanto è importante. Approcciarsi ad un percorso di tipo psicologico non è sempre facile, e quindi io cerco di dargli dei risultati un po’ più immediati anche partendo da quello che è l’esterno, tutta la parte che può essere modificata più velocemente rispetto a dei processi interni e psicologici che chiaramente hanno dei tempi che sono diversi da persona a persona. Ti racconto un aneddoto simpatico: una signora che aveva già fatto tantissime diete, non era mai riuscita ad andare avanti, aveva fatto uso addirittura di anfetamine più volte che chiaramente non funzionavano più, è venuta da me e si è presentata appunto con la tuta tutta vestita di scuro, con capelli molto corti. Io le avevo detto che avremmo cambiato alcune cose. La seduta successiva io la rimandai a casa perché la regola era che doveva venire vestita con qualche colore chiaro. La terza volta è venuta vestita diversa e nel giro di due o tre mesi il percorso poi ha preso piede, e ha iniziato ad avere dei risultati. Tempo dopo ho incontrato casualmente il figlio per strada che mi conosceva, salutandomi mi chiese che cosa avevo fatto a sua madre. Io lì per lì non riuscivo a capire, poi lui mi disse che suo padre era diventato geloso della mamma per il fatto che sua moglie si vestiva con colori accessi e andava addirittura dal parrucchiere. Quindi il padre si era preoccupato. In realtà il percorso aveva semplicemente funzionato”.

Vuoi dare qualche consiglio ai nostri ascoltatori rispetto proprio all’abbigliamento? Non c’è bisogno di spendere grandi cifre per acquistare capi dell’ultimo momento, ma bastano davvero piccoli accorgimenti, come anche andare ad un mercatino…

Assolutamente sì, nella zona dove ho lo studio il lunedì c’è un mercatino dove invito tutte le mie pazienti ad andare a fare un giretto, perché ci sono dei banchetti con dei foulard, con delle collane anche molto appariscenti, ma a prezzi veramente basici. Spesso consiglio loro di utilizzare alcune cose colorate da aggiungere all’abbigliamento. Per esempio un foulard colorato non si mette solo al collo, ma si può mettere in testa, lo possiamo legare alla borsa, lo possiamo usare come braccialetto. Ci sono quei piccoli tocchi un po’ glamour che uno può inserire senza spendere tanto, magari riciclando qualcosa che si ha in casa, oppure andando appunto a dei mercatini. Anche io combatto un po’ il fast fashion, quindi da questo punto di vista non voglio esagerare, però a volte non bisogna neanche spendere cifre assurde per avere oggetti che magari li userai una volta sola o due”.

Ti ho visto molte volte ad eventi mondani che indossi dei pezzi unici realizzati da degli artigiani che si occupano di recuperare i materiali. Potrebbe essere anche questo un consiglio, cioè acquistare questi pezzi unici realizzati appunto con il recupero dei materiali…

Io per prima sono stata una di quelle che ha riciclato molto. Avevo delle zie che erano un po’ le signore dei salotti romani negli anni ’50 e ‘60, vestivano nelle sartorie, nelle cappellerie dell’epoca, e io ho ereditato tantissimo, non solo il loro stile, ma anche tanti pezzi che oggi tutt’ora utilizzo mischiandoli con quelli più moderni”.

È questo il segreto, creare il proprio stile, non seguire le mode del momento che magari non stanno davvero bene a tutti, ma anzi in ambito della sostenibilità utilizzare tutto quello che abbiamo nell’armadio o comunque il recuperare, oppure fare dei bei swap party che adesso vanno tanto di moda tra amiche…

Durante questo corso di consulente di immagine ho scoperto che noi donne nei nostri armadi dove non abbiamo mai nulla da mettere, in realtà il 70% di quello che abbiamo non lo utilizziamo o lo utilizziamo male, mentre gli uomini su questo sono più bravi, loro hanno solo un 30% di cose che non utilizzano”.

Tu sei una psicologa e una coach alimentare, non posso che chiederti anche dell’alimentazione…

Mi piace molto citare una frase di Virginia Woolf che dice che noi non pensiamo bene se non mangiamo bene e non dormiamo bene. Sicuramente la prima cura che la persona deve avere verso se stessa è nel mangiare, che non vuol dire mangiare poco, vuol dire mangiare sano. Noi abbiamo l’opportunità sia in città che appena fuori città di usufruire di gruppi solidali, di alimentari, rivenditori che hanno la frutta e la verdura di stagione, che hanno tutti gli elementi importanti per la nostra crescita, per la nostra salute, per far sì che il nostro corpo funziona al meglio”.

A volte è solo questione di abitudine…

Abbiamo sempre molta fretta per cui si va di corsa al supermercato, si prendono le prime cose, a volte non vediamo neanche quanto costano o la data di scadenza, molte volte si comprano cose che si tengono nel frigorifero e ce le dimentichiamo, le lasciamo deperire, quindi ben venga anche le tue ricette per poter sfruttare al meglio anche quello che rimane dimenticato nel frigorifero”.

Vogliamo dare tutti i tuoi contatti per chi vuole approcciarsi con te e chiederti dei consigli o comunque seguire il tuo blog?

Mi trovate con il nome di Es Image Blog dove si parla di immagine a tutto tondo, si parla dello stile, della psicologia, di quello che accade un po’ nel mondo. Sono su tutti i social sia su Facebook che su Instagram, e poi sul sito sia istituzionale www.emanuelascanupsicologa.com sia su www.esimmagineblog.com”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Gianmarco Paronitti, Senior Advisor di Alter Eco Pulp a “Sempre più in Forma Green”

Gianmarco Paronitti, Senior Advisor di Alter Eco Pulp a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 30 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Gianmarco Paronitti, Senior Advisor di Alter Eco Pulp.

Sei Senior Advisor della Alter Eco Pulp, azienda con sede a Tivoli che ha sviluppato per prima la tecnica del Fiber Molding cellulosico. Ti va di raccontare di che cosa tratta questa invenzione che state portando avanti?

Il Fiber Molding cellulosico non è stato inventato da Alter Eco Pulp, ma è stato sviluppato da Alter Eco Pulp per primo in Italia. Attualmente siamo l’unica azienda italiana che utilizza questa tecnologia che consiste nello stampaggio di fibre vegetali. In buona sostanza tutto ciò che è verde che noi possiamo vedere in natura siano alberi, foglie, piante annuali, può essere utilizzato per estrarre cellulosa. Il nostro lavoro è quello di stampare queste fibre ottenute. Ovviamente la nostra mission è quella di non utilizzare cellulosa proveniente da alberi, perché altrimenti faremo un effetto contrario, ma di utilizzare cellulosa estratta da piante annuali, come possono essere il bambù, la canna da zucchero, gli stralci del pomodoro, la canapa, la paglia del grano e quant’altro”.

L’obiettivo principe è non utilizzare assolutamente la plastica. Il secondo step che tutte le aziende un po’ fanno è utilizzare il legno, voi siete andati oltre, quindi cercate di non abbattere gli alberi, ma appunto utilizzate questi arbusti o questi materiali che annualmente ricrescono in maniera molto veloce…

Assolutamente sì, tutto questo nasce dal cercare di allontanarsi dall’ utilizzo della plastica, che come tutti sappiamo è un materiale eccezionale, ma che dall’altra parte crea enormi problemi ambientali quando poi non viene utilizzato propriamente. La nostra idea è quella di dire che la plastica va benissimo per tutto ciò che viene utilizzato nel tempo e che ha un utilizzo multiplo. Per tutto ciò che è monouso non si deve utilizzare la plastica, perché esistono delle alternative e il FIber Molding è esattamente una delle migliori, purtroppo ancora sconosciuto in Italia. Quindi speriamo che anche attraverso la vostra radio questa fibra possa essere conosciuta meglio”.

Alcune volte è la non conoscenza che ci porta ad utilizzare altro, invece magari se qualcuno sa dell’esistenza di questo prodotto lo va a cercare…

Con questo materiale si possono fare piatti, posate, contenitori di ogni tipo, ma anche i packaging. Si possono fare anche dei contenitori molto conosciuti come quelli di un noto marchio di ovetti per bambini che sono fatti con il nostro materiale”.

Il Fiber Molding non ha nessuna differenza visibile con il materiale che poi invece viene realizzato con gli alberi che vengono abbattuti. Per noi consumatori è praticamente uguale…

Per un consumatore è difficile distinguerlo”.

Maria Cristina Rigano, Event Manager di International Couture a “Sempre più in Forma Green”

Maria Cristina Rigano, Event Manager di International Couture a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 23 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Maria Cristina Rigano, Event Manager di International Couture.

Ti volevo invitare in questa trasmissione da tanto tempo…

Purtroppo l’invito capitava sempre di martedì quando tu hai questo tuo spazio ed io ho sempre avuto lezione fino a martedì scorso di Event Management all’Università Internazionale di Roma, la UNINT dove insegno”.

Ho visto che hai avuto anche tantissimi ospiti che hanno raccontato le loro professionalità e tu sei stata un po’ conduttrice del tuo spazio all’Università…

Ti ringrazio per la parola conduttrice, ma possiamo dire che sono stata più moderatrice se vogliamo proprio essere precisi. Amo molto invitare persone del settore moda che raccontano le loro esperienze perché gli studenti devono toccare con mano quello che è effettivamente il settore degli eventi e della moda. Non possiamo solo dare loro la teoria e quindi ho invitato Luca Litrico, Pablo Gil Cagné, ho invitato anche stilisti come Luigi Borbone, Flavio Filippi, una mia carissima amica Fabrizia Rossetti che è la titolare di un’azienda che organizza eventi”.

Io vorrei che parlassi un po’ di International Couture, un format che hai totalmente ideato tu e che porti avanti insieme a ospiti e stilisti sia italiani che internazionali…

International Couture è un format che è nato per puro caso, perché io per quattordici anni ho seguito lo stilista Libanese Abed Mahfouz che sfilava ad AltaRoma due volte l’anno. Nel 2018 lui aveva piacere di ritornare a sfilare, ma la situazione del Libano non gli permetteva di intraprendere una sfilata da solo dal punto di vista economico, quindi mi è venuto in mente questa idea di fare una collettiva con lui come special guest e di chiamarla International Couture. Poi insieme a lui ho inserito altri stilisti che venivano da altri Paesi, quindi ha preso subito la piega di essere una cosa internazionale sin dalla sua prima edizione”.

Un bel modo per promuovere l’Italia fuori, perché comunque hai portato tanti ospiti internazionali in Italia…

In pratica International Couture promuove la moda italiana all’estero e la moda straniera in Italia”.

In questa trasmissione parliamo di sostenibilità a 360° che non è solo come non sprecare l’acqua o come fare la raccolta differenziata, ma in realtà è molto di più, perché il rispetto parte dalla cultura e la moda è cultura…

La moda è cultura e ogni stilista che è venuto a sfilare a International Couture ha portato con sé le sue tradizioni. Non parliamo di moda come costume, ma ogni Paese ha delle sue abitudini nella sartoria che riporta anche nell’Alta Moda”.

Da quanti anni porti avanti International Couture?

La prima edizione è nata nel 2018 e abbiamo due edizioni l’anno, una a luglio e una a fine gennaio inizio di febbraio. Per nove edizioni è stato inserito nel calendario di AltaRoma, ma per questo luglio AltaRoma probabilmente non organizzerà le sue sfilate. International Couture ormai è un brand, io l’ho portato avanti anche da solo, e quindi noi saremo presenti il 10 luglio come International Couture al Maxii. Sarà un’edizione speciale perché festeggeremo anche la decima edizione di International Couture”.

Un traguardo importante anche perché ci stai lavorando tanto…

Mi impegno tanto perché amo il lavoro che faccio. Alla base c’è l’amore per la moda, per l’Italia, per il Libano perché sono anche metà libanese”.

Hai una bella base culturale alle spalle. Noi a “Sempre più in Forma Green” abbiamo la rubrica settimanale dove parliamo delle professioni green, e direi che la cultura è un po’ alla base di ogni professione. Qualunque professione si decide di intraprendere ci deve essere alla base la cultura…

La cultura sicuramente è alla base di tutto, ed è molto importante soprattutto conoscere la cultura del proprio Paese tramite non solo la moda. La cultura è anche tanto altro: è arte, enogastronomia. Abbiamo tanti modi di conoscere queste culture e oltre alla nostra dovremmo anche essere un po’ internazionali e scoprire quella degli altri per apprezzare anche di più la nostra”.

Cosa insegni all’Università?

Event Management e Terminologia della Moda e dell’Enogastronomia”.

Fai un corso dove unisci la pratica al tuo insegnamento tanto che i tuoi studenti li porti sempre con te a tutti gli eventi…

Si adoro portarli con me”.

Li porterai anche a International Couture?

Sempre, è d’obbligo, l’aspettano dall’inizio del corso”.

Si può dire la location dove si terrà?

La location è il Maxii. Però sarà solo su invito per addetti ai lavori, giornalisti, clienti e personaggi invitati”.

Quai sono i tuoi riferimenti social?

Mi trovate come International Couture sia su Instagram che su Facebook, e poi c’è il mio social personale Maria Cristina Rigano sia su Instagram che su Facebook”.

L’Alta Moda è davvero sostenibile?

Sicuramente sostenibilità vuol dire evitare lo spreco. Cosa c’è di più sostenibile di un abito fatto su misura per una persona unica? Non si spreca nulla, non ci sono avanzi di sartoria, perché di solito si producono tantissimi abiti che poi rimangono invenduti. L’Alta Moda è la vera sostenibilità perché il cliente si sceglie quello che gli piace, quello che è adatto anche al suo corpo. Lo stilista non è solo un sarto, ma è anche un po’ psicologo, quindi cerca di trovare il meglio per la persona che gli chiede consiglio. Il cliente rimane soddisfatto e poi è sempre alla moda, ed inoltre i tessuti sono di ottima qualità a differenza del fast fashion che si rovinano immediatamente. Un tessuto di Haute Couture è molto più sostenibile perché dura nel tempo, un abito di sartoria può durare venti, trent’ anni, insomma finché una persona non cambia misura se lo potrà sempre indossare”.

 

Lino Marciano, Destination Manager della Destination Management Organization STAYCIOCIARIA a “Sempre più in Forma Green”

Lino Marciano, Destination Manager della Destination Management Organization STAYCIOCIARIA a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 23 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Lino Marciano, Destination Manager della Destination Management Organization STAYCIOCIARIA.

Quali sono le attività che state portando avanti per lo sviluppo dell’area della Ciociaria?

Per la nostra area noi stiamo cercando di portare avanti un’offerta turistica integrata su delle direttrici fondamentali: la storia, la cultura, la natura e l’enogastronomia del nostro territorio, il quale si sta occupando della parte centrale del cuore della Ciociaria, e andiamo dai comuni di Veroli, Monte San Giovanni Campano, Isola del Liri, Arpino, Posta Fibreno fino ad arrivare in Valle di Comino con i comuni di Villa Latina e Picinisco, quindi a ridosso del Parco Nazionale d’Abruzzo. Questo territorio ha tante cose da offrire e in questo momento ci stiamo concentrando nel mettere insieme e integrare diversi prodotti turistici per far conoscere quelle che sono le nostre unicità. Noi abbiamo una delle poche cascate nel centro di Isola del Liri, abbiamo l’Arco a Sesto Acuto ad Arpino città di Cicerone, ma anche tante di quelle possibilità di escursioni che si trovano nella vicina Valle di Comino e al lago di Posta Fibreno, dove c’è una riserva naturale con delle caratteristiche molto particolari”.

Questo fine settimana per esempio cosa potremmo fare?

Questo fine settimana possiamo iniziare ad offrire una visita ai castelli che caratterizzano i nostri borghi. Abbiamo dei castelli meravigliosi da poter visitare oppure possiamo offrire una passeggiata in bike che può partire dalla visita di un’attrazione naturalistica come il lago di Posta Fibreno fino ad arrivare in una delle tante mete della Valle di Comino, dove la parte dell’ enogastronomia è uno dei nostri punti di forza in questo momento. Sono luoghi facilmente raggiungibili perché noi siamo ad un’ora di macchina da Roma non di più, e un’ora e mezza al massimo da Napoli. Vi possiamo offrire non solo un giorno o un fine settimana, ma il nostro obiettivo è anche quello di offrirvi un weekend lungo di tre o quattro giorni per le tante esperienze che il nostro territorio riesce ad offrire”.

Luigi Borbone, stilista dell’omonimo brand a “Sempre più in Forma Green”

Luigi Borbone, stilista dell’omonimo brand a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 16 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Luigi Borbone, stilista dell’omonimo brand.

Sei reduce da una grande sfilata nel cuore della capitale in Via Veneto. Ce ne devi parlare Luigi…

Vengo da un defilé che devo dire la verità è stata una grossa soddisfazione, e credo che sia stata la collezione più bella in assoluto che abbia fatto fino a questo momento. Un momento di vera e propria sostanza, di utilizzo di materiali super lusso, ma piegati a mio desiderio. Questa volta veramente ho messo tutta la sartorialità che rappresenta l’Alta moda italiana”.

Le persone che erano sedute erano quasi tutte tue clienti e qualche giornalista, e diciamo non perché le persone dello spettacolo non vadano bene, però molte volte vengono solo per fare le foto o finire sui giornali, invece la tua era una sfilata con le clienti e per le clienti…

Infatti il concetto è proprio questo, è stata una coccola per le mie clienti, spero anche qualcuna nuova, ed è stato proprio tutto come se fossimo stati all’interno di un salone di una casa, perché il salone ci permetteva comunque di far sembrare proprio un salotto di una casa soprattutto per l’accoglienza, e questo per noi è fondamentale”.

In realtà la moda su misura è molto sostenibile. Non parliamo di tessuti, ma succede che il fast fashion produce tantissimo e poi magari questi abiti non vengono indossati, non vengono venduti e addirittura anche bruciati. Invece nell’Haute Couture vengono prodotti per la cliente solo i capi  effettivamente utilizzati…

Assolutamente sì. Nell’Alta Moda si fa uso di tessuti prettamente italiani o francesi. Ci sono tante aziende che oggi stanno facendo una grossa ricerca per non impattare sul territorio e sull’ambiente e tante di queste si stanno dotando di pannelli solari, quindi l’energia è auto-prodotta e pulita. Quando arrivano i tessuti questi sono accompagnati da certificati che assicurano il prodotto sia totalmente Made in Italy, ma soprattutto sappiamo per certo che questi tessuti non sono aggressivi sulla pelle umana, perché comunque la nostra pelle è viva, cioè il nostro corpo non solo internamente è vivo, ma anche esternamente, perché con il sudore prendiamo tutto quello che c’è. È dunque fondamentale che i tessuti siano stabilizzati e che tutto questo venga raccontato”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Francesco Villani, stilista del brand Villani a “Sempre più in Forma Green”

Francesco Villani, stilista del brand Villani a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 16 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Francesco Villani, stilista del brand Villani.

Dobbiamo spiegare che cosa fai nella vita. Facciamo un quiz: è un mestiere amato da tutte le donne, non ne possiamo fare a meno e ci piacciono sempre quelle più belle, forse pure quelle più costose. E quindi che cosa fai?

Faccio calzature”.

Sei un produttore e anche un couturier perchè le disegni pure. Ne vogliamo sapere di più. Tu sei giovanissimo e vieni da tre generazioni…

Si sono da tre generazioni che stiamo in questo campo. Aiutiamo e abbiamo dato sempre un sostegno ai grandi marchi per produrre le calzature. Da qui è nata la mia curiosità di mettere in opera tutto quello che ho imparato in questi anni”.

Sei il fondatore del marchio Villani che si concentra sulla creazione di calzature assolutamente 100% Made in Italy. Come ti è nata l’idea di crearti un marchio tutto tuo? Perché non hai continuato a lavorare per altri?

Non ho lavorato per altri proprio per delle soddisfazioni personali. Mettersi in prima linea non è mai facile, però fortunatamente nel tempo mi ha ripagato”.

La tua collezione passata si chiama Palinuro che ha avuto un successone, e poi c’è la collezione nuova. Che cosa ci dobbiamo aspettare da te?

Tante tante belle cose, anche perché mi piace stupirmi e far stupire le persone con le mie creazioni”.

Che cosa c’è di sostenibile quando si creano scarpe?

Io credo che il grande lusso sia tutto il settore green per la maniacalità dei dettagli che fanno la differenza. Concentrarsi sul prodotto fa in modo che diventi tutto più bello, quindi tutto più Green”.

Qual è il tipo di scarpa che secondo te è la più bella, quella più attuale, quella più ricercata?

Secondo me la decolleté. Può essere portata di giorno o di sera, sul classico non si sbaglia mai”.

Stavamo dicendo che la decolleté è la calzatura forse più iconica, che va sempre, di giorno, di sera, a qualsiasi età e in qualsiasi occasione, quindi è forse anche il prodotto che vendete di più?

Si sicuramente, sarà il prodotto da cui ci aspettiamo un maggior risultato, anche se gli altri modelli sono molto belli, più che altro molto appariscenti”.

Quali sono i materiali che prediligi per le tue collezioni?

Scelgo i materiali molto accuratamente. In questa collezione ho scelto dei pigmenti che danno una luce molto bella al prodotto ed esaltano il piede”.

Da un po’ di tempo hai intrapreso un rapporto di collaborazione con lo stilista Luigi Borbone ed è proprio con lui che ha creato questa ultima collezione…

Si, l’ho conosciuto tramite mia zia e da lì è nato subito un feeling. Ci siamo messi all’opera, siamo andati a Milano, siamo andati a fare una ricerca approfondita per poi creare i nostri gioielli”.

Hai dei riferimenti social?

Si il mio contatto Instagram è Villani Moda”.

Quali sono i valori che senti di condividere con Luigi Borbone, lo stilista con cui hai realizzato l’ultima collezione e con il quale hai sfilato a Via Veneto?

La stessa volontà di rendere felici le persone che indossano i nostri indumenti, lui con l’abbigliamento io con le scarpe e la forza nel voler fare sempre meglio”.

Prossimi progetti?

Giovedì 18 maggio ci sarà uno showroom dedicato alla collezione che si terrà all’ Hotel Palace a Roma. Siete tutti invitati dalle 10:30 fino alle 9:30 di sera. L’evento sarà ad ingresso libero”.

Se le persone volessero acquistare i tuoi prodotti, dove possono trovarli?

Si possono acquistare on-line su www.villanimoda.it”.

Ad un giovane che vuole intraprendere una carriera come la tua che consiglio daresti?

Non deve aver paura, deve rimanere sempre concentrato sui propri obiettivi e crederci, perché poi dopo il panorama è fantastico”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Paolo Novi, Destination Manager dell’Alta Ciociaria a “Sempre più in Forma Green”

Paolo Novi, Destination Manager dell’Alta Ciociaria a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 16 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Paolo Novi, Destination Manager dell’Alta Ciociaria.

Io ti conosco bene perché ci conosciamo da tempi non sospetti e so tutto il grande lavoro che fai con la tua azienda, ma in questa occasione voglio chiederti quali sono le attività che state portando avanti per lo sviluppo dell’area dell’altra Ciociaria…

È un lavoro molto impegnativo che riguarda la promozione per il turismo leisure, quindi vacanze che possono essere realizzate in questa area che è la parte settentrionale della Ciociaria. È un territorio vasto che comprende oltre tredici comuni e che va da Ferentino fino a Ceccano, dove naturalmente promuoviamo le cose più interessanti che esistono in questo territorio; tra queste sicuramente l’outdoor che è uno degli elementi più interessanti e di relax, integrato con l’offerta di Roma che è una città meravigliosa, ma che magari ha lo stress della metropoli. Oltre l’outdoor che può essere vissuto sia a piedi, in bicicletta, a cavallo in base ai trend che sono molto in voga in questo periodo, altro elemento fondamentale è l’enogastronomia. Questa è un’area piena di prodotti importanti, ma non dobbiamo dimenticare la cultura e tutto ciò che esiste in questa terra, poi naturalmente anche proprio il benessere e la salute per tutte le parti legate al termalismo e al recupero della efficienza fisica”.

Sono tutti temi assolutamente attuali quando si parla di benessere, quando si parla di stare bene, che poi passa proprio attraverso sia il buon cibo, ma anche le terme che sono parte integrante del territorio…

Certamente, però è importante abbinare a questo che è un asset storico del territorio gli altri elementi che ne costituiscono un corollario fondamentale, e che forse più che cose da vedere dobbiamo dire come fruirne; questo forse è la parte innovativa della proposta e che ci piace tanto”.

Quando le persone vengono coinvolte e scoprono il territorio che hanno intorno l’apprezzano ancora di più, non rimangono indifferenti…

Forse sulla Ciociaria va anche fatto un lavoro non limitandoci all’Alta Ciociaria, e qui mi piace dire che lavoriamo in grande integrazione con le altre DMO della Ciociaria fin dall’inizio. Ricordo che è un programma che è stato finanziato dalla regione Lazio, e quindi siamo in accordo con gli altri. Cerchiamo di fare ragionamenti sull’intera Ciociaria e di far riemergere un brand che forse è conosciuto dagli appassionati, ma non dal grande pubblico”.

Stefano Soglia, Destination Manager del Lazio Meridionale a “Sempre più in Forma Green”

Stefano Soglia, Destination Manager del Lazio Meridionale a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 9 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Stefano Soglia, Destination Manager del Lazio Meridionale.

Fai un lavoro straordinario, in un luogo straordinario che è il Lazio Meridionale e mi piacerebbe che raccontassi quali sono le vostre attività…

È una zona molto bella e importante. Siamo nell’area a ridosso dei confini con la Campania, nelle provincie di Frosinone e Latina, tra il Parco dei Monti Aurunci nella parte interna sul cassinese, fino ad arrivare Gaeta, Sperlonga, Minturno. Le nostre attività non si riferiscono solo al mare, ma vertono anche in tema di emergenze naturalistiche e culturali. Questo è un po’ l’asse su cui ci stiamo muovendo per quanto riguarda il turismo di quella zona, sia outdoor con il cicloturismo e sport acquatici, sia culturale a partire dall’archeologia nei tanti siti archeologici del territorio come la Tomba di Cicerone, fino ad arrivare a Montecassino che riguarda la nostra storia più recente”.

Ti va di parlarmi degli obiettivi a medio-lungo termine che state portando avanti per lo sviluppo di quest’area. Avete delle attività alle quali possiamo già partecipare? Insomma, raccontaci un po’…

Il ruolo della Destination Management Organization che dirigo e che è stata fondata anche da altri input della Regione a partire dal 2022, è quello di sviluppare i prodotti turistici nel senso stretto, ossia quelle che sono delle risorse potenziali e trasformarle in qualcosa di fruibile, e quindi se è la natura per esempio il noleggio di biciclette, se è la cultura le visite guidate oppure esperienze a volte anche adrenaliniche come può essere quella che si fa sul fiume Gari con il rafting”.

Possiamo dire che ci sono attività destinate ad ogni fascia d’età e anche ad ogni fascia di prestanza fisica, perché anche le persone meno allenate possono comunque fare una passeggiata in tranquillità, invece quelle un po’ più sportive fare delle attività che richiedono più energia. Inoltre anche gli appassionati di cultura possono venire a scoprire questi luoghi senza dover fare tantissimi chilometri a piedi. Direi proprio per ogni gusto, per ogni età, per ogni esigenza…

Il nostro vantaggio è quello di essere a cavallo tra due grandi direttrici, una è il Cammino di San Benedetto che passa nell’entroterra e arriva a Montecassino, e l’altra è la Francigena e la Via Appia che invece corrono sulla costa. Ci sono chiaramente le direttrici anche ferroviarie, in modo da poter effettuare cammini ed escursioni anche parziali di un’ora partendo per esempio da Roma o da Napoli. Il nostro ruolo è proprio quello di progettare, integrare e sviluppare questi luoghi in un’ottica innovativa, e tenere insieme pubblico e privato per fare al meglio questo lavoro”.

Alessandra Rosci, Style Expert e fondatrice di Be Proud a “Sempre più in Forma Green”

Alessandra Rosci, Style Expert e fondatrice di Be Proud a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 9 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Alessandra Rosci, Style Expert e fondatrice di Be Proud.

La tua attività di consulenza di immagine si chiama Be Proud e ha come logo la rappresentazione di un tulipano. Tutto ciò che significato ha?

Ho scelto questo nome che in Italiano significa Essere Orgogliosa proprio come simbolo di forza, perché la mia mission è quella che, alla fine di un percorso insieme alla cliente, però ci tengo a ricordare che la consulenza di immagine è anche per i maschietti, questa abbia acquisito la consapevolezza di vedersi bella, sicura e soprattutto orgogliosa di sè stessa dentro e fuori. Per me è molto importante che insieme alla cliente riusciamo a trovare un equilibrio tra il suo essere interiore ed esteriore, perché a volte queste due parti non combaciano e quindi, in questo caso entra in gioco la mia figura per far capire alla cliente il suo valore e la sua unicità. Ho scelto poi di abbinare Be Proud all’immagine di un tulipano primo perché è il mio fiore preferito, poi perché nel linguaggio dei fiori il tulipano ha dei significati bellissimi: indica determinazione, forza, fama, ricchezza, bellezza e amore, verso sè stessi e verso gli altri. Anche il colore di Be Proud che ho scelto è stato intenzionale, perché il rosa shocking comunica forza, potenza, ma allo stesso tempo gentilezza e sensibilità, dei valori fondamentali nella mia vita. Con Be Proud volevo comunicare un’immagine forte e soprattutto un messaggio ben preciso. Infatti il mio motto è Be Proud and Shine with Beauty, ossia Sii orgoglioso di te stesso e risplendi di bellezza”.

In questa trasmissione trattiamo tante tematiche, ma soprattutto parliamo di sostenibilità. Se una persona viene da te per una consulenza, poi deve buttare via tutto il suo armadio? Ci sono delle azioni sostenibili che possiamo fare con i nostri vestiti, rimanendo pur sempre alla moda?

Sento dire molte volte questa cosa, però ovviamente è una diceria, perché in realtà anche la mia professione mi porta ad essere molto attenta alla sostenibilità e soprattutto a cercare di comunicare anche alle mie clienti alcune azioni sostenibili che possono tenere. Una volta che la cliente ha acquisito tutte le conoscenze che riguardano la sua immagine, il lavoro ormai è fatto. Quindi non sarà più portata a fare acquisti di impulso con abiti che le danno una soddisfazione iniziale e che alla fine rimangono nel suo armadio inutilizzati, e in questo caso si parla in termini di Neurofashion di Dopamina Dressing, ma la cliente cercherà di fare acquisti consapevoli, pensati e più mirati, ma soprattutto che le diano un benessere a lungo termine, in questo caso si parla di Serotonina Dressing. Tutto questo per dire che la cliente quindi dopo la consulenza di immagine acquisterà meno, inquinerà di meno e avrà un armadio funzionale e sicuramente più sostenibile”.

Quindi la regola è comprare degli abiti che si sa si indosseranno per più volte, già questo è più sostenibile…

È più facile poi anche fare gli abbinamenti nel nostro armadio. Dunque le altre azioni sostenibili da fare sono: acquistare bene, acquistare capi che effettivamente si utilizzano, cercare di mixarli e matcharli tra loro in maniera giusta, e poi leggere l’etichetta”.

Uno dei servizi che tu offri alla tua clientela è quello di Psicologia del Colore. È vero che un colore può influenzare lo stato d’animo di una persona?

I colori influenzano assolutamente le nostre emozioni, un po’ per rimanere in tema come fa la musica. Questo servizio è proprio studiato per quelle persone che per esempio hanno un colore preferito e vogliono scoprire come inserirlo nella loro palette e crearci poi degli abbinamenti, oppure per quelle persone che vogliono comunicare un messaggio ben preciso, e quindi in questo caso il colore aiuta tantissimo”.

Tu vedi anche dei cambiamenti a livello di umore quando indossano il colore giusto?

Lo vediamo nella quotidianità. Quando indossiamo il colore che ci piace o il nostro colore preferito abbiamo un umore diverso. Invece per esempio una persona che indossa il colore grigio vuol dire che tende un po’ a volersi mimetizzare, oppure magari sta affrontando un periodo particolare della sua vita e quindi non vuole mettersi in primo piano”.

Invece io oggi che sono vestita da ape?

Il giallo ha un significato psicologico. Sicuramente è un colore che esprime solarità, gioia, allegria, però se lo vediamo sui cartelli stradali indica il pericolo, oppure viene considerato come un colore che può far trasparire gelosia o addirittura superficialità nella persona che lo sta indossando, quindi ha anche un risvolto negativo”.

Uno degli argomenti molto discussi attualmente è quello della Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che ha affermato, nella sua intervista a Vogue, di avvalersi della figura di una Personal Stylist che cura i suoi look e per la quale è stata molto criticata. Sono curiosa di conoscere la tua opinione a riguardo…

Innanzitutto noi consulenti di immagine dobbiamo ringraziarla, perché ci ha fatto una grande pubblicità. Sinceramente leggendo l’intervista non mi sono poi stupita del fatto che lei avesse detto di farsi curare l’immagine, perché se guardiamo allora verso il panorama politico americano dei vari presidenti e delle first lady o addirittura la casa reale inglese, vediamo una forte attenzione alla comunicazione strategica che viene fatta attraverso l’abbigliamento. Se vogliamo dirla tutta, c’è stato un vero e proprio accanimento su questa questione, quando lei nell’intervista ha toccato anche argomenti importanti come il lavoro, la giustizia sociale e addirittura per rimanere in tema l’ambiente”.

Se qualcuno volesse fare una consulenza con te dove può trovarti?

Mi potete trovate su Instagram e Facebook con il nome di Be Proud Official e mi trovate sia a Roma che nella zona dei Castelli Romani”.

Nuala Oliveira, Make-up Artist a “Sempre più in Forma Green”

Nuala Oliveira, Make-up Artist a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 2 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Nuala Oliveira, Make-up Artist.

Docente di Trucco Correttivo, Trucco Sposa, Trucco Etnico, Trucco Fotografico, Trucco Moda e Truccatrice Professionista. Hai fatto della tua professione uno stile di vita. È una passione che è diventata un lavoro…

È iniziato come una necessità. Io volevo cambiare quello che facevo prima, perché lavoravo come modella. Ero già grande per fare la modella e mi sono detta che dovevo provare altro. Ho provato qualcosa che era vicina a quello che facevo prima, ossia lavorare nella moda, così ho decido di lavorare come Truccatrice nella moda. Poi ho avuto un’evoluzione, sono diventata anche mamma e ho iniziato a vedere il mondo in modo differente. Ho intrapreso così la strada dell’insegnamento e a tramandare quello che avevo imparato”.

Ti piace insegnare?

Tantissimo, io amo insegnare”.

Tu hai origini brasiliane e hai cominciato a fare la modella in Brasile. Ti piaceva fare di più la modella o la truccatrice?

Adesso la truccatrice”.

Tu sei una Make-up Artist sostenibile. Quanto è difficile essere green nel mondo del make-up?

È difficilissimo. Io faccio proprio un appello, chiedo alle case di produzione grandi e professionali di creare degli imballaggi green. Il problema è che si possono trovare dei prodotti bio e green, però è molto più facile per uso personale, perché gli imballaggi sono piccoli. Invece noi professioniste abbiamo bisogno di palette e gamme intere di prodotti e gli imballaggi non sono per niente sostenibili”.

Mi piacerebbe che tu dessi qualche consiglio su come essere green anche a casa. Cosa si può fare per rispettare l’ambiente?

C’è un marchio di pennelli che si chiama Eco-Tools i cui manici di questi pennelli sono creati con il bambù. Questo è un legno che ha una crescita molto veloce e quindi a differenza di altri alberi, una volta tagliati crescono rapidamente, senza andare così ad impattare in modo negativo sull’ambiente. Inoltre questi pennelli sono doppi, hanno le setole da ambo i lati. Perciò con un unico bastoncino di bambù si hanno due tipi di pennelli. Essere green non significa spendere tanti soldi. Per esempio ci sono dei cotton fioc che si possono comprare al supermercato che non solo il packaging è formato da carta riciclata, ma anche i bastoncini stessi sono realizzati con altrettanti materiali da riciclo, assolutamente biodegradabili. Inoltre per noi truccatori ci sono dei tools che utilizziamo per mettere il mascara alle clienti che sono in silicone e monouso, però non sono usa e getta, si possono lavare e riutilizzare”.

Ti va di darci qualche tuo contatto?

Mi trovate su Instagram con il nome Nuala Make-up Artist e anche su Facebook”.

Se una persona volesse seguire un tuo corso, dove stai insegnando in questo momento?

Sto insegnando in una scuola di estetica in Umbria che si chiama Form & Job. Mi piace trasmettere tutto quello che ho dentro. Vado a dormire felice quando so che ho aiutato una persona a sentirsi più a suo agio”.

Tu hai attraversato le diverse fasi, cioè sei stata prima truccata e poi sei diventata truccatrice. Questo è sicuramente un valore aggiunto perché capisci delle problematiche maggiori…

Si giusto. Tante modelle me lo dicono, perché faccio in modo di farle sentire a loro agio. Tante volte succede che le modelle vengono trattate con poca umanità, mentre dobbiamo sempre considerare che sono degli esseri umani anche loro”.

Qui entriamo in un ambito che è quello di usare le persone per un determinato scopo e non vedere la persona che c’è dietro. È un po’ la malattia dei nostri tempi. Invece tu sei una persona molto sensibile rispetto a questi temi…

Ti ringrazio tanto per il complimento”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

 

Federico Campoli, Destination Manager Organization Ciociaria, Valle di Comino a “Sempre più in Forma Green”

Federico Campoli, Destination Manager Organization Ciociaria, Valle di Comino a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 2 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Federico Campoli, Destination Manager Organization Ciociaria, Valle di Comino.

Sei Destination Manager Organization Ciociaria, Valle di Comino. In questo splendido angolo del Lazio meridionale, a due passi da Roma e Napoli, al confine con Abruzzo e Molise, quali sono le iniziative, le azioni e i progetti di sviluppo turistico e territoriale che porti avanti?

Una nuova destinazione turistica in crescita davvero affascinante e tutta da scoprire. La Valle di Comino è una valle che si trova nel Lazio meridionale vicino Roma, al confine con Abruzzo, Molise e Campania distante poco più di un’ora sia da Roma che da Napoli. Un luogo che è stato abitato per millenni da uomini e donne che hanno saputo preservare il proprio paesaggio”.

Stai facendo un lavoro notevole non solo dal punto di vista turistico, ma anche naturalistico per preservare questi luoghi e farli conoscere…

Ci sono tanti panorami bellissimi: borghi, castelli, monasteri di grande pregio che celano anche molti segreti. Le persone della Valle di Comino hanno saputo preservare negli anni anche le colture che sono delle DOP importanti che abbiamo nel nostro territorio, che vendiamo in tutto il mondo e che soprattutto serviamo nei nostri piatti. Le tradizioni agropastorali che si vedono e si percepiscono, segnano fortemente l’identità di questi luoghi. Quindi, enogastronomia, cultura, ma soprattutto natura, perché la Valle di Comino è parte integrante del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ed è una ricca rete di sentieri, dai più complicati e tecnici, fino a quelli più semplici per le famiglie, accessibili a piedi, in bicicletta e a cavallo. La DMO che è un nuovo strumento di gestione turistica del territorio, sta decisamente implementando questa rete di sentieri. Veniteci a trovare in Valle di Comino e vi invito a visitare il sito web www.dmociociariavalledicomino.it”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Letizia Lanzarotti, in arte Lady Be a “Sempre più in Forma Green”

Letizia Lanzarotti, in arte Lady Be a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 2 maggio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Letizia Lanzarotti, in arte Lady Be.

Hai inventato una nuova tecnica artistica, denominata Mosaico Contemporaneo. Come ti è venuta questa idea e in che cosa consiste?

È un’idea che mi è venuta più di dieci anni fa, quando ancora si parlava poco di riciclo, green e sostenibilità. Io ho sempre avuto l’idea di raccogliere tutti gli oggetti, nello specifico gli oggetti appartenuti alla mia infanzia e adolescenza come involucri di make-up, bottoni, tappi, penne, giocattoli e poi di dividerli per colore e di usarli come tasselli per comporre un mosaico. Così ho iniziato a realizzare dei volti, delle composizioni. Ho fatto studi artistici, ho imparato la tecnica della pittura e del mosaico e così ho iniziato ad incollare questi oggetti per fare dei volti conosciuti. Sono effettivamente dei mosaici composti da materiali di riciclo. Nel corso degli anni ho cominciato a collezionare questi materiali, a farmeli portare da amici e parenti, a raccoglierli nelle scuole e nei mercatini. La mia arte si è fatta conoscere a livello internazionale. Ho iniziato ad esporre le mie opere, sono piaciute e hanno ottenuto diversi consensi. Le mie sono opere d’arte che tutti comprendono, non bisogna essere esperti d’arte per capirle, ma tutte le persone che si avvicinano riconoscono gli oggetti di cui sono composte. Il messaggio della plastica e del riciclo è quello che colpisce di più, perché effettivamente sono i materiali di recupero che trovano una nuova vita nell’opera d’arte”.

Vedendo le tue opere da lontano non ti rendi subito conto che sono composte da tanti pezzi…

Le persone quando le osservano da una certa distanza le vedono appesi alle pareti dei musei, ma anche delle gallerie d’arte, dei luoghi espositivi e pensano che siano comunque dipinte. Invece quando si avvicinano e si accorgono che sono dei mosaici, rimangono stupefatte”.

Le tue opere d’arte hanno una loro vita, una loro anima. A volte queste opere acquistano anche un impatto sociale come per esempio la Barbie con il volto tumefatto…

Il volto perfetto della Barbie in cui quasi tutte le donne si identificano colpisce perché viene presentata con i segni della violenza. Con i miei oggetti in plastica ho voluto realizzare questo occhio un po’ macchiato come se avesse ricevuto un pugno e anche la bocca malmenata. È stata un’opera che ho fatto nel 2016 e ha avuto un impatto molto forte sulla stampa e sui social. Quello che ho voluto trasmettere è che la cosa importante che ogni donna dovrebbe fare è parlare, denunciare”.

È molto bello che con la tua arte che è dedicata al rispetto della natura, dell’ambiente, del recupero, del riciclo, poi incontri delle tematiche così forti ed importanti come quella della violenza di genere. Riesci a trasmettere dei concetti differenti con un’unica opera. Io la trovo una cosa molto interessante questa…

Di base c’è sempre il tema del riciclo che già di per se è un argomento sempre attuale, e poi è bello dare dei messaggi perché un’artista non può rimanere indifferente rispetto a quello che succede nel mondo ogni giorno”.

Una curiosità, perché hai scelto la plastica in particolare?

Inizialmente le mie opere erano un assemblaggio di tutti i materiali di recupero, però dopo poco ho deciso di selezionare la plastica perché è veramente il materiale più discusso. È quello che provoca le microplastiche che sono quelle che causano l’inquinamento più grave nei mari e negli oceani. La plastica è un materiale molto discusso, ma anche da valorizzare. Bisogna semplicemente farne un corretto utilizzo e smaltimento, perché la plastica anche in ambito medico e sanitario ha tantissime applicazioni che permettono di rispettare in modo positivo le norme igieniche e di limitare i contagi. Bisognerebbe evitare l’uso di plastiche monouso e farne veramente un utilizzo virtuoso. Io voglio anche celebrare la bellezza della plastica con i suoi colori brillanti, le sue proprietà che durano nel tempo, in quanto è un materiale che non subisce variazioni. È stata perciò una scelta mirata e studiata”.

Ti va di dare qualche riferimento social?

Mi trovate su Instagram come Letizia Lady Be, su Facebook come Lady Be Art e sul sito web www.ladybeart.com”.

Ci saranno dei prossimi appuntamenti in cui i nostri ascoltatori potranno interagire con te?

Attualmente le mie opere sono un po’ dappertutto sia in Italia che all’estero. Ci sono quattordici opere esposte a Vienna fino al 13 maggio e poi dal 2019 al Terminal 1 di Milano Malpensa sono presenti dieci opere sul tema della musica. Inoltre nel mese di settembre le mie creazioni si troveranno all’Ariston di Sanremo”.

Sono ormai un po’ di anni che porti la tua arte nelle città più importanti di tutto il mondo come New York, Londra, Parigi, Berlino, Barcellona e tante altre. Sei orgogliosa di questo traguardo? Cosa si prova ad essere riconosciuta a livello internazionale?

Per assurdo ho iniziato prima all’estero che in Italia. Sembra che in Italia si debba sempre prima farsi conoscere e poi ritornare. Effettivamente sono più di dieci anni di carriera e ho avuto tante soddisfazioni, devo ringraziare di cuore tutti i luoghi che mi hanno ospitato”.

 

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Andrea Bellezza, Direttore della Destination Management Organization “Terre di Otium” a “Sempre più in Forma Green”

Andrea Bellezza, Direttore della Destination Management Organization “Terre di Otium” a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 18 aprile per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Andrea Bellezza, Direttore della Destination Management Organization “Terre di Otium”.

Un unico territorio, lontano dal turismo di massa e sei luoghi tutti da scoprire. Ti va di raccontarci un po’ questa terra?

È doveroso usare il plurale, perché è un team che ha creato questo progetto, una rete di operatori appassionati che alimentano la filiera di valore del turismo in una visione espansa, esclusiva e che possa portare crescita culturale sul territorio. Una rete di operatori che insieme alla Regione Lazio hanno avviato un programma intenso di investimento verso questo tipo di organizzazione, ossia le DMO e creandone alcune a seguito di un progetto regionale cui noi abbiamo aderito, che abbiamo vinto e che stiamo portando avanti. Le DMO hanno la missione di valorizzare in termini strategici, imprenditoriali, di business e culturali le aree che hanno un alto potenziale in termini turistici, come è sicuramente il territorio DMO “Terre di Otium”, che contempla due ville patrimonio dell’UNESCO quali Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli. Il Comune di Tivoli è capofila, poi abbiamo il Comune di Guidonia che ospiterà a breve la Rider Cup e altri operatori minori, ma non per questo meno importanti e molto attivi”.

La cosa interessante è che ci si può divertire a creare il proprio viaggio ideale…

Si, c’è una varietà di diverse opportunità che accontenta differenti segmenti di riferimento o buyer personas come si chiamano attualmente, che ci consentono di muoverci da un’offerta più tradizionale e strutturata fino ad arrivare al TTG Travel Experience, una delle più importanti fiere italiane sul turismo che abbiamo presieduto insieme alla Regione, arrivando a definire “unbound” un viaggio esperienziale meno strutturato che si connette perfettamente con il concetto arcaico, ma ancora molto attuale di otium creativo, ossia di riposo, ma di un riposo dinamico che consente di alimentare la mente, lo spirito e il corpo”.

Organizzate anche tanti eventi. Quali sono i prossimi in programma?

Un evento che ci tengo a sottolineare è questa formazione itinerante che sta per partire, un progetto molto interessante che è stato costruito e progettato insieme agli operatori della filiera per andare ad intercettare direttamente i bisogni e le opportunità di tutti gli associati coinvolti e dei loro partner, quali attenzione al territorio, all’ospitalità, alle nuove tecnologie, ai nuovi linguaggi e ai nuovi segmenti. Questo è un progetto di crescita territoriale che si muove nei territori e va direttamente anche in quelli più periferici. Anche recentemente ci siamo mossi con vari eventi: abbiamo collaborato con ENIT (l’Agenzia Nazionale del Turismo) e AEREOMEXICO (la compagnia aerea di bandiera del Messico) per l’apertura della nuova tratta diretta Roma-Città del Messico”.

 

ASCOLTA L’INTERVISTA

Luigi Gabriele, Presidente di Consumerismo a “Sempre più in Forma Green”

Luigi Gabriele, Presidente di Consumerismo a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 18 aprile per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Luigi Gabriele, Presidente di Consumerismo.

Il Parlamento Europeo si appresta ad approvare le nuove leggi per contribuire a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030…

Pensate che dieci anni fa era il 20%. Solo il 35% di differenza e sapete perché? Perché il cambiamento climatico si fa sentire. Vi siete accorti che queste settimane una volta fa caldo, una fa freddo e ci si ammala un po’ di più? Insomma il clima non è più stabile. Avete mai sentito parlare dell’effetto battito di farfalla? Se c’è un battito di ali di una farfalla in una parte del mondo, poi dall’altra parte si potrebbe generare addirittura un effetto catastrofico. Quindi noi facciamo l’effetto farfalla al contrario. Inizia l’Europa a dare il buon esempio e soprattutto a rimediare al cambiamento climatico attraverso la mitigazione. Dunque l’obiettivo europeo è quello di arrivare ad una riduzione del 55% delle emissioni su base europea entro il 2030. Un obiettivo apprezzabile e perseguibile. Vi invito a seguire questo straordinario scienziato svedese Johan RockStrom, che ha effettuato un’analisi rispetto a quello che stiamo generando chiamata “Superamento Oltre i Limiti”. Lui ha dimostrato come basterebbe molto poco, con cinque semplici passaggi fatti da ognuno di noi, per abbattere entro i prossimi dieci anni le emissioni di questo valore, ovvero il 55%. Come? Per esempio, piantando un albero”.

Il Parlamento approverà le prime normative UE che rendono tracciabili i trasferimenti di crypto attività per prevenire il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro…

Il fatto che andassero regolamentate le crypto valute era ovvio. Sebbene qualche crypto valuta risulta essere una bufala, non possiamo non pensare ad un futuro in cui in effetti la moneta elettronica sarà crypto moneta. Stiamo andando verso una valuta europea di natura digitale e quindi questo richiede che per far in modo che una moneta sia valida, debba essere accettata e dunque regolamentata. Non mi sento tra quella categoria di persone che dice che le crypto valute vengono utilizzate per attività losche nel dark web come per effettuare scambi di cose illecite, io penso invece che sia necessario in questo momento andare a fare una vera e propria ripulita delle crypto attività attraverso una seria regolamentazione europea. L’UE si occupa di tante questioni, pensate che l’85% delle norme nazionali sono di derivazione europea ed è da un bel po’ che non prendiamo una decisione su base nazionale. Ogni tanto qualcuno cerca di inventarsi un disegno di legge che poi rovinosamente cade nel nulla, ma tutto quello che facciamo, la vita del quotidiano, la legislazione quotidiana del nostro Paese per l’85% viene da base europea”.

Voglio parlare adesso del carica batterie universale. Entro la fine del 2024 tutti i telefoni cellulari, tablet e le fotocamere dovranno essere dotati di una porta di ricarica USBC nell’Unione Europea…

Pensate che ogni anno facciamo ventiduemila tonnellate di rifiuti di piccoli elettrodomestici su base europea. Sono una quantità incredibile. Sembrerebbe una piccola azione, ma in realtà uniformare i cavetti dei dispositivi elettronici che richiedono di essere caricati è un’azione importante e soprattutto ecologica, perché si fa in modo di non creare una quantità di rifiuti enorme. Così con un unico cavo si può ricaricare ogni tipo di device elettronico. Per fortuna la Commissione Europea valuta anche aspetti della vita quotidiana che potrebbero apparire superficiali, ma in realtà sono estremamente importanti. Vi invito ad andare a contare quanti cavetti avete dentro casa e vi accorgerete che ne avrete almeno più di dieci”.

Volevo dare i tuoi riferimenti ai nostri ascoltatori. Dove possono trovarti?

Mi trovate il venerdì mattina alle ore nove su Uno Mattina con il programma “La Finestra dei Consumatori” condotto da Massimiliano Ossini. Inoltre potete visitare il sito web www.consumerismo.it dove potete trovare tutti gli articoli che riguardano argomenti sulla sostenibilità. Sono anche sui social sia su Instagram che su Facebook con le pagine di Consumerismo”.

 

ASCOLTA L’INTERVISTA

Tamara D’Andria, consulente d’immagine specializzata nel settore bridal a “Sempre più in Forma Green”

Tamara D’Andria, consulente d’immagine specializzata nel settore bridal a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 11 aprile per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Tamara D’Andria, consulente di immagine specializzata nel settore bridal.

Qui al mio fianco c’è una donna dai mille talenti, Tamara D’Andria. Dovete sapere che lei oltre ad essere bellissima tanto da essere stata una modella che ha calcato le più importanti passerelle della moda, ha anche creato la sua formazione in campo di stile. Ti è servita anche quella esperienza?

Si assolutamente. Mi sono avvicinata al mondo sposa proprio perché ero già inserita all’interno, quindi è stato più facile per me come consulente d’immagine e bridal stylist”.

Oggi Tamara D’Andria è una consulente d’immagine specializzata nel settore bridal, fashion e business ed è anche insegnante di Image Consulting in importanti accademie in Italia. Quindi un’esperienza davvero straordinaria quella che tu regali alle tue clienti/amiche…

Si molte di loro diventano amiche. Ci chiamiamo, ci mandiamo messaggi. Molte delle mie clienti dopo che hanno una nascita, mi mandano le foto del battesimo. Nasce veramente un bellissimo rapporto”.

Questo si vede anche nel lavoro che fai, perché riesci davvero ad interpretare i gusti di ogni persona che tu incontri…

Giusto, anzi giustissimo. Tutto personalizzato”.

Negli anni 2000 inizi la tua carriera di modella e fotomodella per grandi stilisti internazionali, poi ti evolvi e ti specializzi nel campo della sposa. Perché questa scelta di specializzarti in questo mondo così particolare?

Nel 2011 apro un blog di moda, dove attraverso questo blog raccontavo tutto quello che accadeva dietro le quinte, ma volevo andare oltre. Mi specializzo così come consulente d’immagine, ma visto che non mi fermo mai nel 2014 decido di intraprendere la carriera di bridal stylist, perché mi capitò di assistere alcune mie amiche ai loro matrimoni, quindi iniziai a capire che alcune spose hanno proprio bisogno di una figura importante come quella della bridal stylist”.

Avere a che fare con le spose non deve essere affatto facile…

No, non nego che molto spesso mi capita dopo aver fatto l’assistenza nel giorno delle nozze, di finire il mio lavoro anche con un pianto, con uno sfogo. Sai ci sono tante motivazioni perché una sposa si può emozionare, magari in mancanza di un genitore, di un nonno o semplicemente perché è emozionata per quel giorno così importante. Il mio compito quindi è quello di assorbire le energie negative per poi trasmettere quelle positive”.

Il tuo motto è “siamo uniche, non siamo il copia incolla di nessuno”. Quali sono gli elementi su cui lavori con le tue clienti per mantenere la loro unicità?

Molte donne devono ancora scoprirsi nonostante magari siano più mature. L’importante è amare anche i propri difetti, io li chiamo caratteristiche del corpo in realtà, perché per esempio noi mediterranee soprattutto in Italia andiamo un po’ a nascondere quelle che sono alcune forme del nostro corpo come i fianchi, mentre invece dobbiamo ricordare che Jennifer Lopez ne ha fatto la sua fortuna. Quindi metto davanti, in base alle caratteristiche della mia cliente, delle celebrity per far vedere che in realtà quella particolarità può essere anche un bellissimo pregio che dobbiamo solo sapere come valorizzarlo”.

Il motivo per il quale ti ho invitato è quello di conoscere quali sono le nuove tendenze in campo sposa in anteprima…

Ho partecipato ad una grande manifestazione italiana che si chiama Rome Bridal Week alla Fiera di Roma dove hanno presentato in anteprima tutte le collezioni. Sono stata ospite oltre che per vedere le collezioni, per intervistare gli stilisti internazionali. Quindi ho avuto il piacere di conoscere in anteprima tutte le tendenze 2024. La moda bridal si è un po’ divisa, sta vivendo un cambiamento, perché le linee di design sono molto più contemporanee a differenza dei soliti abiti principeschi. Le spose si dividono in due parti: da una parte abbiamo le linee essenziali dove lavoriamo sulle geometrie, sulla semplicità e l’eleganza, dall’altra parte lavoriamo sugli abiti preziosi, sulle applicazioni. Non esiste più la sposa classica con il solito pizzo”.

Che novità ci sono in ambito ambientale? C’è il ritorno al vintage, all’armadio della nonna oppure c’è una riscoperta dei tessuti per esempio che non impattano sull’ambiente?

Nel Made in Italy stanno lavorando molto sull’impatto ambientale. Infatti si scelgono tessuti sostenibili, ma soprattutto stanno lavorando sulla manifattura del prodotto, come le sarte, la scelta del tessuto molto più ricercato. C’è molta ricerca, molta novità. Io la chiamerei la sposa del futuro. I colori rimangono sempre sul classico, avorio e bianco. Sono gli accessori che fanno la differenza, perché il velo lo vediamo molto meno e vediamo molto di più delle cinture molto alte anche con fibbie. Poi vediamo i manicotti, i colli e il tulle che lavora tantissimo sulle velette e sull’accessorio. Una sposa molto più moderna”.

Oltre a seguire donne di tutte le età, hai un’altra grande passione, quella di ricerca e creazione di nuovi materiali didattici, e infatti hai lanciato dei nuovi prodotti. Ti va di parlarcene un po’?

Ho iniziato a lanciare questi prodotti circa un anno fa quando le mie stesse allieve mi chiedevano prodotti. Così ho creato una linea di cornici per fare l’armocromia senza utilizzare i drappi. Sono delle cornici che, mettendole vicino al viso, la cliente si concentra di più sul viso anziché sul tessuto che mettiamo sul corpo. Avendo una cornice intorno al viso, il riflesso della cornice è totale su tutto il volto, e quindi possiamo vederlo ancora di più cambiare. Ci sono delle cornici per scoprire il sottotono, l’intensità, il valore e il contrasto. Con questo set andiamo a scoprire quale è la nostra stagione, dopodiché andiamo a scoprire quale è il sottogruppo sempre con l’utilizzo delle cornici”.

In questo periodo si sta sentendo parlare molto di armocromia, ma tu sei andata ancora di più in profondità, parlando non solo di colori, ma anche di forme, perché hai creato proprio dei tool ad hoc…

Sono delle mazzette dedicate alla consulenza di facial shape, quindi la forma del viso che tutte molte volte sottovalutiamo, ma in realtà è molto importante, perché quando conosciamo la nostra forma del viso, possiamo anche percepire quale è la scollatura che ci sta bene, da che parte portare la riga, se va bene una frangia o un ciuffo laterale, il taglio di capelli, gli accessori e soprattutto gli occhiali. Proprio qui volevo arrivare perché ho creato delle mazzette che rappresentano delle montature di occhiali per ogni stile e forma”.

Se volete scoprire di più in merito a questa grande occasione di conoscere la forma del proprio volto e il colore ideale, dove ti trovano?

Www.tamaradandria.it. C’è un servizio attivo anche tramite whatsapp. Potete scrivermi con massima tranquillità. Per chi è fuori Roma sono previste spedizioni veloci in ventiquattro ore e sono previsti anche quindici minuti di call dopo l’acquisto per la spiegazione dei prodotti”.

CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA

Massimo De Maio, consulente di comunicazione ambientale, professore universitario e uno dei fondatori del “Movimento per la Decrescita Felice” a “Sempre più in Forma Green”

Massimo De Maio, consulente di comunicazione ambientale, professore universitario e uno dei fondatori del “Movimento per la Decrescita Felice” a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 11 aprile per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Massimo De Maio, consulente di comunicazione ambientale, professore universitario e uno dei fondatori del “Movimento per la Decrescita Felice”.

Sei autore di diversi articoli e pubblicazioni sugli stili di vita per la corretta gestione dei rifiuti e aiuti le persone anche a trovare le azioni giuste per fare una perfetta raccolta differenziata. Inoltre tieni anche un corso universitario…

Sono un professore invitato della Pontificia Università Antonianum dove dallo scorso anno accademico tengo questo corso molto innovativo, che è un corso di laurea in Ecologia Integrale ed è il primo corso di laurea di questo tipo. Tutto parte dalle indicazioni di Papa Francesco nel Laudato Si, un documento che è stato scritto dal Santo Padre, ma è rivolto nelle premesse come dice lui a tutte le persone che abitano questo pianeta per invitarci a prendercene cura. Un documento che racchiude all’interno tante indicazioni importanti e parte da una cosa molto interessante, perché il Papa nella prima parte di questa enciclica assume tutte le evidenze scientifiche sull’inquinamento e sul riscaldamento del pianeta. In un passaggio preciso dice che ormai gli studi scientifici sono quasi unanimi sulla responsabilità che abbiamo noi con le nostre attività umane nel riscaldamento del pianeta. Da qui è partito il corso, ma la cosa importante è che il Papa dice che chi non crede al riscaldamento del pianeta ed è un credente, fa peccato”.

Parli non solo di sostenibilità ambientale e di rispetto per il nostro pianeta, ma anche di etica ed è importante perché diventa parte fondante del rispetto, perché parte tutto da lì alla fine giusto?

Si, non dobbiamo mai pensare che il problema ambientale si possa risolvere solo con una soluzione tecnica o tecnologica, c’è bisogno di altro. Io quando sento parlare di transizione ecologica ci rifletto sempre un po’, e penso che più di una transizione ecologica, abbiamo bisogno di una conversione ecologica, ossia di un cambiamento molto più profondo che riguarda proprio il nostro modo di guardare il mondo”.

Il tuo corso è nato proprio seguendo questa traccia…

Si, esattamente. Il corso di laurea nasce dall’ispirazione del Laudato Si e poi in realtà all’interno del corso io ho due insegnamenti, uno di questi è Dati e Meccanismi della Crisi Ambientale dove con gli studenti proviamo a sviluppare un pensiero complesso, un pensiero ecologico. L’ecologia è il pensiero della complessità, ossia ci richiede di fare delle connessioni tra quello che facciamo e gli effetti delle nostre scelte, anche in posti molto lontani da dove viviamo, ma anche fra cento anni. Con gli studenti cerchiamo di individuare dei fenomeni e di stabilire tutte le connessioni che ci sono ad esempio tra il consumo di carne e tutta un’altra serie di cose che vanno dalla povertà allo sfruttamento delle risorse nel sud del mondo, al riscaldamento del pianeta”.

Gli alberi sono uno degli elementi fondamentali per la nostra vita. Parlate anche di questi nel corso?

Ne abbiamo parlato in un incontro che abbiamo fatto qualche settimana fa dove abbiamo firmato un patto con la comunità islamica della Grande Moschea di Roma per sviluppare comunità energetiche rinnovabili. Il Professor Buffon ha fatto un interessante paragone tra i nostri edifici e gli alberi. I nostri edifici coperti di pannelli fotovoltaici sono come gli alberi che riescono ad utilizzare l’energia del sole gratuita che gli alberi utilizzano per fare la fotosintesi clorofilliana e che noi potremmo utilizzare in realtà per produrre localmente l’energia che ci serve ogni giorno per vivere”.

Le persone che escono dal tuo corso si spera ricopriranno dei ruoli importanti in questo campo…

Diventeranno dei facilitatori di processi perché hanno una visione molto ampia. È un corso transdisciplinare questo dove studiano dalla filosofia all’ecologia, alle materie giuridiche, perché in realtà i problemi ecologici non possono essere visti da un solo punto di vista, ma più complesso e sistemico. Per esempio chi si occupa di comunità energetica ricopre il ruolo di costruttore di comunità che è una nuova figura lavorativa”.

Io vorrei che tu ci dicessi dove i nostri ascoltatori possono incontrarti e ascoltarti…

Io per la verità ho un profilo Instagram, mi potete trovare con il nome massimo_demaio dove ogni tanto pubblico, ma non sono molto assiduo. Inoltre lunedì 17 aprile avremo un incontro in università dove presenteremo un libro che abbiamo scritto a più mani che è intitolato Nun Se Po Fa, Storie di Ecologisti alle Prese con Roma Capitale. Lo presenteremo in Via Merulana 124 a partire dalle 10:00 in aula A e si può assistere liberamente”.

Il corso di laurea è stato riconfermato?

Assolutamente sì, ci sono anche delle borse di studio che stiamo preparando. Sul sito www.antonianum.eu ci sono tutte le informazioni. E poi se seguite anche i social dell’università, ogni tanto lì vengono fuori tutti i progetti che sono generati da questo nostro percorso, per esempio a Taranto abbiamo un’impresa sociale, un incubatore d’impresa che abbiamo messo su con la Camera di Commercio di Taranto, poi c’è un festival molto carino che si farà quest’anno a Narni ed è partito da Amelia che si chiama Madre Terra Sorelle Stelle, perché coinvolge un convento che sta ad Amelia che ha anche un planetario all’interno. Così proponiamo di contemplare la bellezza del firmamento mettendo in relazione la scienza delle stelle e quella che c’è sulla terra, sempre in una visione integrale dell’ecologia”.

Pierluigi Marchionne, scrittore, attore, sceneggiatore, produttore – art director dell’Italia Green Film Festival a “Sempre più in Forma Green”

Pierluigi Marchionne, scrittore, attore, sceneggiatore, produttore – art director dell’Italia Green Film Festival a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 4 aprile per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Pierluigi Marchionne, scrittore, attore, sceneggiatore, produttore, creative & art director dell’Italia Green Film Festival.

-L’Italia Green Film Festival è arrivato alla sua quarta edizione e si terrà dal 14 al 23 aprile. Ce ne vuoi parlare? Come ti è venuta l’idea?

Io ero un viaggiatore solitario, andavo in giro per il mondo, vedevo delle cose meravigliose, però mi rendevo conto che queste cose come paesaggi naturali, laghi, montagne e tutto quello che è la bellezza del mondo probabilmente sarebbe scomparsa, perché purtroppo si sentiva dire già tanti anni fa che saremmo andati incontro ad una crisi. Allora cosa ho fatto? Io ero fotografo all’epoca e mi sono buttato sul cinema inteso come cortometraggi e documentari. Succede che un giorno realizzo un documentario e lo presento ai migliori festival europei. Così vado a Berlino, Lisbona, Cannes e mai, dico mai sono stato selezionato”.

Il centro di Roma si tingerà di verde con oltre 40 film selezionati tra le centinaia di opere in concorso arrivate da ogni angolo del pianeta. Sei orgoglioso di questo successo che il Festival ha ottenuto? Te lo saresti mai aspettato?

No in effetti. Ricollegandomi al fatto che avevo inviato il mio film in Europa, ma nessuno l’aveva preso in considerazione, da quel giorno in poi, ossia parliamo della fine del 2019 e inizio del 2020, decido di dar vita al primo Italia Green Film Festival. Nel giro di pochissimi anni siamo arrivati a tingere di verde Roma con centinaia di film provenienti da tutto il mondo. Incredibile”.

L’Italia Green Film Festival è un modo per sensibilizzare partendo da un’arte che è quella cinematografica che un po’ appartiene a tutti. Ci sentiamo tutti vicino a questa forma di espressione, e quindi forse hai trovato la chiave giusta per comunicare un tema così importante…

Esattamente, proprio così. Il cinema è la molla, la cultura, l’emozione, quello che viene dopo è l’educazione”.

Proprio di educazione volevo parlarti, perché il Festival si rivolge anche alle scuole perché da loro l’opportunità di aderire al progetto GreenFlix Edu in cui potranno approfondire e capire le problematiche ambientali e sociali con l’aiuto dei massimi esperti nazionali ed internazionali. Una bella iniziativa per le nuove generazioni…

Questo è il bello del Festival. Fino ad un certo punto questo è un Festival normale in cui videomaker e produttori ci inviano i loro film, c’è poi una giuria che li giudica, i migliori selezionati li mettiamo in proiezione e poi scegliamo i vincitori. Ma, bisogna dire inoltre che la piattaforma GreenFlix Edu che noi stiamo strutturando, non è solamente per l’Italia e per le scuole, ma per tutte quelle categorie di associazioni che si occupano di green. In pratica è un mondo che si apre al green”.

Parlare alle nuove generazioni vuol dire piantare quel seme che poi servirà a far nascere e crescere una cultura green, che è quella di cui abbiamo fermamente bisogno nella nostra società che si è un po’ lasciata andare ai consumi eccessivi…

Questi film sono molto importanti e rappresentano una documentazione eccezionale da offrire ai giovani, perché vengono dalla gente e sono tutti quei comportamenti, quelle sensibilità, quei modi di essere, di pensare che servono proprio a dare l’esempio ai giovani e a far capire che forse la parola rivoluzione oggi non è quella roba che si sente in giro, ma rivoluzione oggi significa tornare alle piccole cose, ai valori che c’erano un tempo e che invece si sono un po’ lasciati andare perché il troppo benessere a volte porta allo spreco”.

L’Italia Green Film Festival ha acquisito ormai un’importanza di portata internazionale tanto da aver ricevuto dall’Unesco il riconoscimento per l’Alto Valore Culturale e Didattico e dalla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola l’Alto Patrocino del Parlamento Europeo. Un bel traguardo non trovi?

Assolutamente sì, noi siamo orgogliosi del risultato e questo è la fatica e gli sforzi che abbiamo fatto in questi ultimi anni per far capire a chi si occupa di green in prima linea che questo Festival è dedicato a loro. L’UNESCO è un’agenzia dell’ONU e aver riconosciuto l’Italia Green Film Festival come Alto Valore Culturale e Didattico vuol dire che abbiamo raggiunto tutti i Paesi del mondo. Un bel traguardo considerato anche il riconoscimento ricevuto dal Parlamento Europeo che ha visto in noi un prodotto di assoluta qualità e di valore”.

I prossimi appuntamenti sono dal 14 al 23 aprile e mi stavi dicendo che avete il pienone quest’anno al Festival…

Si perché essendo il nostro soprattutto un Festival rivolto alle nuove generazioni, capite bene che questo è il periodo in cui si fanno le gite fuori porta per cui abbiamo tanti ospiti importanti che sono i giovani. Poi avremo diverse personalità che parteciperanno come anche alcuni speaker importanti”.

Mariangela Petruzzelli, giornalista internazionale, autrice Tv Rai e Presidente dell’Associazione MISS CHEF a “Sempre più in Forma Green”

Mariangela Petruzzelli, giornalista internazionale, autrice Tv Rai e Presidente dell’Associazione MISS CHEF a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 4 aprile per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Mariangela Petruzzelli, giornalista internazionale, autrice TV Rai e Presidente dell’Associazione MISS CHEF.

Lo scorso anno ti è stato assegnato il Premio Giuseppe Moscati in quanto ti sei distinta per essere risultata molto attiva in progetti di aiuto, solidarietà e legalità. Come è stato ricevere questo riconoscimento?

È stata una grande emozione, mi è stato conferito a settembre del 2022 e anche con donne che si occupano di cooperazione e di diritti civili a livello internazionale. Sono contenta di averlo ricevuto in terra di campagna dove sono nata e, questo premio giunto alla trentacinquesima edizione, mi ha conferito il riconoscimento della sezione giovani. Questo perché anche con l’associazione MISS CHEF di cui sono Presidente e che esiste dal 2012, ci impegniamo come lavoro di squadra, soprattutto al femminile, con grande buona volontà, ad aiutare anche le donne che sono vittime di violenza, di tratta, le donne emigrate e quelle che vivono all’estero, in un valore di formazione e cooperazione etica”.

Lavori sodo anche per la tutela delle donne contro violenze ed emarginazioni, tanto da essere stata nominata Presidente dell’Associazione MISS CHEF, promuovendo la dignità del lavoro in campo enogastronomico, agroalimentare, culturale e turistico…

Sono Founder e Presidente dell’Associazione dal 2012. È nata con una visione internazionale, partendo anche in rete con New York di cui siamo diventati brand di cucina e associazione diplomatica dal 2014, lavorando peraltro con le cucine afroamericane e domenicane. Abbiamo dato voce alle donne che grazie al lavoro della cucina, ma anche dell’impresa etica e dell’arte della cultura, sono riuscite ad uscire dalle violenze. Abbiamo collaborato con altre realtà in particolare con ‘Io Aiuto Libere Donne’, un’associazione che ha sede a Crotone. Inoltre, abbiamo dato vita all’Accademia Sociale di Cucina a Crotone nel Parco di Pitagora insieme alla Commissione Femminicidio al Senato. L’impegno di MISS CHEF è importante anche perché io ci metto anche la mia attività di inchiesta a tutela del lavoro per fa uscire queste donne da realtà difficili”.

MISS CHEF è un’associazione di promozione sociale e culturale e tante sono le iniziative che pone in essere. Ti va di parlarne un po’?

MISS CHEF racconta di donne Chef professioniste e di Home-Chef in Italia e all’estero soprattutto in un settore maschilista e anche molto maschile dove le donne hanno voce ridotta. Noi siamo nati proprio in questo valore di pari opportunità in modo molto importante. MISS CHEF parte da una competizione internazionale che è nata nel 2012 ad Ischia ed è arrivata nel 2014 a New York dove siamo brand di cucina diplomatica. Abbiamo peraltro lavorato per promuovere le cucine afroamericane e domenicane, soprattutto nel 2019 con tante ambasciate a Roma e in Italia, portando il messaggio anche a New York che è la città più internazionale dove ha sede L’ONU. Realizzare le competizioni e premiando la vincitrice con la fascia e il cappello è un modo provocatorio e intelligente di dire che le donne sono brave e belle. Noi diciamo che la cucina è donna. MISS CHEF facendo diventare Miss Chef Italia madrina dei nostri eventi anche con opportunità di lavoro serie, da alle donne concretezza nel campo del lavoro e della cooperazione degli scambi”.

Volevo parlare di come promuovi le donne Chef professioniste nel mondo e di tutti gli eventi di intrattenimento nella forma di show-cooking, competizioni, fiere, format televisivi che organizzi. Ti va di darci i prossimi appuntamenti?

MISS CHEF ha una lunga storia. Siamo presenti sul web con tante interviste e video. Se volete visitare il sito basta andare su www.misschef.net. Abbiamo due appuntamenti importanti a Roma. Questa sera all’ Eur faremo una gara in cui si incontreranno due Chef, una del Mozambico e una del Niger, con due donne Chef italiane dell’Associazione Mos Maiorum. Le sfidanti dovranno presentare un piatto della storia repubblicana di Roma, perché un tempo Roma conquistava l’Africa. Ci saranno delle giurie istituzionali e tecniche importanti e per la prima volta ci sarà una giuria composta tutta da donne. Il 5 aprile poi avremo una tavola importante sul valore d’impresa in Sala Zuccari a Palazzo Giustiniani, la sede del Senato della Repubblica. Si incontreranno imprenditoria con istituzioni sia internazionali che estere per dei progetti seri di cooperazione”.

La Marchesa d’Aragona, giornalista, scrittrice e critica del costume a “Sempre più in Forma Green”

La Marchesa d’Aragona, giornalista, scrittrice e critica del costume a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 28 marzo per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare la Marchesa Daniela del Secco d’Aragona, giornalista, scrittrice e critica del costume.

Sei una giornalista che affronta temi legati al sociale, al bel vivere, a tutto quello che è collegato al mondo della bellezza. Questa è una trasmissione che si riferisce alla sostenibilità. Volevo avere uno scorcio anche sociale da parte tua su come senti questo argomento…

È un diritto e un dovere di noi tutti mantenere il pianeta nel modo migliore. Sono assolutamente green in tutti i sensi e in tutte le direzioni. Sono anche una grandissima amante degli animali”.

Infatti sei un esempio di persona che ama gli animali e che li fa vivere in modo dignitoso e giusto, perché ricordiamo che molti li abbandonano…

L’abbandono è il più efferato dei comportamenti umani. Inoltre, tra poco arriverà la Pasqua e vorrei invitare tutti gli ascoltatori a non comprare l’agnello quest’anno, perché i cuccioli vengono uccisi dopo un solo mese di vita. Cerchiamo di non mandare avanti questa tradizione così dolorosa per queste povere creature”.

Sei una ricercatrice nel campo della dermocosmetica che ha creato prestigiose ed apprezzate linee anti aging. Mi fa piacere parlare anche di questo con te, perché molto spesso vieni vista come un personaggio televisivo, invece in realtà dietro la tua immagine c’è tanto altro…

La verità è che molte persone non sanno neanche che sono una giornalista, quando invece sono iscritta da trent’anni all’albo nazionale dei giornalisti della Lombardia. Ho scritto per tutte le più grandi testate e ho un background notevole tra televisione e carta stampata. Però ho sempre avuto un altro grande amore, quello della ricerca dermocosmetica. Ho avuto delle intuizioni, perché non sono ovviamente né una chimica farmaceutica o industriale e né una biologa, ma ho pensato a cosa si sarebbe potuto fare per fermare il tempo, cosa avremmo dovuto somministrare alla nostra pelle e mi sono domandata perché invecchiamo. Così, con l’intenzione di restituire alla nostra pelle elastina, collagene e acido ialuronico, insieme ai tecnici del settore, ho messo in atto queste mie intuizioni, creando delle linee preventive, intensive, antiaging, tutte su basi naturali, sempre rispettando la ecosostenibilità. Sono state persino testate da grandi Università e hanno riscontrato un notevole successo”.

Insieme a me un’Adorata presenza, perché questo è il suo cavallo di battaglia, la parola con la quale tutti la riconoscono e anche lei è ovviamente Adorata la nostra Marchesa d’Aragona…

Mi chiamano Adorata Marchesa. Ma c’è di più adorati miei, perché se andate su Wikipedia e cercate il termine Adorato, troverete che è una locuzione portata alla notorietà proprio da me, la Marchesa d’Aragona”.

C’è un’altra frase che ti contraddistingue: “La vita è soltanto una questione di stile”. E tu hai fatto dello stile un modo di essere, un modo di vivere, lo insegni addirittura e fai degli incontri che sono i famosi tè della Marchesa…

È diventato un vero e proprio format dove classe, stile ed eleganza vengono declinati in quest’ora magica dove si disquisisce di tutto, parlando a bassa voce. Bisogna fare due o tre passi indietro per poter andare piacevolmente avanti. Io sono molto affezionata al retaggio della mia vita, della mia famiglia, a tutto quello che mi è stato tramandato. Non c’è istante che non ringrazi la mia famiglia che mi chiamava Adorata. Perciò quando Maurizio Costanzo mi chiese l’origine di questo nome, io risposi che è nato dal fatto che sono sempre stata adorata da tutti, e quindi oggi sono per tutti l’Adorata Marchesa”.

Tra le altre cose, vorrei porre attenzione sul perché ho invitato la Marchesa. In realtà lei è estremamente sostenibile a partire dal tè del pomeriggio, perché utilizza le tazze di ceramica e i cucchiaioni d’argento. Quindi zero spreco. Sembra retaggio di un’altra epoca, invece possedere questi servizi buoni trasforma l’ora del tè in un momento ecosostenibile…

Se vogliamo gustare una tazza di tè, ci sarà chiaramente un Tea Butler che saprà miscelare questo pregiatissimo prodotto e ovviamente non si può gustare nel vetro, perché ci vuole solo la ceramica”.

La Marchesa d’Aragona ha preso parte ad innumerevoli programmi tv in qualità di conduttrice e ospite in Rai e Mediaset come la Vita in Diretta, Pechino Express, Pomeriggio 5, Gf Vip e tanti altri. Ma è nel mio cuore in particolare per la famosa ora del tè. Tra l’altro organizzi anche degli incontri in posti tra i più belli e famosi di Roma. Vuoi dare qualche consiglio ai nostri ascoltatori su come prendere il tè in maniera corretta?

In ogni città che frequento ho la mia sala da tè. Il Pedrocchi a Padova, il Florian a Venezia, il ristorante e pasticceria Cova in Via Montenapoleone a Milano, l’Hassler e il St. Regis a Roma. Il tè in foglie avrebbe bisogno della preparazione di un Tea Butler, però in alternativa vi consiglio di andare in un buon posto come Castroni in cui potete trovate tutte le tipologie di tè. Questi tè devono essere in filtro, poi bastano cinque minuti affinché si scurisca e sia pronto da bere. Io vi consiglio un tè bianco con contaminazioni di gelsomino, rosa e anche una piccola spolverata di cioccolato. Se uno è un amante ci sono dei tè incredibili. Il tè per me è un momento imprescindibile della giornata, è un momento sacro. È chiaro che questo rito può essere fatto anche nelle mura domestiche, l’importante è avere una teiera, possibilmente preriscaldata in ceramica, una tazza che vi aggrada e poi sicuramente il tè si deve consumare con chi si ama, o anche da soli, perché la prima persona che dobbiamo amare è noi stessi”.

Juri Roazzi, proprietario del locale 16Birra a “Sempre più in Forma Green”

Juri Roazzi, proprietario del locale 16Birra a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 21 marzo per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Juri Roazzi, proprietario del locale 16Birra.

Sei il proprietario del locale 16Birra che è in Via di Porta Furba 16 nel quartiere Tuscolano. Tu porti avanti un progetto in cui proponi birre artigianali, ma allo stesso tempo questo progetto ha anche un risvolto sociale. Ti va di parlarcene un po’?

Io e la mia socia, che è anche la mia compagna, abbiamo aperto 16Birra il 7 marzo 2020 e ci siamo fermati subito dopo per via della Pandemia. Poi la voglia di ripartire era tanta e ci siamo un po’ reinventati non facendo il solito pub. Per questo progetto ci ha dato una grande mano e tuttora ce la sta dando, Fabrizio Biribelli in arte Pupazzaro che è il nostro illustratore”.

Spiegaci bene in cosa consiste questo progetto…

Ci siamo inventati delle lattine di birra decorate con dei disegni originali raffiguranti ex calciatori, calciatori e allenatori”.

Romanista sfegatato, hai tramutato la tua passione in un lavoro in realtà, perché il tuo non è un vero e proprio pub, ma più che altro un posto che accoglie gli amici per vedersi le partite diciamo la verità…

Si, soprattutto le persone che vengono spesso ormai non sono più clienti e possiamo chiamarle famiglia, tanto che con loro abbiamo creato un gruppo su whatsapp. Organizziamo attività quando siamo chiusi, ogni tanto ci dividiamo addirittura uomini e donne. Ci siamo amalgamati proprio bene”.

La tua passione per il calcio e soprattutto per la Roma nasce da piccolissimo e dal 1984, anno in cui ti portano allo stadio per la prima volta, è stato amore a prima vista con la tua Roma. È così?

Si è così perché dove adesso c’è la nostra birreria, prima c’è stato il bar di mio padre e prima ancora quello di mia nonna. Questo bar era un punto di ritrovo dove, la maggior parte dei tifosi della Roma di quella zona, partiva con i pulman verso lo stadio. Era già un bar abbastanza romanista. Tanti amici di papà che frequentavano lo stadio gli dissero che qualora avesse avuto un figlio, l’avrebbero portato con loro a vedere la Roma. E lo hanno fatto davvero nel 1984. In realtà mio padre è della Juve, ma ormai è diventato quasi romanista; ci sono addirittura dei video su Instagram che lo ritraggono mentre canta l’inno della Roma”.

Mi stavi raccontando di un progetto che stai portando avanti e che presenterai tra poco…

Stiamo facendo una collaborazione con un mio amico che si chiama Daniele Frontoni. Ci siamo incontrati per la prima volta grazie a Mourinho. Daniele aveva fatto la pizza per lui e io la birra sempre per l’allenatore. Dopo essere stati citati su diverse testate, un amico in comune ha preso la nostra birra e l’ha portata a Daniele che ha fatto una storia Instagram menzionandoci. Qualche mese fa è venuto al locale a trovarci e da quel giorno è nata una sintonia. Così abbiamo pensato di unirci. Poiché Daniele ha una pizzeria con una terrazza molto grande, ci ha dato la possibilità di lavorare con lui e di gestire tutto il beverage del suo locale. Quest’estate 16Birra si trasferirà ufficialmente da Frontoni”.

In Pandemia ti è venuta l’idea di #faccedabirra, ossia quello di ricreare sulle lattine di birra artigianali le facce dei calciatori, tanto che in poco tempo sei riuscito ad avere seguito nazionale e internazionale e ad estendere #faccedabirra anche a realtà non più legate al mondo del calcio, come per esempio la lattina dedicata alla Regina Elisabetta. Ma tu ci devi assolutamente parlare di questo…

L’Italia era arrivata in finale dell’Europeo con l’Inghilterra e la Regina Elisabetta era in quel momento la persona di cui si parlava di più: ancora non stava male ed era la persona più longeva che aveva governato per più tempo. Io volevo fare un qualcosa per esorcizzare la situazione della Regina, e così pensai ad una lattina per la finale dell’Europeo nel caso avessimo vinto. Con Fabrizio decidemmo di rappresentare la Regina mentre faceva il gesto delle corna con un fumetto che dice Tiè. Questo disegno è stata una furbata perché avremmo potuto sfruttarlo sia nel caso avessimo vinto noi, sia l’Inghilterra. Per questa cosa abbiamo avuto molti riscontri positivi perché queste lattine le abbiamo fatte uscire subito dopo la fine della partita e le abbiamo mandate poi su tutte i social. Mi occupo personalmente di curare tutti i nostri profili social perché mi piace avere il contatto diretto con le persone e questo ha fatto si che siamo diventati anche internazionali. Pensa che sono venute al locale dodici persone dall’Olanda che mi hanno contattato su Twitter, e poi poco tempo fa sono venuti clienti anche da Washington. Pensa che c’è un cliente molto particolare che viene dalla Finlandia. Lui vive a Helsinki, ma ha l’abbonamento in Tribuna Tevere e ha portato addirittura la pezza del locale in Giappone”.

Dopo la Pandemia sei riuscito a riscattarti, a tirarti su e anzi ad avere una storia di successo. È dovuto anche alla birra?

Si, a me è sempre piaciuto fare la birra. Ho un grande amico che fa il birraio che si chiama Davide Frosari che mi da una mano su questo, perché io non faccio questo di mestiere, però riesco sempre a capire i gusti dei clienti. Dopo un anno dall’apertura del pub abbiamo deciso insieme di creare una birra, Capitan16: è un American Ipa, differente da quella classica perché il birraio ci ha messo il frumento. Questo ingrediente ha abbassato molto l’amaro, ha fatto uscire delle note di frutta gialla e ciò ha permesso di far bere birra anche a chi di solito beve dolce. Ne produciamo molte in vari punti d’Italia dove ho degli amici che hanno dei birrifici, ma tanti non sono riusciti a starci dietro. Per questo motivo con Davide stiamo cercando di diventare una cosa sola. Adesso sta facendo il suo birrificio a Caserta, noi per il momento metteremo due fermentatori in cui viene inserita la birra una volta cotta per farla maturare. Inoltre ci siamo dati due anni di progetto per poi diventare una cosa sola veramente”.

 

Anna Bisogno, professore universitario, giornalista e scrittrice a “Sempre più in Forma Green”

Anna Bisogno, professore universitario, giornalista e scrittrice a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 21 marzo per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Anna Bisogno, professore universitario, giornalista e scrittrice.

Ti ho invitato qui perché noi trattiamo il tema della sostenibilità ambientale e tu essendo una persona molto esperta della comunicazione in particolare in ambito televisivo, volevo avere con te un confronto riguardo a cosa sta succedendo in questo momento in televisione. Come si affrontano questi temi della sostenibilità ambientale?

In realtà ci sono diversi modi in cui la televisione sta trattando il tema della sostenibilità ambientale e il tema dell’ambiente in generale, sollecitando una coscienza più consapevole, più informata, più attenta. Ci sono i format tradizionali, i programmi dedicati, quelli sui viaggi dove appunto l’ambiente è la meta, ma ci sono inoltre altri format che troviamo all’interno di palinsesti di tv tematiche e anche generaliste. La novità a mio giudizio è rappresentata dal fatto che negli ultimi quattro anni all’ambiente sono dedicate delle serie televisive e dei film. Il cinema ha iniziato in maniera più prepotente, nel senso più drammaturgico e narrativo del termine. La televisione, invece è arrivata un po’ più tardi, ma devo dire che negli ultimi anni ha trovato una chiave molto interessante e lo fa con i suoi codici, sceneggiature all’interno delle quali l’ambiente è il pretesto per raccontare una storia, ma anche la storia stessa. Da questo punto di vista fa un po’ da traino, incuriosisce di più, perché noi siamo abituati ad informarci sull’ambiente soltanto attraverso il canale istituzionale come il telegiornale, invece la televisione sta provando ad invertire una tendenza, cioè attraverso le narrazioni prova a spingere il telespettatore verso l’informazione. Questo è un processo che io trovo estremamente interessante”.

Ci stai portando uno spaccato per quanto riguarda la narrazione della sostenibilità ambientale in televisione e non solo. Fuori onda mi stavi raccontando qualcosa di molto interessante…

A proposito del rapporto tra televisione e ambiente ci sono dei temi più lontani, altri più vicini allo spettatore, e poi c’è il media che li restituisce in un certo modo. La televisione è considerata nel nostro Paese il grande narratore collettivo, e anche il media che più di tutti addirittura stabilisce il sentimento prevalente. Questo vale per il dolore, ma anche per l’entusiasmo. L’ambiente su questa traccia si è spostato appunto verso l’entusiasmo, ha soprattutto intercettato la coscienza dei giovani che ne hanno fatto una battaglia propria, restituendola con lo spirito giovanile, ma anche con la consapevolezza di poter dare un contributo. Da questo punto di vista l’Unione Europea, attraverso la Commissione sull’Audiovisivo, per tentare di avvicinare le parti, sia giovani generazioni che adulti e per avere un media che rappresentasse il tema nel modo più corretto secondo il codice tipico, ha deciso di finanziare dei programmi che devono essere destinati all’ambiente. Questo anche per un altro motivo: l’ambiente è uno di quei temi che è considerato distante quasi alla pari dell’Unione Europea. Ecco perché abbiamo bisogno di parlarne, però in modo corretto”.

A volte si parla di ambiente in modo superficiale solo perché in questo momento va di moda, però in realtà non si fanno azioni concrete, se ne parla soltanto. Tu pensi che sia così?

Intanto se le chiacchiere vengono dette bene è già un grande passo in avanti. Secondo me il passo successivo da fare è dire che l’ambiente è un tema complesso, che richiede non soltanto buona e corretta informazione, ma anche buone pratiche. Questa promozione dunque va anche praticata, perché il rischio è che questo argomento diventi un ritornello che poi non si traduce in una bella canzone, in un’azione concreta. Io mi accontenterei allo stato attuale che l’attenzione ci sia, dopodiché ciascuno nel proprio piccolo può scegliere di fare la sua parte, ma penso che il contributo debba arrivare dalla politica, intesa come bene pubblico, e naturalmente poi ai vari livelli. Il discorso dell’ambiente, proprio per l’etimologia della parola può esserci solo se è collettivo”.

Mi stavi raccontando che hai un progetto in cantiere in questo momento…

Sto lavorando ad una ricerca che per la verità si è dovuta interrompere durante il lockdown, Il punto di partenza è come i social cambiano la televisione, dallo schermo alla rete, quindi questa continua osmosi narrativa tra il più tradizionale dei media italiani e la più grande invenzione della comunicazione, che forse non è stata percepita in modo sufficiente. Attraverso i social network e dunque con l’avvento del digitale, la comunicazione ha stravolto la prospettiva da verticale a orizzontale, mettendo in condizione le persone di essere più vicine. Se si pensa ad un prodotto come quello del telegiornale, bisogna pensare oggi ad un prodotto verticistico, dove sono altri che scelgono l’informazione per te, i social invece ti mettono in condizione di avere le notizie in tempo reale. Soltanto questa è una piccola grande rivoluzione. I social oggi sono diventati anche fonte per tantissime storie che ascoltiamo in alcuni programmi tv, oppure diventano il luogo dove poter cercare di capire il profilo delle vittime o dei carnefici. La mia ricerca tenta quindi di individuare alcuni punti che mettono sempre più in contatto i social e la televisione, ma anche le distanze e le specificità. Questa mia ricerca poi si tramuterà in una pubblicazione”.

Luigi Borbone, stilista dell’omonimo brand a “Sempre più in Forma Green”

Luigi Borbone, stilista dell’omonimo brand a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 14 marzo per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Luigi Borbone, stilista dell’omonimo brand.

È con noi Luigi Borbone, uno degli stilisti che si sta affermando sulla scena nazionale, ma posso dire anche mondiale e che ha fatto delle sue creazioni delle opere d’arte da mostrare in passerella. Tra l’altro Luigi hai una laurea in architettura e un master presso l’University of the Arts di Londra e quindi Roma si può dire che è il tuo regno…

Penso che Roma sia un po’ il regno di tutti quanti, perché è la città dove è nata praticamente la cultura sia passata, sia contemporanea. È l’unica città dove c’è un centro storico che si è ben abbinato alla vita contemporanea”.

Questa trasmissione si occupa di green e so che tu sei molto attento rispetto a questo tema…

Si, ritengo che l’Alta Moda sia la moda più green in assoluto perché per quanto mi riguarda non facciamo produzioni, ma gli abiti vengono creati solamente su richiesta. Non c’è spreco. L’Alta Moda a mio parere è veramente la vera moda sostenibile. Inoltre con gli sprechi noi realizziamo altre creazioni. Io vengo da una tradizione famigliare che parte dagli anni ’40 dove per l’appunto entrando in sartoria, la prima cosa che insegnavano a chi entrava era quella del taglio e quella di non sprecare assolutamente nulla”.

Ti si può definire uno stilista della New Generation. Curi personalmente le sperimentazioni materiche delle tue collezioni e basi il tuo progetto creativo sui valori unici come l’eccellenza artigianale e l’amore per il green…

Sono molto attento alla ricerca. L’alta moda permette di poter fare molta ricerca sui materiali, sulle nuove tecniche e anche su tecniche utilizzate nel passato per poi condizionarle, rigenerarle, ricontestualizzarle oggi per una moda più contemporanea. A breve presenterò la mia nuova collezione. Quest’anno per la prima volta ho voluto cedere il passo al giornaliero, quindi ad un’Alta Moda ricercata, ma da portare espressamente di giorno. Ci sono inoltre delle novità perchè da quest’anno inserirò anche una collezione uomo. Ma la notizia più bella in assoluto è che lancerò una nuova linea di scarpe firmata da me e dal sapore green, perché utilizziamo tutti materiali assolutamente nel rispetto della natura. Abbiamo preso accordi con delle concerie marchigiane, mentre le scarpe vengono prodotte da alcuni artigiani del sud di Napoli. Devo dire che nel sud Italia ci sono delle eccellenze e una manualità che forse nel nord Italia e nel centro è ormai dimenticata, mentre nel sud c’è ancora questa ricercatezza e l’artigianato quello vero, di grandi famiglie che portano avanti una tradizione; quello che contraddistingue il Made in Italy vero e proprio. Infatti sono orgoglioso di dire che nel laboratorio gli artigiani che lavorano per me sono tutti ragazzi sotto i trent’anni. Ciò che è bello dell’Italia è proprio il nostro ancora saper fare tanto che da tutto il mondo, soprattutto la moda quella francese più blasonata, vengono in Italia a produrre, a fare i prodotti dell’Haute Couture”.

Le tue creazioni nascono da semplici forme geometriche, ma sono allo stesso tempo minimaliste e fluide. Come dici tu queste creazioni non provengono da nessun luogo, tempo o tradizione. Sono l’essenza dello stile senza tempo. Ti va di spiegarci queste tue parole?

Chi acquista un abito di Alta Moda disegnato da me, non è un capo di tendenza del momento, è un capo che è per sempre. Questo è quello che mi dicono le mie clienti. Ho una carriera con il mio nome personale che è arrivata al decimo anno quest’anno e sostanzialmente il mio lavoro è quello del passaparola; non è come in un negozio di passaggio, ma le clienti poi diventano delle amiche. Quello che è bello è rivedere nel corso del tempo che riemergono abiti che sono stati realizzati anni fa e sono ancora contestualizzati, attuali, belli, colorati, ma proprio perché la ricerca sta in questo, fare un capo che sia senza tempo, senza essere legato ad un periodo storico o una moda. Ogni capo è studiato, è ricercato, non mi faccio trascinare troppo da ciò che va di tendenza o non va. Ad ogni modo creando sempre nuove collezioni, quello che andiamo a stuzzicare è il gusto femminile”.

Ho notato che tu non segui molto i colori che vanno di moda in questo momento, ma hai tutto un tuo percorso personale…

Io ho una mia palette colori. Ho degli accordi con delle aziende italiane di Como dove facciamo la ricerca e partendo da delle basi colori si creano poi delle nuances personalizzate. Quest’anno a maggior ragione sono riuscito a fare questa ricerca, infatti sono in ritardo rispetto a quando si presentano le collezioni. Sono un po’ un outsider, quest’anno presenterò ad aprile la collezione, ma comunque la primavera/estate sta arrivando con nuovi colori e nuove proposte”.

Hai una tipologia di donna a cui ti ispiri quando realizzi una tua creazione?

Mi piace prendere un po’ tutto da tutte quante. È normale che quando ho iniziato avevo degli idoli da seguire, oppure mi piacevano le fotografie di mia nonna degli anni ’40 in cui le donne erano molto eleganti tanto che la domenica indossavano il cappellino e i guanti, persino quelle meno abbienti. Mi piace la donna che sta molto attenta a curare i dettagli. Mi piace tutto ciò che abbia una storia, un vissuto, un perché. Ogni abito racconta qualcosa, ma soprattutto il mio stato d’animo”.

Ma se una delle nostre ascoltatrici o ascoltatori volesse un capo Luigi Borbone, come si fa?

Bisogna prendere un appuntamento. Mi possono contattare o attraverso i social, su Instagram MaisonLuigiBorbone, Facebook oppure ci sono i miei riferimenti sul sito web www.maisonluigiborbone.com”.

Hai adottato una strategia molto particolare, ossia non è più la cliente che viene in atelier da te, ma stai facendo come negli anni ’30 dove lo stilista va a casa della sua cliente….

Noi la chiamiamo Formula Coccola. La cliente dopo aver vissuto un sogno, dopo aver visto la collezione nella sfilata o nelle varie presentazioni, andiamo noi a casa sua e facendo io disegni personalizzati sulla persona costruiamo poi con le sarte l’abito su misura. Essendo Roma una città un po’ caotica, muoversi nel traffico può diventare stressante, così noi rendiamo tutto quanto più soft e rilassato a casa della cliente”.

Siamo quasi arrivati al periodo dei matrimoni e ricordiamo che tu realizzi anche abiti da sposa…

Tanti abiti da sposa, belli, romantici e semplici. È giusto che esca fuori la personalità della sposa. Poi oggi va molto di moda cambiarsi dalle due alle tre volte durante il matrimonio. Noi abbiamo questa formula che le clienti scelgono l’abito per la cerimonia, quello per il ricevimento e poi uno per la serata danzante”.

Michele Cutro, cerimoniere dell’Ordine Cavallereschi d’Italia e critico gastronomico a “Sempre più in Forma Green”

Michele Cutro, cerimoniere dell’Ordine Cavallereschi d’Italia e critico gastronomico a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 7 marzo per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Michele Cutro, cerimoniere dell’Ordine Cavallereschi d’Italia e uno tra i più importanti critici gastronomici italiani.

Hai avuto modo di portare la tua esperienza e la tua progettualità a Sanremo…

Sto rientrando dal Festival di Sanremo e sono dodici anni che sono impegnato a Sanremo, un luogo esclusivo dove ci sono le grandi eccellenze. Quella settimana c’è un po’ di tutto a Sanremo. Ogni anno io cerco di portare delle eccellenze anche per far conoscere i vari prodotti italiani regione per regione. L’Italia è ricca di prodotti. Ci invidiano tutti per le nostre eccellenze, non solo nell’ambito food, anche nell’ambito degli artigiani. Quello di cui mi occupo è un mondo molto particolare, ci sono tante responsabilità anche quando vengono premiate delle eccellenze per quanto riguarda l’arte della panificazione. Sono molto rigido e severo perché oggi c’è molta superficialità diciamo la verità. Certe volte anche i piatti quando ti vengono serviti non trasmettono emozioni. Alcune volte quando si va a mangiare un piatto a casa della nonna la domenica, non vedi l’ora che arriva questo giorno perché noi meridionali siamo pronti ad andare dai nonni per degustare dei piatti che veramente ci portano sulla vera cucina italiana”.

Nell’arco della tua carriera quali ristoranti o chef ti hanno colpito di più?

Per quanto riguarda l’arte bianca chi mi ha colpito è Il Discepolo, il grande maestro Iginio Massari. Penso che i suoi capolavori siano veramente qualcosa di eccezionale e che trasmettano emozioni. I dolci non devono essere solo degustativi, ma devono trasmettere l’emozione. Ho un’altra passione in pasticceria e adoro un altro grande maestro, Sal De Riso direttamente dalla Costiera Amalfitana con la sua specialità La Delizia al Limone che tutti amano. Poi abbiamo un grande maestro che fa sempre parte dell’arte bianca Vincenzo Tiri dalla Basilicata precisamente da Potenza, che è la mia città natale. Scendendo ancora c’è un altro grande maestro Fiasconaro, che oltre al panettone più buono del mondo ha anche una pasticceria e gelateria a Castelnuovo dove vale veramente la pena andare”.

Tu hai scritto che in cucina non ami il cazzeggio, che i cuochi troppo fantasiosi e i pizzaioli ti fanno perdere le staffe, e che i commenti su TripAdvisor li reputi il peggio che possa esistere. Inoltre hai detto che gli chef italiani sono bravi, anche i pizzaioli, ma leggermente permalosi. Ti va di commentarmi queste tue parole?

I cuochi sono sempre permalosi, stanno sempre sul chi va là anche quando gli voglio dare dei consigli, perché certe volte si sbaglia e sbagliare è umano. Poi quando riconoscono il loro sbaglio e nella sera passo a trovarli perché faccio il mio lavoro da critico, ossia degusto e do giudizi positivi e negativi, loro ci rimangono male del mio giudizio, perché gli dico sempre che la semplicità premia. Adesso va di moda tra i pizzaioli realizzare pizze gourmet in tutti i modi e di tutti i tipi, ma la vera pizza gourmet deve avere max due o tre ingredienti. La pizza deve essere semplice. Io amo la margherita e la marinara. Inoltre non parliamo poi di queste nuove farine che adesso stanno uscendo fuori come quella con i grilli”.

Quale è il tuo cibo preferito?

Il pacchero ai frutti di mare”.

Quanti anni hai? Che situazione familiare hai? Come concili la tua carriera con la tua situazione familiare?

Ho quarantatré anni. Sono fidanzato da sei mesi. Spesso andiamo a mangiare fuori, però il mio compagno mi vuole rubare il lavoro perché anche lui vorrebbe fare il critico, ma lavora nelle forze armate”.

So che tu non hai i social…

Non amo i social, sono contrario perché sono vecchio stampo”.

Mauro Atturo, fondatore e CEO della società Problem Solving a “Sempre più in Forma Green”

Mauro Atturo, fondatore e CEO della società Problem Solving a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 7 marzo per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Mauro Atturo, fondatore e CEO della società Problem Solving leader in Italia nei servizi di contact center per grandi aziende della telefonia e dell’energia.

Ti ho invitato a RID 96.8 perché tu sei molto attento alla sostenibilità e vorrei che ti presentassi ai nostri ascoltatori.

Da poco abbiamo presentato in una conferenza stampa al Campidoglio una App che si chiama EcoGive. Ci tengo molto alla ecosostenibilità perché è un ritorno all’educazione civica, allo sprono che ognuno di noi deve avere ad educare. Oggi come oggi diamo per scontato che le cose avvengano da sé, ma non è così. Vorrei ritornare a quei ricordi di quella educazione che ho ricevuto dai miei genitori che era abbastanza rigida, quell’educazione che non faceva altro che puntualizzare ogni cosa e non esisteva che qualcosa fosse lasciata fuori. Oggi invece si tende a dare tutto per scontato e proprio per questo bisogna tornare ad educare. Anche per quanto riguarda l’App c’era il bisogno di dare una svolta e partire da lontano. Quindi abbiamo deciso di mettere a terra tutte le nostre idee e di trasformarle in qualcosa di concreto che gli altri potessero constatare e soprattutto tornando alle origini, perché questa App è dedicata ai bambini e si parte dalle scuole”.

Come funziona questa App?

Innanzitutto EcoGive la trovate su tutti gli store digitali. Si riparte dalle origini e si educa alle scuole, un po’ come si faceva un tempo quando c’era proprio la materia scolastica di educazione civica. Si riprende quel discorso così lontano, si riporta al presente e attraverso l’App si compiono dei gesti grazie ai quali facciamo delle azioni concrete a favore del risparmio energetico. Succede che si apre quest’App e viene censito ogni gesto che si compie. L’App poi ti dice quello che tu avresti potuto risparmiare oppure hai risparmiato attraverso quel gesto. Tutto ciò che viene risparmiato permette di accumulare dei soldi che andranno poi a favore di ogni attività che decidiamo di sostenere. Questo avviene perché la nozione fondamentale era quella di educare fin dall’inizio i bambini dalla prima elementare in poi in modo da sensibilizzarli”.

Vorrei affrontare un altro tema fondamentale nel tuo lavoro che è quello del Welfare.

Vorrei parlare di Hu.va (Human Value) Project, una piattaforma digitale che ha lo scopo di sensibilizzare le persone ad intraprendere questo tipo di attività, ossia quella di cercare di mettere i dipendenti al centro dell’universo lavorativo che amo chiamarli i miei gioiellini. Questo discorso è sempre collegato all’equilibrio sociale perché io ho sempre pensato che se una persona è soddisfatta in azienda, porta quella sua felicità anche all’esterno. Se tante persone portano quella loro felicità e quel loro equilibrio al di fuori vuol dire che si trasmette positività. Così abbiamo portato questo Welfare ad un livello molto alto. Abbiamo incominciato per scherzo con il Buonogiorno che non è nient’altro che un riconoscimento quando la mattina vai al bar e te lo offriamo noi il caffè, una sorta di sostegno alla colazione. Questo è stato il primo approccio all’interno dell’azienda, poi abbiamo cercato di studiare questa situazione in maniera molto più profonda”.

Che cosa fa la Problem Solving per le donne?

Le donne sono il motore dell’azienda. E visto che questo motore va alimentato, qualche anno fa ci siamo inventati una cosa molto importante per qualsiasi donna quando mette alla luce un bambino. Poiché a volte questo momento così bello non combacia a livello lavorativo, per le nostre centinaia di dipendenti donne abbiamo premiato la vita. Abbiamo istituito il Baby Bonus: ad ogni nostra collaboratrice che diventa mamma noi la premiamo con 700 euro come regalo di benvenuto e 150 euro per un anno in busta paga in più. Il filone è sempre lo stesso quello di educare e sensibilizzare il più possibile altri imprenditori nel nostro mondo lavorativo che a volte punisce invece che premiare. In Italia siamo un po’ indietro sotto questo punto di vista, però io penso che se si educa e si mandano messaggi positivi alla fine i risultati si ottengono”.

Penso che la tua azienda ne giovi di vedere dipendenti felici…

C’è proprio un forte attaccamento all’azienda da parte loro. Si crea una grande famiglia. È importante che ogni dipendente si affidi. Quando l’imprenditore riesce a dare qualcosa di più del dovuto, allora è li che scatta l’affidamento all’azienda. I valori che si creano all’interno poi si propagano all’esterno e questo fa si che ci sia tutto un equilibrio dinamico”.

Stefania Tenderini, Direttrice Generale di Avery Italia a “Sempre più in Forma Green”

Stefania Tenderini, Direttrice Generale di Avery Italia a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 28 febbraio per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Stefania Tenderini, Direttrice Generale di Avery Italia, il più grande produttore mondiale di etichette e soluzioni software.

Quale è il tuo lavoro? Che cosa fai in azienda?

Gestisco un’azienda di produzione di etichette autoadesive. Sono responsabile di tutto quello che avviene, dalla produzione al marketing, alle vendite, alla finance. Il punto è che coordino le mie persone al raggiungimento degli obiettivi che ci diamo”.

L’azienda è un gioiello di tecnologia e anche di artigianato, perché all’interno realizzate dei prodotti personalizzati…

Assolutamente sì, cerchiamo di seguire i trend di mercato attuali che sono quelli della massima personalizzazione del prodotto. Tutto si svolge online e noi siamo innamorati dei nostri consumatori e quindi cerchiamo di curarceli uno ad uno”.

Infatti avete un customer service molto pronto, attento e preparato…

Quotatissimo direi, è il nostro fiore all’occhiello. Per noi seguire le persone con un prodotto così semplice come l’etichetta autoadesiva ci dà grande soddisfazione. Tra l’altro i feedback che ci danno i consumatori sono quello che ci motiva di più ogni giorno, sia quando sono positivi, ma soprattutto quando sono negativi perché almeno ci stimolano. Infatti io sollecito le lamentele, non perché le voglia, ma perché sono quelle che ti aiutano a migliorare dove ti sei un attimo distratto”.

Siete inoltre fornitori di altre realtà che rivendono le vostre etichette….

Abbiamo la nostra rete di rivenditori e anche qui conta molto il servizio, l’etica commerciale e la coerenza. Noi abbiamo dei clienti che sono con noi da più di vent’anni e oramai sono più che dei clienti. Siamo diventati una famiglia molto allargata”.

Per quanto riguarda la sostenibilità, tu in azienda stai portando una trasformazione proprio green…

Abbiamo iniziato un po’ prima degli altri. Per noi non è una moda. Voglio usare il plurale perché non faccio questo da sola, anzi io ho un team che mi sta supportando al cento percento e con molto entusiasmo. Siamo partiti a pensare come potevamo trasformare il prodotto e dunque abbiamo realizzato una serie di accorgimenti sul prodotto come la confezione in cartoncino riciclabile e anche il film che l’avvolge è riciclabile, e adesso lo stiamo togliendo proprio, stiamo riducendo al massimo il packaging. Ho cercato poi di estendere la visione facendo degli interventi sullo stabilimento: abbiamo le luci a LED che consumano molto meno, abbiamo messo i pannelli solari e le auto aziendali sono tutte ibride o elettriche. Il must è ridurre, riciclare, riusare. Questo un po’ per la P di Planet della trilogia della sostenibilità: People, Planet and Profit. Per le People stiamo ragionando sia a livello interno, sia esterno, ossia interno significa che abbiamo abilitato dei corsi di formazione civica in cui raccontiamo alle nostre persone con dei testimonial come riciclare al meglio. Le nostre persone ci stanno facendo anche delle proposte, quindi abbiamo avuto dei rappresentanti di AIDO e avremo presto dei rappresentanti di AVIS che ci racconteranno perché è importante essere dei cittadini”.

Sei un Advocate del G20 Women Empowerment, il progetto del G20 che vuole accelerare l’empowerment femminile e sei anche Mentor per VALORE DI. Raccontaci meglio questo progetto…

VALORE DI è un’associazione italiana di aziende che vogliono proprio stimolare e facilitare quello che è la leadership femminile e l’accesso delle donne ai vertici delle aziende, perché ne hanno tutte le capacità e le potenzialità. Il fatto di fare da Mentor significa mettere a disposizione la mia esperienza, le mie frustrazioni, le mie fatiche, i miei raggiungimenti, condividerli con delle giovani donne e dire loro che tutto è possibile e che non bisogna mai cedere. Qualche porta chiusa non fa nulla, bisogna continuare ed essere forti e consapevole delle proprie capacità. Sempre con VALORE DI un’altra cosa che ho iniziato a fare e che mi emoziona molto è la Role Model nelle scuole per il progetto Inspiring Girls. Con questo progetto si vuole raccontare ai ragazzi e ragazze di terza media che possono fare la professione che vogliono indipendentemente dal loro genere. Se le ragazze vogliono diventare ingegneri aereonautici lo possono fare e se i ragazzi vogliono diventare maestri d’asilo lo possono fare”.

È molto importante questo percorso che stai facendo. Come ci sei arrivata a tutto questo?

Ci sono arrivata con la fatica. Sono nata in montagna, quindi sono anche abituata ad andare in salita, però è stata una strada molto ripida, ed è l’unico modo per crescere. Tuttavia, vorrei dare il mio contributo affinché le giovani donne possano avere almeno la stessa base di partenza dei giovani uomini. Piano piano ci si può riuscire, è un cambio culturale che può essere fatto”.

Sei l’unica General Manager donna in Europa dell’azienda e quindi volevo farti una domanda. Se un nostro ascoltatore o ascoltatrice volesse mettere in pratica una trasformazione green nella propria realtà, cosa potrebbe fare per incominciare sin da subito?

La prima cosa è avere la volontà di fare qualcosa ogni giorno, o ogni settimana, oppure ogni mese. È importante sicuramente studiare il proprio processo produttivo e il proprio prodotto, però il valore fondamentale è avere questa determinazione che potrebbe essere la diminuzione delle quantità che io metto nel prodotto, l’efficientamento energetico e le soluzioni sono tante, o anche guardare ai trasporti; li posso ridurre, posso mettere insieme le spedizioni, posso fare meno trasporti. Per esempio con un cliente molto importante siamo arrivati ad una soluzione: noi siamo vicini a Roma, lui è vicino a Piacenza, ci siamo messi d’accordo che lui parte da Piacenza, consegna ai suoi clienti a Roma, poi passa in azienda, carica e ritorna al suo magazzino. Un grande risparmio di trasporti e di CO2. Dunque si parte dalla volontà e anche dal fatto di creare un po’ di rete con i clienti, i fornitori e con i propri dipendenti. Poi proprio i collaboratori possono essere un tesoro di idee. Bisogna coinvolgerli anche nella fase di progettazione”.

 

Tamara D’Andria, consulente d’immagine e bridal stylist a “Sempre più in Forma Green”

Tamara D’Andria, consulente d’immagine e bridal stylist a “Sempre più in Forma Green”

Durante la puntata di martedì 21 febbraio per RID 96.8 FM ho avuto il piacere di intervistare Tamara D’Andria, consulente di immagine e bridal stylist.

Che cosa fa esattamente una consulente d’immagine?

È colei che tira fuori la bellezza della persona senza oltrepassare la sua personalità. Io ci tengo molto a rispecchiare la personalità della persona. Ci sono delle regole da rispettare per quanto riguarda il look, i colori, la forma fisica, la forma del viso, ma è pur vero che l’importante è amarsi e tirare fuori la propria personalità. Molte donne che mi seguono mi chiedono come fare per vestirsi come me, ad avere i capelli come i miei. La risposta è che semplicemente bisogna prendersi cura di noi stesse, una cosa che con il tempo sta un po’ cambiando”.

Tu ti occupi di tirare fuori quella identità che magari non tutte le persone riescono a comprendere da sole e quindi hanno bisogno di una figura come la tua…

Ti ringrazio di aver dato valore al mio lavoro, perché spesso la consulente di immagine viene scambiata per una influencer. E non è così, perché una figura come la mia ha anni di studio e formazione alle spalle. Ogni sei mesi mi trovo a fare dei corsi intensivi perché le tendenze, le regole e le strutture dei corsi cambiano. Noi consulenti di immagine dobbiamo essere sempre aggiornati, non possiamo rimanere indietro. Ci tengo a precisare che essere consulente di immagine non vuol dire essere alla moda e trendy. Puoi essere una consulente di immagine rispecchiando comunque uno stile classico tradizionale e poi aggiungendo un qualcosa anche di fashion“.

Possiamo dire che l’Armocromia non è una cosa che è nata adesso…

L’armocromia parte in realtà dall’arte. Esiste un cerchio cromatico, ma serve per il design, per i dipinti. Poi noi l’abbiamo trasformata anche su noi stesse, perché ovviamente un corpo e un viso armonioso funziona di più“.

Che cosa è la Body Shape?

L’armocromia ha preso gran piede ed è la consulenza più richiesta, ma è pur vero che fare la consulente di immagine non vuol dire fare solo armocromia. È importante conoscere la forma fisica e la forma del viso per dare un’importanza anche alla parte del corpo. Molto spesso non sappiamo cosa ci sta bene e cosa indossare per snellire o creare volume. Quando parliamo di forma fisica non intendiamo solo una taglia dalla quaranta ad una quarantaquattro. Ci sono donne che sono molto magre magari vogliono creare dei volumi. Non dobbiamo solo snellire, ma dobbiamo creare la giusta armonia tra la parte superiore e inferiore. La Body Shape non è altro che la nostra forma fisica. Ne esistono diverse. In base alla Body Shape andiamo a sottolineare alcune caratteristiche per mettere in evidenza, e quindi dare le giuste proporzioni al nostro corpo“.

Quali sono le Body Shape?

Ce ne sono diverse. Hanno piccole caratteristiche tra di loro. Per esempio la clessidra è molto simile alla forma ad otto, cambia solo dove va ad arrotondarsi il primo o il secondo fianco. Se parliamo di una forma a pera, non andiamo sempre a vedere le spalle, ma il torace con il secondo fianco. Possiamo essere anche una pera ed avere delle belle spalle larghe, ma un torace più piccolo rispetto al fianco“.

A chi sta bene il pantalone a vita alta a queste forme?

L’unico a cui non dona particolarmente è la forma ovale, ossia la donna che concentra il grasso nella parte dell’addome“.

Di una consulente di immagine ne hanno bisogno anche gli uomini è vero Tamara?

Assolutamente si e sono i più vanitosi“.

Tu hai un progetto tutto tuo nel mondo femminile. Ti va di raccontarcelo un po’?

Negli ultimi tre anni sto collaborando con un’azienda farmaceutica che fa prodotti per donne in menopausa. Non seguo personalmente solo ragazze giovani che vogliono scoprire i loro colori donanti, ma assolutamente sono vicina anche a quelle donne che dopo la menopausa vogliono ritrovare un po’ la loro forma, il loro benessere. Tramite un quiz che si fa sul portale creano il loro avatar e in base a questo io do i consigli di immagine. È un portale che non è aperto a tutti, solo il ginecologo specializzato può fornire questo servizio di accesso“.

Tornando al discorso dell’armocromia, anche i contrasti sono molto importanti. Che cosa si intende per contrasto?

Spesso noi donne acquistiamo solo il nero proprio perché non riusciamo a percepire quale è il tipo di nuance che sta bene a noi. Quindi se abbiamo un contrasto alto, avremo per esempio capelli scuri, pelle chiara, occhi chiari. Se abbiamo un contrasto basso, avremo invece occhi, pelle e capelli più o meno della stessa nuance, un’immagine che guardandola è molto soft“.

Al Festivale di Sanremo c’è stato tantissimo nero. Vogliamo dire che il nero non è sempre sinonimo di eleganza?

C’è stato tanto nero ed è molto strano perché su un palco bisogna creare comunque spettacolo. Nel momento in cui si fa uno show, bisogna essere anche un po’ estrosi. Secondo me con tutto questo nero abbiamo fatto un passo indietro rispetto che avanti nello spettacolo“.

Chi ti è piaciuto a livello di identità, di carattere e di stile sul palco dell’Ariston?

Levante per me ha scelto dei look perfetti. Adesso lei ha un suo periodo. L’avevano tanto criticata perché lei ha cambiato il colore dei capelli abbassando il suo contrasto. Però nel momento in cui la donna decide di cambiare è perché è arrivato il momento e bisogna farlo. Comunque lei il contrasto lo mantiene sempre perché lei si trucca con questo eyeliner molto grande e quindi crea un contrasto tra make-up, occhi e capelli. Chi lavora per lei è molto brava/o“.

Intervista a Stefania Giacomini: giornalista ed eco-influencer a “Sempre più in Forma Green”

Intervista a Stefania Giacomini: giornalista ed eco-influencer a “Sempre più in Forma Green”

San Valentino ci ha regalato tanti spunti di riflessione sulla sostenibilità grazie alla presenza di Stefania Giacomini, giornalista, scrittrice ed eco-influencer che ho avuto il piacere di intervistare durante la puntata di Sempre più in forma green su RID 96.8 FM.

Oltre ad essere una giornalista e scrittrice e ad esserti fatta strada nel mondo della moda, della cultura e dello spettacolo durante tutta la tua carriera, sei anche una eco-influencer…

Sicuramente sono stata influenzata dai giovani che sono la forza propulsiva della nostra società. Questa esperienza dell’eco-influencer e dell’ecologia mi è stata trasferita da mia figlia. Per quanto mi riguarda, se pensiamo al nostro passato, le nostre mamme o le nostre nonne erano già delle eco-influencer con il concetto del riuso o del fatto a mano, dell’uncinetto, del ricamo. Confesso che da piccola mia mamma mi ha insegnato queste tecniche che io poi ho rispolverato di recente. Difatti, passando per le strade di Corso Vittorio a Roma c’è un negozio che si chiama Novità che vende tanti piccoli accessori per fare i bijoux e andando in questo luogo mi è venuta l’ispirazione di realizzarli anche io, utilizzando il crochet”.

Possiamo dire che l’obiettivo è quello di rispolverare delle tecniche antiche per realizzare degli oggetti moderni che si alternano tra arte e ecologia?

Assolutamente. Se pensiamo a Pistoletto, lui è l’esempio più eclatante di artista ecologico. Infatti, ha realizzato delle installazioni fatte con gli stracci. È stato esposto in tutto il mondo come al MAXXI (Museo Nazionale di Arte e Architettura) a Roma e al MAAT (il Museo dell’Architettura e delle Nuove Tecnologie) a Lisbona. Tra l’altro, quest’ultimo, è stato tratto da un’ex industria termoelettrica dalla quale è stato poi ricavato il museo, come anche il MAXXI che era una ex caserma. Inoltre un’esperienza che ho fatto con una mia cara collega si chiama RE-NATE: abbiamo messo insieme una serie di signore per proporre i loro manufatti sempre nel rispetto del concetto del riuso”.

Chi è l’artista che ha realizzato il bijoux che indossi al collo fatto con materiali di recupero?

Mia figlia l’architetto, Ludovica Cirillo. Già a sedici anni si cimentava nella realizzazione di questi gioielli fino a creare un suo marchio By Ludo ed essere nominata tra i cento talenti italiani nel concorso che aveva indetto l’ex ministro della gioventù Giorgia Meloni. È stata nominata proprio per l’innovazione ecologica da una giuria preposta, dopodiché il suo percorso ha preso una via diversa perché è diventata architetto. Ha passato undici anni fuori dall’Italia, tra cui cinque anni in Giappone, assunta da Kengo Kuma un famoso architetto che applica proprio il concetto del riuso: va in un luogo, chiede il materiale più usato e in base a questa risposta applica il suo design per costruire delle meraviglie. Ora Ludovica è tornata in Italia come freelance, collabora sempre con Kengo Kuma e ha fatto due mostre in Giappone. La cosa strana è che i giapponesi sono molto attenti all’ambiente, amano i giardini in maniera perfezionistica, ma non sono molto sensibili all’eco-sostenibilità. Dunque queste due mostre che ha realizzato Ludovica hanno fatto sì che molti giovani si avvicinassero a questo concetto”.

Oltre ad essere una giornalista sei anche una scrittrice. Da poco infatti hai esordito con il tuo primo romanzo…

Dopo tre saggi giornalistici questa volta ho voluto esordire con il mio primo romanzo. Si chiama Shopping Pericoloso ed è un giallo rosa ambientato nel mondo della moda a Lisbona e a Roma. Tre ragazze decidono di fare un’avventura di shopping e di cultura, però vengono poi adocchiate da un Figuro, un membro di una banda dedita al racket delle schiave bianche. Il libro racconta, con gli occhi di queste tre protagoniste, i luoghi di Lisbona, ad oggi una città considerata molto alla moda riscoperta da noi europei, e quelli di Roma che è stata la capitale dell’Alta Moda. Il libro è reperibile nelle librerie e su Amazon. Qui d’altronde può essere venduto sia in versione cartacea che Kindle”.

Luigi Gabriele: Presidente di Consumerismo a “Sempre più in Forma Green”

Luigi Gabriele: Presidente di Consumerismo a “Sempre più in Forma Green”

Abbiamo iniziato il mese di febbraio con tanti spunti di riflessione sulla sostenibilità che ci ha regalato Luigi Gabriele, Presidente di Consumerismo che ho avuto il piacere di intervistare durante la puntata di martedì 7 febbraio per RID 96.8 FM.

Di che cosa ci vuoi parlare riguardo a questo anno europeo dedicato alle competenze?

È arrivato il momento di sdoganare una delle ingiustizie più assurde del nostro Paese, quella che una donna non possa fare l’idraulico. Ritengo che le donne possano sostituire l’uomo ampiamente in qualsiasi collocazione. Piuttosto che le macchine sostituiranno l’uomo, io mi auspico che donne sostituiscano l’uomo soprattutto in quelli che comunemente vengono definiti lavori maschili, per cui primo tra tutti l’idraulico. Partiamo dalle competenze tecniche. Le donne possono benissimo fare le ingegnere, tanto quanto possono fare l’architetto, l’avvocato, ma soprattutto in questo momento servono le ingegnere, perché il futuro che avremo da qui ai prossimi dieci anni sarà completamente ipe-rtecnologico. Sappiamo, difatti, che l’innovazione tecnologica sta crescendo a ritmi esponenziali (lockchain, intelligenza artificiale, crypto currency, robotica, nanotecnologie), e poiché l’etica è donna, abbiamo bisogno di ingegnere donne perché quando si progettano le cose dipende tutto da chi ha iniziato il codice sorgente e, se ci mettiamo il tocco femminile, è chiaro che la tecnologia può essere anche più buona”.

Quale è secondo te un percorso di studi da intraprendere che possiamo consigliare ai nostri ascoltatori/ascoltatrici, soprattutto giovani?

Rivolgete completamente l’attenzione verso la sostenibilità e le energie alternative. Il mondo è governato da energia, tra l’altro la libertà delle donne si è avuta grazie alla scoperta dell’energia. Il paradosso è che il petrolio ha dato l’impulso straordinario alla libertà femminile, ma ha ucciso il pianeta da un punto di vista ambientale. Puntate tutto sull’energia”.

Luigi ti dico solo una parola poi lascio a te spiegarla: inflazione.

La nostra è un’inflazione cattiva, perché l’inflazione buona che stanno vivendo gli americani in questo momento è dovuta ad un eccesso della domanda. Questo vuol dire che quando l’economia va bene, tutti chiedono più prodotti e quindi sale l’inflazione, perché tutti fanno investimenti, comprano casa, televisioni, macchine. La nostra è un’inflazione cattiva perché i prezzi sono alti. Per esempio, il costo dell’energia che è esploso alla fine del 2022 si è verificato perché non avevamo l’energia; il costo del petrolio perché non avevamo petrolio; il costo dei materiali per le costruzioni edilizie e le riqualificazioni sostenibili di abitazioni perché si faceva fatica a trovarlo nel rispetto dei criteri di sostenibilità. L’Europa, poco tempo fa, ha lanciato un messaggio: non si potrà più né comprare o vendere casa, se la costruzione non si trova al di sopra delle categorie G dei nostri edifici. È una provocazione, ma neanche tanto, perché quello stimolerebbe una grande economia della sostenibilità e della circolarità. Anche li avremmo bisogno di tanti lavoratori nei prossimi trent’anni. Immaginiamo tutte le abitazioni degli anni ’70 o ’80 che dovranno essere riqualificate. In questo caso la sostenibilità avrebbe il suo vero spazio che è quello di fare in modo che si generi il rispetto per il pianeta, per la natura, ma anche per l’economia sana e pulita”.

Collegandoci all’inflazione, si parla molto di telefonia in questo ultimo periodo. Ci sono tante notizie, tante polemiche. Che cosa ci puoi raccontare se ti dicessi inflazione e telefonia?

Sta per arrivare l’offerta a prezzo indicizzato. Le compagnie telefoniche come Wind, Tre e Tim hanno dichiarato e già comunicato ai loro clienti che a partire dalla fine di febbraio, tutte le offerte sottoscritte subiranno un aumento pari all’indice inflazionistico. Questo perché hanno scritto ai loro consumatori che visto il costo dell’energia e delle materie, si vogliono avvalere della famosa clausola di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, ossia quella di permettere al cliente, a fronte di un aumento del prezzo dell’offerta, di recedere dal contratto entro sessanta giorni”.

Mai più subire, ma denunciare – Combattere il cyberbullismo

Mai più subire, ma denunciare – Combattere il cyberbullismo

Il cyberbullismo è l’evoluzione di un comportamento già noto a tutti: il bullismo, cioè, l’atteggiamento di alcuni soggetti nei confronti di altri che vogliono prevaricare, usando violenza sia nelle azioni sia nelle parole, spesso anche stalkerizzando la vittima. 

Specialmente nell’ambiente scolastico, sentiamo parlare tante volte di bullismo. Oggi questo atteggiamento si è amplificato sfruttando l’anonimato fornito dal web, e i bulli sono notevolmente aumentati, perché è molto più facile criticare e aggredire qualcuno, stando nascosti dietro uno schermo. 

La tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, e video offensivi.

La legge italiana oggi tutela tutte quelle persone che sono vittime di cyberbullismo con una legge specifica, la legge 71 del 29 maggio del 2017, denominata: Disposizione a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. 

Gli episodi di bullismo costituiscono un reato, che può sfociare anche nel penale. Quindi, quando pensate di prendere in giro qualcuno tramite i social, di fare un commento che secondo voi è innocuo, sappiate che potete essere denunciati. Al contrario, se siete vittime di cyberbullismo, sappiate che potete denunciarli. 

Parlatene con i vostri professori, con i vostri genitori, con chiunque vi circondi, persone delle quali vi fidiate, fino ad arrivare anche alle forze dell’ordine. Non dovete stare zitti e subire questi episodi, ma denunciare. 

È solo in questo modo che si possono fermare queste persone, che pensano di essere invincibili.

A differenza del bullismo, che si verifica solo in presenza della vittima, il cyberbullismo è attivo 24 ore su 24.

Il bisogno del bullo nella vita reale di dominare nelle relazioni interpersonali rende inefficace la sua azione nel momento in cui la vittima non è presente. Invece, il cyberbullo si nasconde dietro alla tecnologia, raggiungendo la sua preda attraverso la rete in ogni momento.

Spesso il bullo ha la tendenza a sottrarsi dalle responsabilità portando sul piano scherzoso le azioni di violenza, mentre nel cyberbullismo c’è quasi un’alienazione. Non sono io ma il mio Avatar. 

È bene ricordare che è molto difficile far cancellare dalla rete qualcosa che è stato pubblicato. Quindi, evitate di offendere chiunque sul web, che sia un personaggio noto o un utente qualsiasi. Innanzitutto, perché l’offesa va a raggiungere delle persone reali, quindi state offendendo una persona che potrebbe restarci male, diventando degli haters senza volerlo, poi, perché tutto ciò che viene immesso in rete, dura per sempre.

Evitate le frasi volgari, che lette fuori contesto possono essere fraintese, e i giudizi. Voi non sapete aldilà dello schermo chi c’è.

Evitate commenti negativi a docenti, genitori, compagni di classe e, in futuro, capo e colleghi, ma anche di condividere le esperienze illegali, come, ad esempio, se avete fatto uso di erba, superato i limiti di velocità o altro. 

 

Questo articolo è stato scritto per il progetto “Riciclare è un’arte” nell’ambito del progetto – “Comunità Solidali 2020”, sottoscritto tra Regione Lazio e Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali.

Claudia Mammalella: Founder di Amichedismalto.it a Sempre più in forma green

Claudia Mammalella: Founder di Amichedismalto.it a Sempre più in forma green

Un gennaio ricco di incontri e tanti spunti per reinventarsi: lo sa bene Claudia Mammalella, fondatrice del brand Amichedismalto, che ho avuto il piacere di intervistare durante la puntata di martedì 31 gennaio per RID 96.8 FM.

Conosciamola meglio!

 

So che hai tantissime iniziative e idee legate al mondo della sostenibilità, ma innanzitutto voglio parlare di Amichedismalto, il tuo brand.

È un progetto editoriale che negli anni è cresciuto diventando un brand. Io lo definisco come un mondo bello dedicato alle donne. Si parla di moda e bellezza con un pizzico di quella leggerezza cdi cui abbiamo sempre bisogno.

In che cosa ti sei cimentata ultimamente?

Sto lavorando ad un nuovo format televisivo che si chiama ‘Social Suite’ in onda su Amazon Prime. È un talent show dove alcuni giovani influencer si mettono alla prova con dei lavori tradizionali. Vuole sfatare un po’ il mito che gli influencer non sappiano fare poi tante cose. Io sono in giuria con la bravissima Gabriella Carlucci e il giornalista Claudio Calì.

Come hai scovato questi influencer?

Sono sei giovani già con un buon seguito sui social, in particolare su Tik Tok. Ho notato che le ragazze sono sempre quelle più centrate. La modella e la food blogger messe alla prova in passerella o in un ristorante sono centratissime. I ragazzi invece sono un po’ persi. 

Claudia Mammalella

Amiche di smalto è un progetto digitale dedicato al mondo della moda, della bellezza e del lifestyle. Hai una pluriennale esperienza nel mondo televisivo e web, e hai messo tutto al servizio di questo progetto…

Assolutamente sì, le mie competenze e anche le mie passioni. È un mondo bello dedicato alle donne. C’è un magazine, una app, un e-commerce e un podcast che si chiama ‘Chiedo per un’Amica’. Mi piace comunicare su più fronti, con più argomenti e ognuno ha il suo spazio. 

Ti ho invitato qui oggi perché tu poni sempre più attenzione all’acquisto consapevole di cosmetici bio. 

Il concetto di bellezza green per una volta è partito proprio da noi consumatrici. L’attenzione che le aziende oggi hanno nei confronti della produzione di cosmetici bio è venuta proprio dalla nostra richiesta. Si dice che i Millennial e la Generazione Z siano molto attenti, ma anche noi donne che utilizziamo quei cosmetici costosi siamo sempre più attente a ciò che acquistiamo. Anche le aziende finalmente si sono adeguate. 

Come facciamo a riconoscere i cosmetici bio?

Tutto si riferisce al mondo dell’acquisto consapevole. Una delle azioni che possiamo fare è guardare l’etichetta del prodotto, il famoso INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) e già quello ci dà una base di tutte le sostanze che sono contenute nel prodotto. Inoltre, dobbiamo stare attenti ai nomi in latino che vengono considerati indici positivi del prodotto. Ci sono poi delle sostanze con cui abbiamo familiarizzato, come i parabeni o i siliconi, e noi tutti sappiamo che quando vediamo prodotti con queste sostanze dobbiamo starne alla larga. Sono sostanze chimiche che, un tempo, servivano per dare determinate caratteristiche come la morbidezza e la lucentezza negli shampoo. Oggi le aziende hanno fatto una grandissima ricerca e anche tanti investimenti, e hanno sostituito questi ingredienti chimici con quelli naturali. Peraltro, dobbiamo sfatare un mito: i prodotti bio funzionano, ma bisogna dargli un po’ più di tempo”.

È bello vedere come una passione si è trasformata in una professione, perché dà una speranza a tutte quelle donne che si trovano bloccate nella loro vita e che vorrebbero ricominciare. 

Ho iniziato a mettermi in proprio verso i 40 anni, ho riunito tutte le mie competenze ed ho voluto provarci. La passione viene sempre premiata”. 

Parliamo degli smalti green

All’inizio quando si parlava di cosmetici bio, sembrava che per gli smalti non si potesse proprio fare nulla perché gli agenti chimici servono proprio per dare lucentezza e durata allo smalto. Oggi, invece, alcune aziende hanno creato degli smalti EMA FREE. Parlando di smalti semi-permanenti, questa sostanza è stata sostituita con altre più naturali. Quindi, si può fare ed è stato fatto da aziende italiane. Ricordiamoci anche un dato che stavo leggendo su ‘Cosmetica Italia’: l’Italia è il Paese che produce il 65% di prodotti bio in tutto il mondo. Il Made in Italy è primo anche in questo. Tutto si può fare ed è bello che la spinta sia venuta proprio da noi consumatrici”.

Per la rubrica “giovedì gnocchi”: gli uomini italiani più belli e green. La classifica di Barbara Molinario

Per la rubrica “giovedì gnocchi”: gli uomini italiani più belli e green. La classifica di Barbara Molinario

Durante la trasmissione quotidiana “Donne di oggi” condotta dalle speaker Francesca Silvi e Valentina Olla, in onda su Rid 968 FM, Barbara Molinario, presidente di Road to green 2020, ha stilato la sua personale classifica “Giovedì gnocchi”, con gli uomini italiani più belli ed interessanti, impegnati nel mondo del green.

1 Roberto Cavallo

Roberto Cavallo è un divulgatore ambientale, green influencer. È stato nominato fra le Top Voices Ambiente di LinkedIn Notizie, un elenco dei dieci migliori profili da seguire per rimanere aggiornati sui temi della lotta al cambiamento climatico e della sostenibilità. Roberto utilizza i suoi canali social (LinkedIn, Facebook e YouTube) per parlare di ambiente e sostenibilità. Dal lunedì al venerdì lo troviamo in diretta con le sue EnviNews – uno spazio per commentare notizie di attualità legate all’ambiente. È impegnato in diversi progetti come Keep Clean and Run, una maratona di plogging a cui è legato il relativo Campionato Mondiale di Plogging.

2 Nicola Lamberti

Nicola Lamberti è un ingegnere ambientale e green influencer. La grande passione per la natura lo accompagna fin dall’infanzia e, crescendo, ha sviluppato una forte coscienza e conoscenza riguardo i temi ambientali che divulga sui suoi social, in particolare su Instagram. Nicola affronta temi cruciali come la transizione energetica o il riscaldamento globale con un linguaggio semplice ed alla portata di tutti.

3 Alberto Angela

“Dopo anni di lavoro, soprattutto in giro per il mondo, ci è apparso evidente il cambiamento del Pianeta e doveroso testimoniare qual è lo stato di salute della Terra, quali danni abbiamo creato con i nostri comportamenti, quante risorse consumiamo nella vita quotidiana, quali comportamenti consapevoli possiamo assumere. Il nostro impegno – sottolinea – è evitare i toni preoccupati, forti, che si usano altrove. Vogliamo fare un discorso pacato, ma profondo, partendo dalla nostra esperienza, 70 anni di lavoro di mio padre, 30 anni miei, durante i quali abbiamo raccolto precisi segnali da non trascurare. Pensiamo alle rovine Maya, una civiltà scomparsa per via del cambiamento climatico: sono luoghi meravigliosi da fotografare, ma anche un monito. O all’Isola di Pasqua. O ancora a una t-shirt: il processo che va dalla realizzazione, fin dalla coltivazione del cotone, allo smaltimento di una maglietta equivale al consumo di 3900 litri di acqua. Per farlo capire abbiamo messo in fila 3900 bottiglie, che coprono quasi completamente una pista di atletica”. Chi non si è mai imbattuto in una delle interessanti trasmissioni di Alberto Angela? Alberto è paleontologo, divulgatore scientifico, conduttore televisivo, giornalista e scrittore italiano. 

4 Matteo Ward

Come guidare le aziende di lusso verso un percorso green? È questo il lavoro di Matteo Ward, imprenditore e divulgatore green che sfrutta la sua influenza in battaglie contro il greenwashing.

5 Alex Bellini

Grazie ai suoi reportage abbiamo potuto ammirare gli angoli più belli del pianeta, ma anche quelli più inquinati. Alex Bellini è esploratore e divulgatore ambientale. Le sue incredibili avventure sono tutte documentate sulla sua pagina Instagram, dove sensibilizza i followers circa i danni che la terra sta subendo a causa dell’inquinamento e del global warming. 

Giorgia Miccolis ospite a Sempre più in forma green: Luxury Experience in intimità grazie a “Il Confessionale”

Giorgia Miccolis ospite a Sempre più in forma green: Luxury Experience in intimità grazie a “Il Confessionale”

Martedì 20 dicembre, durante la trasmissione “Sempre più in forma green” della Radio RID 96.8 FM,  ho avuto il piacere di scoprire una realtà davvero magica grazie a Giorgia Miccolis

Il Confessionale, è una location esclusiva, pensata per solo due persone, per una Luxury Experience in intimità. E’ dotata di un pianoforte, una vasca idromassaggio doppia immersa in cristalli naturali colorati per la cristalloterapia, un bagno turco, una grande doccia emozionale, una suite con letto a baldacchino, caminetto e parete di sale himalayano retroilluminata.

Un luogo davvero unico che ho avuto il piacere di scoprire insieme a Giorgia Miccolis, durante la puntata di Sempre più in forma green.

Conosciamola meglio!

Ciao Giorgia, raccontaci qualcosa in più su questo luogo incredibile.

Si, noi abbiamo creato, in uno dei borghi più belli d’Italia, ovvero Castel Novo di Porto, vicinissimo a Roma Nord, una location lussuosissima all’interno della quale si parla di benessere, di gusto, di sensazioni… abbiamo una Spa scavata nella roccia con una vasca idromassaggio doppia, piena di minerali colorati per la mineraloterapia. E molto altro.

Il tutto circondato da candele profumate che regalano un’atmosfera davvero surreale.

Ma oltre a questo so che si parla di cristalloterapia, un caminetto a parete di sale Himalayano ed una retro luminescenza, confortevole per tutti i sensi.

Si, il sale dell’Himalaya favorisce la respirazione. Curiamo i nostro ospiti a 360 gradi.

So che offrite anche delle pietanze buonissime.

Certo! I prodotti sono di nostra produzione, quindi biologici.

Tutto è cucinato dal nostro Chef stellato, seguendo la stagionalità dei prodotti.

Un ottimo regalo di natale.

Si, esatto. Per natale e non solo, adatto anche a compleanni o anniversari di matrimonio.

 

Ricordo a tutti i nostri lettori che trovate tutte le informazioni su www.ilconfessionale.com

oppure chiamando il numero +39 331 7447000

Biagio De Luca a Sempre più in forma green racconta la realtà di “Plastic Free”

Biagio De Luca a Sempre più in forma green racconta la realtà di “Plastic Free”

Plastic Free Odv Onlus è un’associazione di volontariato nata il 29 Luglio 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare più persone possibili sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica. Nati come realtà digitale, nei primi anni hanno raggiunto milioni di utenti e oggi, con più di 1.000 referenti in tutt’Italia, sono divenuti un’importante e concreta associazione in questa tematica. Sono inoltre impegnati sul campo, attraverso diversi progetti, quali: appuntamenti di clean up, salvataggio delle tartarughe marine, sensibilizzazione nelle scuole e Comuni Plastic Free.

Non potevo che invitarli nella Trasmissione più green che c’è!

Durante la puntata di martedì 4 ottobre ho avuto il piacere di intervistare Biagio De Luca, un ragazzo molto giovane ma con le idee ben chiare.

Non mi dilungo ulteriormente e lascio parlare il mio ospite.

Parlaci della Onlus Plastic Free.

Plastic Free è una realtà che esiste dal 2019 quando dalla Basilicata, Luca De Gaetano, il Presidente, ha riunito molte persone organizzando un evento che poi è diventato il cavallo di battaglia di Plastic Free, ovvero la pulizia di città e strade.

In questi eventi raccogliamo tutti i rifiuti, ripulendo gli ambienti.

Negli anni abbiamo raggiunto un grande numero di persone, si ha modo di incontrare tanti individui uniti dagli stessi interessi e sensibilizzare molti cittadini.

L’ultimo di questi eventi si è tenuto il 2 ottobre. Sono stati organizzati 242 appuntamenti, dove 10.508 volontari hanno raccolto 165.000 kg di rifiuti.

Plastic Free

Quali altri progetti ha in serbo Plastic Free?

Ci sono molti progetti in cantiere: uno dei più importanti è quello della salvaguardia delle tartarughe, così come “Plastic free walk”, durante il quale andiamo in paesaggi più difficili da raggiungere, come i percorsi di montagna, e li ripuliamo.

Facciamo anche sensibilizzazione all’interno delle scuole, che è quello di cui mi occupo io nello specifico.

Licei, medie ed elementari sono ambienti dove è fondamentale parlare di sostenibilità, per prevenire ancor prima di curare. Spiego ai ragazzi le differenze tra le varie definizioni in ambito green e li guido verso acquisti consapevoli, dando loro delle alternative valide alle bottigliette di plastica, per esempio.

Basta leggere le etichette per fare acquisti consapevoli?

Non sempre basta. Spesso cadiamo nel così detto “green washing”: ad esempio molti prodotti in plastica si definiscono 100% riciclabili, ma la plastica si può riciclare fino a 3\4 volte. Se sottoposta a calore e pressione perde le caratteristiche utili a riprodurre quel prodotto.

È preferibile scegliere l’alluminio o il vetro, oppure meglio ancora utilizzare le borracce.

Plastic Free ha spesso installato, all’interno delle scuole, dei distributori per microfiltrare l’acqua utili al riempimento delle borracce, appunto.

Volevo anche riferirmi agli ascoltatori e ai cittadini, dicendo loro che sostenibilità non significa solo fare la raccolta differenziata, ma significa scegliere prodotti “zero waste”, come le spugne di luffa, o gli spazzolini in bamboo. Ma anche scegliere elettrodomestici con un’efficienza energetica più alta possibile, magari anche rigenerati, se possibile.

Dove possiamo trovare Plastic Free?

Siamo sia su Facebook che su Instagram come Plastic Free. Potete trovare tutte le info utili anche sul sito plasticfreeonlus.it.

Un ringraziamento speciale a Biagio De Luca, sono certa che ci rincontreremo presto!

L’intervista a Lady Be: conosciamo l’arte del riciclare

L’intervista a Lady Be: conosciamo l’arte del riciclare

Nuova puntata, nuovo ospite. Questa volta è stato il turno di Letizia Lanzarotti, in arte Lady Be.

Classe 1990, nata a Milano: Letizia è un’artista italiana che da più di dieci anni trasforma giocattoli, penne e bottoni di plastica dismessi in tessere per un mosaico contemporaneo, che assembla per realizzare ritratti iconici apprezzati come pop art e come plastica riutilizzata in modo creativo. L’inizio della sua carriera artistica avvenne quando raccolse una serie di oggetti di plastica trovati in casa riproducendo un volto di Marilyn Monroe; aveva 19 anni. Soddisfatta del processo e del risultato, ha rinunciato a pennelli e colori per una serie di frammenti di plastica in tutte le tonalità raccolte da spiagge, amici e mercatini delle pulci.

Ha esposto nelle principali città europee e a New York, ha un ampio portfolio di ritratti polimerici ispirati a leader politici, storici, cinematografici e scientifici come Andy Warhol, Mona Lisa, Nelson Mandela, Nikola Tesla e Audrey Hepburn.

Hanno parlato di lei critici d’arte come Paolo Levi, Nuccio Mula, Vittorio Sgarbi, che ha commentato positivamente le sue opere in varie occasioni.

Ma non voglio dilungarmi ulteriormente.

Conosciamo meglio Lady Be.

Ciao Letizia. Parlaci meglio di quello che fai.

Ho iniziato più di 10 anni fa, quando ancora non si parlava così tanto di riciclo. Ho voluto creare qualcosa di bello, partendo dai miei personali rifiuti: penne, pennarelli, gioielli… per creare il ritratto di Marylin Monroe. Ho fatto molti ritratti di personaggi famosi ed importanti, ispirandomi anche agli eventi di cronaca mondani.

Come ti è venuta questa idea?

L’idea iniziale era di unire questi tasselli interi nel mosaico in modo tale da produrre qualcosa che fosse riconoscibile. Gli oggetti vengono usati nel colore originale, però per modellare le espressioni etc, devo tagliarli e modificarne la forma.

La tua tecnica è replicabile anche in casa, insieme ai bambini.

Lady Be

Certo! Io invito sempre a replicare la mia arte, cercando di incentivare tutti a riciclare gli oggetti che hanno in casa così da non buttare nulla.

Per chi fosse curioso di scoprire i suoi lavori, potete trovarla sia su Instagram @letizialadybe che su Facebook @ladybeart. 

Mi stavi parlando del tuo prossimo progetto, legato al mondo dello sport.

Si, sarà un’opera dedicata alla Roma, richiesta dalla squadra di calcio della Roma. Verrà effettuata prima del 6 ottobre, per la Champions League, in diretta proprio dallo stadio.

Fai anche lavori su commissioni?

Si certo, mi piace anche cimentarmi in ritratti personali. Anche nel caso della squadra della Roma, sarà composta dagli scarti degli stessi giocatori. Lo stesso vale con le opere per i bambini, che produco usando i ricordi e gli oggetti della loro infanzia.

Che meraviglia! Spero di incontrarti dal vivo.

Continueremo sicuramente a seguire i tuoi prossimi progetti.

 

Eco sostenibilità in rosa: l’intervista ad Azzurra Eramo

Eco sostenibilità in rosa: l’intervista ad Azzurra Eramo

Un’altra puntata insieme a Sempre più in forma green ed un’altra ospite incredibile.

Questa volta ho incontrato Azzurra Eramo, finalista al Contest 22 di Road to green 2020.

Azzurra era stata premiata, con il suo progetto “Eco sostenibilità in rosa” proprio dalla Pink Editor di RID 96.8, Michelle Marie Castiello. Michelle le aveva riconosciuto, oltre alla scelta perfetta del colore, anche un’idea innovativa che l’aveva particolarmente colpita.

Premiazione Contest Road to green – Michelle Marie Castiello, Azzurra Eramo e Barbara Molinaro

Azzurra, ha 14 anni e frequenta l’Istituto Tecnico Statale Vittorio Veneto Salvemini di Latina indirizzo sistema moda, articolazione Tessile, Abbigliamento e Moda.

Una giovane ragazza con le idee chiare sul futuro.

Conosciamola meglio!

Azzurra Eramo

Oggi in Radio abbiamo una delle vincitrici del Contest 22 Road to green 2020. Come potevi non essere premiata dalla nostra PINK Editor. Vuoi raccontarci del tuo progetto?

La mia idea di eco sostenibilità si ispira alla stilista Stella McCartney, che ha riutilizzato la plastica per creare delle borse, così come altri materiali ormai in disuso. Lo stesso ho fatto io con il mio progetto: ho riciclato materiali inutilizzati per creare un abito da party donna. Tra i vari tessuti ci sono il raso sofia e stoffa glitterata rosa. Il vestito è composto da un corpetto glitterato rosa, cucito su una gonna a ruota più lunga dietro e più corta davanti.

Il colore rosa lo utilizzi spesso o questo progetto è stata un’eccezione?

Lo uso spesso, il rosa è il mio colore preferito. La maggior parte dei bozzetti che ho fatto sono rosa, lilla, fuxia…

Parlaci dell’indirizzo moda che stai frequentando.

Ho sempre voluto studiare moda, sin da piccola. Già sapevo di voler frequentare questo indirizzo. Dopo le superiori mi iscriverò l’Accademia del Lusso.

Hai già le idee molto chiare. Quali sono le materie che fate all’interno dell’Istituto?

 

Oltre a cucito, c’è anche tecnica del disegno su carta modello e moda. La mia preferita è moda, amo sia la parte creativa che quella progettuale.

Dalla scuola cosa ti aspetti?

Vorrei imparare, fare esperienza… magari cucendo vestiti. Spero di sviluppare nuove idee per continuare a lavorare nel mondo della moda dopo la scuola.

Ho appena scoperto che sei nipote d’arte: tuo nonno era un sarto. Sarà molto orgoglioso di te.

Lo spero. Qualche volta sono andata da lui e mi ha mostrato come fare alcune cose.

Adesso sono curiosa… qual è la tua pratica green?

Se penso a quando ero più piccola, ricordo quando mia nonna voleva buttare dei vestiti inutilizzati, li prendevo io e li usavo per vestire le bambole.

C’è un personaggio famoso che ti piacerebbe vestire?

Vestire no, mi piacerebbe però lavorare per Chanel. Seguo molto anche le sfilate di moda, uno tra i miei stilisti preferiti è Valentino.

Se volete seguire i nuovi progetti di Azzurra Eramo, la trovate sui social come

_ azzurra_eramo __

Spero di incontrarti al prossimo Contest Road to green, sono certa che mi stupirai anche questa volta!

Arte oltre l’iNmaginario: l’intervista alla curatrice e storica dell’arte Gina Ingrassia

Arte oltre l’iNmaginario: l’intervista alla curatrice e storica dell’arte Gina Ingrassia

Nella puntata di martedì 13 settembre, per la trasmissione “Sempre più in forma green” firmata RID 96.8, ho intervistato la storica dell’arte Gina Ingrassia.

Un incontro davvero stimolante, volto al rispetto di tutte le specie animali e vegetali che ci circondano.

Barbara Molinario e Gina Ingrassia

Presso la Casina delle civette situata a Villa Torlonia, è allestita fino a fine ottobre la mostra “Biodiversità a Roma”: 32 scatti e 11 dipinti per un racconto inedito alla scoperta degli animali e degli ecosistemi che contraddistinguono la città; aree protette, ville storiche, aree archeologiche, fiumi e specchi d’acqua. L’esposizione è curata da Gina Ingrassia, e promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, realizzata da Pandion ed. & Inmaginacon il patrocinio della Lipu/BirdLife Italia.

L’ obbiettivo della mostra è quello di fornire indicazioni sulla distribuzione delle varie specie animali, le loro abitudini e il loro ruolo all’interno dell’ecosistema urbano al fine di trasmettere una maggiore consapevolezza a noi umani che abitiamo questi ambienti insieme a loro.

Ma vediamo ora cosa ho scoperto durante l’intervista!

Raccontaci qualcosa in più sulla mostra “Biodiversità a Roma”

Penso che sia per noi un grande privilegio poter parlare di bellezza e di arte in una città come Roma, che è la Capitale della cultura e della biodiversità, come l’ha definita anche Bruno Cignini, che ha realizzato le foto esposte all’interno della mostra.

La mostra è stata prorogata di un mese, per noi è stata una notizia incredibile… ha avuto tantissimo successo, anche durante l’estate. Terminerà infatti a fine ottobre, così anche chi non è riuscito a visitarla, potrà farlo adesso. Consiglio anche di partecipare ai corsi che accompagnano la mostra, organizzati con il sostegno della LIPU.

Come ci si può prenotare ai Laboratori?

Ci si può prenotare entrando nel sito del Comune di Roma, Sovrintendenza Capitolina della Casina delle Civette, lì si trova il numero di telefono al quale prenotarsi.

Vuoi parlarci della novità in ambito di biodiversità?

Tra le tante notizie brutte del periodo, questa bella novità è passata quasi in secondo piano, è quindi giusto riproporla: recentemente la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è entrata a tutti gli effetti nella nostra Costituzione, sono gli Articoli 9 e 41 ad ospitare questa dicitura.

Diventa così un Diritto, godere di un ambiente naturale, sano e tutelarlo nel migliore dei modi.

Quando mi hanno chiamato per curare questa mostra, io che mi occupo solitamente di mostre d’arte, ho potuto capire e osservare da vicino come poter veicolare determinati messaggi.

Ed è stato difficile?

Arte e natura dialogano in maniera armoniosa da anni, siamo noi ad averne rovinato il rapporto.

Raccontaci la vita di una curatrice d’arte.

È una vita bella. Ho il privilegio di fare il lavoro che amo, quindi è quasi una missione. Quando ho completato gli studi in Storia dell’Arte, ho scoperto che mi piaceva raccontarla l’arte. C’erano due possibilità: diventare insegnante oppure raccontarla fornendo dei viaggi attraverso le mostre, e alla fine ho scelto questa seconda strada.

Ma quindi di cosa si occupa esattamente una curatrice? Hai qualche aneddoto da raccontare?

Una curatrice deve trasformare dei contenuti in qualcosa che tu puoi leggere e percorrere con gli occhi, visivamente ma anche con il cuore. Deve quindi trasformare il materiale che ha a disposizione in qualcosa che sia coerente da un punto di vista scientifico ma che desti anche meraviglia. Chi esce da una mostra deve aver voglia, successivamente, di scoprire ancora di più rispetto a ciò che ha appena visto.

Questa mostra nello specifico è molto particolare, perché le pareti della Casina della civette sono delle vetrate, quindi si vede attraverso. Lo spazio è molto piccolo ma, come dico anche ai visitatori, la mostra non termina negli spazi interni… continua tutto intorno, la villa e la natura ne fanno parte.

Quello che noi facciamo all’interno della dipendenza delle civette è solo quello di dirvi ciò che dovete osservare fuori e invitarvi ad andare a cercarlo.

Quando si deve allestire la mostra, la sede non è mai casuale, si sceglie un luogo adatto sia per i materiali sia per creare la suggestione desiderata.

Chi sono coloro che hanno reso possibile la mostra?

Sono tantissime le partnership e le collaborazioni.

“Da soli si va più veloce ma insieme si va più lontano”

A partire dalla Sovrintendenza Capitolina che ha compreso da subito l’importanza del progetto e ci ha messo a disposizione quei meravigliosi spazi espositivi. E poi i miei compagni di viaggio: Bruno Cignini, il curatore scientifico della mostra; Eva Villa, che ha realizzato gli acquerelli. Alessandro Troisi, della Pandion Ed., perché questa mostra diventerà un libro.

A questo punto parlaci del libro.

Bruno Cignini è uno dei massimi esperti di biodiversità a Roma; insegna all’Università ma è oltre a questo è un uomo di immensa cultura e grande amante della natura. Ha fatto centinaia e centinaia di fotografie, tanto che è stato complesso selezionarne solo alcune per la mostra. Abbiamo deciso così di farne un libro, un censimento di tutta la biodiversità a Roma, sia da un punto di vista faunistico che di flora. Un vademecum che insegna dove e come trovare le specie animali.

Vuoi ringraziare qualcuno?

Oltre a quelli già citati, voglio ringraziare Zetema, che si è occupato della comunicazione per il Comune di Roma, e poi i nostri Partner tecnici e non solo: Città del Sole, che ci ha offerto dei Laboratori meravigliosi, abbiamo fatto addirittura lo Yoga degli animali! Ringrazio anche il Presidente della LIPU, Danilo Selvaggi e Swarovski Optik Italia.

Dove ti possono trovare i nostri ascoltatori?

Potete trovarmi sia su Facebook che su Instagram al nome di “Ginaingrassiainmagina”.

Grazie Gina per essere stata mia ospite oggi, attendiamo con curiosità di leggere il libro sulla Biodiversità a Roma.

 

Valentina Asia: il brand di Valentina Russo nato dal rispetto verso la natura e i suoi valori

Valentina Asia: il brand di Valentina Russo nato dal rispetto verso la natura e i suoi valori

Le interviste per la trasmissione “Sempre più in forma green” sono tornate e sono ripartita alla grande insieme a RID 96.8 intervistando, durante la puntata di martedì 6 settembre, la giovane e talentuosa Valentina Russo, vincitrice dell’ultimo Contest Road to green 2020.

Valentina Russo

Valentina è la fondatrice e designer del brand etico “Valentina Asia”: la sua mission è creare prodotti autentici e di design, che uniscono il rispetto della natura ai suoi materiali.

La collezione che ha decretato la vittoria di Valentina durante il Contest Road to green, prende il nome di “Mineraria Collection, languages of possibilities”: un inno alla terra, alle pietre e minerali e all’arte che si compone da tre linee differenti: le borse scultura, gli orecchini pepite e la linea pelle di riciclo.

Marisa Green – Valentina Asia

Ma conosciamo meglio Valentina!

Ciao Valentina. Tu, per i tuoi lavori, utilizzi principalmente materiali naturali, come il legno, pietre grezze… che poi intagli a mano. Ed è proprio con una borsa in pietra che hai vinto il Contest 2022 Road to green. Ma da cosa nasce l’idea di sposare il tuo amore per il design e la moda agli elementi naturali?

Inizialmente ho creato i progetti non con il fine di farne un brand, poi con il Lockdown ho avuto, diciamo, il tempo di avere tempo. Quel periodo ha cambiato un po’ tutto e la mia attenzione in ambito ecologico si è rafforzata molto.  La prima idea che mi è saltata in testa è stata quella della pietra, come concetto di origine, in un momento in cui era proprio la terra sotto i piedi a sembrare essere scomparsa. Mineraria Collection è proprio un inno ai minerali, alla Terra e alla natura, sia da un punto di vista concettuale che organico, ecco perchè tutti i prodotti hanno forme irregolari. È proprio questo a renderli oggetti unici.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Orecchini – Valentina Asia
Orecchini – Valentina Asia

I progetti sono sempre tanti, come le idee. Quando si parla di prodotti artigianali, si deve mettere in conto che c’è bisogno di molto più tempo per poterli sviluppare.

Sto portando avanti le borse scultura: si tratta di una rielaborazione delle clutch gioiello di tendenza, ma totalmente naturali. Le borse sono progettate con un programma 3D e intagliate inizialmente con una macchina CNC. Ad accompagnare le borse scultura nascono anche gli orecchini “Pepite”, una versione in piccolo delle borse scultura. Si tratta di maxi orecchini dalla forma irregolare, realizzati con legno (noce o ciliegio), pietra in quarzite e perno in ottone dorato.

Sto lavorando anche sulla nuova collezione “Marea”, incentrata sul mare; per la quale utilizzeremo l’alga o plastica riciclata insieme a tutti quei materiali di scarto che spesso inquinano le acque del mare.

Gli ascoltatori dove possono trovare i tuoi lavori? Oltre che nei tuoi social, che ricordo essere al nome di valentinaasia_italy.

Mi potete trovare da “Silente Design” in via Palmieri 30 a Lecce, da “Artisanal Cornucopia” in via dell’Oca 38/A a Roma ed infine da “I Love Shopping” in piazza della Resistenza, 1 a Sesto San Giovanni.

 

Grazie Valentina, speriamo di rivederci presto, chissà magari durante il prossimo Contest Road to green!

 

Simona Molinari presenta il suo nuovo Album “Petali”

Simona Molinari presenta il suo nuovo Album “Petali”

Non solo ambiente, cibo ed eco sostenibilità, a Sempre più in forma green vogliamo dare voce ai talenti del panorama musicale italiano, scoprendo le loro pratiche green. Durante la puntata di martedì 26 luglio, la voce protagonista è stata quella della cantautrice Simona Molinari… non potevamo essere più fortunati.

Simona Molinari-Petali

Ciao Simona! Noi ci conosciamo da molti anni, da quando durante i primi dischi curavo i tuoi look. Raccontaci della Targa Tenco, il premio che ti è stato assegnato.

Si, sono felicissima. Andrò a ritirare la Targa Tengo ad ottobre, proprio sul palco dell’Ariston. “Petali” è un disco al quale ho lavorato tanto insieme alla mia etichetta discografica, la BMG, ed è l’inizio di un nuovo percorso; sono stata assente dalla discografia per diversi anni, durante i quali ho formulato un nuovo modo di cantare e di interpretare. Vincere questa Targa è stata una soddisfazione immensa.

Questa Targa è anche un’attestazione, non solo della tua bravura, ma anche una medaglia al valore.

Esatto, in Italia è il premio più ambito nella musica d’autore.

Simona Molinari

Sei una cantautrice che fa tanti concerti a stretto contatto con il pubblico, quindi il premio dimostra anche quanto siano grati al tuo lavoro.

Si, la mia carriera è soprattutto live. Ho percorso l’Italia in lungo e largo, vivendo a stretto contatto con il pubblico.

È bello vedere come nei posti le persone che mi seguivano aumentavano di anno in anno, capire come questa famiglia si allargasse nel tempo.

Il tuo ultimo album si chiama “Petali” ed è uscito il 1 aprile, noi abbiamo ascoltato “Lei balla sola”. Sei molto legata a questo pezzo?

Si, ci sono affezionata perché parla di una donna un po’ randagia, che parte da sola per viaggiare in tutto il mondo. È ciò che vorrei essere, senza essere legata a costrizioni, ma libera di andare in ogni luogo possibile.

Dove possiamo ascoltarti?

Potete ascoltare l’album su tutte le piattaforme online. Sarò poi il 4 agosto in Nora di Pula, in Sardegna e il 5 verso Arbatax. Poi sarò tra la Puglia e la Campania nel mese di agosto. Sul mio sito potete trovare tutte le date del tour e le info necessarie.

Ma adesso vogliamo conoscere le tue buone pratiche green quotidiane!

Per fortuna ho sempre ricevuto un’educazione green, quindi molte cose mi vengono naturali: dalla differenziata alla mobilità elettrica o al risparmio dell’acqua, soprattutto in questo periodo particolare.

 

Grazie a Simona Molinari, nella speranza di rivederci in uno dei tuoi prossimi concerti.

 

Scoprire la biodiversità attraverso la pittura: l’intervista all’artista e illustratrice Eva Villa

Scoprire la biodiversità attraverso la pittura: l’intervista all’artista e illustratrice Eva Villa

Durante l’ultima puntata di Sempre più in forma green ho avuto il piacere di conoscere l’artista e illustratrice Eva Villa. Abbiamo parlato di passioni, arte, biodiversità e della mostra che colora la bellissima Villa Torlonia di Roma. Ma non voglio anticiparvi nient’altro, conosciamo meglio Eva! 

Barbara Molinario e Eva Villa

Ciao Eva! Vorrei sapere prima di tutto com’è nata la tua passione per l’arte e per gli acquerelli.

Io disegno sin da piccola, mio padre dipingeva e quindi casa mia era piena di libri d’arte. Prima ancora di imparare a camminare mi portava sempre in giro per musei, catacombe e tutto quello che era arte e archeologia, quindi per me la voglia di disegnare è innata. Quando dovevo scegliere cosa studiare, è stato naturale scegliere il settore artistico, in parallelo con i fumetti e i cartoni animati che ho sempre amato, proprio come mio padre.

Finiti gli studi d’arte mi sono diretta verso il mondo digitale e per diversi anni ho dipinto in digitale per i cartoni animati, facendo degli sfondi e colorando fumetti, solo dopo vent’anni ho riscoperto la pittura tradizionale.

Vorrei ora parlare della tua mostra in esposizione ai Musei di Villa Torlonia: si tratta di una mostra sulla biodiversità, allestita presso la Casina delle Civette a Villa Torlonia, da sabato 11 giugno sino a domenica 25 settembre. Sono esposte 32 fotografie dello zoologo, scrittore e divulgatore scientifico Bruno Cignini e 11 tuoi acquarelli. Ci vuoi parlare meglio di questo progetto?

Il progetto nasce tanti anni fa da questo mio ritorno alla pittura tradizionale, che ho riscoperto grazie a un gruppo che periodicamente si ritrovava nelle strade di Roma a dipingere. Ho conosciuto Alessandro Troisi che mi ha proposto questa idea nata da un libro realizzato con le fotografie di Bruno Cignini, di cui io ho avuto il carico di fare le illustrazioni di inizio capitolo. Ho dipinto e interpretato l’ambiente nel quale gli animali dovevano muoversi, 10 acquerelli con fiumi case e vari paesaggi.

Per dare visibilità agli animali che vivono l’ambiente urbano avete corredato questa mostra con una serie di attività didattiche. Di cosa si tratta?

Le attività didattiche sono sia visite guidate nella Villa, mostrando gli ambienti e animali che popolano la biodiversità, sia laboratori gratuiti di pittura e gioco in ambito naturalistico, organizzati in collaborazione con “Città del Sole”, una bellissima realtà.

Avete anche una collaborazione con la Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli.

Si esatto, da diverso tempo la Pandion Edizioni collabora con la Lipu: questa insegna le regole da rispettare nel rapporto con le varie specie animali in ambito urbano.

Volevamo anche ringraziare Gina Ingrassia, che ha curato l’esposizione di queste fotografie. Ci vuole un bel po’ di genio nell’organizzare queste cose.

Assolutamente si! C’è stata una sinergia stretta tra persone che fanno cose molte diverse fra di loro. Un’unione di forze diverse e tra persone compatibili che hanno trovato il modo di comunicare fra di loro.

È complicato fare il lavoro che fai tu, essere un’artista?

Allora, se a “complicato” diamo un’accezione neutra e quindi né negativa né positiva, allora si… è complicato. Molte persone che hanno un lavoro stabile e regolare mi chiedono “ma come fai?.

Al tempo stesso io posso gestirmi il tempo e la mole di lavoro da sola e soprattutto posso spostarmi da un campo lavorativo all’altro.

Per quanto riguarda i tuoi laboratori… come li organizzi e come li gestisci?

Io organizzo laboratori di acquerello ed insegno la tecnica anche a persone che non hanno mai disegnato. Si svolgono in un bistrot di Legambiente “Rosemary terra e sapori”.

Insegno anche colorazione digitale in una scuola di illustrazione chiamata “Officine B5” ed è situata in Piazza San Cosimato.

Per quanto riguarda i bambini, se ne occupa Alessandro Troisi in collaborazione con “Città del Sole” e continueranno anche dopo la fine della mostra nei negozi di “Città del sole”, sempre gratuiti e aperti a tutti i bambini.

Qual è il tuo allievo tipo?

La maggior parte sono persone che fanno un altro lavoro o magari in pensione, che volevano provare da tempo l’acquerello. Ci sono poi molti artisti che vogliono mettersi alla prova e affinare questa tecnica. Direi che il mio allievo tipo è chi non ha mai disegnato, perché terra vergine.

So che hai fatto le illustrazioni per un libro molto particolare: un’iniziativa che tratta di bimbi prematuri.

Questo progetto è nato durante il lockdown… la mamma di una bimba nata molto prematura mi ha proposto di illustrare un libro con la sua storia, in chiave favolistica. Pandion Edizioni ha coinvolto la Onlus “1 caffè” fondata da Luca Argentero, per raccogliere fondi e aiutare le Onlus che sostengono le mamme di bimbi prematuri durante il trattamento in ospedale.

Per chi vuole seguirti, dove può trovarti?

Su Instagram possono vedere tutti i miei lavori sotto il nome di _eva_villa_ mentre su Facebook possono trovarmi come Eva Villa.

 

Grazie mille Eva per averci raccontato tutte queste bellissime iniziative. L’arte unisce sempre le anime pure, e tu ne sei la riprova!

Piantare un albero per il sociale: l’intervista a Nicolò Pesce, Responsabile Comunicazione di Zero CO2

Piantare un albero per il sociale: l’intervista a Nicolò Pesce, Responsabile Comunicazione di Zero CO2

Quanto è vero che non si smette mai di imparare. Nicolò Pesce ce lo ha ricordato durante la puntata di martedì 12 luglio con “Sempre più in forma green”.

Nicolò ci ha parlato dell’azienda Zero CO2, nata dal progetto di Comparte Onlus, un’associazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di promuovere l’innovazione in ambito sociale ed educativo e lo scambio culturale; con un focus specifico sulla qualità dell’istruzione in America Latina. La sua mansione è quella di Responsabile della Comunicazione, ma il gruppo di Zero CO2 si compone di 15 elementi, ragazzi giovani e intraprendenti con la voglia di lottare per l’ambiente e per il sociale.

Conosciamolo meglio!

Barbara Molinario e Nicolò Pesce

Ciao Nicolò, spiegaci meglio come è nato Zero CO2 e di cosa si occupa.

La più grande particolarità di CO2 è che nasce in Guatemala e non in Italia, quindi è a tutti gli effetti una start up italo-guatemalteca. Nasce poco prima del Covid, quando la sostenibilità non era un trend, se così si può dire! Il progetto è nato dall’esigenza di lasciare qualcosa alle popolazioni del Guatemala che vivono in situazioni di estrema povertà, cercando di dare loro un futuro.

Volevamo accompagnare questi popoli attraverso un percorso di crescita dove gli alberi e la riforestazione potessero farne da protagonisti.

Se noi pensiamo al valore di un albero, dobbiamo tenere conto che non produce solo frutti ma dona anche ombra e soprattutto ossigeno, fondamentale per tutti noi.

Tutto nasce da un’idea tua e di tuo fratello, Andrea Pesce… infatti Zero CO2 è un’iniziativa corale. Ce ne vuoi parlare meglio?

Esatto. Mio fratello si trovava in Guatemala per un progetto di qualità educativa, ed è allora che conobbe Virgilio, un contadino guatemaltese, che è diventato poi Co-Fondatore di Zero CO2. Fu lui a suggerire di partire dai maestri per migliorare la situazione scolastica dei bambini: da questo nacque Comparte Onlus, in collaborazione con le Università locali, per formare i maestri.

Purtroppo però di educazione non si vive… dovevamo trovare un modo per mantenere le famiglie contadine del posto che non avevano nemmeno la possibilità di sfamarsi. Zero CO2 è nata per questo: prima piantiamo gli alberi nel nostro vivaio autoctono e controllato da Virgilio e dopo li regaliamo alle famiglie che se ne prendono cura.

Come si può aderire a questo progetto?

Un albero può fare davvero la differenza per una famiglia del Guatemala, perché gli alberi producono frutta e quindi danno un beneficio alimentare ma possono essere anche venduti così da ricavarne un sostegno economico.

L’albero forestale è un mezzo importante perché il legno viene ancora molto utilizzato, soprattutto per il fuoco. Se gli alberi vengono piantati nel modo giusto e le foreste controllate in modo sicuro, una volta tagliati gli alberi, possiamo ricevere molto di più dalle loro potature. Oltre questo c’è un grande impatto sociale, perché lo Stato dà dei fondi a coloro che piantano alberi forestali in modo sostenibile, in quanto riforestazione; senza tener conto del bene che si fa a tutte le specie animali e vegetali che vivono nella foresta.

Diamo anche qualche buona notizia. Voi lavorare anche in Italia, ma fate un lavoro differente. Infatti se in Guatemala è fondamentale piantare alberi, in Italia no. Perché?

In Guatemala è importante piantare alberi perché c’è una deforestazione alle stelle per lasciare spazio alle mono colture di palma da olio, banana etc… in Italia invece no. Siamo il secondo paese in Europa dopo la Spagna per copertura forestale, negli ultimi 25 anni gli alberi sono cresciuti e stanno crescendo ancora.

Purtroppo però non controlliamo bene le foreste, ecco che poi scoppiano continui incendi.

Noi di Zero CO2 in Italia abbiamo scelto di fare gestione forestale ma soprattutto di donare alberi alle cooperative agricole sociali, che li piantano all’interno di terreni precedentemente abbandonati e che loro hanno scelto di riprendere. Le cooperative sfruttano questi terreni per reinserire nel lavoro persone con difficoltà come ex tossico dipendenti o ex carcerati.

Si mettono anche in questo caso le persone al centro.

Per chi volesse contribuire, come può trovarvi?

Siamo su tutti i social come zeroco2.eco e sul sito zeroco2.eco dove tramite lo shop potete acquistare o regalare un certificato, è davvero molto semplice.

Ci vuoi raccontare di qualche progetto?

Vi racconto di un progetto che si è appena concluso, quello della “Posidonia”.

Si trattava di un progetto di riforestazione di una pianta marina, la posidonia appunto, al largo del Golfo Aranci, ed è stata un’iniziativa molto innovativa.

Una piantina piccola di posidonia porta molto più ossigeno di un piccolo albero, quindi è fondamentale.

Volevo ricordare che i piccoli gesti, come piantare un albero, non rivoluzionano il mondo, ma è solo fare la nostra parte. È fondamentale collocare il nostro granello di sabbia nel punto giusto per fare meno male possibile.

 

Ringraziamo tanto Nicolò Pesce per le belle parole e salutiamo Zero CO2 facendo loro un grosso in bocca al lupo!

Eventi di Cartone: il mobilio 100% carta che rispetta l’ambiente

Eventi di Cartone: il mobilio 100% carta che rispetta l’ambiente

A Sempre più in forma green non ci facciamo mai scappare le idee migliori che appartengono al mondo dell’eco sostenibilità ambientale.

Questa volta abbiamo ospitato Valerio Antonioni, fondatore di Eventi di Cartone, un’azienda giovane e dinamica che ha deciso di sfruttare al massimo il materiale del cartone per creare design innovativi e 100 % green.

Hai creato un’azienda che ruota attorno all’ambiente, per non creare elementi inquinanti, come ad esempio la plastica. La carta ed il cartone sono infatti materiali 100% riciclabili; di che cosa si occupa, nello specifico, la tua attività Eventi di Cartone?

Barbara Molinario e Valerio Antonioni

Eventi di Cartone è nata nel 2014, abbiamo sempre lavorato sulla comunicazione visiva utilizzando delle piattaforme su carta stampata e, girando il mondo, abbiamo avuto l’idea di utilizzare queste lastre di cartone.

Abbiamo deciso di specializzarci sul filone delle fiere e delle mostre, perché a livello scenografico potevano dare maggiori soddisfazioni. Il cartone è duttile, è bello ed è riciclabile.

Nessuno è più che eco di te. Infatti il cartone è 100% riciclabile, in particolare nel settore degli eventi dove spesso si utilizzano oggetti che dopo un solo utilizzo vengono gettati. Io stessa vi ho scelti come fornitori per l’ultimo Forum Road to green 2020 da me organizzato.

È una realtà stupenda, ci teniamo molto agli eventi e alle fiere. Tutti i materiali sono smontabili, infatti siamo molto attenti anche al lato logistico: di fatto, poter ridurre gli spazi durante il trasporto, dimezza i viaggi necessari per spostare gli oggetti richiesti. Meno spreco di carburante, di anidride carburanti etc.

Chi vuole può anche stampare sul cartone e decorare i materiali. Qua si apre il mondo della tipografia.

Si, esatto. Anche dal quel punto di vista abbiamo cercato di essere più green possibile, scegliendo le nuove tecnologie in latex, avvicinandoci a inchiostri sempre meno impattanti.

Voi realizzate desk, tavoli ma anche sedie in cartone.

Si, in questi giorni stiamo allestendo anche dei negozi. Questo perché il cartone può essere utilizzato per arredamenti che durano nel tempo; nella vendita di prodotti biologici e green è fondamentale che il luogo dove sono inseriti rispecchino l’ideologia del negozio stesso.

Ci sono delle sigle di cui tener conto quando si parla di cartone. Tra queste una è FSC (Forest stewardship Council), è stata creata da un ONG Internazionale, per garantire la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati.

Questi materiali li abbiamo scelti e li abbiamo fatti costruire su misura: vengono lavorati all’interno del nostro laboratorio per arrivare poi alla creazione finale; la pasta di riciclo della carta viene realizzata tramite delle lastre, abbiamo dei pannelli che gli architetti utilizzano per produrre gli arredamenti.

Sfatiamo il mito secondo cui eco sostenibile significa brutto, non è assolutamente vero!

Esatto! Noi abbiamo scelto sin da subito di utilizzare materiali eco sostenibili e poi ci siamo posti la domanda se potessero o meno essere belli esteticamente.

Abbiamo creato un’equipe di architetti ed interior design proprio per rendere queste piattaforme originali, in modo da poter soddisfare qualsiasi cliente, dando loro ampia scelta di modelli e forme diverse.

Vogliamo portare i più giovani ad intraprendere lavori dediti al mondo dell’eco sostenibilità e per farlo è importante sapere quali percorsi di studio scegliere.

Tu che studi hai fatto?

Io sono laureato in comunicazione, la mia famiglia ha sempre lavorato in tipografia, ci siamo uniti e ci siamo divertiti nel dare vita a questa dimensione.

Poi crescendo, si sono affiancati a noi altre professioni come architetti e interior design.

Grazie Valerio di essere stato mio ospite a Sempre più in forma green ed aver fatto conoscere il tuo progetto innovativo e sostenibile.

Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA: la prevenzione come cura all’ambiente

Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA: la prevenzione come cura all’ambiente

Martedì 28 giugno durante la trasmissione radio “Sempre più in forma green”ho avuto il piacere di intervistare, Francesco Sicilia, Direttore Generale di UNIRIMA.

Insieme a RID 96.8 FM diamo voce a coloro che trattano di ambiente e sostenibilità; Francesco più di altri conosce e lavora a stretto contatto con tutti coloro che si occupano di economia circolare e riciclo di materiali.

Francesco ha anche collaborato con Road to green 2020 (associazione no-profit della quale io sono Presidente) per “Riciclare è un’arte”, un progetto finanziato nell’ambito dell’avviso pubblico “Comunità Solidali 2020”, sottoscritto tra Regione Lazio e Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali. Si occuperà, in qualità di docente, di avvicinare i giovani a tematiche come l’economia circolare, il riciclo della carta e la raccolta differenziata della carta. Il suo contributo sarà anche fruibile mediante il libretto interattivo “Riciclare è un’arte” che sarà distribuito gratuitamente nel corso degli eventi in programma, nonchè sul sito di Road to green 2020.

La parola chiave durante questa intervista è stata prevenzione, vediamo perché.

Barbara Molinario e Francesco Sicilia

Prima di tutto spieghiamo cos’è UNIRIMA e di cosa si occupa.

UNIRIMA è un’associazione di categoria di imprese che si occupano di raccolta, recupero e avvio al riciclo prevalentemente della carta, ma anche di altri materiali. Sostiene le imprese per tutto ciò che riguarda l’ambito normativo, gli stakeholder e la politica, per portare avanti un settore nuovo, quello dell’economia circolare. Recuperiamo le materie prime secondarie che sostituiscono le materie vergini, prendendole da ciò che non è più utilizzabile. Attraverso la lavorazione di questi materiali produciamo nuova materia prima, riducendo, per quanto possibile, l’impatto ambientale.

Dobbiamo iniziare a chiamare i rifiuti “nuova materia”. Ma è molto importante parlare di prevenzione, prima di ogni altra cosa.

La prevenzione dovrebbe essere un must, non solo nel mio settore ma in tutti i settori. Uno dei modi migliori per evitare i problemi è cercare, per quanto possibile, di prevenirli. La prevenzione resta la chiave di volta in tutti gli ambiti, anche nel mio, dove si cerca di ricavare nuove materie da tutto ciò che non usano più. La prevenzione è al primo posto tra le cose da fare, serve ad evitare di disfarci di cose che potrebbero essere riutilizzate. Gli esempi che mi vengono in mente sono tanti, in questo dovremmo fare di più e meglio. Soprattutto da parte della classe politica.

Quindi prevenire più che agire successivamente per curare i danni ormai fatti.

La prevenzione è una buona pratica da mettere al centro della nostra agenda politica. La scelta che fa un consumatore è fondamentale: acquistare qualcosa che ha un minor impatto ambientale è il primo passo, ma sta poi alle politiche prendere decisioni migliori. Da piccoli mettevamo in atto la pratica del “vuoto a rendere”, attiva fino agli anni 80. Poi, questa, è stata abbandonata per prediligere un acquisto maggiore dei prodotti. Il vuoto a rendere permetteva un riuso continuo di bottiglie e altri oggetti, ancora in ottimo stato, per acquistare nuovamente il prodotto finito, come il latte o altro.

A tutt’oggi la pratica delle conserve, delle verdure sotto vuoto, dell’olio d’oliva è molto in uso soprattutto dalle nonne e nei piccoli centri. Si parla poco anche di impronta ambientale, ce ne vuoi parlare tu?

La siccità o il caldo fortissimo sono effetti oggettivi e tangibili. Questo impatto sta aumentando drasticamente, le nostre risorse sono già esaurite. Dobbiamo programmare con largo anticipo le nostre scelte, non abbiamo molto tempo per cambiare, dobbiamo iniziare ad invertire la rotta.

Francesco Sicilia

Raccontaci storie di impresa positiva legate all’economia circolare.

Quando si parla del mio settore, spesso se ne parla con un’accezione negativa. In realtà l’Italia è prima per il recupero di materia dagli scarti. Grazie a una rete di piccole-medie imprese che hanno fatto di un qualcosa un business, iniziando, magari, nel dopo guerra, quando le risorse non c’erano. Da queste imprese sono, poi, nate le aziende dell’economia circolare. Contiamo 4.400 imprese occupate nel riciclo di materie.

Ci sono nuove frontiere che dobbiamo sfruttare,ad esempio gli smart phone. Questi sono pieni di materiali nobili molto costosi, le così dette “terre rare”. Da questi dobbiamo recuperare tutti i componenti riutilizzabili perché costosi e di alto valore.

Grazie a Francesco Sicilia per aver raccontato anche di storie positive, di possibilità future. Non arrendiamoci al presente, ai problemi che la natura ci sta mostrando, piuttosto aiutiamola, sosteniamola e cerchiamo di curarla.

L’intervista a Riccardo Cuomo: Direttore di BMTI- Borsa Merci Telematica Italiana

L’intervista a Riccardo Cuomo: Direttore di BMTI- Borsa Merci Telematica Italiana

Ogni martedì, grazie alla Radio RID 96.8 FM abbiamo la possibilità di intervistare tanti personaggi interessanti e in grado di trasmetterci curiosità e saperi.

Martedì 28 giugno, è stato il turno di Riccardo Cuomo, Direttore di BMTI- Borsa Merci Telematica Italiana, nostro ospite per la trasmissione “Sempre più in forma green”.

Riccardo Cuomo ci ha raccontato del suo lavoro e le sue diverse attività, ma facciamo parlare direttamente lui. 

Ciao Riccardo, benvenuto! Vuoi raccontarci cosa fa esattamente la Borsa Merci Telematica Italiana?

Borsa Merci Telematica Italiana è una società della Camere di Commercio che analizza e monitora tutti i mercati, specialmente quelli di prodotti agricoli e agroalimentari ma ci stiamo allargando ai servizi idrici, della benzina e per il prezzo del gasolio.

Da la possibilità di monitorare la fase dell’ingrosso, quella che precede il dettaglio, il consumatore finale. Capendo le fasi dell’ingrosso si può aiutare i consumatori ad acquistare i prodotti quando hanno un buon rapporto qualità-prezzo.

Questo è fondamentale sempre, soprattutto in periodi come questo dove i prezzi sono alle stelle.

Si veniamo da un periodo di stagnazione dei prezzi e nell’ultimo anno, a causa di una serie di evento non felici, c’è un costante aumento dei prezzi; conoscere la dinamica nella fase di ingrosso è importante per tutti, sia i fornitori che i consumatori.

Volevo parlare del lancio di un APP, chiamata “Prezzi ortofrutta ingrosso” che avete appena creato

Spesa

È un processo di digitalizzazione dei mercati e di diffusione e trasparenza dei prezzi che vengono rilevati nei principali mercati all’ingrosso italiani. Abbiamo creato questa un’ APP, scaricabile sia per il sistema Android che IOS, gratuitamente. Gli operatori professionali potranno scaricarla e vedere tutti i prezzi, in tempo reale, dei prodotti dei quali sono interessati potendo fare anche un confronto di questi da città a città, vedere il prezzo minimo e prezzo massimo, se è calato, se è aumentato etc.

È aggiornata quotidianamente e si riferisce ai mercati ortofrutticoli dei diversi territori

Ortaggi e frutta su tutto il nostro territorio. È possibile visionarne anche l’origine e in tal modo rintracciarne l’andamento nel mercato.

Per i consumatori finali che altre iniziative proponete?

Abbiamo una sperimentazione che vorremmo portare a livello nazionale, però oggi ad esempio, tutti i consumatori del mercato di Roma possono vedere all’interno della borsa della spesa, quali sono i prodotti di verdure e frutta più convenenti., in termini di qualità-prezzo.

Sto vedendo che ora i consumatori dovrebbero consumare ciliegie, melone e albicocche; mentre per gli ortaggi: pomodori, cetrioli, cipolle rosse e fagiolini.

Sempre in rapporto qualità-prezzo.

Quello a cui ambiamo è risparmiare: scegliere prodotti che siano a Km 0 e di stagione, ma a prezzi accessibili e convenienti.

 

Ringrazio tanto Riccardo Cuomo per averci spiegato come funziona la realtà di BMTI ed averci suggerito tanti spunti per una spesa intelligente.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’Arte del Riciclo insieme a Francesco Girardi, Amministratore Unico di ASA Tivoli SpA

L’Arte del Riciclo insieme a Francesco Girardi, Amministratore Unico di ASA Tivoli SpA

Durante la puntata di martedì 21 giugno, la trasmissione radiofonica di RID 96.8 “Sempre più in forma green” condotta da me Barbara Molinario ed in onda tutti i martedì dalle 12 alle 14, ha ospitato in studio Francesco Girardi, Amministratore Unico e Responsabile Tecnico di ASA Tivoli SpA.  ASA è l’Azienda Speciale Ambiente del Comune di Tivoli, nata il 5 dicembre del 1994, su delibera del Consiglio Comunale

Scopriamo insieme cosa è venuto fuori da questa bellissima intervista.    

Barbara Molinario e Francesco Girardi

                                                                                                                                Francesco è l’Amministratore Unico e Responsabile Tecnico di ASA Tivoli S.p.A. da Agosto 2014, consulente di diversi Comuni nell’ambito della pianificazione, progettazione dei servizi di raccolta e delle infrastrutture per la gestione Sostenibile dei Rifiuti da lui considerati “Oggetti dismessi”

È proprio nell’etimologia della parola, da disfacere noi dobbiamo passate a dismettere. La disfatta dà un senso di dematerializzazione e distruzione della materia, la dismissione dà un senso preciso del cambio della missione. Rifiutare e gettare qualcosa significa disfarsi di questa cosa, noi dovremmo capire che quello che maneggiamo ogni giorno si compone di materia che non va distrutta, ma deve essere riparata e riciclata.

Vuoi raccontare ai nostri ascoltatori cos’è ASA?

ASA è una municipalizzata il cui proprietario e socio unico è il Comune di Tivoli. Uno dei più popolosi ed importanti per questioni archeologiche e storiche-architettoniche, accoglie Villa D’Este, Villa Adriana ecc… a circa mezz’ora di treno da Roma.

Sei attento ai temi ambientali sin dall’adolescenza?

Si, ritengo di aver avuto l’imprinting di mia nonna, una casalinga degli anni ‘60, che mal sopportava il consumismo. Credo sia stata lei a forgiarmi.

La plastica non è da demonizzare, noi infatti combattiamo quella mono uso. Ci sono molti oggetti in plastica che utilizziamo nel nostro quotidiano e che possono durare anni.

Anche dopo anni di utilizzo queste plastiche possono essere riciclate: questo perché essendo più pesanti ed avendo cicli di raccolta più strutturati rispetto alla plastica mono uso, finiscono nelle isole di riciclo. Mentre la plastica mono uso essendo leggera, finisce nei fiumi, nei laghi… e quindi, allontanata dai moti ondosi, va a creare isole di plastica galleggiante. Queste vengono degradate negli anni finendo per essere mangiate dai pesci. Ne esistono in Toscana, nel Mediterraneo, negli Oceani e altri ancora.

Questa siccità che stiamo vivendo è legata all’inquinamento?

La crisi climatica c’è, esiste, ed ha portato a questa siccità. I nostri fiumi lo stanno ben dimostrando.

ASA Tivoli SpA non ha avuto sempre un andamento positivo e costante, sino a quando non sei arrivato a tu. Oggi ti stai espandendo in tutta Italia, portando le tue idee in tantissimi posti. Come si fa a gestire l’organizzazione dei rifiuti e gli abitanti di più città? Ricordiamo che Tivoli è all’81% della raccolta differenziata.

In posti come era Tivoli nel 2014 o come possono essere Roma e Palermo adesso, il gioco è ancora più semplice: i cittadini comprendono e vedono ogni giorno quanto il sistema rifiuti sia danneggiato e quanto sia finalizzato a discariche ed inceneritori. A Tivoli abbiamo fatto capire che differenziando i rifiuti in casa, tutti i giorni, un’azienda del Comune avrebbe venduto quei rifiuti, diminuito la TARI e aperto nuovi posti di lavoro.

Stiamo collaborando insieme per “Riciclare è un arte”, un progetto finanziato nell’ambito dell’avviso pubblico “Comunità Solidali 2020”, sottoscritto tra Regione Lazio e Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali. . A settembre\ottobre lanceremo un libro che parla di cambiamento climatico ma diamo anche degli spunti ai ragazzi con un corso di educazione ambientale; abbiamo già iniziato nelle scuole di Tivoli, è stato un grande successo tanto da essere intervistati per TG2 Costume e Società.

È un percorso iniziato anni fa… a Tivoli sbocciano questi fiori che altrove stentano a nascere. All’interno della scuola protagonista del servizio, sono molto attenti all’ambiente: la lavastoviglie lava tutte le stoviglie della mensa così da non gettare nulla ed hanno delle compostiere con cui producono compost che si ottiene in cucina. Hanno inoltre partecipato alla tua iniziativa, finanziata dalla Regione Lazio e Ministero del Lavoro. In questi laboratori di “Riciclare è un’arte” i ragazzi imparano a riciclare gli oggetti, dando loro una seconda o terza vita.

Il progetto “Riciclare è un’arte” non è solo questo. Io e Veronica Timperi insegneremo ai più grandi come si scrive un articolo green, ma non solo. Anche tu sei tra i protagonisti dei video che compongono questo progetto, vuoi anticiparci qualcosa? Per esempio sui RAEE, i rifiuti elettrici elettronici.

I RAEE si prestano a delle attività di riparazione e riuso. Sono pieni di materie prime preziose, come il silicio, l’oro, il rame, l’argento… Andate sul sito del Consorzio RAEE e cercate il vostro Centro Raccolta più vicino. Mi vengono in mente i cellulari, che possono trasformarsi in dei comodi telecomandi delle televisioni che abbiamo in casa. Possono anche controllare gli elettrodomestici.

So che stai portando avanti un progetto nel quale regali dei porta cicche ignifughi ai tabacchi e bar di Tivoli.

Per ora solo a quelli in regola con il pagamento della TARI, che sono in minoranza; così che i negozianti possano regalarli ai clienti più affezionati.

Un altro progetto è la Compostiera Urbana, ovvero un raccoglitore di umido che hai piazzato in vari posti di Tivoli.

La prima si trova vicino ad uno scivolo per bambini all’interno di un giardino pubblico, questo perché non ha alcune emissioni odorigena o di biogas. Le atre due accanto a delle scuole.

Una Compostiera può gestire fino a 100 famiglie, le quali possono venire due\tre volte a settimana, secondo il Decreto 266 del 2016: portano il loro scarto di cucina dentro questa macchina e nel giro di poche settimane viene trasformato in compost di ottima qualità, ovvero concime. Questo verrà impiegato in prossimità della compostiera per i condomini e le piante dei cittadini. Sono loro stessi a gestire la macchina, e a questi verrà applicato uno sconto del 30% sulle bollette. In questo modo chi non ha un giardino privato ma solo il condominio potrà dotarsi di una propria compostiera.

Grazie a Francesco Girardi, verremo a trovarti a Tivoli, mangeremo insieme e se avanzerà del cibo, lo porteremo a casa grazie alle doggy bag che voi di ASA Tivoli date in dotazione ai ristoranti.

 

L’intervista a Francesca Biondo, Direttrice Generale di FEDERPESCA: conosciamo insieme l’universo del mare

L’intervista a Francesca Biondo, Direttrice Generale di FEDERPESCA: conosciamo insieme l’universo del mare

Nella puntata di martedì 14 giugno, per la trasmissione radio “Sempre più in forma green”, in onda tutti i martedì dalle 12 alle 14 su RID 96.8 FM, ho ospitato la Direttrice Generale di FEDERPESCA Francesca Biondo.

FEDERPESCA è la Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca che dal 1961 rappresenta e tutela gli armatori della pesca Italiana e le Imprese della Filiera Ittica.

Conosciamo meglio Francesca Biondo.

Francesca Biondo e Barbara Molinario

Tu sei giovanissima, come ti sei ritrovata a fare questo lavoro?

Io non vengo da una famiglia di armatori, non conoscevo prima di questo lavoro il settore della pesca, pur essendo da sempre una appassionata di mare. Avevo però seguito per alcuni anni le politiche industriali italiane sull’economia del mare.

Ho avuto un fortunato incontro con il Presidente di FEDERPESCA, Luigi Giannini, che ha creduto sin da subito in me. Dopo una breve gavetta hanno voluto onorarmi della nomina a Direttrice, che ricopro da due anni.

Se una parte il nostro lavoro è quello di rappresentare un’istituzione, dall’altro dobbiamo anche svolgere un ruolo di comunicazione… e c’era anche bisogno di una figura moderna che se ne occupasse; prima di me FEDERPESCA non aveva nemmeno un canale Facebook!

FEDERPESCA rappresenta tutta una filiera. Cosa significa?

Certo, nasce per rappresentare gli armatori della pesca italiana, quindi sono i proprietari, spesso anche comandanti della flotta italiana, coloro che garantiscono il pesce sulle tavole dei consumatori della nostra penisola. Ma per esistere c’è bisogno di una filiera che faccia funzionare il tutto, dai cantieri navali a coloro che a terra distribuiscono il pesce.

C’è una lotta che porti avanti da tempo e che riguarda le donne

Il lavoro del pescatore è un mestiere che nell’immaginario comune è solo maschile, ma non è così. Ci sono molte donne che lavorano nel settore, le mamme, le cugine e le sorelle dei proprietari dell’imbarcazione. Sono loro ad occuparsi delle attività a terra. La rivendicazione della figura femminile parte da Ancona, dove molte donne si svegliano la notte per smistare il pesce; da loro dipende la scelta del prodotto e la garanzia della sua freschezza.

Tu cosa hai in mente di fare per tutelare le donne?

Queste donne non hanno un riconoscimento giuridico, che significa non avere nessun tipo di sicurezza e tutela. Abbiamo chiesto al Parlamento Italiano di recepire una direttiva europea del 2010, su riconoscimento di queste donne.

La proposta di legge è stata approvata da tutto l’arco parlamentare; adesso siamo in attesa che vada in approvazione definitiva.

Ci vuoi parlare della Legge Salva Mare?

È un passaggio legislativo molto importante e che riconosce il ruolo attivo dei pescatori per la pulizia dei mari.

Fino ad oggi i pescatori raccoglievano i rifiuti in mare tramite le reti da pesca, ma la normativa italiana non solo non riconosceva questo ruolo ma si consideravano i pescatori come i principali responsabili civili e penali di quei rifiuti.

Questo ha rappresentato un disincentivo a recuperare questa spazzatura, anche se un mare più pulito è anche un mare più pescoso. Quindi è un bene per tutti ridurre questo impatto ambientale al minimo.

Questa legge spero apra nuovi capitoli sia per la pulizia dei mari che per le attività degli stessi pescatori. 

Le reti da pesca possono essere riutilizzate, non è vero?

Si, noi di FEDERPESCA collaboriamo ormai da un po’ di tempo con una startup che si chiama “Risacca” e che utilizza reti da pesca dismesse per creare borse, pochette ed altri accessori.

A Mazara del Vallo stiamo cercando di costruire una sartoria sociale per riutilizzare questi scarti.

Anche il pesce ha una stagionalità, ed è fondamentale rispettarla per garantire un pesce fresco e sostenibile sulle nostre tavole

È esattamente così. Negli anni noi consumatori abbiamo imparato a conoscere le stagionalità degli ortaggi e della frutta ed allo stesso modo noi di FEDERPESCA stiamo cercando di far conoscere le specie stagionali del pesce. Sia per la sostenibilità ambientale che per la nostra economia locale.

Conosciamo poche specie di pesce rispetto a tutte quelle esistenti.

Per giugno consiglio: le telline, tipiche della regione Laziale, ma anche le vongole, il polpo, la spigola, il cefalo, il sarago e le aguglie. Buone come quelle più conosciute ma a prezzi molto più contenuti.

 

Ringrazio molto Francesca Biondo, per aver affrontato insieme a me tanti temi diversi. Dalle origini di FEDERPESCA, al ruolo della donna nel panorama ittico, sino alla stagionalità dei pesci.

 

Paolo Fattorini e la musica psicoanalitica: attraversare mille vite in una

Paolo Fattorini e la musica psicoanalitica: attraversare mille vite in una

Ospite durante la puntata di mercoledì 1 giugno per Sempre più in forma Green: Paolo Fattorini. Artista e performer controverso e trasversale che attraverso la sua arte rappresenta i frutti dei suoi studi in ambito psicanalitico e delle costellazioni famigliari.

Vive e lavora tra Roma e Berlino. Polistrumentista, compositore, produttore, autore e documentarista.

Pubblica nel 2011 il progetto “Padre, la conoscenza è di tutti 1+”, prima parte della trilogia incentrata sui ruoli genitoriali e le dinamiche famigliari. Ci ha parlato del suo progetto “Sustine Impetum”, “resisti all’attacco”, che vede unire un sito interattivo, un disco doppio di rock d‘atmosfera e uno spettacolo dal vivo.

Caso ha voluto che Paolo accompagnasse la puntata di RID 96.8 proprio durante la Giornata Internazionale dei genitori.

Siete Curiosi? Conosciamolo meglio

Paolo Fattorini e Barbara Molinario

Ciao Paolo, tu sei un artista a tutto tondo… ma come ti sei ritrovato a vivere mille vite in una?

Non volevo più che la mia creatività fosse solo intrattenimento quanto piuttosto un contenitore ricco di emozioni. A 19 anni ho iniziato a vincere diversi concorsi, dopo qualche anno mi sono accorto che non mi piaceva quello ero.

È stato necessario ricercare ciò che davvero mi apparteneva e per farlo ho dovuto dividermi tra me e quello che i miei genitori avevano disegnato.

Come riesci a trovare la vena creativa per tutti questi lavori differenti?

Paolo Fattorini

Credo di essere un tutt’uno tra il me uomo e il me artista. Prendo ispirazioni da un unico flusso, che ho scoperto ricercando la mia emotività.

“Nutriente Alcalina=madre” è la seconda parte di un progetto più grande incentrato sui ruoli genitoriali: parlo di nutrimento. Si esprime su più piani, sia fisico che emotivo.

Scrivo in latino classico, perché è una lingua evocativa e molto forte in grado di rimandare alle origini. Mi hanno aiutato mio fratello e mia madre che sono insegnanti e lo parlano molto bene.

Raccontaci adesso quali sono le tue pratiche green.

Io vivo in campagna e cerco di trasmettere sempre alle mie figlie il valore della natura, l’importanza di veder crescere i frutti e gli alimenti direttamente dalla terra che lavoriamo.

È fondamentale creare un precedente, trasmettergli il divertimento di fare l’orto.

Durante la trasmissione, consiglio sempre una ricetta anti spreco… tu ne hai qualcuna da suggerirci?

Quando il pane, rigorosamente fatto in casa, inizia ad essere duro (e succede dopo molti giorni al contrario di quello che compriamo) lo bagno e faccio delle freselle con pomodorini direttamente dall’orto, olio buono e basilico fresco.

Un modo perfetto per non buttare nulla e mangiare cose buone e fresche!

Grazie Paolo per averci trasmesso tante emozioni, tra musica, parole e pensieri dedicati alla ricerca di sé e alla scoperta delle emozioni più profonde.

 

In dialogo con Andrea Santacroce: agronomo e arboricoltore specializzato nella cura e tutela degli esemplari arborei

In dialogo con Andrea Santacroce: agronomo e arboricoltore specializzato nella cura e tutela degli esemplari arborei

La trasmissione “Sempre più in forma green”, in onda tutti i mercoledì dalle 12 alle 14, su RID 96.8, ha colorato di verde tutta la stanza dell’Hotel Bettoja.

Ho avuto il piacere di ospitare il Dott. Andrea Santacroce, agronomo, arboricoltore e Dottore in Scienze e Tecnologie Agrarie, Forestali e Agroalimentari.

Direttore dello Studio di arboricoltura e progettazione del verde BEeAgro, specializzato nella cura e tutela degli esemplari arborei ad alto fusto e nella progettazione e tutela del verde e del paesaggio.

Curiosi? Conosciamolo meglio!

Sappiamo quanto sia importante l’ossigeno, d’altronde viviamo di questo. Le nostre care piante ne sono proprio la fonte. Ci sono delle differenze tra un albero e l’altro?

Si, l’ossigeno è ovviamente fondamentale, senza non potremmo vivere. Ci sono alberi che portano meno ossigeno rispetto ad altre così come ne esistono alcune che assorbono CO2.

Ecco perché è importante la loro cura.

Barbara Molinario e Andrea Santacroce

 

Quali sono le piante che producono più ossigeno?

Tra queste, sicuramente quelle sempre verde, perché hanno una curva di produzione più lunga. In realtà ci sono anche alberi che hanno un grande apparato fogliare e che per questo producono più ossigeno.

Quelle che svolgi, sono professioni poco conosciute e delle quali i giovani spesso non si interessano. Spieghiamo meglio come approcciarsi a questo universo lavorativo.

Partendo dalle superiori, la scelta più adatta è quella dell’Istituto Tecnico Agrario; a Roma ce ne sono due, moto buoni. Come università ovviamente Scienze Agrarie, ma oggi esiste anche Scienze e Tecnologie Agroalimentari. Addirittura a Napoli è stato creato un percorso dedicato interamente all’AgriFood.

Quali sono le buone pratiche che possiamo mettere in atto sin da subito per migliorare la situazione ambientale.

Prima di tutto voglio sottolineare come le nuove tecnologie riescano a riciclare quasi tutto e quindi fare la differenziata, fa davvero la differenza.

Poi io invito sempre ad avere rispetto: quando entriamo in un parco, è come se entrassimo in casa nostra. Getteremmo mai dei rifiuti o delle cicche nel pavimento di casa? No! Ecco, lo stesso vale per gli spazi verdi che ci circondano.

Tu sei impegnato nella salvaguardia dell’ambiente, e nello specifico ti occupi degli alberi della città.

Si. Attualmente sto lavorando a Roma, l’intento è sempre quello di non abbattere ma di cercare di salvare il salvabile.

Molti alberi sono stati tolti e sostituti da altri, mentre alcuni necessitavano delle cure che ovviamente gli sono state date.

Spesso l’esemplare albero diventa un problema… magari per colpa delle radici. Ci sono strategie che possono essere messe in atto per recuperare le problematiche sull’asfalto, ancorando gli alberi con un sistema innovativo che ci permette di recidere le radici che vanno sulla strada, senza abbattere l’intero arbusto.

Studio BEeagro

Come si può proteggere un albero?

Chiunque abbia in proprietà un albero, magari nel suo condominio o giardino, dovrebbe far visionare l’arbusto da un arboricoltore o altro professionista come me, almeno una volta all’anno.

Una volta visitato, si potrà scegliere come e se intervenire per curarlo al meglio.

Spesso si pensa che non sia necessario, ecco perché si finisce ad intervenire quando già il danno è stato fatto, ovvero quando il ramo o addirittura l’intero albero è già caduto al suolo.

Prossimi appuntamenti?

Sabato 21 maggio terrò un Convegno, ad ingresso gratuito, insieme al Dott. Forestale Gianpietro Cantiani; parleremo del “problema” del pino domestico all’interno della città di Roma, e tutte le nuove tecnologie sfruttabili per la sua tutela. Oltre a questo, tratteremo anche dei nuovi sistemi green che sfruttano la biostimolazione in aiuto alle piante.

È stato un piacere conoscere e parlare insieme ad Andrea santacroce di ambiente e di cura del verde. Ricordiamo che la natura è la nostra casa, e va trattata come tale.

 

Il martedì delle donne – “Women of Change Italia” in dialogo con le Donne del futuro: l’intervista al Presidente dell’Associazione Anita Falcetta

Il martedì delle donne – “Women of Change Italia” in dialogo con le Donne del futuro: l’intervista al Presidente dell’Associazione Anita Falcetta

Durante l’appuntamento di mercoledì 11 maggio con “Sempre più in forma green”, in onda tutti i mercoledì dalle 12 alle 14 su RID 96.8, ho avuto il piacere di intervistare una figura importante e di grande spessore: Anita Falcetta.

Anita nasce come consulente marketing e comunicazione; è un’imprenditrice e porta avanti la sua azienda nel settore della music industry. “Woman of Change Italia” è un’Associazione no profit che ha preso forma durante il periodo del lockdown: l’obbiettivo è quello di dare ascolto a tutte le donne ed a tutti gli uomini senza limiti di alcun tipo. Inoltre, diffonde sapere e cultura per combattere ogni tipo di discriminazione.

Conosciamo meglio Anita Falcetta e le sue bellissime iniziative!

Anita Falcetta

Benvenuta Anita, sono felicissima di ospitarti e di parlare insieme a te di quello che fai. Credo che sia bello unire le tematiche ambientali a quelle sociali. Ma parlami dei tuoi prossimi impegni e di dove possono trovarti i nostri ascoltatori.

La nostra Associazione “Woman of Change Italia” è presente su tutti i social network, dal gruppo chiuso di Facebook, al profilo Instagram. Abbiamo poi il nostro sito ufficiale womaofchange.it, dove potete trovare tutte le info aggiornate sulle attività, i servizi e le rassegne stampa.

Woman of Change Italia

Quanto è importante collaborare al giorno d’oggi?

È fondamentale. In un mondo in costante cambiamento è l’unica chiave per generare innovazione e miglioramento nel settore della woman empowerment.

Unirsi e fare sistema tra noi donne è importante; ovviamente senza escludere gli uomini.

Ma sai che questa è una trasmissione che parla di sostenibilità ambientale…vorrei per questo chiederti quali sono le tue buone pratiche green.

Ho scelto di trasferirmi dal centro di Milano, all’interno di un parco nella zona di Monza Brianza. Avevo bisogno di riconnettermi alla natura. Tante problematiche riguardanti l’ambiente potrebbero essere risolte ricordando che la natura è la nostra casa e va trattata come tale.

Ma dato che siamo alla radio e la musica è il nostro nucleo principale, raccontami quali sono le ultime iniziative alle quali stai lavorando con la tua one-stop Music Company “Mokamusic”.

Attualmente siamo occupati su varie campagne pubblicitarie, nazionali ed internazionali. Poi stiamo lavorando a dei progetti ad alto contenuto tecnologico…

Ho unito “Mokamusic” a “Woman Of Change Italia”, promuovendo il brano della giovanissima Gaia Bitocchi, intitolato “Briciola”, che parla della violenza di genere con un focus particolare sui giovani. È diventata la testimonial di una campagna che stiamo portando avanti nelle scuole italiane, per sensibilizzare i giovani su questa tematica.

Woman of Change Italia

È stato un piacere ospitare a ”Sempre più in forma green” Anita Falcetta che grazie alle sue iniziative combatte ogni giorno contro le ingiustizie sociali ed ambientali.

 

 

 

Il comico e regista Antonello Costa si mette a nudo nel suo ultimo spettacolo “Costa Soul (l’artista e la sua anima)”

Il comico e regista Antonello Costa si mette a nudo nel suo ultimo spettacolo “Costa Soul (l’artista e la sua anima)”

Antonello Costa, noto volto comico del panorama italiano, mi ha accompagnato durante la seconda parte del programma radio “Sempre più in forma green”, l’appuntamento fisso del mercoledì, dalle 12 alle 13, per RID 96.8 FM.

Ho avuto il piacere di conoscere Antonello, che devo ammettere non ha mai smesso di farmi ridere, per tutta la durata della trasmissione.

Con lo spettacolo “Costa Soul (l’artista e la sua anima)” il comico ha festeggiato i suoi 35 anni di carriera, un racconto autobiografico, dove Antonello si è messo a nudo raccontando di sé; come solo lui riesce a fare.

Ma non perdiamo altro tempo e conosciamo meglio Antonello Costa!

Barbara Molinario e Antonello Costa

Tu sei comico, attore, regista… hai esordito nel 1985 con spettacoli classici, quindi non nasci come comico.

Si, all’inizio volevo fare l’attore serio, poi una volta arrivato a Roma, a 18\19 anni, mi sono iscritto alle scuole di recitazione e mi scritturarono in film amatoriali. Le prima compagnie mi avevano affidato dei ruoli seri ma ogni volta che aprivo bocca, tutti ridevano. Il varietà mi ha chiamato, sono nato per fare questo.

Cosa si prova ad impersonificare tanti personaggi?

Ecco, a proposito di questo… nello spettacolo “Costa Soul”, ho usato molte meno parrucche e giacche e sono stato più me stesso, senza maschere. Però amo tantissimo vestire personaggi diversi, ognuno di loro ha un mood comico preciso.

La difficoltà sta nel differenziare ogni personaggio dall’altro, cercando così di non farli mai assomigliare.

Ti è mai successo qualcosa di strano durante un tuo spettacolo?

Beh si. Per esempio durante uno spettacolo per una festa patronale avevano messo una giostra vicino al mio palco, e dato che entrambi usavamo la musica, facevamo a gara per chi alzava di più il volume.

Poi alcuni personaggi sono saliti sul palco, magari quelli che tutto il paese conosceva.

Ma comunque niente di grave.

Locandina “liv da vivo”

Dacci anche qualche appuntamento per poterti vedere dal vivo

Si! Dal 10 al 15 maggio sarò al Teatro Anfitrione di Roma con lo spettacolo musicale “Laiv da vivo” dove canterò tutte le canzoni comiche che ho scritto in questi anni, e presenterò il mio nuovo disco “Ridi con me”.

Come sai, noi di “Sempre più in forma green” parliamo di sostenibilità e ambiente.

Vogliamo sapere adesso quali sono le tue buone pratiche green.

Io ho scoperto i fondi del caffè… l’utilizzo che se ne può fare.

Li uso per ben due cose: la prima, per le piante: il caffè dona tante vitamine alla terra, che le regala poi alla pianta, rendendola più forte.

Il secondo invece, come anti odore all’interno del frigorifero. Metto il caffè dentro un bicchierino, e tutti i cattivi odori spariscono.

 

Per chi volesse ridere davvero vi consigliamo di visitare il canale YouTube di Antonello Costa.

Noi lo ringraziamo per averci fatto sorridere e averci dato tanti consigli utili.

 

 

 

 

 

 

“ESSERE NORMALE”: FREDDO racconta del suo ultimo singolo, tra relazioni spezzate e salute mentale

“ESSERE NORMALE”: FREDDO racconta del suo ultimo singolo, tra relazioni spezzate e salute mentale

Federico Portelli alla nascita, Fred Portelli per gli amici e in arte FREDDO.

Nome creato da un accento londinese che ha aggiunto una “O” in più: “un bell’aggettivo” come ha dichiarato il cantante.

Durante la puntata di mercoledì 4 maggio per “Sempre più in forma green”, in onda su RID 96.8, ho intervistato l’artista FREDDO in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “ESSERE NORMALE”.

Il brano regala un’unione tra musica elettronica e acustica, grazie ad una melodia sofisticata; un vero e proprio viaggio tra i pensieri del cantante, nel ricordo di una persona che ha scelto di togliersi la vita.

Si parla di depressione e salute mentale, di relazioni interrotte e amicizie concluse.

Conosciamo meglio FREDDO!

Cover- ESSERE NORMALE

Ciao Fred, so che chiami da Londra.

Vuoi raccontarci di più del tuo ultimo singolo “ESSERE NORMALE”? Io tra i commenti ho letto: “riesce a disegnare un viaggio emotivo con parole di grande delicatezza e rabbia insieme”. Come riesci a farlo?

Il brano parla di argomenti molto complessi… di suicidio e depressione.

Tre anni fa sono venuto a sapere della morte di una persona che conoscevo e che ha scelto di togliersi la vita. Da lì, in pieno lockdown, ho immaginato un dialogo tra un lui e una lei e da una frase di partenza “che cosa ho fatto di sbagliato adesso”, ho creato l’intero brano.

La canzone non si riferisce a quella storia specifica ma volevo trattare il tema della salute mentale, del quale ancora si parla troppo poco.

Io sono “cintura nera di ansia” e quindi so bene cosa significhi.

FREDDO

Adesso dobbiamo entrare nel privato. Questa è una trasmissione che tratta di ambiente, quindi voglio chiederti quali sono le tue buone pratiche green!

Sono super pronto su questo!

Intanto io abito a Wood Green, quindi più green di così non si può (ride).

A parte gli scherzi…io non guido una macchina da 6 anni. A Londra è facile, perché qua le biciclette sono di uso comune.

Ma soprattutto ci tengo a dire che dieci anni fa, con mio padre, ho piantato 10.000 querce. Sono molto legato alle mie origini marchigiane, quindi tengo molto ai miei luoghi, tanto che il video di “ESSERE NORMALE” è stato girato proprio là, lo scorso gennaio.

Adesso sto lavorando al video di una versione radio dell’album uscito anno-scorso intitolato “Due”, che sarà legato proprio all’ambiente.

 

Grazie a FREDDO, continueremo sicuramente a seguire i tuoi progetti!

Il martedì delle donne – Martina Pagani e la body positivity: l’importanza di amare i propri difetti

Il martedì delle donne – Martina Pagani e la body positivity: l’importanza di amare i propri difetti

Bresciana, classe 1995 e allegria da vendere: Martina Pagani è stata mia ospite durante la trasmissione “Sempre più in forma green” di RID 96.8 FM.

Il suo profilo Instagram conta più di 124 mila Followers e attraverso i suoi contenuti cerca di diffondere messaggi di stima e amore verso sé stessi.

La body positivity è un movimento che ha a che fare con l’accettazione del proprio corpo, di ogni sua sfumatura, non per forza legata alla taglia e al peso.

Martina cerca di mettersi in prima linea per combattere qualsiasi tipo di pregiudizio:

“La bellezza non è sinonimo di taglia 38 o 40, anzi non ha taglia, né età e difetti fisici. E non spetta agli altri giudicarci”.

Conosciamola meglio!

Martina Pagani

Parlami meglio di te, di ciò che fai sui tuoi canali social, del tuo attivismo…

Io approdo sui social nel 2012. Inizialmente era nato tutto come un hobby, riuscivo tramite questi a parlare delle mie passioni. Adesso, tutto questo si sta trasformando in un vero e proprio lavoro. A dicembre ho abbandonato il mio impiego all’interno di un’azienda di moda per dedicarmi totalmente ai social.

Ho deciso di mollare tutto e buttarmi!

Hai più di 124 MILA Followers su Instagram, un bel risultato!

Esatto, si! Coltivati nel tempo con tanto lavoro e tanta pazienza.

Penso che se si vuole raggiungere un obbiettivo e si lotta con tanta positività e determinazione… prima o poi questo si realizzerà.

Martina Pagani

Tu vieni dal mondo della moda… il Fashion System è uno dei settori più inquinanti al mondo, ma so che utilizzi delle tecniche per evitare lo spreco. Ce ne vuoi parlare?

Si! Io, per esempio, utilizzo spesso dei dischetti struccanti lavabili. Ne esistono in bambù o in canapa. Restano sempre morbidi e sono una valida alternativa alle salviette struccanti o ai dischetti in cotone.

So che sei anche un’amante del vintage…

Si, ormai si trovano tante applicazioni e siti che danno la possibilità sia di vendere che acquistare capi usati a prezzi vantaggiosi. In questo modo si può evitare di fare troppi nuovi acquisti senza rinunciare allo stile.

Riutilizzi anche il fondo del caffè!

Certo, i miei genitori mi hanno insegnato a non buttare i fondi del caffè ma utilizzarli per concimare le piante!

 

Ringrazio Martina perché in un mondo pieno di odio è bello scegliere di seguire chi invece porta messaggi di pace e amore verso l’ambiente e verso sé stessi.

 

 

Carola Carulli ed il coraggio di amare: Tutto il bene, tutto il male.

Carola Carulli ed il coraggio di amare: Tutto il bene, tutto il male.

Carola Carulli è una giornalista Rai che si occupa di libri per passione e per lavoro nelle sue famose rubriche di successo come “Achab” e “Tg2 Weekend”, oggi è passata dall’altra parte, quella degli autori, con un romanzo che parla di crescita interiore e di maternità.

Un esordio garbato, un romanzo contraddistinto da una scrittura intima, che lascia entrare il lettore delicatamente in un rapporto speciale come quello delle protagoniste e finisce per coinvolgere potentemente.

Ora parola all’autrice, Carola Carulli:

Un’amica, una scrittrice, una giornalista: Carola Carulli, il mezzo busto più conosciuto di Rai2. Sei una conduttrice di programmi televisivi e per lavoro intervisti tantissimi cantanti e artisti… com’è stato passare dalla parte dell’intervistatrice a quello dell’intervistata?

Molto strano. È difficile scegliere le parole giuste, essere abbastanza breve pur dicendo tutto. È stato un vero e proprio studio sociologico, perché ho incontrato tantissime persone, che è la cosa più bella di quando uno scrive. Il confronto ti porta ad accorgerti di quante persone si identifichino in quello che scrivi.

“Tutto il bene, tutto il male”, partiamo dal titolo del tuo libro, con queste parole cosa desideri evocare nel lettore?

Il libro parla della vita, tra il bene e il male, due lati che la compongono, importanti e complementari. Io con questo romanzo parlo della strada che la zia indica alla nipote, quella al centro.

Copertina romanzo “Tutto il bene, tutto il male”

Ci racconti brevemente la trama…

Protagonista del libro, una zia monumentale, quella che vorremmo avere tutti: Alma; in dialogo con sua nipote ventenne Sveva, completamente rotta e tutta da costruire. Con una madre che non ama e un padre che non esiste, questa zia la raccoglie e le insegne qual è la strada giusta da percorrere.

Come sei riuscita a creare questi personaggi, queste anime? E come vivi il rapporto con loro?

Alma, non era mia zia, ma è esistita davvero, era una persona a cui tenevo moltissimo e che mi ha insegnato tutto. In quel tutto io ho messo questo romanzo qua; poi la narrativa aiuta a vivere e mettere per iscritto quello che si sogna.

Ho scritto il libro in due, tre mesi, poi l’editing è stato più lungo, ma il flusso è stato immediato. Sin da bambina avevo questa dote della scrittura, mi è sempre piaciuto molto.

Anche se le protagoniste sono due donne, la figura maschile è presente…

Si oltra a Sveva e Alma c’è anche Dafne, un’altra ragazza molto difficile, cresciuta in casa famiglia. Queste donne riconoscono i loro dolori e si aiutano fra di loro.

Ma come dicevi tu, ci sono oltre a queste, due figure maschili…due uomini che sanno fare i papà senza che le mogli siano presenti, non le solite rappresentazioni cattive.

Il rapporto che hai con Penelope, la tua bimba di 9 anni appassionata anche lei di libri, ha avuto un ruolo nel processo creativo del tuo libro?

Si Penny, durante il lockdown, ogni mattina si svegliava e sceglieva un libro, per poi consigliarlo ai suoi coetanei sui miei social. È stata educata alla lettura così come mio padre ha fatto con me.

Mia figlia è stata di grande ispirazione per me… la bambina che si trova all’interno del racconto prende dei tratti da lei.

Come mai hai deciso proprio ora di scrivere il tuo primo libro? Il lockdown ha avuto un ruolo?

Si, io avevo già scritto 15, 16 pagine una decina di anni fa, poi durante il lockdown forzato ho ripreso la stesura del romanzo. Alcuni miei amici editori mi hanno detto di continuare e così ho fatto. Ho sfruttato il tempo dentro casa… Alma, la protagonista, mi ha presa per mano e mi ha portato a completare il lavoro.

Intanto è in corso anche il tour del libro…

Si, ci eravamo fermati a gennaio causa covid, ma adesso siamo ripartiti.

Sarò al Festival di Ragusa il 10-11-12 giugno.

Succede qualcosa di magico quando c’è un libro che racconta anche i lati più dolorosi della vita, le persone ci si ritrovano… dai ragazzi 16enni che si rivedono in Sveva, sino ai 40enni che invece ritrovano sé stessi nella figura di Alma.

Grazie mille Carola per averci aperto il cuore e raccontato le pagine del tuo romanzo, non possiamo fare altro che consigliare ai nostri lettori di leggere “Tutto il bene, tutto il male”, un cammino nelle vite di personaggi complessi e meravigliosi.

 

 

La cantante JAQUELINE ci parla del suo primo album GIGA: tra amore natura e tecnologia

La cantante JAQUELINE ci parla del suo primo album GIGA: tra amore natura e tecnologia

Nella giornata di mercoledì 6 Aprile ho avuto il piacere di conoscere ed ospitare la cantautrice JAQUELINE che mi ha accompagnato durante la seconda parte di “Sempre più in forma green”, in onda tutti i mercoledì dalle 12 alle 14, sulla Radio RID 96.8 FM.

Giovanissima, JAQUELINE ha soli 26 anni e lo scorso 25 Marzo ha pubblicato il suo primo album “GIGA”, prodotto da Ore25 e distribuito da Artist First.

Tra gli autori dell’album, oltre a JAQUELINE, spiccano anche le firme di Davide Fraraccio, Michele Sergianni e Gabriella Tanzarella.

Conosciamola meglio insieme!

JAQUELINE a rid 96.8

Il motivo per cui ho invitato qua Jaqueline, oltre al suo talento, è la copertina del suo primo Album “GIGA”. Un connubio tra tecnologia e ambiente, un cuore dal quale emerge un albero colmo di vita. Ce ne vuoi parlare meglio?

Assolutamente! Intanto ti ringrazio perché parlare di quello che ci accerchia è molto importante secondo me.

Per questa copertina ho voluto chiedere ad una mia amica di trasferire in digitale quello che era il mio messaggio, quello che io pensavo. La natura e la tecnologia sono sempre stati oggetti di dibattito, spesso crediamo che la tecnologia sia la colpevole; in realtà la tecnologia è in mano a noi, siamo noi stessi a doverci porre dei limiti.

Sono convinta che la natura e la tecnologia possano trovare la giusta connessione per convivere pacificamente.

Copertina Disco GIGA

La tecnologia spesso salva la natura. Molte informazioni sono ora reperibili sul web, questo ci da modo di risparmiare notevoli quantità di carta.

Quando vado a fare la spesa faccio caso proprio a questo. Acquisto sempre poche cose che contengono o sono contenute nella plastica.

Quindi questa potremmo considerarla la tua pratica green, giusto?

Si si certo. Prediligo oggetti in carta o prodotti biodegradabili, come le salviettine.

Che rapporto hai con la bellezza?

Mi soffermo tanto a guardare quello che c’è in giro. Vivo in campagna e osservo ciò che trovo intorno a me.

Per quanto riguarda invece il mio aspetto fisico… beh in realtà non mi interessa, la vivo molto tranquillamente.

Barbara Molinario e JAQUELINE insieme a RID 96.8 FM

Dopo Area Sanremo hai dovuto aspettare ben due anni per fare uscire questo album, ti è costato tanta fatica. Ci vuole tempo prima che le idee prendano forma e si modellino nel mondo in cui ti ieri immaginata.

Si, quando non riuscivo a dormire, la notte spesso mi venivano idee e da quelle intuizioni nascevano i brani.

Per esempio, GIGA nasce da un pettine, con il rumore che questo produceva ho ricreato il ritmo sul quale la melodia del singolo prende vita.

La mia produzione mi ha aiutata a cucirmi addosso il brano, loro riescono sempre in questo intento.

Io non credo in quelli che dicono “devi riprovarci, devi insistere” se una cosa non esce con naturalezza, forse non è quella giusta.

Si, lo penso anche io.

Ringrazio ancora JAQUELINE.

Sempre più in forma green da voce a nuovi artisti che credono nei loro sogni e nella natura.

Soprattutto se la voce di cui si parla è così bella!

 

RID 96.8 FM ha ospitato la cantautrice KARIMA in occasione dell’uscita del suo libro “Il viaggio di Frida e Dario”

RID 96.8 FM ha ospitato la cantautrice KARIMA in occasione dell’uscita del suo libro “Il viaggio di Frida e Dario”

Avevo già intervistato Karima durante la puntata di “Sempre più in forma green” del 23 Marzo, per l’uscita del nuovo progetto musicale “No filter”.

Questa volta, però RID 96.8 FM, l’ha ospitata non in veste di cantante ma di scrittrice.

Ebbene sì, “Il viaggio di Frida e Dario” è l’ultima creazione dell’artista, che ha voluto ricreare un viaggio fantastico adatto ai più piccoli; tutto accompagnato da QR code che riportano alcune sue canzoni, tra cui un brano inedito intitolato “Il Viaggio”.

Un’unione esplosiva tra arte, musica ed educazione.

“Il Viaggio di Frida e Dario” racconta del cammino che i due protagonisti affrontano alla scoperta di loro stessi, accompagnati da piccoli amici come la rana Svadhisthana o la tartaruga Manipura.

Il viaggio segue le sette tappe proprie del modello meditativo dei Chakra, tipico della pratica Yoga.

Ma adesso basta spoiler, conosciamo meglio il libro insieme a Karima!

Karima ed il suo libro “Il viaggio di Frida e Dario”

Buongiorno e benvenuta Karima! Tu sei ormai una delle protagoniste di Road to green 2020, l’Associazione no profit della quale sono Presidente. Ricordiamo che la tua pratica green è quella di ripulire i fondali marini e le spiagge dai rifiuti, insieme a tua figlia.

Assolutamente! Noi lo prendiamo come un gioco. Mia figlia è cresciuta al mare, è un vero e proprio pesciolino, quindi quando siamo là. Ci immergiamo e purtroppo, sotto i sassi del fondale marino, troviamo cose impensabili.

Chissà che non possa nascere un progetto proprio legato a un prodotto editoriale o magari una canzone legata all’ambiente! Ma parliamo del libro: si tratta di un cammino in sette tappe, che accompagna i due protagonisti alla scoperta di loro stessi secondo il modello meditativo dei Chakra, tipico della pratica Yoga. Come ti è venuta questa idea?

Non avrei mai detto di poter scrivere un libro… ma è nato tutto naturalmente. È un progetto autobiografico, faccio vivere a Frida e Dario quello che ho vissuto anche io, la ricerca delle mie origini. Infatti, io sono nata da babbo algerino, nonni egiziani e mamma toscana. Frida rappresenta mia figlia, mentre Dario un suo compagno di classe, un suo caro amico. Sarà Dario ad accompagnare Frida nella sua ricerca delle radici, durante la quale incontra sette personaggi. Il motivo per cui ho scelto di accostare il mio libro alla pratica yoga è perché mi sto diplomando per diventare insegnante di questa pratica. Nello specifico, sto terminando il quarto anno del corso in Sadhana Yoga. Ho intrapreso questo percorso si per passione, ma soprattutto per lavorare su postura e respirazione, fondamentali per il canto.

I personaggi che incontriamo all’interno del libro sono associati a sette colori e quindi a sette chakra. Ognuno di essi ha la sua nota fondamentale: ho fatto comporre, insieme al mio pianista Piero Frassi con il quale lavoro da 18 anni, per ogni capitolo, un’overture nella tonalità di quel chakra. All’inizio l’idea era nata per dare ai bambini non vedenti l’opportunità di vivere quest’avventura, poi mi sono resa conto che tutti i bambini la amano molto.

Cambiando argomento…secondo te, esistono buone pratiche per cercare di migliorare l’ambiente? So che tu vivi in campagna, sei lontana dal centro e questo è strano considerando il lavoro che fai.

Si, ho scelto la natura, la scelgo sempre. Sono nata e cresciuta al mare… ma che sia quello o altro non mi importa. È bello quando ritorno nelle mie colline torinesi e vedo da lontano le montagne del Monviso, è uno spettacolo incredibile.

Consiglio sempre di stare in mezzo alla natura, ma soprattutto di rispettarla perché non durerà per sempre se non ce ne prediamo cura. Spesso negli scogli del mio mare a Livorno, i più giovani lasciano bottiglie, sigarette etc… l’educazione di questi ragazzi dipende dai loro genitori. Dobbiamo smetterla di comportarci così, è un dispiacere ogni volta che vedo cose simili.

Barbara Molinario e Karima

Ringrazio tantissimo Karima per essere tornata una seconda volta a RID 96.8 FM ed averci raccontato del suo progetto editoriale “Il viaggio di Frida e Dario”.

Una raccolta di avventure e melodie, un mix davvero esplosivo, proprio come lei.

Non possiamo fare altro che invitarvi ad acquistarlo, siamo certi che i vostri bimbi lo ameranno!

L’intervista per RID 96.8 FM a Francesca Astrei: “Mi manca Van Gogh”il monologo scritto, diretto e interpretato dalla giovanissima attrice

L’intervista per RID 96.8 FM a Francesca Astrei: “Mi manca Van Gogh”il monologo scritto, diretto e interpretato dalla giovanissima attrice

Francesca Astrei, classe 1995, ne ha già fatta tanta di strada nel campo teatrale, ma oggi come non mai, può ritenersi soddisfatta della sua carriera da attrice.

Dal 31 marzo al 2 Aprile 2022 ha infatti debuttato, presso la Fortezza Est di Roma, con un monologo scritto, diretto e interpretato da lei.

Ho scelto di intervistare Francesca nella giornata del 30 marzo perché proprio in questo giorno si celebrava l’anniversario della morte di Van Gogh.

Lo spettacolo prende il nome di “Mi manca Van Gogh” un titolo particolare così come il monologo messo in scena.

Conosciamo meglio Francesca.

Mi manca Van Gogh- locandina

Ciao Francesca, che bello averti qua a RID 96.8. Tu porti in scena una storia vera, una storia di confine tra privato e pubblico, tra avere un’urgenza ed essere matti. Ci vuoi raccontare com’è nata questa idea?

Volentieri. Lo spettacolo andrà in scena dal 31 marzo al 2 aprile ed è una storia vera. Racconta di una guida turistica che, ripercorrendo la biografia dell’artista, scopre dei punti di congiunzione con dei fatti accaduti qualche anno prima ad una sua cara amica. Il tema trattato è quello del “revenge porn”, del quale si parla spesso oggi.

Argomenti come questo, “scottanti”, non sono semplici da affrontare, soprattutto all’interno di un monologo.

Si… il modo con il quale ho scelto di portare in scena questi incroci di vita è quello della leggerezza, così da essere simile alla realtà: non esiste una vita solo drammatica o una solo comica, ma esistono degli eventi che hanno sia lati tristi che lati divertenti.

La mia idea era quella di restituire questa complessità, alternando momenti di spensieratezza ad altri più riflessivi.

Il nesso tra Van Gogh e la ragazza di cui si racconta la storia, in apparenza può sembrare inesistente. Il primo è un’artista di grandissima fama, divenuto una sorta di icona; mentre la seconda è una semplice ragazza di 22 anni. La vita di quest’ultima verrà però stravolta nel giro di 24 ore.

La connessione c’è ed è forte. Infatti, entrambi sono stati vittime di una società che ha esercitato su di loro una forza incredibile, tanto da opprimerli.

Francesca Astrei

Accanto a me, durante la puntata del 30 Marzo, ho sempre avuto la scrittrice e giornalista Angela Iantosca, la quale ha voluto fare una domanda a Francesca. Ha chiesto quale fosse il nesso tra una tematica attuale come quella del revenge porn e Van Gogh.

Francesca ha risposto:

Tutto è nato dalla lettura di un testo di Artaud, intitolato “Van Gogh, Il Suicidato della Società”, che racconta di come il pittore sia stato martoriato e definito pazzo dalla società in cui ha vissuto, tanto da privargli tante possibilità lavorative, nonché la propria libertà morale.

Artaud dice infatti che l’artista non si è suicidato, ma “è stato suicidato” dalla società; l’identificazione continua di una persona con un singolo aggettivo, la trasforma lentamente nel titolo che le è stato dato.

Allo stesso modo nel revenge porn, quando vengono rese pubbliche delle immagini private di una ragazza, ad essa vengono accreditati nominativi osceni.

Si parla di suicidi non “auto imposti” ma assegnati da una mano invisibile che è quella della società.

Insieme a Francesca e Angela Iantosca abbiamo affrontato argomenti difficili.

Spesso le parole feriscono e portano le persone alle quali sono dirette, ad agire in modo irreversibile.

Grazie mille Francesca per essere stata con noi!

 

 

 

 

L’intervista alla scrittrice e giornalista Angela Iantosca per “Sempre più in forma green”: a RID 98.8 FM si impara ad essere ciò che si desidera essere

L’intervista alla scrittrice e giornalista Angela Iantosca per “Sempre più in forma green”: a RID 98.8 FM si impara ad essere ciò che si desidera essere

Nella puntata di mercoledì 30 Marzo, la scrittrice e giornalista Angela Iantosca mi ha fatto compagnia durante tutta la puntata di “Sempre più in forma green” su RID 96.8 FM

Lo scorso 4 Marzo avevamo organizzato l’evento lancio per il suo ultimo libro “La scimmia sulla culla. Bambini in crisi di astinenza” presso il salone di Franco e Cristiano Russo, in Via Frattina 99.

I temi trattati da Angela sono di grande spessore, partendo dalle donne e famiglie all’interno dei contesti mafiosi, sino a quelli relativi a casi di tossicodipendenza.

Noi apprezziamo tanto il suo lavoro, perché tramite lei riusciamo a dar voce agli “ultimi”.

Angela Iantosca e Barbara Molinario- 30/04/22

Angela, all’interno dei tuoi libri parli spesso di ragazzi che nella loro vita hanno incontrato difficoltà e che si sono ritrovati in situazioni particolarmente complesse, affrontandole con impegno e forza…

Si, tante delle persone che ho intervistato stavano affrontando problemi che forse nemmeno pensavano di poter risolvere e che invece, con tempo e dedizione, hanno superato. Credevano, infatti, di aver un destino segnato e invece hanno scelto di prendere in mano la loro vita e tornare a vivere come volevano.

Ognuno è libero di essere ciò che desidera essere. Questa è la filosofia che si trova alla base della mia vita e di quella delle persone che ho conosciuto e di cui parlo all’interno dei miei libri. Mi piace raccontare di chi dimostra che ce la può fare nonostante tutto il resto del mondo dica il contrario; tra cui il contesto sociale, quello familiare, etc…

Angela Iantosca

Ultimamente hai fatto anche dei webinar online.

Si, ho fatto dei corsi di prevenzione alle tossicodipendenze con le scuole, collaborando con la Comunità di San Patrignano.

Questa comunità si trova sulle colline, non lontano da Rimini, ed offre ai ragazzi in riabilitazione sostegno e aiuto. Questi giovani a producono tanti prodotti biologici come l’olio, diventato marchio della stessa Comunità.

Come Presidente di Road to green 2020, ho molto a cuore iniziative del genere perché vicine alla sostenibilità ambientale. A proposito di ambiente, ho visto ed ascoltato l’intervista che hai fatto alla Chef Sara Papa.

Si, ho intervistato Sara Papa, Chef e panificatrice, per una rivista online chiamata “Vivere naturale” con la quale collaboro e dove ho una rubrica, “Storie sostenibili”.

Sara Papa è una grande sostenitrice della salvaguardia ambientale e per questo va contro a tutti quegli alimenti che costano poco ma non fanno bene alla salute; soprattutto quelli che vengono dall’America e dei quali non conosciamo gli ingredienti.

Perché sono in aumento le intolleranze al glutine? Forse perché i grani dai quali provengono le farine non sono buoni.

Sara mi ha anche dato alcuni consigli, come quello di evitare il salmone, scegliere olio EVO e soprattutto evitare la farina manitoba, prediligendo invece le farine di grano duro.

Ma torniamo a parlare del tuo ultimo libro: “La scimmia sulla culla. Bambini in crisi di astinenza”. Affronta un tema importante come quello dell’astinenza neonatale; hai fatto anche altre incursioni in temi così “leggeri” (ride)? Riesci sempre a parlarne in modo spensierato, se così si può dire…

Si, cerco di normalizzare temi di cui dovremmo parlare più spesso; gli altri pensano che non li riguardi, invece i numeri dicono tutt’altro. La droga non si ferma davanti a nessuno, non si ferma davanti a titoli di studio e non si trova solo in determinati quartieri.

Nessuno si può ritenere immune, questo è fondamentale ricordarlo soprattutto a chi è genitore: è importante informarsi, così da poter agire prima di ritrovarsi in situazioni dalle quali poi è difficile uscire.

Adesso è venuto il momento di parlare di un progetto rivolto ai giovanissimi: è un’iniziativa alla quale la nostra ospite tiene particolarmente, ovvero il Festival In-dipendenze, del quale sei Direttrice Artistica.

Si, qualche anno fa, alla fine di un mio progetto di prevenzione organizzato a Vigarano in provincia di Ferrara, insieme alla docente Agnese De Michele, ci siamo guardate e ci siamo dette “Quindi, finisce qui? Perché non ci inventiamo un Festival?!”. Subito dopo lo abbiamo creato ed abbiamo organizzato due giornate che peraltro sono state inserite nel Festival di Ferrara.

I protagonisti sono i ragazzi, per lo più bambini di seconda e terza media, e i ragazzi delle scuole superiori; li preparo agli incontri con personaggi di un certo calibro come Federica Angela, Gaetano Saffioti e Giorgia Benusiglio.

Tra l’altro avrai ospite il Procuratore capo di Catanzaro Gatteri. Insomma, nomi di spicco.

Esatto. E tutti loro saranno intervistati dai ragazzi che si assumono la responsabilità del progetto fatto e della diversità che questo porterà su di loro.

Tienici aggiornati perché noi di RID 96.8 FM sposiamo sempre le iniziative che riguardano il sociale, proprio come questa! Adesso voglio sapere qual è la tua pratica green. Cosa fai tu per l’ambiente?

Io ho imparato a fare la differenziata a Ercolano, tanti anni fa; quando a Roma ancora non c’era, lì già si usava. Poi per tanto tempo ho abbandonato questa pratica che però ho ripreso assiduamente da circa due anni. Soprattutto, ho imparato a leggere le etichette quando vado a fare la spesa.

 

Grazie Angela per essere stata con noi, ti salutiamo e non vediamo l’ora di conoscere i tuoi progetti futuri!

La parità di genere passa anche attraverso la lingua: l’intervista alla linguista Dalila Bachis per RID 96.8 FM

La parità di genere passa anche attraverso la lingua: l’intervista alla linguista Dalila Bachis per RID 96.8 FM

Dalila Bachis, 34 anni, nata a Cagliari ma residente ad Arezzo, si è raccontata a RID Radio Incontro Donna 96.8 FM durante la trasmissione di “Sempre più in forma green”, che conduco tutti i mercoledì dalle 12 alle 14.

Dalila è assegnista di ricerca in Linguistica italiana presso l’Università degli Studi di Siena.

Ha svolto attività di didattica nelle scuole dell’obbligo e all’università; collabora con l’Accademia della Crusca, si occupa di linguistica educativa e linguaggio inclusivo.

Con lei abbiamo voluto parlare proprio di questo, di sessismo all’interno della grammatica italiana, perché la parità di genere passa anche attraverso la lingua.

 

Grazie Dalila per essere con noi, tu studi tematiche come il sessismo nella grammatica italiana e all’interno dei libri scolastici. Qua a RID sono argomenti che ci piace trattare, perché si parla proprio di parità di genere. Il tuo lavoro è davvero molto importante in questo senso, ce ne vuoi parlare? 

Sì! Io sono un’assegnista di ricerca, questo significa che collaboro a dei progetti con l’Università di Siena e con altri centri specializzati, in particolare con l’Accademia della Crusca. Mi capita spesso di partecipare a lezioni o convegni che riguardano sia la storia della nostra lingua sia il suo uso contemporaneo, anche per quanto riguarda l’ambito del sessismo linguistico.

Quando si parla di parità di genere si parla anche di rispetto, quando questo manca si tende spesso alla violenza sia psicologica che fisica. Si parte da una cosa più banale come può sembrare quella della lingua, sino ad arrivare a cose più gravi. Tu fai l’assegnista, ma in che cosa consiste realmente il lavoro che stai portando avanti? 

Semplificando un po’, il mio lavoro consiste, a seconda del progetto, nello studiare un argomento di ambito linguistico, pubblicare una ricerca a riguardo e poi cercare di divulgarla il più possibile.

Dott.ssa Dalila Bachis

Secondo te, tutta questa polemica che gira attorto alla declinazione al femminile di alcuni sostantivi, dipende dal fatto che non siamo abituati a sentirli o ci sono ragioni più profonde? 

Ecco, proprio qualche anno fa sono stata chiamata per affrontare e studiare dubbi come questo. La risposta è che utilizzare nomi al femminile quando ci si rivolge ad una donna è grammaticalmente corretto: così come diciamo “cuoca” invece che “cuoco”, allo stesso modo è giusto dire “notaia” o “architetta”. I dubbi sono suscitati dal fatto che è da meno tempo che utilizziamo queste parole: per questo “ci suonano male”.

I nomi al femminile spesso sono legati all’accudimento, come maestra, infermiera, casalinga… è un’analisi giusta questa? 

Sicuramente nessuno direbbe che questi nomi femminili suonino male, perché l’associazione dei mestieri di cura alla figura femminile è radicata nella nostra cultura e quindi anche nella nostra lingua. Altri mestieri, al contrario, sono ancora associati maggiormente agli uomini, per questo non siamo abituati a sentire e leggere la declinazione al femminile.

Stai lavorando sui libri per le scuole, dove c’è tanto lavoro da fare perché ricchi di stereotipi… 

Si, è vero! Ho studiato nello specifico le grammatiche scolastiche italiane. Ad essere venute fuori sono state prevalentemente due cose: la prima è che le frasi con personaggi femminili sono molte meno rispetto a quelle con personaggi maschili: ci sono più ragazzi e uomini che ragazze e donne.

La seconda è che gli esempi al femminile sono sempre riferiti a contesti, come dicevi tu, legati alla cura. Non si dice mai “Il papà\ lo zio\ il nonno, ha cucinato il pranzo (…)” ma troveremo sempre “La mamma\la nonna\ la zia etc ha pulito la casa\ ha cucinato (…)”. Inoltre, negli esempi e negli esercizi ci sono tante ragazze definite “belle”, mentre i ragazzi solitamente sono definiti intelligenti o simpatici: anche questi tratti appartengono a stereotipi legati al mondo dell’estetica, associata prevalentemente alle ragazze e alle donne.

Bisogna provare ad uscire da questo tipo di narrazione e mostrare altri tipi di esempi, sia al femminile sia al maschile.

 

Come parlare di crisi climatica sui social? Ce lo spiega la tiktoker Sofia Pasotto

Come parlare di crisi climatica sui social? Ce lo spiega la tiktoker Sofia Pasotto

Durante la puntata di “SEMPRE PIU’ IN FORMA GREEN”, in onda su RID 96.8 FM tutti i mercoledì dalle 12 alle 14, incontro personaggi che ogni giorno promuovono, con i mezzi loro a disposizione, pratiche green. Nel corso del podcast di mercoledì 16 Marzo, insieme alla redazione di Road to green 2020, ho avuto il piacere di intervistare la giovanissima attivista Sofia Pasotto.

Sul suo canale tik tok si presenta con il nome “telospiegasofia” ed ogni giorno porta sul piccolo schermo tante tips super interessanti. Tramite i suoi video condivide messaggi per la salvaguardia ambientale e cerca di spiegare, per l’appunto, quali siano i gesti quotidiani che ognuno di noi può mettere in pratica per diminuire i danni all’ambiente. Piccola si, ma con le idee ben chiare.

Originaria di Mantova, si è laureata in studi internazionali all’Università di Trento ed attualmente sta frequentando il Master of Science di due anni in Climate Change, all’Università di Copenhagen. Attivista per il clima con “Fridays For Future”, divulgatrice contro lo spreco energetico, il cambiamento climatico e tutto ciò che danneggia l’ambiente nel quale viviamo.

Conosciamola meglio.

Sofia Pasotto

Perché hai intrapreso questo percorso sui social?

Ho intrapreso questo percorso perché credo che per risolvere un problema bisogna conoscerlo alla radice, se ne devono conoscere le cause. Ho iniziato a parlare di ambiente sui social per essere ascoltata da un pubblico di giovani. Siamo noi ragazzi a dover cambiare le cose, ogni giorno si può fare qualcosa per rendere il nostro pianeta un posto più vivibile.

Come comunichi le tue idee e i tuoi consigli?

Quello che mi auguro è di riuscire a parlare sempre in modo semplice e divertente. Avevo iniziato a comunicare su Instagram tramite delle clip in cui mettevo degli spezzoni di video, immagini o meme “pop” più conosciuti, così da attrarre l’attenzione. Poi, per fortuna, mi sono evoluta anche su tik tok, dove cerco di trattare di crisi climatica senza usare parole complesse o scientifiche, così che tutti possano comprendermi.

Qual è il riscontro che ricevi sui social?

A volte ricevo un riscontro negativo dalle persone più adulte, che rispondono sempre in modo scontroso. “Tu parli di ambiente ma usi il telefono…”, “Trasferisciti su un eremo…” etc. Quello che cerco di fare è non attaccare o far sentire le persone in colpa, piuttosto far passare il messaggio per cui se ognuno di noi attuasse anche un singolo gesto green e sostenibile al giorno, questo basterebbe a migliorare il nostro pianeta.

Sofia Pasotto

 

Ringraziamo Sofia Pasotto, continueremo a seguire i suoi canali social nella speranza che anche i più giovani si avvicinino sempre di più al mondo ecosostenibile.

Parlano le azioni: le star di Hollywood (e non  solo) che hanno contribuito a rendere il pianeta più verde

Parlano le azioni: le star di Hollywood (e non solo) che hanno contribuito a rendere il pianeta più verde

Quanta influenza ha una star di Hollywood o un noto personaggio pubblico? Molta. Siamo sempre curiosi riguardo il loro stile di vita, le loro relazioni, la loro alimentazione.

Accade spesso che scatti in noi un processo di imitazione verso qualcuno di cui abbiamo stima. Tanto meglio se questi personaggi si adoperano per l’ambiente o per altre nobili cause.

Una Hollywood molto Green

Quando pensiamo ad ambientalisti famosi nel mondo dello star system ci salta subito alla mente Leonardo Di Caprio, ma non è l’unico esempio, benché sia il più eclatante. Robert Redford, per esempio, è stato fra i primi Green Idol di Hollywood. Cate Blanchett è invece testimonial di SolarAid, una fondazione il cui scopo. Sradicare le lampade al cherosene in Africa; o Cameron Diaz che è una sostenitrice del riciclo e paladine dell’abbassamento dei consumi per contrastare il surriscaldamento globale.

Scopriamo insieme alcune azioni green di noti volti dello spettacolo.

George Clooney

L’attore e regista George Clooney, molto attento alle tematiche ambientali, ha rifiutato 35 milioni di dollari per un solo giorno di lavoro. Il motivo? Si trattava di uno spot per una compagnia aerea dalle discutibili posizioni etiche.

Chiara Ferragni

Da qualche anno, Chiara Ferragni ha messo al bando la plastica nella sua azienda. L’imprenditrice stima un risparmio di almeno 3.500 bottiglie di plastica all’anno, brava Chiara!

Brad Pitt

Da anni Brad Pitt ha smesso di usare il sapone, dopo aver letto che questo inquina l’ambiente. Sono in molti nell’ambiente Hollywoodiano che, però, sembrano lamentarsi dell’odore dell’attore.

Neri Marcorè

Neri Marcorè è l’ideatore di RisorgiMarche, il festival di solidarietà che dal 2017 porta concerti e spettacoli nelle comunità montane colpite dal sisma del 2016. Un modo per aiutare il territorio, far riscoprire il contatto con la natura e promuovere un turismo slow e rispettoso.

Emma Watson

Bella sì, ma non a danno dell’ambiente! L’attrice Emma Watson è da anni una convinta sostenitrice della moda green. Nel 2016 ha partecipato al Met Gala con un abito cucito con materiali riciclati, dalla plastica al tessuto biologico, è presidente del comitato per la sostenibilità di Kering (gruppo di marchi come Gucci e Saint Laurent) e sostiene l’App Good On You che consente di verificare l’impatto ecologico dei vari marchi di abbigliamento.

Alessandro Gassman

Da sempre Alessandro Gassman è attento alle buone pratiche green, come la raccolta differenziata. Per dimostrare che è possibile fare economia rispettando il Pianeta, nel 2019 ha istituito i #GreenHeros, un riconoscimento per le aziende virtuose più sostenibili.

Jane Fonda

All’età di 84 anni, la strepitosa Jane Fonda non vuole saperne di farsi da parte. Da sempre attivista per l’ambiente, continua ancora oggi a manifestare contro i cambiamenti climatici davanti al Campidoglio. Manifestazioni che le sono costate ben 5 arresti, l’ultimo dei quali il giorno prima del suo 82esimo compleanno.

Seguici sui social.

Celebriamo la Giornata Mondiale del Pensiero dedicandoci alle nostre passioni

Celebriamo la Giornata Mondiale del Pensiero dedicandoci alle nostre passioni

Il 22 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Pensiero.

Festività nata per riflettere sul messaggio lanciato dal movimento femminista del Guidismo, nato nel 1910.

Guidismo e Scautismo

Il Guidismo è a sostegno di tutte le donne in difficoltà e si muove in parallelo ad un secondo movimento, quello dello Scautismo; quest’ultimo, di carattere nazionale, ha il fine di formare fisicamente, moralmente e spiritualmente tutta la gioventù mondiale.

Non a caso è stato scelto il 22 Febbraio perché compleanno del Fondatore di entrambe le correnti, Robert Baden-Powell. La guida di queste fu poi affidata alla moglie, Lady Olave.

Il “World Thinking Day” è la giornata dedicata a tutte le Guide del Mondo.

Scautismo- Giornata Mondiale del Pensiero

Noi approfittiamo di questa festività per dedicare questo pensiero a tutti coloro che ogni giorno lottano per le loro passioni.

Spesso, presi dalla fretta di una monotona quotidianità, ci distraiamo e dimentichiamo quale siano le cose importanti.

Alcuni consigli per coltivare il vostro pensiero

Oggi vogliamo consigliarvi alcuni gesti utili per riconnettervi con ciò che vi rende felici, vi rilassa e vi stimola.

Magari leggere il libro che da troppo tempo è fermo sul comodino e che, per dimenticanza o mancanza di tempo, guardiamo ogni sera e finiamo per lasciare chiuso.

Leggere un libro

Mandare un messaggio, anche senza una ragione precisa, ad una amica o amico a cui vogliamo bene, per ricordargli quanto sia importante per noi.

Si potrebbe fissare un appuntamento con una persona che non vediamo da tempo e passare del tempo prezioso insieme.

In compagnia della propria amica

Scrivere una lettera per noi stessi. Ricordare i motivi per cui dover essere fieri del nostro lavoro, della nostra vita e degli obiettivi raggiunti. Prefiggersi nuovi scopi e valorizzare le proprie passioni.

Passeggiare a lungo nella natura, accompagnati dalla musica o godendo del silenzio che ci circonda.

Passeggiate nella natura

Cantare, ballare, urlare. Insomma, fare tutto ciò che possa allontanare pensieri negativi.

Cucinare il nostro piatto preferito, senza pensare a diete o restrizioni.

Mettere qualche volta in più noi stessi al primo posto, fare ciò che ci fa stare bene.

Nella Giornata del Pensiero è d’obbligo staccare la propria mente dal turbinio di idee che tutti i giorni intasano la testa; rilassare i nervi e ritrovare un punto fermo che possa ricordare cosa sia davvero importante.

Le passioni sono il motore che muove il Mondo. Ogni difficoltà rappresenta un gradino più alto rispetto a quello superato il giorno precedente.

Tra una corsa e l’altra, regalatevi sempre un pensiero positivo ed una coccola in più. Siamo convinti che sia questa la vera chiave per la felicità ed il successo!

 

Non tutti i protagonisti sono musicisti: otto personaggi chiave del Festival di Sanremo 2022

Non tutti i protagonisti sono musicisti: otto personaggi chiave del Festival di Sanremo 2022

Il countdown è terminato! Questa sera, dopo un intero anno di attesa (e che anno…) ritorna il Festival di Sanremo in prima serata. Milioni di italiani si appassioneranno dalla poltrona di casa, scambieranno opinioni al bar e si scontreranno fra i commenti di qualche post su Facebook o Instagram. 

Protagonista, come sempre, la musica ed i musicisti… ma anche spazio a conduttori e super ospiti. Ed è proprio di loro che parlerò oggi su Radio Incontro Donna durante la puntata di Sempre più in forma Green. 

E se un tempo c’era Pippo Baudo…

… oggi abbiamo Amadeus! E sono “soddisfazioni”: lo showman, infatti, ha fatto un “ingresso col botto” al Festival della Canzone Italiana con uno share medio del 54,78% che ha reso l’edizione del 2020 la più seguita dal 1999. Durante la conferenza stampa alla viglia della prima serata, Amadeus ha spiazzato tutti: “Non c’è un piano B se mi prendo il Covid! State con me 10 giorni fino a che non mi passa?”, togliendo ogni dubbio circa i rumors di un’eventuale sostituzione con Antonella Clerici. 

Un Fiorello a sorpresa

Durante la stessa conferenza stampa, Amadeus ha raccontato di aver passato l’intera estate a “stressare” Fiorello, chiedendogli di partecipare anche all’edizione 2022 del Festival di Sanremo. Aveva quasi perso ogni speranza, fino alla scorsa settimana, dopo la conferma telefonica del partner, che comunque rimane sempre avvolta da un mistero. Pare sia confermato per la prima serata… ma non lascia alcun indizio su quelle successive. 

Ornella Muti e le polemiche: dal cachet alla moda sostenibile

La bellissima attrice italiana si prepara alla prima serata sul palco dell’Ariston, dopo essere stata al centro di svariate polemiche. Pare che la Muti debba ancora 15.000 euro di risarcimento al Teatro di Pordenone per non essersi presentata ad un evento concordato con lo stesso.

I legali del Teatro hanno dichiarato alla stampa “Ci paghi con il cachet di Sanremo”. Ma non è tutto: perfino Giorgio Armani è finito in mezzo a questo vortice di Gossip e social-scandali.

Naike Rivelli, figlia della Muti, ha pubblicato su Instagram una foto della madre con l’iconico designer, con la seguente caption: “Sta finendo un pezzo di storia. Questo Sanremo ci ha fatto capire tante cose. Addio vecchia moda, benvenuta ecofashion! Siamo super fieri di aver rifiutato un look che non è in linea con le nostre scelte di oggi! Ci dispiace ma…, anche no! Addio Giorgio Armani”.

Potete immaginare cosa sia successo dopo?

A volte ritornano: Sabrina Ferilli al Festival di Sanremo

Per la terza volta, Sabrina Ferilli ritorna sul palco dell’Ariston. Torniamo indietro nel tempo: nel 1996 aveva affiancato Pippo Baudo insieme a Valeria Mazza; poi, ancora, nel 2012 ospite della quarta serata condotta da Gianni Morandi. Questa volta verrà affidata a lei la serata conclusiva di sabato 5 Febbraio, un incarico di grande prestigio per una delle attrici italiane più amate. La Ferilli ha annunciato la notizia su Instagram con una caption ironica: “Certe notizie è meglio riceverle da seduti. Grazie Amadeus, ci vediamo il 5 Febbraio!”.

Da Netflix all’Ariston: Lorena Cesarini

35 Anni, laureata in Storia Contemporanea, per metà italiana e per metà senegalese. L’abbiamo conosciuta grazie alla serie Netflix “Suburra”.

Lorena Cesarini non ci ha pensato due volte: “La telefonata è arrivata il primo Gennaio. Ci ho pensato zero secondi, ho fatto i salti di gioia, sono stati i migliori auguri di buon anno che potessi ricevere”.

A lezioni di “Eleganza Consapevole” da Drusilla Foer

La serata del giovedì avrà come co-protagonista Drusilla Foer, che da Youtube si è fatta strada sul piccolo schermo. La sua scelta moda per il Festival di Sanremo è davvero ammirevole: indosserà due abiti di un piccolo atelier fiorentino ed altri già presenti nel suo guardaroba.

L’intenzione è far passare un messaggio, anzi due: l’economia italiana deve ripartire dalle piccole realtà sartoriali o artigianali; ed è bene mostrare al pubblico che un abito si può indossare anche in due diverse occasioni. Basta sprechi… in tutti i sensi! Una scelta green e consapevole da lodare!

Maria Chiara Giannetta e l’incubo delle scale

A soli trent’anni, Maria Chiara Giannetta ha già un curriculum di tutto rispetto. Nota al grande pubblico per i ruoli in svariate Fiction, soprattutto “Blanca”, una delle più discusse e guardate degli ultimi tempi. Sebbene ancora non sia chiaro quale designer vestirà la giovane attrice (si vocifera Giorgio Armani), Maria Chiara ha solo anticipato di voler indossare qualcosa di comodo e che la faccia sentire a suo agio. Il suo terrore? Superare il grande ostacolo della scalinata dell’Ariston: l’incubo di tutte le artiste con tacchi alti!

 

Fra Amadeus e Fiorello… un terzo incomodo: Checco Zalone

Per anni gli organizzatori del Festival hanno “corteggiato” il comico pugliese, che aveva sempre rifiutato perché considerava l’Ariston un palco troppo carico di aspettative e facili polemiche. Ma ad Amadeus non ha saputo dire no: la seconda serata del Festival vedrà, infatti, come super ospite Checco Zalone. Secondo alcune indiscrezioni si esibirà con un monologo, ma anche con una canzone satirica su temi di attualità.

La fitta agenda dei Maneskin

Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan fanno appena in tempo ad atterrare in suolo italiano per la prima serata del Festival. I super-ospiti del Festival di Sanremo 2022, vincitori della scorsa edizione, sono infatti appena rientrati da un tour negli Stati Uniti che li ha visti anche ospiti al Tonight Show di Jimmy Fallon, nonché al celeberrimo Saturday Night Live dove hanno suonato lo scorso 22 Gennaio.

Ma c’è anche un’altra grande news: a quanto pare il quartetto rock italiano è stato ufficialmente inserito nella line-up del Coachella Festival, il più grande degli Stati Uniti e sicuramente il più famoso al mondo. E scusate se è poco…

Seguici sui social.

Ricordi Sanremesi – i brani che hanno fatto parlare del Festival … nel bene e nel male.

Ricordi Sanremesi – i brani che hanno fatto parlare del Festival … nel bene e nel male.

Era il 1951 quando Nilla Pizzi vinceva la prima edizione del Festival di Sanremo con “Finché la barca va”… da lei ai Maneskin, ne abbiamo viste davvero di tutti i colori sul palco dell’Ariston.

Louis Armstrong interrotto da Pippo Baudo, Brian Molto che distrugge una chitarra sul palco, Achille Lauro vestito da Mina, Morgan abbandonato da Bugo, Celentano che dà le spalle al pubblico, Elton John che dà forfait… ah e perfino un tentato suicidio!

Aspettando il Festival di Sanremo ….sul viale dei ricordi

Su Radio Incontro Donna RID 96.8, parlo di dieci canzoni che hanno segnato la storia del Festival della canzone italiana. Momenti memorabili, che ci hanno fatto commuovere, riflettere… ma anche ridere a crepapelle.

“Gianna” – Rino Gaetano 1978

“Un mondo diverso, ma fatto di sesso… chi vivrà, vedrà”. Rino Gaetano, sale sul palco del Festival della canzone Italiana con cilindro ed ukulele, presentando uno dei brani più rappresentativi della sua carriera. Era la prima volta che durante la kermesse veniva pronunciata la parola “sesso”. Fu, naturalmente, uno scandalo.

“Mille bolle blu” – Mina 1961

Quando Mina porta le mani sulle labbra per produrre l’effetto sonoro delle bolle, giuria e pubblico storcono il naso: la grande cantante si stava forse prendendo gioco di quel palco così importante? Mina viene aspramente criticata e si classifica al quinto posto. La cantante fu lapidaria: mai più sul palco di Sanremo… e mantenne la promessa.

“Vita Spericolata” – Vasco Rossi 1983

Malvestito, quasi timido, con un’aria di totale assenza e menefreghismo. Abbandona il palco ancor prima della fine della canzone, con ancora il coro della coda finale in diffusione. Nessuno avrebbe investito cinquanta lire su “tale” Vasco Rossi… peccato che da lì a pochi mesi “Vita Spericolata” sarebbe diventato l’inno di un’intera generazione.

“Special K” – Placebo 2001

All’apice della loro fama, i Placebo, trio rock capitanato dal leader Brian Molko, raggiungono il palco di Sanremo per suonare il loro ultimo successo internazionale. “È il festival più importante d’Italia”: credevano di trovarsi davanti la folla oceanica di un Coachella, ma quando videro il pubblico aristocratico ultra-pettinato, la loro indole ribelle si scatenò… devastando il palco e gli strumenti. Il pubblico li fischiò urlando “Buffone” a Molko, che replicò con un inchino prima di lasciare il palco.

“Sincero” – Bugo e Morgan 2020

“Che succede?”. Era da troppo tempo che sul palco del Festival filava tutto liscio come l’olio. Durante l’esibizione di “Sincero”, Morgan altera il testo, prendendo di mira il collega Bugo che aveva, durante la serata precedente, fatto una pessima figura sulle note del brano di Sergio Endrigo, “Canzone per te”.

“Ringrazia il cielo, sei su questo palco. Rispetta chi ti ci ha portato dentro”… e Bugo… se ne va.

“Mi va di cantare” – Louis Armstrong 1968

Quando credi di dover intrattenere un pubblico per due ore… ma vieni “quasi” cacciato dal palco. È successo alla leggenda del jazz Louis Armstrong, in gara con il brano “Mi va di cantare”. L’artista si era lanciato in una lunga improvvisazione con la sua tromba, ma viene bloccato da un esordiente Pippo Baudo che gli fa cenno di concludere la sua esibizione. Armstrong, avendo ricevuto un cachet di 32 milioni di lire, pensava di doversi esibire in concerto… ma “non era proprio così”.

“Re” – Loredana Bertè 1986

Aveva azzeccato il brano, il look, e l’attitude… ma non l’anno. Il 1986 non era ancora pronto per il finto pancione di Loredana Bertè. Questo look provocatorio, le costò un contratto discografico e la sua carriera andò inesorabilmente in declino. Pensate ad un messaggio del genere oggi: le donne incinta possono fare tutto, anche ballare con un abitino di pelle attillato sul palco di Sanremo. Sarebbe stato un grande successo, l’avrebbero elevata ed eroina delle donne… ma il 1986 non la pensò allo stesso modo. Loredana, indubbiamente “avanti”.

“La terra dei cachi” – Elio e le Storie Tese 1996

Quando chiedi a Elio e le Storie Tese di suonare solo un minuto della canzone in gara, loro cosa fanno? Non la suonano “per un minuto”, ma la suonano (tutta) “in un minuto”. La versione ultra-accelerata de “La Terra dei Cachi” non è solo uno spettacolo esilarante e comico, ma anche una prova di virtuosismo eccelsa che solo una grande band poteva affrontare. Meritavano il primo posto… ma si accontentarono il secondo. Del resto, tutti noi sappiamo che i vincitori morali del Festival furono loro.

“Zitti e buoni” – Maneskin 2021

Il rock vince a Sanremo. Il Festival iniziato con la vittoria di Nilla Pizzi cede il passo ai giovani Maneskin, la promessa del rock italiano a cui il Festival ha portato davvero fortuna: Eurovision, tour americano, opening per i Rolling Stones, EMA, AMA, campagna pubblicitaria di Gucci. I Maneskin sono il fenomeno del 2021, polemiche incluse. Ma a prescindere dal fatto che piacciano o meno, a loro va sicuramente il grande merito di avere riavvicinato i giovanissimi alla chitarra elettrica ed alla batteria!

“Tutti i miei sbagli” – Subsonica 2000

Un altro esempio di come il Festival di Sanremo non ci azzecchi sempre: i Subsonica, snobbati e criticati, arrivano undicesimi con “Tutti i miei sbagli”.

Ma il brano, da lì a poco, si rivela un enorme successo radiofonico che consacra il successo della band torinese, amatissima dai giovani.

Seguici sui social.

A Sanremo e nel mondo risuona la natura in musica – dieci canzoni a tema green

A Sanremo e nel mondo risuona la natura in musica – dieci canzoni a tema green

La musica non è solo intrattenimento. È un messaggero potente per veicolare ideologie, statement e rivoluzioni. E, da sempre, il Festival di Sanremo è il portavoce del sentiment del nostro paese.

Si pensi a Bob Dylan, John Lennon o a grandi musicisti e pensatori italiani come De Andrè, Gaber o gli Area.

Il cruciale tema ambientalista non è solo una preoccupazione degli ultimi anni. Già nel 1966, per Adriano Celentano, era una forte preoccupazione vivere in centro respirando cemento”.

In questi giorni, in redazione, abbiamo ascoltato tantissimi brani green”: da Michael Jackson ai REM, passando per i Beatles fino a Luigi Tenco o Marcella Bella. 

Una domanda sorge spontanea: come mai i grandi nomi dello showbiz oggi non trattano questo tema? Perché le loro voci si fanno sentire solo in merito a temi sociali come il movimento LGBT? Non è forse altrettanto importante?

Proprio adesso, in questo momento di tensione e preoccupazione, non sarebbe prioritario lanciare ai giovani un forte messaggio dimpegno nei confronti del nostro pianeta? In attesa che Lady Gaga ci regali una hit a sostegno della Madre Terra, abbiamo creato una playlist dedicata alla natura ed all’ambiente, in collaborazione con Road to green 2020. Ne parlerò su Sempre più in forma green, l’appuntamento del martedì di Radio Incontro Donna. La musica è consapevolezza.

Partiamo dal palco del Festival di Sanremo …

Il Festival della Canzone Italiana è unimportante vetrina. Per una settimana allanno gli italiani discutono delle esibizioni, della musica, degli abiti ma anche dei temi trattati nei brani in gara. Non vi è migliore occasione per mettere sul piatto una riflessione ben più profonda della classica canzone damore. 

Adriano Celentano – Il ragazzo della Via Gluck (Sanremo 1966)

“È una fortuna, per voi che restate

A piedi nudi a giocare nei prati

Mentre là in centro io respiro il cemento

Ma verrà un giorno che ritornerò”

Uno dei brani più iconici di Celentano, con un testo di Luciano Berretta e Miki Del Prete. Si tratta di una storia autobiografica: la via Gluck, nella periferia di Milano, era una zona periferica che nel dopoguerra venne fortemente urbanizzata. Il testo è carico di rimpianti e ricordi, quelli di un musicista che adesso vive in centro città. 

Luigi Tenco – Ciao Amore Ciao (Sanremo 1967)

E poi mille strade grigie come il fumo

In un mondo di luci sentirsi nessuno

Saltare cent’anni in un giorno solo

Dai carri dei campi

Agli aerei nel cielo

E non capirci niente e aver voglia di tornare da te

L’ultima esibizione di Luigi Tenco, un brano eliminato dal Festival che si dice abbia portato lo stesso autore alla prematura morte. Ma oggi non vogliamo parlare di questo. Ciao Amore, ciao è la storia di un ragazzo che stanco della vita fra i campi decide di andare in città. Ma ciò che lì lo attende non è ciò a cui auspicava, non a quelle “mille strade grigie come il fumo”.

Toto Cutugno – Voglio andare a vivere in campagna (Sanremo 1995)

Voglio andare a vivere in campagna, ah ha

Voglio la rugiada che mi bagna, ah ah

Ma vivo qui città

e non mi piace più

In questo traffico bestiale

La solitudine ti assale e ti butta giù

Che bella la mia gioventù

Anche in questo brano, l’autore sperimenta la vita in città dopo quella in mezzo alla natura. Trova la città nevrotica e caotica. Sente la nostalgia delle rose coltivate, della vendemmia, o di quello stagno che ai bambini sembra il mare. 

Simone Cristicchi – Abbi Cura di Me (Sanremo 2019)

Anche in un chicco di grano si nasconde luniverso

Perché la natura è un libro di parole misteriose

Dove niente è più grande delle piccole cose

È il fiore tra lasfalto lo spettacolo del firmamento

È lorchestra delle foglie che vibrano al vento

È la legna che brucia che scalda e torna cenere

La vita è lunico miracolo a cui non puoi non credere

Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi

E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri

Simone Cristicchi, con grande sensibilità, ha scritto uno dei migliori (se non il migliore) testi presentati alle ultime edizioni del Festival di Sanremo. Un inno all’inspiegabile magia che ogni giorno ci circonda. Una magia tangibile, la cui bellezza non possiamo neanche spiegare a parole… ma lui c’è andato molto vicino. 

Gabriella Martinelli e Lula – Il gigante d’acciaio (Sanremo Giovani 2020)

Mio padre lavora in un posto grandissimo

Lui lo chiama il gigante d’acciaio

Con grandi camini che fumano sul mare

C’è grinta ma anche rabbia nelle dure parole di Gabriella Martinelli e Lula. Un brano che attraversa temi sociali, schiantandosi contro la realtà dei piccoli quartieri di periferia adiacenti a distretti industriali dove l’aria è insalubre e dove le persone, molto spesso, finiscono con l’ammalarsi di cancro (per non parlare dei bambini che nascono con malformazioni). Una realtà non possiamo più tollerare nel 2022!

Oltre i confini dell’Italia…

Proseguiamo la nostra playlist green con altri cinque artisti internazionali che hanno scritto veri e propri capolavori che hanno toccato il cuore di più generazioni (vi sveleremo anche il nostro brano preferito). Alcuni di loro non si sono solo limitati a scrivere bella musica, ma hanno anche “agito”. I Coldplay nel 2019 hanno annunciato di non voler più andare in tour dopo il disco Everyday Life, finché non troveranno un modo per ridurre l’impatto energetico di un concerto. Paul McCartney, invece, ha fondato l’associazione no profit Free Meat Monday in cui propone di non mangiare carne per un giorno a settimana, una scelta che può portare grandi benefici a livello ambientale per l’impatto che gli allevamenti intensivi possono avere sull’eco-sistema.

Neil Young – Mother Earth (1990)

Oh, Madre Terra con i tuoi campi verdi

Sacrificata ancora una volta dalla mano affamata

Per quanto tempo potrai dare senza ricevere

E sfamare questo mondo governato dall’avidità?

Il cantautore canadese, punta il dito verso una società dove l’avidità prevale sul rispetto verso il pianeta. Dove il capitalismo e l’industria calpestano la natura continuamente, sfruttandone le risorse naturali come se queste fossero infinite, senza curarsi mai del futuro. Dipinge un’umanità irriconoscente alla Madre Terra, che ha ricevuto immensi doni senza mai ricambiare il favore.

The Beatles – “Mother Nature’s Son” (1968)

Seduto vicino ad un torrente

Guardo sorgere le sue acque

Ascolto il suono delizioso della musica mentre vola

Una melodia idilliaca, un momento di contemplazione della bellezza della natura. Questo Figlio di Madre Natura descritto dai Beatles vive di piccole grandi gioie: stringendo margherite e cantando una pigra canzone sotto il sole. 

REM – Cuyahoga (1985)

Uniamo le forze, costruiamo una nuova nazione dal niente 

Al di sotto del letto del fiume abbiamo bruciato il fiume stesso

Qui è dove camminavano, nuotavano, cacciavano, ballavano e cantavano

Lo spirito propositivo di questo brano dei REM è ciò che serve adesso. Parlano di Cuyahoga, una località dove un tempo sorgeva una tribù di nativi americani, adesso descritta dalla stessa band come “il fiume più schifoso d’America”. Il brano incita ad unirsi, rimboccarsi le maniche e costruire un posto migliore, una nazione migliore. 

David Bowie – Five Years (1973)

Il tizio al telegiornale pianse e ci disse

che la terra stava davvero morendo

Pianse tanto che la sua faccia era bagnata

e realizzai che non stava mentendo

E se ci ritrovassimo davanti allo scenario immaginato da David Bowie? Ziggy Stardust accende la televisione ed ascolta un annuncio terrificante: il mondo sarebbe finito in cinque anni a causa della mancanza di risorse. L’intero mondo attorno a lui impazzisce, si autodistrugge per il panico. E lui pensa a tutte quelle persone che sarebbero venute a mancate, perfino le persone “inutili”… e lì realizza che non aveva mai creduto di aver bisogno di tutte quelle persone.

Michael Jackson – Earth Song (1995)

Che ne è dell’alba/ che ne è della pioggia;

Che ne è di tutte le cose / che tu dici fossero da conquistare / che ne è dei campi distrutti

Ti sei mai fermato a notare / questa terra che piange .

Concludiamo la nostra playlist con il brano, anzi l’opera, più bella ed emozionante dedicata al nostro pianeta mai scritta. Solo Michael Jackson poteva farsi carico di questo onere. Del resto grandi inni generazionali come We are the world o Heal the world portano anch’essi la sua firma. Fra la ballata ed il blues, con un grande coro gospel sulla coda finale, questo brano cresce di tensione fino a sfociare in un urlo disperato. Nelle parole dello stesso autore: 

“Ricordo di aver scritto Earth Song quando ero in Austria, in un hotel e stavo provando così tanto dolore e tanta sofferenza per la condizione del Pianeta Terra. Per me, questa è la canzone della Terra, perché penso che la natura stia cercando a fatica di compensare la cattiva gestione della Terra da parte dell’uomo. E con lo squilibrio ecologico in corso, e molti dei problemi ambientali, penso che la Terra senta il dolore, e che abbia delle ferite, e parla anche di alcune delle gioie del pianeta. Ma questa è la mia occasione per far sì che la gente ascolti la voce del pianeta. Questa è Earth Song. Questo è ciò che l’ha ispirato”.

25 cose che (forse) non sapevi sulle designer più iconiche del mondo della moda

25 cose che (forse) non sapevi sulle designer più iconiche del mondo della moda

La moda per le donne, pensata dalle donne. 

La scorsa settimana su Radio Incontro Donna ho parlato delle coraggiose eroine del fashion, che con le loro creazioni non hanno solo fatto stile, ma anche vere e proprie rivoluzioni. Conquistare un posto di rilievo nel fashion world non è cosa semplice per una donna. Pensate a quanti stilisti iconici illuminano il firmamento della moda: quante donne possiamo contare con lo stesso “potere” di un Valentino, un Armani, un Dior o un Yves Saint Laurent?

Eppure, eccole: splendenti, creative, talvolta istrioniche, ma soprattutto tenaci. Conosciamo tutte sulle loro vite intricate, le loro carriere faticose e le loro creazioni desiderabili; quindi oggi volevo condividere con voi lettori qualche curiosità interessante, qualche chicca che magari vi era sfuggita o che vi fa piacere riportare alla memoria.

Sapevate che…

Coco Chanel:

Coco Chanel
  • Per essere “belle” si deve soffrire? Assolutamente No! Questa l’essenza di Chanel, una donna effettivamente sovversiva rispetto ai suoi temi. Contraria alle tendenze, la sua moda puntava ad eleganza, minimalismo e sobrietà. La sua moda voleva essere uno strumento di potere che potesse colpire l’ordine sociopolitico maschile: “Ho restituito la libertà alle donne, al loro corpo che sudava sotto i pizzi, i corsetti, i bustini e tutte le inutili imbottiture” (Chanel).
  • Chanel fu la prima donna a creare ed indossare un capo unisex, ovvero il pigiama bianco in seta. Lo scenario è quello della prima guerra mondiale e l’obiettivo di Chanel quello di creare un capo elegante per la notte. Perché? Coco voleva offrire alle donne un capo di classe qualora si fossero dovute precipitare per strada a causa delle campane di allarme che spesso suonavano la notte durante la guerra. 
  • La prima abbronzatura: Chanel fu anche la prima donna a pensare all’abbronzatura come uno strumento di bellezza, poiché prima di quel momento (parliamo dei primi anni ’20) secondo i canoni estetici, la pelle doveva essere candida e bianca. 
  • Secondo un’interessante teoria pubblicata nel 2011, Chanel sarebbe stata reclutata nel 1940 dall’Abwerh, un settore dell’intelligence tedesca ed avrebbe lavorato come spia con il nome in codice Westminister.

Vivienne Westwood:

Vivienne Westwood
  • Vivienne Westwood è stata di fatto l’artefice della moda punk. All’epoca aveva una relazione con Malcom McLaren, manager dei Sex Pistols, ed ha creato per loro quello stile unico, inconfondibile e ribelle, dettando il codice estetico di una gigantesca subcultura, ancora oggi presente. Quando la relazione fra i due finì, McLaren le fece perdere il suo contratto di collaborazione con la band, lasciandola senza un soldo a cucire a lume di candela ed a dover ricominciare tutto da capo. La ripicca di McLaren non ha sortito l’effetto sperato…
  • Arrestata per una t-shirt: Nel 1975 la Westwood fu processata per una maglietta raffigurante due cowboy nudi. L’accusa fu quella di indecenza pubblica.
  • Per ben due volte Vivienne Westwood ha visitato a Buckingham Palace. Nel 1992, quando è stata insignita della medaglia OBE dalla Regina e nel 2006, quando fu nominata dama dal Principe Carlo. In entrambe le occasioni ha dichiarato alla stampa di non indossare biancheria intima.

Stella McCartney:

Stella McCartney
  • “Nessun animale deve perdere la vita a causa della moda”. Stella McCartney è da sempre vegetariana e nelle sue collezioni non ha mai usato pelle o pellicce. È una tradizione di famiglia: i suoi genitori, Paul e Linda McCartney, hanno fondato l’associazione no profit Meat Free Monday (un invito a non consumare carne almeno un giorno a settimana, il lunedì, per attutire le conseguenze catastrofiche del consumo di carne sull’ambiente), che è tutt’ora un portale web dove è possibile trovare ricette, blog e svariate utili informazioni sull’ambiente. Ma non solo, Paul e Linda, sono sempre stati attivisti. Famose sono le loro campagne di protesta contro gli esperimenti sugli animali.
  • La borsa Falabella è il modello iconico lanciato dalla designer nel 2010. Prende il nome da un cavallo, animale preferito di Stella.
  • Stella McCartney è anche attiva in altri progetti come il Breast Cancer Awareness ed il White Ribbon (a sostegno della lotta alla violenza sulle donne)

Donatella Versace:

Donatella Versace
  • Fu Gianni Versace a consigliare alla sorella di tingere i capelli di biondo platino. All’epoca aveva ancora 11 anni. Quel particolare colore è lo stesso portato da Patty Pravo per la quale lo stilista aveva una vera e propria adorazione.
  • Alla parodia di Virginia Raffaele che ne ha fatto un’imitazione durante il festival di Sanremo, Donatella ha risposto: “Virginia, vieni a farmi da controfigura? Sono sempre piena di appuntamenti, potresti aiutarmi!”
  • Donatella Versace ha espresso un forte rigetto nei confronti della serie American Crime Story – L’assassinio di Gianni Versace.

Donna Karan:

Donna Karan
  • La designer newyorkese ha anche fondato Urban Zen, un brand che promuove il commercio solidale vendendo mobili fatti a mano ed oggetti d’arte. 
  • È impegnata nella filantropia, con una fondazione umanitaria che ha aiutato a ricostruire Haiti dopo il terremoto del 2010
  • Donna Karan ha abbandonato gli studi alla Parsons School of Art and Design, a favore di uno stage presso l’atlier di Annie Klein. In seguito è diventata l’assistente personale della designer, fino a prendere la direzione artistica del brand nel 1974. In seguito, riceverà dalla stessa Parsons la laurea honoris causa.
  • La stampa la ha attribuito il titolo di Queen of Seventh Avenue (la regina della settima strada)

Maria Grazia Chiuri:

Maria Grazia Chiuri
  • Si appassiona alla moda da piccolissima, quando la madre era proprietaria di un piccolo negozio di sartoria a Roma.
  • Ha partecipato alla realizzazione dell’iconica Baguette di Fendi, ideata insieme a Silvia Venturini Fendi
  • L’incontro con Pierpaolo Piccioli avvenne quasi per caso: la Chiuri andò a prenderlo alla stazione di Termini al posto di un amico, con tanto di cartello con sopra il suo nome per farsi riconoscere.
  • È la prima donna alla direzione della maison Dior.

Silvia Venturini Fendi:

Silvia Venturini
  • Il concetto di it bag è nato proprio grazie alla designer, con la sua Baguette che nel 1997 era la borsa più desiderata e popolare al mondo. Ad oggi esistono più di mille varianti della Baguette Fendi.
  • La designer lavora alla scrivania sempre con occhiali da sole: il suo ufficio, situato al sesto piano, è così luminoso da risultare accecante.
  • Alcuni outfit presenti sulla pellicola Il Diavolo Veste Prada sono stati disegnati ad hoc dalla designer.
  • Nel 2009 ha offerto uno stage formativo a Kanye West, prima che il famoso musicista fondasse il suo brand. Secondo voci di corridoio, la star occupava le sue mattine di lavoro fra caffè e fotocopie.

    Seguici sui social.

Intervista a Rossano Ferretti – il Guru dell’hairdressing

Intervista a Rossano Ferretti – il Guru dell’hairdressing

Se vi sembra di averlo già visto da qualche parte… avete ragione! È la star TV dello show italiano “Hairmasters”, uno dei più gradi esperti nel mondo dei parrucchieri. I suoi consigli sono sempre richiesti dalle più grandi testate giornalistiche, che lo considerano il Guru dell’ “hairdressing”.

Rossano Ferretti possiede un istinto naturale per la bellezza.

Ha aperto più di venti saloni di lusso in tutto il mondo, da Milano a Roma, da Shanghai a Parma, da New York a Ginevra, da Barcellona a Dubai e da Monaco a Vienna.

Ha cambiato il modo di fruire il salone del parrucchiere con le sue “Hair Spa”, combinando le location più belle del mondo con il suo “Metodo”. Il concetto di bellezza dei capelli sviluppato da Rossano Ferretti ha portato a una rivoluzione del taglio dei capelli: il “taglio invisibile” a caduta naturale che valorizza la bellezza individuale del cliente.

Ha collaborato e si è fatto portavoce internazionale di tantissimi marchi tra i quali L’Oreal Professional Luxury Brands, Coty, Wella, GHD e OPI e diventa inoltre Ambasssador Mondiale per Great Lengths Hair Extensions.

Ma cosa si nasconde dietro il personaggio? Conosciamolo meglio.

Raccontaci chi sei

Sono nato un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia, Campegine, da una famiglia di parrucchieri. Ho seguito le orme di mio nonno e di mia mamma, ma l’epoca in cui sono nato mi ha permesso di fare una cosa che loro non hanno mai fatto: scoprire il mondo. Senza neanche parlare l’inglese sono andato a Londra dove ho approfondito i miei studi sul design legato ai capelli. Da allora non mi sono mai fermato e sono fiero di avere saloni nelle località più iconiche del mondo.

Racconta cosa fai

L’obiettivo del mio lavoro è sempre stato cambiare l’esperienza dei clienti all’interno del salone, creando un viaggio personalizzato e un’esperienza unica e su misura. Le mie Hair Spa sono vere e proprie destinazioni dove l’esperienza ed ogni dettaglio è incentrato sul benessere e sulla personalizzazione di ogni servizio basandoci sull’unicità di ogni cliente. Per questo motivo i nostri saloni si chiamano Hair Spa, perché pensiamo al benessere e alla bellezza del cliente, oltre a quella dei loro capelli.

Definisci Rossano Ferretti con 3 aggettivi

Visionario, Coraggioso ,appassionato

L’ultimo libro che hai letto?

Se l’acqua ride” di Paolo Malaguti

Il libro che hai in programma di leggere

Sanguina ancora” di Paolo Neri

L’ultimo film che hai visto

“The Irishman”

Da sinistra: Daniele Centorbi, Rossano Ferretti, Alex Conte , Antonio di Stefano

Il giornale che apri al mattino

Tutti quelli dei paesi in cui ho vissuto , ho bisogno di leggere notizie  dal mondo,  soprattutto in questo periodo in cui  si viaggia poco

Il tuo modo di vestire?

Indosso sempre giacche a doppio petto fatte su misura con tessuti che scelgo, spesso anche vintage. Compro foulard e sciarpe ovunque, mi sono sempre divertito a vestirmi.

La tua scarpa?   

Comoda e fatta in Italia e varie sneakers per i miei viaggi

L’ultimo viaggio?

Parigi per definire dettagli della prossima apertura nostro Hairspa al Cheval Blanc di Parigi, all’interno della Dior Spa

Un luogo dove vorresti tornare

Ovunque nelle coste del mediterraneo dove trovo odori e sapori che amo, il mare e quello che ci offre.

La vacanza ideale? 

Ovunque con la mia famiglia che vedo troppo poco

Sport?    

Non posso praticare gli sport che amo per un incidente fatto a 16 anni in moto e lavoro continuamente

La coccola quotidiana?   

Cucinare

L’orologio al tuo polso    

Royal Oak

Il tuo cocktail   

Amo il vino e non mescolo alcolici

Il prossimo progetto

Varie aperture in top hotels del mondo e la distribuzione selettiva dei miei prodotti

La tua sfida per il futuro 

Avvicinare la nuova generazione alla nostra professione

Raccontati con un Hashtag 

#estetavisionariocontrocorrente

Hai dei dubbi sulla salute intestinale di tuo figlio? Nasce Gastropediatria Roma.

Hai dei dubbi sulla salute intestinale di tuo figlio? Nasce Gastropediatria Roma.

È nato un nuovo luogo fisico e virtuale, che viene incontro a tutti quei genitori che vivono con bimbi e ragazzi che hanno delle problematiche a livello intestinale, in particolare si rivolge a coloro che ancora non hanno ottenuto una diagnosi e sono in cerca di una risposta.

La Gastroenterologia Pediatrica di Roma si occupa della diagnosi e cura delle malattie gastroenterologiche del bambino. Le competenze del team medico coprono l’intero spettro delle malattie gastroenterologiche, fra cui: le malattie infiammatorie croniche intestinali, malattia celiaca, esofagite eosinofila e gastroenteropatia eosinofila, allergie alimentari, disturbi della motilità intestinale, malattia da reflusso gastroesofageo e patologia peptica gastrointestinale, disturbi funzionali gastrointestinali.

I pazienti pediatrici con patologia gastrointestinale vengono seguiti dalla diagnosi alla terapia, con possibilità di eseguire indagini strumentali avanzate, come endoscopia, imaging, manometria, e terapie innovative. Sul piano della ricerca sono in attuazione numerosi progetti in collaborazione Università e Enti di Ricerca, nazionali e internazionali. L’Unità svolge, infine, un’intensa attività formativa riferita alla gastroenterologia pediatrica con organizzazione di corsi di formazione, congressi e master in gastroenterologia, epatologia ed endoscopia pediatrica.

Ad ideare questo strumento, in particolare il sito https://gastropediatriaroma.com/ è la dottoressa e ricercatrice Marina Aloi, eccellenza italiana conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, gastroenterologa pediatra, che da oltre quindici anni si occupa di problemi gastroenterologici dei bambini, specializzata in particolare di malattie infiammatorie intestinali del bambino. Lavora a pieno ritmo presso la gastroenterologia pediatrica del policlinico Umberto I di Roma, e segue bambini di patologie gastroenterologiche di tutti i tipi, tra cui, oltre alle malattie infiammatorie intestinali, celiachia, reflusso gastroesofageo, celiachia, dolori addominali, stipsi, esofagite eosinofila.

Ho raggiunto la dottoressa Aloi per porle qualche domanda.

Come le è venuto in mente di aprire questo sito?

Il sito ha l’obiettivo di facilitare ai pazienti l’accesso ai nostri servizi, ma anche spiegare come capire se il proprio figlio potrebbe avere una malattia gastroenterologica e come fare per poter accedere ad una visita gastroenterologica specialistica.

A chi si rivolge questo sito?

Prevalentemente ai genitori di bambini con problematiche gastrointestinali.

Quali sono le risposte che da questo sito a chi lo visita?

Spiega le caratteristiche delle principali malattie del sistema gastrointestinale e come accedere facilmente ad una valutazione specialistica.

Quali notizie si possono trovare?

Aggiornamenti sulle malattie, ma anche notizie di eventi o attività che vengono effettuate presso la gastroenterologia pediatrica del policlinico Umberto I di Roma.

Sono in progetto degli eventi?

Organizziamo diversi eventi formativi. In questo momento abbiamo attivo un corso di alta formazione in gastroenterologia pediatrica, frequentato da medici di tutta Italia, e stiamo organizzando un congresso sulle principali patologie gastroenterologiche del bambino.

Come vede il futuro di questo progetto?

Spero possa facilitare la vita ai pazienti e favorire un accesso rapido alle cure al bambino con malattie gastroenterologiche.

Chi dovrebbe contattarvi?

Chiunque abbia un sospetto di malattia gastroenterologica in un bambino, o desideri una valutazione in un centro di III livello per queste malattie.

Come si fa a contattarvi?

Scrivendo a gastropediatria@uniroma1.it

Crochet e Macramè protagonisti dell’estate: Noreen Loiacono ci racconta di “Mano”, una linea slow fashion interamente artigianale

Crochet e Macramè protagonisti dell’estate: Noreen Loiacono ci racconta di “Mano”, una linea slow fashion interamente artigianale

Non c’è volta che apro Instagram senza imbattermi in capi in macramè, borse e accessori in crochet o complementi di arredo dall’allure Boho Chic. È il trend più imponente dell’estate da un paio di stagioni a questa parte.

Certo, passa una bella differenza fra una lavorazione artigianale ed una da fast fashion. Da Presidente di Road to green 2020, nonché da consumatore sempre attento alla sostenibilità, cerco sempre di incentivare le piccole attività, l’artigianato locale. Meno quantità, più qualità. Vale davvero la pena spendere quel tantino in più per un capo o un accessorio che possa accompagnarci nel tempo e che ne contempo favorisca il rifiorire delle imprese locali.

Così ho conosciuto Mano, una linea che unisce il riuso e la sostenibilità alla tradizione artigianale, cavalcando le tendenze del momento sul filone del Boho Chic.

È singolare il modo in cui si interpreta il trend senza scadere nelle ovvietà: le due artigiane di Mano (Noreen e Katya), a quattro mani e con una generosa dose di inventiva, si distinguono per il loro mix di corde da ormeggi, nodi, frange, spaghi di canapa, cotoni tinti con le erbe, bottoni di legno e motivi messicani. Questa la ricetta per capi e accessori unici nel loro genere, di quelli che suscitano la frase “ma dove lo hai trovato?”. Non da Zara!

Noreen e Katya sono attualmente al lavoro sul primo shop on-line di Mano la cui apertura è prevista a breve. Nelfrattempo, si può far loro visita presso “Fragranze”, in via Flaminia 465 e Largo Gerolamo Belloni 3 (Roma).

Ho avuto il piacere di intervistare Noreen per farmi raccontare qualcosa in più…

Come è nata questa idea? 

Diciamo che fonda le sue radici in un periodo molto buio, quello del lockdown. Ero davvero in panne. Organizzo eventi e chiaramente oltre a tutte le preoccupazioni legate alla salute, mia dei familiari e degli amici, ho passato momenti di ansie legate al mio lavoro. Il tempo sembrava davvero sfibrato, dopo aver rimesso a posto l’armadio per l’ennesima volta e aver pulito negli angoli più remoti di casa, ho pensato che avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse, oltre alla meditazione a “calmare” la mente.vQualcosa che avesse un ritmo, ma che rispecchiasse questi tempi dilatati e distorti.vQualcosa che potesse rimanermi nelle mani, una trama a cui aggrapparmi. Non saprei individuare il momento preciso in cui mi sono messa in macchina a cercare la merceria più vicina, forse il ricordo di una copertina celeste legata all’infanzia (il lockdown ha giocato brutti scherzi hahaha) e una frase che un giorno disse mia mamma, riferita a questa gravidanza passata a letto e di quanto questa “copertina“ l’avesse aiutata a distogliere il cervello dai pensieri negativi. Allora giù tutorial su tutorial da YouTube e incazzature, ma anche nessun impegno della vita che mi distogliesse dal ricominciare senza fretta. E poi piano piano, attraverso quegli intrecci i pensieri si snodavano ed era diventato tutto quasi terapeutico. Quello che mi spaventava era questo navigare in un buio totale, senza prospettive ma anche tutta la mia energia che era stata davvero stroncata all’improvviso.

Ero molto confusa e disorientata . Un giorno, come una pazza, sono salita in macchina con una bizzarra autocertificazione e sono andata da Katya. Katya era mia cliente dell’associazione ed è strano perché una volte mi disse “un giorno faremo qualcosa insieme io e te”.Katya è quello che io identifico come un’artista pura.Ad oggi (almeno fino a che non la sconvolgessi con tutta questa storia), quindi forse dovrei dire fino a poco tempo fa (hahahaha) si occupava, di tatuaggi . Ma io sapevo che oltre a saper lavorare i pellami , oltre a conoscere le tecniche delle tinture botaniche, a lavorare il metallo …insomma la lista è davvero lunga in sostanza, poteva darmi un consiglio tecnico, su un dubbio che avevo riferito all’uncinetto.

Forse era la voglia di un contatto umano. Probabilmente dopo un anno di solitudine ed inquietudini volevo un confronto, un parere, un consiglio.

Da lì non ci siamo più separate, in maniera spontanea. Abbiamo deciso di collaborare ed abbiamo chiaramente espresso all’altra il profondo bisogno di libertà, di non sentirsi legate da contratti e vincoli prestabiliti. abbiamo riversato con forza questa vibrazione, questi tamburi di tribù, dalla testa alle mani. La collezione rappresenta il selvaggio, il diverso, il non prestabilito …in tutto e per tutto.

 

Che riscontro di pubblico state ottenendo? 

Vario, misto. Creiamo tante cose, siamo al momento in totale fermento. Forse la cavigliera è l’unico accessorio catalogabile come “ultra young“, la comprano molto le ragazze giovani, con delle belle gambe magre… .noi l’abbiamo ideata e mai indossata ( haha ah ah)! Devo dire che stiamo avendo tantissime richieste da parte di uomini. Infatti, il prossimo shooting sarà molto maschile. È stato bellissimo percepire come l’uomo e la donna si stiano davvero avvicinando, nel senso più profondo del senso. Siamo rimaste contentissime: tanti ragazzi giovani ci hanno chiesto le collane al macrame rosa o con le conchiglie. Il rosa quindi non è più il colore delle “femminucce“, bensì un colore che può piacere oppure no, a prescindere dagli stereotipi imposti. Tardi mi ci stiamo arrivando, fico! 

Quindi quali sono i colori da voi prescelti? 

Io sono rosa da sempre, Katya è un po’ più dark. Ci unisce un ideale punk (ossia libero) ed una visione profondamente tribale. In realtà tanti sono materiali di recupero, intorno a cui ci adeguiamo. Potrei dire che lo scarto detta poi la scelta e l’abbinamento. Abbiamo trovato una stoffa messicana, di quelle “folk” buttata in un negozio, macchiata…blu gialla bianca e nera…la stiamo smacchiando con grande amore…e sarà la regina (finché non si esaurirà) di questo inverno.

Qual è il capo più venduto? 

Al momento la cavigliera. Diciamo che ha un buon prezzo e poi è davvero unica. L’abbiamo anzi, si è creata , non so come…credo ci abbiano condizionato più foto di popoli indigeni che le riviste di moda…che non consultiamo moltissimo, forse proprio per paura di esserne condizionate. Quest’anno passato ci ha fatto davvero venire voglia di vibrazioni autentiche…non so a voi…

IBD MICI Malattie Croniche Intestinali – facciamo chiarezza: cosa e quali sono?

IBD MICI Malattie Croniche Intestinali – facciamo chiarezza: cosa e quali sono?

Nell’ultimo anno più che mai abbiamo dato all’argomento salute uno spazio ancora più ampio nelle nostre vite. Ciò non è scaturito solo dagli avvenimenti legati alla pandemia: si è discusso di prevenzione dei tumori, delle sempre più diffuse intolleranze alimentari, della sana alimentazione, di dieta mediterranea e dell’importanza del biologico in casa. 
Da presidente di Road to green 2020, associazione no-profit che si occupa della divulgazione della sostenibilità ambientale, sogno un “mondo in salute”. A cominciare dalla nostra casa, fino alle nostre città, ai nostri parchi, ai nostri mari. Salute a 360 gradi.
 

Nella giornata nazionale delle IBD MICI

Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, che identificano Colite Ulcerosa e da Malattia di Crohn, credo sia bene fare informazione e mettere chiarezza su cosa e quali siano. Si tratta di un gruppo di malattie legate all’infiammazione ed il danneggiamento del canale digerente. Non tutti sviluppano la stessa sintomatologia e questa può variare nel corso del tempo. Ci sono periodi di acutizzazione e periodi di latenza o remissione, per questo è sempre bene monitorare la situazione da vicino. I sintomi variano da diarrea (anche ematica), dolore addominale, febbre o perdita di peso. Sono 250.000, circa il 10% degli italiani a soffrire di IBD MICI e la stima pare essere attualmente in crescita. Sebbene le cause siano quasi ignote, ci sono alcuni fattori che rendono un soggetto più esposto quali predisposizione genetica o la presenza di un microbiota intestinale in grado di innescare una violenta risposta immunitaria. 
 

Sapere per riconoscere. 

Queste patologie si possono facilmente confondere con altre sintomatologie, per questo è bene informarsi e, nel caso, diagnosticare precocemente la malattia. 
 
Non vorrei dilungarmi, del resto ci sono fonti ben più autorevoli da cui prendere informazioni.
I dottori che lavorano nei reparti di gastroenterologia degli ospedali italiani sono delle eccellenze, rivolgetevi a loro se avete dei dubbi. Il mio suggerimento è anche quello di visitare il sito web dell’Associazione Nazionale AMICI Onlus. Un portale che riunisce tutte le persone affette da IBD MICI, i loro familiari, chi condivide il valore della salute ed il vincolo di solidarietà sociale. AMICI Onlus offre sostegno ai pazienti, supporto psicologico gratuito. Diffonde campagne di sensibilizzazione al fine di diffondere queste tematiche meno conosciute, definite anche “disabilità invisibili”.
 
 
Ho parlato spesso del fatto che mio figlio è affetto da malattia di Crohn, quindi non tollera più il lattosio. Un’intolleranza comunissima se pensiamo che riguarda circa il 70% della popolazione mondiale. Questo mi ha portata a proporre una serie di ricette senza lattosio nella rubrica Bimbi e Forchette Fashion News Magazine che potessero essere messe a disposizione di tutte quelle persone con la stessa problematica. Tutte ad alta digeribilità,  provate ed approvate da mio figlio che si è prestato come assaggiatore ufficiale (trovate le ricette a questo link)!    
Il 2021 che vorrei: meno buoni propositi e più buone azioni

Il 2021 che vorrei: meno buoni propositi e più buone azioni

Da pochi giorni è iniziato il 2021, un anno che è stato caricato di aspettative, dopo un 2020 difficile, che ha stravolto le nostre vite sotto ogni punto di vista.

Ogni anno i primi giorni di gennaio ci mettiamo a pensare a come vorremmo che fossero i prossimi 12 mesi, stilando elenchi di buoni propositi che spesso ricalcano quelli degli anni precedenti, scritti, poi dimenticati e non mantenuti.

Quante speranze e aspettative in queste prime settimane dell’anno!

Anche io mi sono seduta con l’intento di scrivere i miei buoni propositi, di pensare non tanto a ciò che mi ha tolto il 2020, ma di essere grata per ciò che ho.

Giglio Di Acqua, Rosa, Pianta Acquatica, Ninfea Rosa

Poi ho deciso: basta liste! Se c’è una lezione che ci ha lasciato questo anno sciagurato è quella di non rimandare e di afferrare la vita a piene mani, godendone ogni momento e lavorando per cambiare le cose che non ci piacciono.

Dunque, meno buoni propositi e più buone azioni!

Negli ultimi mesi, con l’essere umano un po’ defilato, la natura si è ripresa in parte ciò che le avevamo tolto. Abbiamo sbagliato per decenni, distruggendo l’ambiente, è ora di correre ai ripari!

Piantare, Giardinaggio, Fiori, Impianto, Giardino

Piantiamo fiori o alberi nei giardini e sui balconi, lasciamo a casa l’auto almeno un giorno a settimana e andiamo a piedi (con le palestre chiuse, potrebbe essere un’ottima soluzione per tornare in forma dopo le feste).

Abbiamo sofferto per i nostri cari lontani e i divieti che ci hanno impedito di raggiungerli, ma hai mai pensato a chi solo lo è sempre? Dona un po’ del tuo tempo a chi è in difficoltà e, soprattutto, cerca di essere più presente (anche se per ora da lontano) per le persone che ami.

Ti è mancato il caffè al bar? Appena possibile, torna a far colazione nel posto che ami, magari sostenendo il gestore e il personale lasciando una piccola mancia, e lascia un caffè sospeso per chi è meno fortunato.

Caffè, Bar, Negozio, Cafe, Espresso, Macchina, Tazze

E, soprattutto, sii felice!

Non è mai troppo tardi per cambiare ciò che non va nella tua vita. Che tu abbia 20, 30, 50 o 70 anni, circondati solo di persone che ti fanno stare bene. Meglio soli che con amici o partner che ti fanno sentire soli. Se il lavoro ti deprime, cercane attivamente uno che possa darti maggiori soddisfazioni, anche a costo di creartene uno nuovo. Coltiva i tuoi hobbies o cercane di nuovi, perché le tue giornate devono essere qualcosa di più di lavoro, studio, doveri e conti da pagare.

Vivi, vivi ogni momento.

Ragazza, Palloncini, Bambino, Felice, Fuori, Libertà

Non pensare a cosa vorresti fare in questo 2021, fallo ora!

E se ti va, poi raccontami cosa hai deciso di cambiare e quali soddisfazioni hai conquistato in questo anno nuovo.

Con affetto

Barbara

PoliHub ha un nuovo manager: Enrico Deluchi

PoliHub ha un nuovo manager: Enrico Deluchi

È l’ingegnere elettronico Enrico Deluchi il nuovo General Manager di PoliHub, Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano, con la missione di guidarne le future fasi di crescita e sviluppo, accanto al Presidente, Andrea Sianesi.

Parliamo di body positivity con l’attivista Elisa D’Ospina

Parliamo di body positivity con l’attivista Elisa D’Ospina

Fashion News Magazine da sempre sostiene il “movimento body positivity” che è molto moderno, sia nella diffusione che nell’approccio. Il termine body positive è davvero recente nasce circa nel 2011 quando donne oversize hanno postato dei contenuti sui social, in particolare Instagram, con l’hashtag #BodyPositivity.

Hangry Butterflies porta i Disturbi del Comportamento Alimentare DCA alla Nuvola di Fuksas

Hangry Butterflies porta i Disturbi del Comportamento Alimentare DCA alla Nuvola di Fuksas

La Nuvola di Fuksas si apre per la prima volta al cinema giovedì 22 ottobre 2020 alle 18:00, quando verrà presentato il documentario Hangry Butterflies – La Rinascita delle farfalle per la regia di Maruska Albertazzi che attraverso i suoi social contribuisce alla sensibilizzazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare.

Ambiente, natura e tecnologia premiati nel corto Punto di rottura diretto da Janet de Nardis

Ambiente, natura e tecnologia premiati nel corto Punto di rottura diretto da Janet de Nardis

Premiato durante la nona edizione dell’International Tour Film Festival Civitavecchia il cortometraggio Punto di Rottura, opera prima della regista Janet De Nardis, giornalista oltre che direttore e fondatore del Digital Media Fest.

Gli sportivi come se la cavano tra i fornelli?! Chef in Campo ha deciso di metterli alla prova!

Gli sportivi come se la cavano tra i fornelli?! Chef in Campo ha deciso di metterli alla prova!

Dal 12 ottobre alle ore 20:00, in esclusiva per Sportitalia TV, andrà in onda la prima stagione di Chef in Campo , un nuovo format targato A.F. Project srl, condotto da Anthony Peth, prodotto da Francesca Aiello e con la regia di Mario Maellaro.

L’amica della sposa sbarca in TV, Tamara d’Andria alla conduzione

L’amica della sposa sbarca in TV, Tamara d’Andria alla conduzione

Questo periodo mi è presa così, ad intervistare le amiche; dopo Vittoria Schisano, mi fa piacere raccontarvi la bella storia di Tamara d’Andria, modella professionista che ha cominciato a raccontare sul suo blog Look Like a Model la vita dietro le quinte delle sfilate, oggi, bridal stylist professionista, si occupa di matrimoni come “L’amica della sposa”.

Vittoria Schisano: “Il mio ballo si è trasformato in un ‘manifesto’ per tutte le persone che non si sentono accettate!”

Vittoria Schisano: “Il mio ballo si è trasformato in un ‘manifesto’ per tutte le persone che non si sentono accettate!”

Occhi azzurri, capelli fluenti e biondi, un sorriso smagliante, gambe chilometriche, un metro e ottanta di donna che fa girare la testa quando la incontri per strada; attrice empatica ed espressiva, ma soprattutto un’intelligenza emotiva straordinaria: questo l’identikit di Vittoria Schisano, concorrente della nuova edizione di Ballando con le Stelle condotta dalla sempre attenta Milly Carlucci.

La svolta digitale della quarantena

La svolta digitale della quarantena

Cosa è successo nelle aziende italiane questi mesi? E non solo nelle aziende, anche nella pubblica amministrazione, nelle scuole, tra i piccoli imprenditori autonomi? C’è stata una svolta digitale, una scoperta per molti di un mondo virtuale che fino ad oggi era stato visto da tanti come distante ed irraggiungibile… ma poi… l’obbligo di lavorare a distanza e la chiusura di ogni attività ha costretto aziende e singoli individui ad adeguarsi e sfruttare i mezzi a propria disposizione.

Social in quarantena

Social in quarantena

Gli imprenditori non si fermano, neanche in queste particolari ed uniche circostanze. Condividiamo l’articolo scritto dal direttore di Fashion News Magazine, Barbara Molinario, per QUALE IMPRESA di Marzo/Aprile 2020. QI è il magazine dei giovani imprenditori di Confindustria.